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Barcellona-Inter, le chiavi tattiche della sfida

Nonostante entrambe le squadre si trovino a 1 punto in classifica, da questa partita ha più da perdere il Barcellona che l’Inter. Bisogna infatti considerare il contesto generale: la dinamica positiva nel gioco e nei risultati della squadra di Conte, quella negativa della squadra di Valverde, ora al quarto posto in Liga.

Conte in conferenza stampa ha detto subito che Lukaku non sarà della partita per infortunio, ma non ha specificato la coppia d’attacco. È verosimile immaginare Alexis Sánchez e Lautaro Martínez insieme. Il cileno è anche squalificato per il prossimo turno di Serie A. Per il resto dovremmo vedere l’undici titolare, con Godín in difesa e quindi il ballottaggio tra D’Ambrosio e Candreva per la fascia destra e il ballottaggio tra Barella e Gagliardini per il ruolo di mezzala destra.

Per Valverde la prima sconfitta in casa significherebbe aprire ufficialmente una crisi che le due vittorie consecutive in Liga sembrano al momento aver lasciato alle spalle. Per questo sono stati convocati sia Messi che Dembélé pur non al 100% della forma. L’argentino dovrebbe giocare dall’inizio in una partita il cui risultato ha assunto importanza dopo il brutto inizio di stagione. 

Messi ha potuto giocare solo in tre partite finora e mai per 90’. Come potete immaginare, l’assenza si è fatta particolarmente sentire in una squadra che ha già perso due partite. L’inizio negativo nei risultati della squadra di Valverde è strettamente legato all’avvio singhiozzante del gioco della squadra. La scelta se rischiare Messi o no evidentemente non avrà fatto dormire il tecnico, anche perché con l’assenza anche di Dembélé, il suo sostituto è stato l’attaccante esterno promosso dalla seconda squadra Carles Perez. Inutile approfondire cosa comporta la differenza tra la presenza dei due giocatori. Più interessante invece approfondire la sfida a centrocampo, perché potrebbe essere decisiva dal punto di vista tattico.

Come sta il Barça 

Il Barcellona senza Messi, con Griezmann ancora in fase di adattamento tattico, un Luis Suárez non al massimo della forma fisica e Jordi Alba fuori dai giochi, fatica a disordinare gli avversari col pallone. Ci sono volute diverse settimane a Valverde per scegliere a tutti gli effetti il centrocampo titolare: Arthur Melo e Frenkie de Jong come mezzali davanti a Busquets. 

Forse per l’arrivo in ritardo per via della Copa America di Arthur Melo – o anche per i dubbi iniziali sulla miglior posizione in campo per de Jong – Valverde aveva optato inizialmente per un mix tra mezzala tecnica e mezzala di movimento. Per questo l’elettrico esterno d’attacco Ansu Fati è stato tanto utilizzato da Valverde e per questo il tecnico ha abbandonato l’idea del mix più equilibrato a centrocampo e abbracciato quella di consegnare la squadra al giovane e creativo duo di mezzali. 

Se non si attivano le mezzali o Griezmann non è vicino al pallone, la squadra ha problemi di creatività, di capacità di saltare l’uomo e dare il cambio di passo alla manovra.

Quando però Arthur Melo e De Jong riescono a gestire il pallone al loro ritmo, con il primo che si muove a fisarmonica e il secondo che sceglie i punti in cui intervenire e dare il cambio di ritmo, saltando l’uomo o facendo un filtrante la squadra, ha più senso in campo e lo stesso Griezmann può brillare. 

Se l’avversario riesce a imporre il proprio ritmo a centrocampo, tutto il sistema del Barcellona crolla, d’altronde  la squadra non è mai stata brava a difendere posizionalmente.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml


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