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Pro Recco, quanti rimpianti. Trionfo Ferencvaros

Possono bastare quattordici vittorie consecutive nel girone? No. Possono bastare il record di gol segnati e una difesa di ferro? No. Può bastare avere in panchina l’allenatore più vincente nella storia di questo sport e, in acqua, un “all stars” di giocatori? No. Non bastano se poi, nella partita decisiva, la testa e i muscoli non funzionano e vallo a capire il perché. La sconfitta in semifinale con l’Olympiacos é stata, per la Pro Recco, una botta fortissima perché tutti erano sicuri che la squadra campione d’Italia questa volta potesse farcela. Che potesse finalmente tornare a sollevare la coppa dei Campioni, a quattro anni di distanza dall’ultima volta. “Più forte di un anno fa, più completa”, si era detto. E, invece, un altro boccone amarissimo da ingoiare. Dodici mesi dopo, stesso avversario, stesso finale. Però le domande restano. Resta da capire come mai un portiere come Bijac, fenomenale per tutta la stagione, e tutta la fase difensiva abbiano smesso di funzionare proprio nella partita decisiva (ma già i dieci gol incassati nei quarti di finale dal modesto Hannover dovevano essere un segnale di allarme). Così come andrebbe capito cosa scatta nella testa di un fuoriclasse come Filipovic, eletto pochi mesi ancora miglior giocatore del mondo, che contro l’Olympiacos non si é praticamente mai visto. Un po’ come Messi nella semifinale di ritorno contro il Liverpool: ti aspetti da loro il colpo vincente, ti aggrappi a loro nel momento delicato ma loro, quel giorno, semplicemente ma dolorosamente non ci sono. Eppure la partita contro i greci, la Pro Recco, l’aveva clamorosamente ripresa ed ecco perché il gol a 38” dalla fine di Genidounias ha fatto ancora più male: un gol bellissimo e assurdo, quasi fosse un riassunto della stagione dei biancocelesti. La coppa l’ha alzata il Ferencvaros, la sua prima (settima vincitrice diversa negli ultimi sette anni), dopo la bellissima finale contro i greci del Pireo. La Pro Recco chiude terza e chissà quanti pensieri per Ratko e per i suoi ragazzi che la squadra di Budapest l’avevano battuta nettamente sia a Sori che in casa loro. Due di quelle quattordici vittorie consecutive nel girone che, alla fine, non sono bastate.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio-estero_bundesliga.xml


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