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    Il rinnovo di Lukaku, la difesa da ristrutturare, i tagli: il mercato dell'Inter se Zhang non vende

    Il presidente nerazzurro ha dichiarato di non voler cedere il club e questa prospettiva riproporrebbe tra alcuni mesi i temi dell’estate appena conclusa: sono centrali i molti calciatori in scadenza di contrattoSteven Zhang non vuole vendere l’Inter, non sta parlando con nessuno e pensa soltanto al campo lasciando perdere le voci di trattative per il passaggio di mano della società. Questo è il messaggio che il presidente nerazzurro ha manifestato senza giri di parole dopo la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League scattata con il 4-0 interno al Viktoria Plzen e da queste parole si deve partire quando si parla di futuro. E, di conseguenza, anche quando si parla di mercato. LEGGI TUTTO

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    Cagliari, la rivoluzione è in atto: dopo Capozucca salta anche il dg Passetti

    CAGLIARI – Terremoto e rivoluzione nel Cagliari: dopo il direttore sportivo Stefano Capozucca, salta anche il direttore generale Mario Passetti. Lo ha reso noto questa mattina il club rossoblù in un comunicato. Passetti era uno dei fedelissimi del presidente Tommaso Giulini, dal 2014 nell’organigramma del club, dg dal 2017. “Il presidente Tommaso Giulini e tutto il club- si legge nella nota – gli rivolgono i più sentiti ringraziamenti per il grande contributo fornito in molteplici ambiti, garantendo costantemente dedizione e competenza per la crescita della società”. Per la società “un percorso di rinnovamento costellato da sfide e progetti ambiziosi, dall’apertura in tempi record della Unipol Domus all’implementazione del marketing e dei social network, fino alla Corporate Social Responsibility e l’organizzazione del settore giovanile”. Dietro l’addio delle più importanti cariche del club, il difficile momento della squadra tra retrocessione e avvio stentato del nuovo campionato. Evidente a questo punto l’intenzione di Giulini di ripartire con una squadra dirigenziale nuova di zecca.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Milan, 500 milioni è la quota dei sogni: ecco le leve per far volare i ricavi

    Il presidente Scaroni ha detto che mezzo miliardo di introiti annui garantirebbero la sostenibilità finanziaria a lungo termine. La strada è ancora molto lunga, ma la proprietà RedBird è ambiziosaMezzo miliardo di ricavi all’anno. È questo il sogno del Milan, rivelato dal presidente Paolo Scaroni a margine dell’Assemblea dei Soci che si è svolta ieri. Affinché un sogno si trasformi in obiettivo realistico, però, devono succedere parecchie cose. LEGGI TUTTO

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    Radonjic a tutto gas: “Mai stato così felice come al Toro. E su Juric dico che…”

    Il fantasista granata si racconta: “Vivo la fase più bella della mia carriera, qui ho trovato quello che cercavo: fiducia, continuità, assist e gol”Dal nostro inviato Mario Pagliara27 ottobre
    – MilanoAgli scatti ha aggiunto le parole. Anche in un discreto italiano. Nemanja Radonjic ha scelto la Gazzetta per raccontarsi per la prima volta da quando è al Toro. LEGGI TUTTO

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    Frosinone Grosso e bello

