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Supereroe Lucas, non titolare che ha steso l'Ajax

Alla fine esce dalla Johan Cruijff Arena con il pallone sotto al braccio, trofeo che spetta solo a chi realizza una tripletta, in lacrime. Piangono tutti in campo, i bellissimi dell’Ajax per l’atroce beffa che li ha appena condannati, gli increduli giocatori del Tottenham per la finale di Champions raggiunta al minuto 95 al termine di una rimonta folle e di una partita che, all’intervallo, li vedeva eliminati e lontanissimi (anche per quanto mostrato fino a quel momento) dal poter riprendere il risultato.

Poi però, insieme a un maestoso Llorente inserito nella ripresa, sbuca dal tunnel anche il nostro eroe, quel brasiliano forse mai troppo celebrato ma capace sempre di rubare l’occhio con un’accelerazione, un dribbling, una sterzata fulminante. Ecco Lucas Moura, l’uomo del destino di Ajax-Tottenham 2-3, quello che ne ha fatti 3 in un tempo alla squadra più bella di questa edizione della Champions e che ora se ne esce dal campo piangendo con il suo pallone sotto al braccio.

Ventisei anni, nato a San Paolo il 13 agosto 1992, Rodrigues Moura da Silva, detto Lucas ruba all’Ajax la copertina e si è preso i titoli, lui che in passato era finito al centro soprattutto di vicende di mercato. Molto vicino all’Inter nel 2012 (ma accostato anche a Roma e Milan), Leonardo lo soffiò ai nerazzurri portandolo al Psg a suon di milioni (45, cifra che nessun club italiano avrebbe mai potuto mettere sul piatto), sperando di farne una stella dello squadrone che andava costruendo. Sulla categoria superiore pochi dubbi, eppure non riesce a rientrare mai nell’elenco dei grandissimi che puntualmente si riaggiorna. A gennaio 2018 passa al Tottenham, e anche lì finisce per diventare una delle tante ottime scelte a disposizione di Pochettino, ma mai una certezza.

Adesso invece l’eroe è lui, che nel Tottenham di Kane non è nemmeno titolare: l’attaccante inglese è fuori per infortunio, altrimenti l’undici-tipo prevederebbe un trio di trequartisti alle sue spalle composto da Son-Alli-Eriksen. Alla vigilia della semifinale con l’Ajax il ballottaggio vinto con Llorente (i fatti diranno che la soluzione vincente era schierarli entrambi, insieme) e adesso eccolo nel ristretto club dei campioni capaci di fare tripletta in una semifinale di Champions, con Del Piero, Lewandowski, Olic e Cristiano Ronaldo, lui che in carriera, di triplette, ne aveva segnate appena due prima di questa serata (nel 2012, con il San Paolo, allo Sport Recife, e lo scorso 13 aprile all’Huddersfield).

L’innesto di Llorente nella ripresa cambia tutto perché il Tottenham inizia a giocare in tutt’altra maniera, cercando la sua torre con i lanci lunghi e lanciandosi poi negli spazi con le frecce che gli girano attorno. E il piano di Pochettino, in parte forse frutto della disperazione, funziona. Gli Spurs macinano gioco e al 55′ Lucas fa a a fette la difesa olandese per la prima volta, riaprendo la gara. Quattro minuti dopo la pareggia, con un’azione caparbia dopo essere entrato in possesso del pallone e averlo difeso divincolandosi nello stretto in un modo che richiede una tecnica fuori dal comune. Ancora non basta, il 2-2 premia l’Ajax, ma al 95° ecco l’ultima stoccata: Llorente fa il suo mestiere e appoggia per Alli, verticalizzazione per Lucas e il brasiliano ci si lancia. Nello spazio e nella storia.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml


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