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    E di molti tifosi che domenica lo accoglieranno come si deve. In fondo, a prescindere da un’ultima annata in chiaroscuro, chiusa comunque col secondo posto in campionato – altroché l’ottavo dell’accoppiata Fonseca-Conceição -, Pioli ha vissuto cinque annate più che positive al Milan, riportando il Diavolo non solo in cima alla classifica di Serie A, ma pure in Champions dopo sette stagioni di assenza. In rossonero l’allenatore di Parma ha raccolto 240 panchine, sesto di tutti i tempi dietro i miti Rocco, Ancelotti, Viani, Capello e Liedholm. Allegri per agguantarlo e superarlo avrà bisogno dell’annata ’26-27, visto che attualmente si trova al nono posto con 186 presenze. A proposito, Pioli proprio a San Siro taglierà il traguardo delle 500 gare da allenatore in Serie A. 

    Quando Pioli lanciò Leao 

    Un grosso grazie glielo deve il club, non solo per aver saputo rialzare la squadra nella stagione ’19-20, quando subentrò a Giampaolo – ma allora fu scelto da Maldini e Boban -, e per aver gestito alla grande il periodo del Covid, quando costruì lo spirito di gruppo che accompagnò poi la squadra nelle annate successive. Se il Milan è tornato a essere il Milan, grandi meriti sono suoi. Scaroni, Furlani, Moncada: sono ancora tutti al Milan e un grazie a Pioli lo devono. Anche Ibrahimovic, volendo, ma conoscendo lo svedese sarà lui a chiedere a Pioli di ringraziarlo. Tanti grazie però Pioli li riceverà anche dai “suoi” ragazzi. Ne sono rimasti otto. Uno, su tutti: Rafa Leao, che con l’attuale allenatore della Fiorentina è diventato proprio… Rafa Leao.

    Da giovane prima punta di grande potenzialità, il portoghese è evoluto in un attaccante completo, un ala che quando vuole sa essere devastante. Un rapporto da padre a figlio, forte sul campo – con strigliate quotidiane da parte di Pioli negli allenamenti per pretendere dal ragazzo attenzione e giusto atteggiamento -, ma anche fuori, con Leao che si è speso confidato chiedendo consigli in periodi complicati, come in occasione del rinnovo di contratto del 2023 o quando aveva scoperto che sarebbe diventato papà.

    Pioli e il rapporto con Maignan

    Con Pioli ha avuto un rapporto franco anche Maignan, che nell’annata ’21-22, la prima a Milano, ebbe il suo rendimento più alto in carriera, contribuendo alla vittoria dello scudetto. Prestazioni che permisero a “Magic Mike” di raccogliere nel 2023 l’eredità di Lloris come numero uno titolare della Francia. Pioli e Maignan hanno avuto tante discussioni nello spogliatoio, anche per la gestione degli allenamenti del portiere, ma si sono sempre rispettati.

    E un grazie a Pioli lo devono anche Tomori, Loftus-Cheek e Pulisic, che in rossonero hanno trovato una nuova vita calcistica dopo essere stati accantonati al Chelsea. Saelemaekers con lui è cresciuto, trovando un’identità tattica più precisa – da terzino all’Anderlecht, a esterno tutto fare -; mentre Gabbia, dopo anni di apprendistato, al rientro dal prestito al Villarreal nel gennaio 2024 è diventato un titolare del Milan, conquistando anche la Nazionale. E infine Bartesaghi il 23 settembre 2023 ha esordito in prima squadra contro il Verona. LEGGI TUTTO

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