    TORINO – Benvenuti a Frosinone, dove il calcio va che è una bellezza. La prima squadra comanda la B assieme al Genoa, ma anche nel campionato Primavera 1 i giovani del club ciociaro sono in testa assieme a Juve e Roma. Per non parlare del pubblico. Sabato, per il big match Frosinone-Bari, c’erano 11.239 spettatori, numeri stratosferici per una città di 46mila abitanti. E alla base di questo exploit, è l’ora di dare tanti meriti a Fabio Grosso. L’eroe del Mondiale 2006, spesso è stato discusso come allenatore, prima di sbarcare a Frosinone nel marzo 2021 (voluto dal dg Angelozzi, già suo mentore quando era giocatore), si facevano notare i tre esoneri di fila collezionati in precedenza. Nella passata stagione disponeva di una buona squadra che perse il piazzamento playoff all’ultima giornata. A quel punto, un’altra società avrebbe potuto dargli il benservito. Non il Frosinone di Stirpe che ha ancora scommesso su di lui, non affidandogli però un compito semplice. Perché in estate la società ha rivoltato l’organico come un calzino e la squadra è stata rifatta prendendo i migliori giovani che si possono schierare in B sommati, negli ultimi giorni di trattative, al elementi esperti e di categoria. Chissà che problemi d’amalgama ci saranno, si pensava. Nessuno, in realtà. Grosso in ogni partita parte con un undici dove i sopravvissuti della passata annata sono due, massimo tre. Ma la squadra gioca a memoria come se stesse insieme da diverse stagioni. Prendiamo la formazione schierata nell’ultimo successo sul Bari. In porta Turati, in prestito dal Sassuolo, assieme a Caprile (Bari) il miglior 2001 italiano fra i pali. Difesa a 4 col giovane Monterisi prestito del Lecce, da cui è arrivato anche l’infinito Lucioni, al centro della difesa assieme a Ravanelli, prelevato dalla Cremonese, dove era finito ai margini ma che in B sa farsi sentire, a sinistra Cotali, rilevato nella ripresa da Frabotta (che sta tornando ai livelli di quando s’impose alla Juve). Mediata a tre: l’unico superstite della vecchia guardia, Rohden, con Mazzitelli giunto dal Monza e un indiavolato Kone, prestito del Toro (che farà bene a riprendersi a fine stagione, ora è pronto per la A). In attacco, la falsa ala Garritano, il centravanti Moro (altro prestito, come Ciervo, dal Sassuolo) e il folletto Caso (troppo frettolosamente ceduto dal Genoa, il Frosinone ha fatto un affarone con lui). Partita risolta nel recupero da un grande gol di testa (sembrava quello celeberrimo di Hateley) del subentrato Borrelli, giunto a Frosinone nell’ultimo giorno di mercato in prestito con obbligo di riscatto dal Pescara. E questo 1° posto del Frosinone si spiega anche così, con quei tre centravanti giovani di cui dispone Grosso: oltre a Moro e Borrelli, c’è pure Mulattieri (prestito dall’Inter), che è già a 3 gol (a quota 2 gli altri 2). Insomma, i ciociari non dispongono del bomber esperto da doppia cifra. Ma i tre messi insieme, sapientemente alternati da Grosso, possono superare le 20 reti a fine stagione. Anche perché questo Frosinone non è una squadra che specula, ma che gioca divertendosi e divertendo, tant’è che è incapace di pareggiare: i 21 punti fin qui raccolti sono frutto di 7 vittorie e 3 sconfitte (e su tutti i ko, ci sarebbe molto da ridire). Insomma, Grosso sta facendo un lavoro egregio. In questa B dove gli altri Campioni del Mondo (inzaghi, Cannavaro, Fabregas e Buffon) vivono difficoltà assortite, lui guarda tutti dall’alto. E questo Frosinone potrebbe anche reggere fino alla fine e riprendersi quella A lasciata nel 2019, senza dimenticarsi che l’obiettivo stagionale era quello di un campionato senza patemi. Per riuscirci, servirà l’ultimo salto di qualità, evitare il problema manifestatosi nella scorsa stagione, i punti persi con le “piccole”. Perché sì, un anno fa il piazzamento playoff sfumò solo all’ultima partita. Ma durante la stagione il Frosinone di Grosso aveva raccolto, ad esempio, solo 4 punti contro Crotone e Pordenone, squadre già virtualmente retrocesse dopo poche giornate. In questo senso, la sfida di sabato a Cosenza, in casa di una squadra che perde da tre gare di fila nelle quali ha incassato 10 gol, può essere il momento della verità, l’ultimo tassello che manca per diventare a tutti gli effetti uno squadrone. Anche perché numericamente, il Frosinone lo è già. I playoff l’anno scorso sfumarono anche perché la rosa era meno assortita dell’attuale. In questa stagione invece, Grosso per ogni partita ha l’imbarazzo della scelta su diversi ruoli. E anche questo, a conti fatti, avrà un peso. LEGGI TUTTO

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    Debiti abbattuti, ricavi in crescita, spese basse: il gioiello Milan nelle mani di RedBird

    L’ultimo bilancio di Elliott certifica il risanamento del club. Ora nuova fase con Cardinale: si punta a 500 milioni di fatturato nel lungo termine e non si utilizzerà la leva dell’indebitamento. Singer osserva: ha il pegno sulle azioni Elliott ha consegnato a RedBird un gioiellino. Il marchio rivitalizzato dallo scudetto e dal ritorno in Champions, le spese sportive inferiori alla concorrenza, la gestione ordinaria che non brucia cassa, il debito quasi azzerato. Adesso toccherà a Gerry Cardinale e al suo team passare alla fase due: dopo il risanamento, la crescita. LEGGI TUTTO

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    La dinastia dei Capitoni, i bookmaker della camorra

    Fanno le quote, accettano scommesse, si infilano tra le pieghe piene di soldi del pallone, possiedono panfili e poltrone nei teatri importanti. Hanno un solo neo: una brutta figura con Maradona Se fosse un film, questa storia comincerebbe così. Napoli, ottobre 1989, paranza di rapinatori al lavoro al Banco di Napoli. Entrano in banca di notte, aprono il caveau, da una cassetta di sicurezza trafugano oro, gioielli, i famosi orecchini che il campione porta ai lobi e poi, alt, sorpresa generale, si fermano tutti, scambiano rapidi cenni d’intesa, salto temporale, cambio di scena. Più di trent’anni dopo, arriva la confessione di Michelangelo Mazza, pentito, all’epoca di fatti nella paranza della rapina, diventato poi killer di camorra. LEGGI TUTTO