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    Allegri, inizia la verifica di novembre: si gioca tutto in 8 partite. E il derby è già decisivo

    Prima del Mondiale si potrà già fare un primo bilancio della stagione, ma la società si aspetta una svolta immediata e un filotto di vittorie. Se a dicembre la squadra fosse già fuori dall’Europa e con poche chance di agganciare il treno Champions sarebbe un fallimento sportivo oltre che un gravissimo danno economicoAndrea Agnelli è stato chiaro: “Massimiliano Allegri è e resta l’allenatore della Juventus, che non è abituata a cambiare in corsa”. I bilanci dunque si faranno a fine stagione, anche se la sconfitta contro il Maccabi, che oltre a compromettere in maniera quasi definitiva la qualificazione agli ottavi di Champions League è ai limiti del disonore per la storia della Signora, fornisce già abbastanza spunti per riflessioni molto più approfondite. LEGGI TUTTO

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    Serie B, il Venezia cade ancora al Penzo: il Frosinone vince 3-1

    VENEZIA – Al Penzo il Venezia non sa più vincere. Nell’anticipo della nona giornata di Serie B i lagunari di Javorcic perdono 1-3 contro il Frosinone dopo essere passati in vantaggio nel primo tempo con Cheryshev. Nella ripresa si scatena il Frosinone a segno con Lucioni, Mulattieri e Borrelli. Espulso capitan Ceccaroni del Venezia per doppia ammonizione. Il Frosinone sale a 18 punti assieme a Reggina e Bari (con una gara in meno) in vetta alla classifica. Il Venezia rimane quota 8 punti in piena zona play-out.
    Venezia-Frosinone: tabellino e statistiche 
    Poche occasioni nel primo tempo, lampo di Cheryschev allo scadere
    Sin dai primi minuti il Frosinone esercita un pressing alto sugli avversari. Il Venezia prova a farsi vedere dalle parti di Turati al 7′: colpo di testa di Pohjanpalo da corner deviato da Cotali oltre la traversa. Sono gli arancioneroverdi a mantenere il possesso per larghi tratti del primo tempo. Il Frosinone si difende con ordine e organizzazione. Nei minuti finali della prima frazione il Venezia trova la rete del vantaggio con il primo tiro in porta: al 42′ perfetto Busio che suggerisce per Zampano, Cuisance fa velo per Cheryshev: il russo ex Valencia di sinistro non perdona e supera Turati per l’1-0. 
    Classifica Serie B
    Espulso Ceccaroni, il Frosinone la ribalta: Penzo indigesto per il Venezia 
    Nella ripresa prova a reagire il Frosinone. Al 14′ Cotali crossa, rifinisce Mulattieri per Rohden il cui sinistro improvviso impegna Joronen con un intervento d’istinto. Un minuto dopo tenta maggior fortuna Kone che tira dalla linea di fondo, Joronen attento para. Al 23′ il Venezia, subita la sfuritata degli ospiti, spreca una buona occasione con Cheryshev che al volo ciabatta da ottima posizione. Al 25′ arriva il pareggio del Frosinone: Frabotta da corner mette in mezzo, Lucioni anticipa Andersen e di testa supera Joronen: 1-1. Quattro minuti dopo altra occasione per gli uomini di Grosso: Svoboda sbaglia in uscita ma viene graziato dal sinistro alto non di molto di Borrelli dal limite. Al 31′ il Venezia rimane in dieci: espulso capitan Ceccaroni, già ammonito, per fallo di mano. Al 38′ occasionissima Frosinone con la girata in acrobazia di Borrelli, prodigioso Joronen che sventa con la punta delle dita. Al 40′ la rimonta del Frosinone è servita: Frabotta imprendibile sulla sinistra serve Mulattieri che, in scivolata, mette dentro sottomisura la rete del vantaggio giallazzurro. Al 46′ l’ex Novakovich colpisce il palo per il Venezia. Al 49′, in pieno recupero, il Frosinone cala il tris con Borrelli che, servito da un lancio lungo, batte Joronen con freddezza.

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    Inter, salvate il soldato Asllani: così Inzaghi lo deve recuperare

    Il giovane centrocampista nerazzurro ha fallito la rete del 4-3 a Barcellona, ma è da elogiare per il coraggio che ha dimostrato. E il tecnico deve trasmettergli fiducia Il pareggio con il Barcellona è stato, giustamente, celebrato come una vittoria. E così, in casa nerazzurra, non sono mancati gli apprezzamenti, gli applausi. Per un ritrovato Bastoni, per un formidabile Barella, capace di rincorrere palloni e avversari, senza mai perdere lucidità. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Olivera è una scommessa vinta. Gosens alla Eriksen dopo il Barça

    Il primo è stato preso dall’Inter quando pensava di perdere Perisic e può rilanciare la sua stagione dopo il gol a Barcellona, il secondo a Napoli vive nell’ombra di Mario Rui ma sa di essere il futuro sotto al Vesuvio Ci sono 40 milioni che ballano, bonus compresi, in attesa di giudizio. I soldi spesi dall’Inter per Robin Gosens, storia dello scorso gennaio: 15 più 10 di bonus, il via libera dell’Atalanta per rispettare una vecchia promessa e per le innegabili ambizioni del tedesco. E quelli investiti dal Napoli per Mathias Olivera, un’operazione programmata dieci mesi fa: 11 di base fissa, altri 4 di bonus, il Getafe che ne chiedeva 20 e che poi ha accordato lo sconto perché il ragazzo spingeva per salire sull’autobus più importante della sua vita professionale. LEGGI TUTTO

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    San Siro oltre quota 70mila: prosegue il derby dei sold out. Che succederà con lo stadio da 65mila?

