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    Virzì: “Livorno, che passione! Che magia entrare ad Anfield. E sogno un film con Chiellini”

    Il regista di “Siccità” e il tifo per la squadra della sua città: “Siamo in D, è uno struggimento. Questo calcio mi appassiona. Oggi i giocatori sono completi, perfetti. Negli Anni 70 erano più stortignaccoli, buffi”Paolo Virzì ha uno strano rapporto con il calcio. Ammette candidamente di non seguire altri sport (“Solo il pallone”), ma tifando Livorno (“Sono stato abbonato per anni quando stava in C”), ormai in Serie D, si ritrova privo di un vero punto di riferimento ma con la stessa passione di sempre. LEGGI TUTTO

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    Ranocchia: “Luce spenta ormai da mesi. Lascio soddisfatto e orgoglioso”

    Il difensore che ha rinunciato a 2 milioni dal Monza e chiuso col calcio giocato: “Problemi personali dietro all’addio. Da capro espiatorio a campione con l’Inter, il top. Spalletti decisivo”Traslucido, con la testa un po’ tra le nuvole. Soddisfatto ma bisognoso di staccare prima di iniziare una nuova vita. Dal suo feudo di Assisi, la mosca bianca (trovarne un altro che lascia sul tavolo 2 milioni) Andrea Ranocchia accetta di raccontarci cosa lo ha portato a risolvere il contratto col Monza e a lasciare il calcio giocato. LEGGI TUTTO

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    Clotet: l'altro Pep incanta Brescia

    TORINO – Nel Brescia in testa alla B assieme alla Reggina, grandi meriti vanno dati al tecnico spagnolo Clotet che di nome fa Pep, come Guardiola. Ma col celebre allenatore del City ha giusto il nome e la nazionalità da spartire, calcisticamente sono di fatto agli opposti. Clotet non fa del possesso palla il credo del suo calcio. Non gli interessa dominare le partite, ma sa come vincerle, con un calcio ficcante e verticale, italianista per certi versi, visto che non disdegna la giocata di rimessa anzi, per certi versi Clotet è più vicino alla tradizione del calcio tricolore di tanti allenatori italiani delle ultime generazioni che hanno “rinnegato” il binomio difesa e contropiede, ben presenti invece nel calcio dello spagnolo. Che guida la B con una squadra che ha raccolto 5 vittorie in 6 uscite, sempre convincente, a parte nel tonfo di Frosinone (3-0). Il 1° posto è ancor più apprezzabile per due motivi: la squadra non è molto diversa da quella che nella passata stagione chiuse al 5° posto e ai playoff si fermò in semifinale; sul rendimento del suo gruppo non stanno pesando le disavventure giudiziarie di Cellino. Non solo, con una rosa all’osso e priva di alcuni elementi infortunati (a iniziare da Cistana in difesa), Clotet sta davvero ottenendo il massimo. Anche grazie alla valorizzazione dell’attaccante francese Ayé, che a Brescia sembra funzionare solo quando c’è Clotet in panchina. Infatti le cose migliori le aveva fatte due stagioni fa, quando Cellino affidò la panchina al tecnico spagnolo nell’ultima parte della stagione e portò il Brescia dalla zona playout ai playoff, con Ayé che segnava a ripetizione. Poi Cellino ruppe con Clotet e nella passata stagione, con Pippo Inzaghi e Corini, Ayé ha vissuto una stagione anonima, anche per problemi fisici, tuttavia nella scorsa annata non godeva della fiducia che ha in questo campionato. Ora è tornato al centro del progetto, 2 gol in campionato e 1 in Coppa Italia. E se non la risolve lui, ci pensa Bianchi, il “giovane Altafini” del Brescia a decidere da subentrato le partite nei finali di gara, già 3 centri, tutti pesantissimi. Ma sempre in avanti, vanno citati altri due nomi molto importanti: Moreo, una delle punte più duttili della B, dotato di una capacità di sacrificio unica; il giovane Galazzi, giunto dal Venezia in parziale contropartita per Joronen e, se continua così, a fine stagione varrà più del portiere finlandese. Insomma, questo Brescia c’è tutto. Ma per capire a cosa potrà ambire, meglio aspettare sabato, quando sarà di scena al San Nicola contro il Bari di Mignani, a -3 dai lombardi ma ancora imbattuto e che cerca la prima vittoria interna. Se Clotet passa anche questo esame, sarà difficile parlare ancora di obiettivo salvezza, bisognerà gettare la maschera. Lo ha capito anche la tifoseria: nella vittoria dell’ultimo turno, per l’1-0 sul Benevento, erano in 8mila al Rigamonti, il doppio delle presenze medie della passata stagione.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Varane sul caso Pogba: “Siamo preoccupati”

