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    Prima Zhang e poi i tifosi: tutti ad Appiano per caricare Inzaghi

    Prima della conferenza stampa Simone Inzaghi prende in mano un foglio bianco e una penna, poi comincia a scrivere fitto. Appunti, almeno un paio di concetti che vuole dire in tutti i modi. Uno, in maniera particolare, fuori dagli schemi: è la sottolineatura del lavoro fatto, come un consuntivo. “La mia storia dimostra che dove alleno io aumentano i ricavi, si dimezzano le perdite e arrivano i trofei”. LEGGI TUTTO

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    Sapessi com'è strano Mourinho a Milano

    Il portoghese sarà protagonista con la sua Roma in una partita che non sarà mai come tutte le altre. L’amore con la tifoseria dell’Inter può considerarsi eterno, ma non sono da meno i giallorossi, già pazzi per luiJosé Mourinho oggi a San Siro sarà al centro di una tempesta perfetta. “Emozionale”, direbbe lui. Tifoso di sè stesso e contro sè stesso. Una graticola da fachiri. Proverà a farsi invisibile, o forse no, si lascerà trafiggere e poi smontare, pezzo a pezzo, dall’amore di tutti. Sentirti a casa tua, quando la tua casa da due anni è un’altra. E che casa! Una reggia da sultano. LEGGI TUTTO

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    Cento anni fa nasceva Liedholm, il Barone maestro della zona

    Oltre gli schemi, oltre le polemiche: Nils è stato un fuoriclasse in campo, in panchina e fuoriBisognerebbe raccontarlo ai giovani. E allora proviamoci così. Non era come José Mourinho, con la sua debordante personalità, lo sguardo in continua allerta e la meritata fama di Special One. Non era come Pep Guardiola, con la sua dottrina complessa, superiore nel provare a dominare l’avversario, fino ad essere arrogante. Non era come Jurgen Klopp, con la sua ossessione del calcio verticale, un finto Normal One con l’ossessione di semplificare il calcio. LEGGI TUTTO

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    Dalla Bona tra Chelsea e Milan: “Quei miei Blues, colorati d'azzurro…”

    Nel 1998 il centrocampista “scappò” dall’Atalanta per raggiungere Vialli e la colonia italiana al Chelsea: “In Inghilterra altra mentalità e zero pressioni”. Poi il milan: “Ecco cosa fece Maldini prima della finale di Champions 2003…” C’è stato un momento, a cavallo tra la fine degli Anni 90 e l’inizio del nuovo secolo, in cui il Chelsea era una colonia azzurra più che blues. Andavano a Londra calciatori già affermati e giovani che, attirati dalle sterline e dalla prospettiva di bruciare i tempi, approfittavano di un vuoto legislativo per lasciare (gratis) l’Italia. Tra questi c’era il centrocampista veneto Samuele Dalla Bona, che nel 1998 era il fiore all’occhiello della Primavera dell’Atalanta, ma “scappò” comunque, facendo infuriare il presidente Ivan Ruggeri. Ai tempi la Serie A non era in fase decadente e al Chelsea non c’era Abramovich. LEGGI TUTTO

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    Zola: “Vi racconto Giroud, grande uomo da gol pesanti. E che partita con il Chelsea”

    È quello dei gol decisivi. È un leader al servizio dei compagni. “È prima di tutto un professionista eccellente, intelligente e sempre corretto. Non si lamenta mai, anche quando seduto in panchina avrebbe motivo di farlo”: Gianfranco Zola, che lo ha allenato al Chelsea, descrive a Sportweek il francese del Milan, che mercoledì in Champions torna a londra per affrontare la sua ex squadraÈ l’uomo dei gol pesanti, perché solo chi non incide quando serve i gol li conta e non li pesa. La doppietta nel derby scudetto della scorsa stagione, quello “sporco” segnato a Napoli con una zampata sottoporta deviando un tiro sbagliato di Calabria, i primi due dei tre al Sassuolo che a maggio hanno consegnato al Milan il titolo di Campione d’Italia. Prima ancora, quando vestiva la maglia del Chelsea, e lo ha fatto fino allo scorso anno solare, un gol nella finale di Europa League del 2019 contro l’Arsenal, quattro al Siviglia in Champions l’anno seguente (primo calciatore dei Blues a segnarne tanti in una volta sola in Europa). LEGGI TUTTO

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    Inter-Roma è anche Zhang-Friedkin: una sfida da 1,1 miliardi

