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    Contro il Monza Pioli dovrebbe affidare a lui le chiavi dell’attacco al posto di Giroud. Ma un suo impiego costante avrebbe effetti benefici anche con Leao e in ChampionsA parole, tutto bene. Anzi, molto bene. Lui racconta che, appunto, “mi sento bene, avevo bisogno di un po’ di tempo per entrare in condizione”, mentre il suo allenatore spiega che “finalmente è libero di testa”. Adesso occorre passare ai fatti. Divock Origi e Stefano Pioli nell’ultimo periodo si sono guardati negli occhi, hanno parlato a tu per tu nell’ufficio dell’allenatore e hanno imboccato la stessa strada. Il giocatore quella che, dopo una lunga attesa, dovrebbe portarlo a un ruolo da protagonista. Il percorso del tecnico invece gli impone di capire il momento più idoneo per dargli fiducia dal primo minuto. LEGGI TUTTO

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    De Winter allo Stadium da avversario: esame per un futuro bianconero

    In prestito all’Empoli dopo aver esordito in Champions con la Juventus la scorsa stagione, il difensore punta a mettersi in luce per tornare alla Continassa in estate Una serata da “ospite” in casa propria, dove potrebbe tornare presto per rimanerci tanti anni ancora. Koni De Winter sarà il principale osservato speciale del match tra Juve ed Empoli, nel contesto dell’Allianz Stadium che l’8 dicembre dell’anno scorso l’ha visto già protagonista in Champions League con la maglia bianconera. In quella occasione Allegri lo buttò nella mischia dal primo minuto contro il Malmoe e lui ricambiò la fiducia con una buona prestazione per settanta minuti. Stavolta invece gli giocherà contro, al centro della difesa toscana. LEGGI TUTTO

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    Questo Roma-Napoli ha un valore diverso: ecco perché. E le “solite tre” tremano…

    Negli ultimi 20 anni solo Juve, Inter e Milan hanno conquistato lo scudetto. Il match d’alta quota dell’Olimpico può sancire un’inversione di tendenza Fa quasi impressione l’albo d’oro del campionato italiano. Negli ultimi venti anni a dividersi lo scudetto sono state tre squadre, verrebbe da dire le solite tre squadre: Juve, Inter e Milan. Si parte dal 2001-2002 con la conquista del titolo da parte dei bianconeri, per arrivare al campionato passato, 2021-2022, con il trionfo rossonero. Nel frattempo, come detto, solo loro, con l’inserimento nerazzurro. Un quadro completamente diverso da quello che invece si può notare nei venti anni ancora precedenti: dal 1981-82 con la vittoria della Juve al 2000-2001, con il tricolore della Roma. LEGGI TUTTO

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    D'Andrea: “Gioco sempre uno contro uno, con il Sassuolo e nella mia vita”

    L’esclusiva con il gioiellino degli emiliani: “Da piccolo a Napoli è stata dura, mi ha aiutato il pallone. Dionisi mi dice di puntare l’uomo, Berardi mi dà consigli, Raspadori mi spiegava come attaccare la porta”Dal nostro inviato G.B. Olivero21 ottobre
    – Sassuolo (RE)Fare un assist, in fondo, significa trovare la strada giusta. Luca D’Andrea ha imparato fin da piccolo a non sbagliare scelte. Il dribbling l’ha usato prima nella vita e poi in campo. D’Andrea è l’esterno del Sassuolo che sabato scorso, a 18 anni e 39 giorni, ha fatto l’assist a Kyriakopoulos nella gara contro l’Atalanta: il passaggio vincente più giovane in Serie A nelle ultime sette stagioni. LEGGI TUTTO

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    A tutto Nicolussi Caviglia: la Juventus, Cristiano Ronaldo, Grabbi