    Le parole di Varane in conferenza stampa:”Non siamo insensibili a ciò che sta accadendo intorno a noi. Ci sentiamo anche preoccupati in un certo modo. Cerchiamo di restare concentrati sul campo. Come giocatore, è quello che deve avere la precedenza, ma noi non siamo insensibili a ciò che sta accadendo intorno a noi. Dall’interno, però, viviamo molto bene. Siamo concentrati sul nostro obiettivo e vogliamo essere professionali”.                                                                                 LEGGI TUTTO

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    La verità di Lukaku: Inter, mai più Chelsea. Resto qui

    Il belga punta a giocare dal via con la Roma e vuole il nerazzurro anche il prossimo anno. Intanto carica i tifosi pure al supermarket… Vanno bene gli incontri in seduta plenaria, gli scambi vivaci di opinioni tra allenatore e dirigenti, la necessità di scelte nette per restare a galla, ma l’Inter tutta sa che esiste un’unica medicina per guarire da questo strano malessere. Da Simone Inzaghi alla coppia Marotta-Ausilio tutti sono consapevoli che sia Romelu Lukaku l’uomo del destino. Il belga, dopo un mese di infortunio per colpa di un flessore ballerino, con la Roma tornerà nel suo amato mondo, nel San Siro nerazzurro. LEGGI TUTTO

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    Zanetti: “Inzaghi nel mirino? No, il problema è di tutti. Inter, ora servono i fatti”

    Il vicepresidente scuote i nerazzurri:“È nei momenti decisivi che una squadra diventa forte. La squadra del Triplete vinse la Champions proprio perché rischiò di uscire ai gironi. La nostra partita chiave? Col Barça in casa” Dal nostro inviato Davide Stoppini24 settembre
    – TRENTOPalazzo Roccabruna, Trento. Vai a capire chi è più emozionato. Se il bambino che rincorre Javier Zanetti fin sulle scale e poi lo abbraccia fino a stritolarlo. Oppure lo stesso Pupi, che ha ancora negli occhi (umidi) le lacrime di Roger Federer della notte prima: “Mi sono un po’ rivisto in lui, anch’io piansi nel giorno del mio addio al calcio. Ma è un pianto di gioia: lì dentro c’è tutta la soddisfazione per il percorso fatto, ancor più che per i trofei”. LEGGI TUTTO

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    Gullit: “Bravo Pioli, è un Milan all’attacco. Ma per lo scudetto ho un’altra favorita…”

    L’ex Pallone d’oro si racconta: “In Champions serve esperienza, e quella arriva solo giocando. Leao fuoriclasse istintivo, De Ketelaere non ha paura, deve adattarsi”dal nostro inviato G.B. Olivero24 settembre
    – TrentoTrascinante come quando giocava. Ruud Gullit ha 60 anni, ma l’entusiasmo è ancora quello del ragazzo che conquistava l’Europa a forza di gol e di scatti. Sul palco del Festival dello Sport, insieme ad Arrigo Sacchi, ha ricordato l’epopea del grande Milan. Poi ha anche allungato lo sguardo sul momento attuale dei rossoneri. LEGGI TUTTO

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    Milan, ti serve il Tomori dello scudetto: le differenze con quello di adesso

    Il centrale inglese è una delle colonne rossonere, ma finora in Serie A ha una media-voto insufficiente e sul gol di Simeone è apparso in ritardo La colpa è sua: ha abituato tutti troppo bene. Da quando è arrivato in Italia, Fikayo Tomori non ha mai dato l’impressione di soffrire l’impatto con un calcio molto diverso da quello inglese, né ha avuto bisogno di tempo per offrire prestazioni al livello richiesto dal Milan. Se in un anno e mezzo i suoi errori difensivi si contano sulle dita di una mano, però, in questo avvio della stagione 2022-23 “Fik” è stato protagonista di qualche amnesia inattesa. LEGGI TUTTO