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Vierchowod: “Nel Milan pochi giocatori forti. Il Cagliari corre il doppio…”

ESCLUSIVA MILAN – Il momento attuale, delicatissimo, del Milan e non solo. Lo “Zar” Pietro Vierchowod, ex difensore di molte compagini in Serie A, e di quella rossonera nella stagione 1996-1997, in esclusiva per ‘‘ ha focalizzato la sua analisi sulla squadra, sulla società e anche su alcuni giocatori dando la sua interpretazione su molteplici aspetti. Queste le dichiarazioni di Vierchowod ai nostri microfoni:

Sulla crisi di risultati: “Non ci vuole un genio per capire che di giocatori veramente bravi nel Milan ce ne sono pochi. La differenza, in tutte le squadre, la fanno proprio quelli bravi. Domenica i rossoneri hanno fatto una buona partita ma le difficoltà in zona gol sono palesi, è una squadra che segna pochissimo e non ha grande personalità. Questo lo dico dall’inizio dell’anno. Il problema non è affrontare la Juventus, il problema sarà affrontare le cosiddette medio-piccole, partite dove si pensa di essere superiori. Succede perché, ripeto, mancano giocatori di personalità che devono rendersi conto che il Milan deve lottare su tutto, perché è il Milan. Ai miei tempi, terminata la partita, si pensava già a quella successiva. Oggi non è più così, spesso i giocatori arrivano al venerdì impreparati sull’avversario e sulle caratteristiche”.

Sulla rosa attuale: “E’ una rosa che merita questa classifica. Puoi essere tecnicamente inferiore ma devi avere determinazione e volontà. Il Cagliari non ha una rosa migliore di quella del Milan ma corre il doppio. Se non hai qualità devi correre, se corri meno è facile che ti trovi in questa situazione. Una grande squadra come il Milan ha bisogno di personalità e qualità”.

Sulla precedente gestione di Gennaro Gattuso: “Lo scorso anno la squadra aveva qualità temperamentali. Sarei andato avanti con Gattuso ma è stata una scelta della società perché voleva il bel gioco. Il gioco viene di conseguenza, prima vengono i risultati”.

Sull’avvicendamento tra Marco Giampaolo e Stefano Pioli: “Giampaolo forse non lo avrei neanche preso. Anche se aveva fatto bene alla Sampdoria va detto che, nonostante avesse il capocannoniere del torneo (Fabio Quagliarella n.d.r.) e uno dei migliori attacchi, è arrivato comunque nono. Vuol dire che qualcosa non aveva funzionato. Ci avrei pensato due volte perché insegnare calcio non vuol dire nulla. Alle squadre quando arrivano i risultati puoi chiedere tutto, quando non arrivano è difficile insegnarlo”.

Sulla società rossonera: “La progettualità è ottima, la società sta cercando di fare il massimo. Va detto che quando si vanno a scegliere i giocatori non vanno scelti solo in base alla bravura tecnica. Bisogna capire la psicologia e cosa ti può dare in campo. Serve personalità, perché al Milan bisogna dare qualcosa in più”.

Sul nuovo stadio: “Tutte le grandi squadre hanno uno stadio proprio e questo può portare dei benefici anche se comunque a me ‘San Siro‘ piace”.

Sulla difesa del Milan: “I difensori devono imparare a marcare. Giocare a zona non vuol dire non marcare, vuol dire che nel settore di competenza devi essere vicino a chi attacca. Se scappi indietro farà sempre gol. A questi ragazzi va insegnato e probabilmente non c’è più nessuno che lo insegna”.

Su Alessio Romagnoli: “L’errore su Paulo Dybala è lampante in occasione del gol della Juventus. Conoscendo le caratteristiche del giocatore, bravo nel dribbling e con piedi eccezionali, non puoi lasciargli tre metri …”.

Su Mattia Caldara: “Con l’Atalanta mi era piaciuto poi è andato alla Juventus che stranamente l’ha tenuto due mesi. Al Milan non si è praticamente mai visto. Credo sia un buon giocatore ma fatemelo vedere”.

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Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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