    TORINO – Hans Nicolussi Caviglia, centrocampista, contratto con la Juventus fino al 2026, si racconta a Dazn. Dalla vita in bianconero all’infortunio, quindi la ripartenza in Serie B con il Sudtirol. Fin qui la sfortuna non lo ha risparmiato, ma il ragazzo, 22 anni, ha ancora tanto da dare al calcio. In pratica, è un nuovo inizio.
    La Juventus, il debutto, la formazione
    «La Juve è la mia esperienza fondativa. Sono arrivato in bianconero a otto anni e ho fatto tutta la trafila delle giovanili fino alla Primavera. Poi, grazie al progetto Under 23, nel 2018 ho avuto l’opportunità di giocare in Serie C e nel 2019 ho fatto metà stagione con la prima squadra esordendo con loro. La società mi ha accompagnato nel mio percorso da bambino a uomo, oltre che di giocatore. Al debutto è stata un’emozione grandissima. Ho pensato solamente a stare nel gioco e a vivere il momento».
    Cristiano Ronaldo il meglio, poi Dybala
    «Il giocatore più forte che ho visto nella Juve? Sicuramente Cristiano Ronaldo. Ma anche Dybala, Cancelo e Chiellini. Ho imparato semplicemente nel vedere queste persone in allenamento, sono un consiglio vivente. Il fatto di lavorare con questi campioni è un aiuto, si impara semplicemente guardandoli. Già nel periodo delle giovanili ci viene trasmessa la mentalità della Juventus, che è vincente e sempre basata sul lavoro. Al tuo bagaglio aggiunge questa cosa in più».
    Da Nicolussi Caviglia a Miretti
    «Con Fabio Miretti ci sentiamo poco, sono contento che stia giocando. E’ più piccolo di me ma ci siamo sempre seguiti a vicenda. Non abbiamo mai avuto la possibilità di giocare insieme perché sono stato in prestito quando lui era in Primavera».
    Grabbi allenatore doc
    «Ho preso tanto da tutti gli allenatori che ho avuto, alcuni molto bravi. Forse, però, quello che mi ha lasciato di più è stato Corrado Grabbi, nelle giovanili bianconere. Mi ha allenato per cinque anni ed è stato come un secondo papà, mi ha trasmesso tanto a livello umano. Tuttora lo chiamo sempre per avere qualche consiglio, abbiamo un rapporto diretto».
    L’obiettivo è tornare in Serie A
    «L’infortunio è alle spalle. L’obiettivo è recuperare le forma fisica e poi tornare in Serie A. Ho appreso molto da quella esperienza. Non si può restare inermi davanti alle prove che la vita ti mette davanti. Fin qui ho superato dislivelli incredibili, ho vissuto un esordio in Serie A e uno spezzone di stagione con la Juventus, ho visto davanti a me porte che si aprivano e poi momenti veramente duri, ma non ho mai perso la voglia di andare avanti. Penso che ognuno di noi sia la somma degli avvenimenti positivi e negativi che lo riguardano. Ho maturato consapevolezza delle possibilità del mio corpo, della mia testa. Sono migliorato nelle letture delle situazioni di campo e nella gestione della partita. La mia motivazione, se possibile, è cresciuta ancora di più. Ora ho solo voglia di giocare il più possibile e il meglio possibile. Mi sto allenando duramente e sto giocando partite importanti, mi sento bene. Sono concentrato a rispondere al meglio sul campo alle richieste del mister, a imparare da quello che chiede a ognuno di noi e interpretare con la mia personalità e i miei strumenti la sua idea di calcio per la salvezza del Sudtirol. Ho una grande voglia di lavoro quotidiano e di giocare il più possibile e nel miglior modo per fare la mia parte e aiutare la squadra che sta scrivendo la propria storia. Una sfida difficile, ma appassionante, per la quale siamo tutti uniti».
    Le trappole della Serie B
    «La Serie B è un campionato molto competitivo e anche complicato, può nascondere molte insidie. Oltre al lavoro quotidiano richiede l’atteggiamento giusto. Abbiamo l’umiltà di andare in campo senza sottovalutare nessun avversario, ma maturando in consapevolezza. Abbiamo valori importanti e vogliamo ottimizzarli sul campo contro qualsiasi squadra si incontri. Sono stato una stagione con il Perugia, ho giocato 30 partite e quell’esperienza mi è servita per conoscere la categoria e le sue insidie; è un campionato che aggiunge molto all’esperienza di un calciatore. Punto a essere valutato secondo i miei meriti e tornare dov’ero prima dell’infortunio, cioè in Serie A. Qui a Bolzano sto avendo continuità nel mio rendimento e penso solo a stare concentrato sugli obiettivi di squadra, a mettermi a disposizione del tecnico».

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    Berlusconi sfida il suo Milan: 30 anni d'amore, colpi e coppe

    Milan-Monza sarà un’altra forte emozione, stavolta da avversario. Da Bonetti a Kakà, una storia con molte gioie e qualche doloreL’elicottero, la sala del camino, l’esodo dei tifosi verso Barcellona, la fame d’Europa prima ancora che di successi in Italia. Di Silvio Berlusconi e della sua lunga storia d’amore con il Milan si sa tutto, anche se a volte per quelli che sono tifosi rossoneri è difficile riannodare i fili e mettere in ordine le emozioni. LEGGI TUTTO

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    Più tiri e più minuti, Inzaghi ha un nuovo Lautaro. E se migliora la precisione…

    L’argentino dell’Inter sta facendo gli straordinari e ha già giocato più gare da 90 minuti dello scorso anno: nessuno in Serie A calcia quanto lui, ora deve solo aggiustare la miraI tifosi dell’Inter lo sanno benissimo: Lautaro Martinez si accende e si spegne. In sé sarebbe probabilmente un difetto, ma visto che i numeri sono sempre entusiasmanti ogni volta che si traccia la riga del bilancio conclusivo, con il Toro basta avere pazienza. Come a settembre, un mese di magra, seguito da un ottobre con altri presupposti: le reti consecutive a Barcellona e Salernitana paiono il preludio a uno dei suoi rinomati filotti da gol a grappoli. Al di là delle reti gonfiate, però, in questo inizio di stagione Simone Inzaghi sta avendo a che fare con un attaccante dai numeri ben diversi rispetto al passato. LEGGI TUTTO