    Le due famiglie non hanno badato a spese per assecondare i loro progetti calcistici, ma nell’ultimo biennio il discorso vale solo per la proprietà americana Cina contro Stati Uniti, condizionatori contro automobili, Zhang contro Friedkin. La super sfida di sabato al Meazza tra Inter e Roma è anche il confronto tra due famiglie-aziende che stanno attraversando fasi differenti, nel solco di un più ampio fenomeno riguardante l’industria calcistica: l’assalto degli investitori americani e la contestuale ritirata dei capitani del Dragone. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Como ko: il Cosenza si impone 3-1 al Marulla

    COSENZA – Allo Stadio “San Vito-Gigi Marulla” il Cosenza di Davide Dionigi manda ko 3-1 il Como di Moreno Longo, all’esordio sulla panchina dei lariani. Nel primo tempo D’Urso e Rigione portano avanti i calabresi, accorcia Vignali per gli ospiti. Nella seconda frazione di gioco chiude i conti Meroni. I rossoblù allungano in classifica a quota 11 punti dopo 7 giornate mentre Fabregas e compagni, ancora a secco di successi, rimangono penultimi con soli 3 punti.
    Cosenza-Como: tabellino e statistiche
    Il Cosenza chiude il primo tempo sul 2-1
    Parte subito forte e deciso il Como di Moreno Longo. Al 2′ i lariani si rendono pericolosi: suggerimento di Fabregas per Faragò, tiro dal limite del numero 8 deviato in corner da Matosevic. Al 9′ corner per il Como battuto da Fabregas, Mancuso non riesce ad imprimere la giusta forza al pallone che termina sul fondo. All’11’ il Cosenza è costretto ad effettuare il primo cambio della partita: fuori l’infortunato Rispoli, dentro Martino. Nel primo quarto d’ora il Como si fa preferire per intensità di gioco e pressing anche se manca la dovuta precisione negli ultimi 20 metri. Al 17′ la pressione di Brignola costringe Ghidotti a calciare a lato per non rischiare. Il Cosenza al 31′ passa in vantaggio: rapida combinazione dei calabresi sulla fascia destra, il cross in mezzo di Martino viene deviato di testa da Vignali: il pallone in area viene intercettati da D’Urso che al volo di destro batte in diagonale Ghidotti. Al 34′ immediata la reazione del Como: in area avversaria Cutrone col mancino di controbalzo manda alto sopra la traversa. Al 37′ i padroni di casa raddoppiano: punizione di Merola, respinta con i pugni non perfetta di Ghidotti sfruttata al massimo da Rigione che col destro fa 2-0. Il Como non demorde e si fa sotto accorciando le distanze al 41′: splendida azione personale di Vignali che, dopo una cavalcata di 50 metri, trova la rete battendo un Matosevic non irresistibile. Al 45′ Mancuso trova la sponda per Blanco ma Venturi respinge. 
    Classifica Serie B
    Festa Cosenza al Marulla: brutta sconfitta per il Como di Longo
    Nella ripresa il Como entra subito in campo con convinzione e al 5′ va vicino al pareggio: filtrante di Fabregas per Mancuso con il numero 77 che però non calcia benissimo e si fa respingere il tiro da Matosevic. Al 7′ ci prova Blanco ma il suo tiro, dopo una notevole progressione, è debole e si spegne sul fondo. A 14′ Nasti trova il gol del 3-1 ma l’attaccante era in evidente posizione di fuorigioco. Al 16′ bello spunto di Blanco che viene abattuto da Rigione: Pezzuto non giudica l’intervento falloso e lascia proseguire. Al 20′ il neo entrato Cerri si rende subito pericoloso ma il suo colpo di testa finisce alto sopra la traversa di Matosevic. Dopo la girandola dei cambi, il Como va ad un passo dal pareggio con Chajia che, un minuto dopo il suo ingresso in campo al posto di Faragò, al 26′ si accentra da sinistra e cerca l’angolo più lontano: palla fuori. Al 32′ rasoterra di Cerri per Cutrone che manca l’appuntamento con il pallone. Al 37′ i lariani rimangono in dieci: secondo giallo ed espulsione per Binks dopo un’entrata in ritardo su Vallocchia. Al 40′ il Cosenza cala il tris: corner battuto da Vallocchia e colpo di testa vincente di Meroni tutto solo in area di rigore. Al 50′, in pieno recupero, rocambolesca azione del Como che riesce a colpire in dieci secondi un legno ed un incrocio dei pali. Il Cosenza si salva ed esulta davanti ai propri sostenitori.

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