    In Serie A il Milan ha la media spettatori più alta (72.841), ma il club di via della Liberazione è vicino (71.621) e dopo il pienone di domenica lo sarà ancora di più. Il nuovo impianto “nasce” già troppo… piccolo Un esaurito dietro l’altro. Milan e Inter non sono in corsa solo per arrivare prima alla seconda stella, ma quello delle milanesi è anche un testa a testa nella classifica degli spettatori. Succede così da anni e anche questa stagione la storia non cambierà. LEGGI TUTTO

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    Red Bull interessata al Sudtirol, rilanciato dalla gestione Bisoli

    Zero punti nelle prime tre partite, undici nelle successive cinque. Il Sudtirol non perde più. Quelle che qualcuno aveva battezzato troppo in fretta come la possibile cenerentola della Serie B di quest’anno, è diventata improvvisamente la squadra del momento. L’arrivo di Pierpaolo Bisoli ha dato la scossa. Dopo il miracolo di Cosenza, l’uomo delle imprese è riuscito a riportare fiducia ed entusiasmo e a riaccendere le voci di un interesse del colosso Red Bull per l’acquisto della società. Il direttore sportivo Paolo Bravo, che nel giro di pochi mesi ha dovuto cambiare quattro allenatori, spiega: «La nostra è stata una stagione di rincorsa. A giugno io stavo già programmando il nostro primo, storico campionato con Javorcic dopo la promozione ottenuta grazie alla pianificazione, che è alla base del nostro lavoro: nello scorso campionato di Serie C non eravamo certo i più forti o quelli con il budget più ampio a disposizione. Arrivata l’offerta del Venezia alla quale Ivan non poteva dire di no, mi sono orientato su Zauli ,con il quale avevo già lavorato al Sant’Arcangelo, ma non è scattato il feeling e abbiamo deciso di separarci prima dell’inizio della stagione. Dopo aver dato la panchina al vice Greco, ho deciso di puntare su Bisoli al quale posso dire solo grazie per quello che sta facendo».

    Sudtirol e la questione RedBull

    Il motivo è ovvio: «Siamo riusciti a entrare nel campionato, anche se il nostro profilo rimane basso perché sappiamo quanto sia difficile la Serie B. Noi dobbiamo fare legna e l’allenatore che abbiamo scelto è l’ideale perché riflette anche quello che è il profilo del Sudtirol come società e squadra: siamo sempre stati una compagine difficile da affrontare per la determinazione con cui affrontiamo le partite e Bisoli dà questa impronta alle sue squadre. È un allenatore che non si lamenta mai, sempre sul pezzo, meticoloso, bravo ad entrare nei particolari». L’obiettivo rimane ovviamente «solo e soltanto la salvezza e sappiamo che ci sarà da soffrire». Sperando a breve di recuperare alcuni giocatori ancora al palo come Sprocati e Marconi. E la storia della Red Bull invece? «Io sono un uomo di campo – dice Bravo – e penso solo a quello. Mi ritengo uno fortunato per l’autonomia gestionale sul piano tecnico che la proprietà mi dà ogni giorno. A cose più grandi però pensano loro. Una cosa è certa: non bisogna meravigliarsi se dei colossi si interessano a un club come il nostro, che è sanissimo economicamente e dotato di strutture di primo livello».
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    Galderisi: “Pioli era leader in campo, ora il Milan ha la sua anima. Verona? Una simbiosi totale”

    Il doppio ex, che vinse lo scudetto in Veneto e giocò con Stefano: “Lui e Maldini si trovano bene perché sono simili. Quando parlano tutti li ascoltano. Giroud uno spettacolo, Leao vale una deroga al budget” Coinvolgimento in triplice copia: doppio ex e compagno – ai tempi – di Pioli. Giuseppe “Nanu” Galderisi osserva l’arrivo di Verona-Milan e inciampa nei ricordi ovunque si giri. Quattro stagioni in Veneto, in due tranche: la prima fu quella del mitologico scudetto 1984, nella seconda condivise lo spogliatoio con l’attuale tecnico rossonero. Al Milan invece – 1986-87 – nessun titolo, ma “fui uno dei primi cinque acquisti di Berlusconi”. Il tono è orgoglioso. LEGGI TUTTO

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    Juve, come costruire un ciclo vincente e smettere di provare vergogna

    Dalle scelte sul mercato al futuro di Allegri: per i bianconeri è tempo di rinnovarsiLa storia della Juve è fatta così: lunghi cicli di vittorie e lunghe pause. Fu così con quella di Sivori e Charles, che ottenne l’ultimo successo nel 1960-61 e quello seguente, a parte il rocambolesco scudetto all’ultima giornata del 1966-67, fu solo dieci anni dopo. Poi la più bella Juve della storia, quella di Scirea, concluse il ciclo di successi nel 1985-86 e si dovette attendere l’arrivo di Marcello Lippi per tornare a vincere. Dopo quel ciclo ci furono altri dieci anni molto difficili, fino alla presidenza di Andrea Agnelli e alla straordinaria cavalcata di nove titoli italiani. LEGGI TUTTO