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Con il Milan via al ciclo decisivo per la Juve e per Sarri

TORINO – Nove partite, poco più di un mese per decidere il futuro: non quello immediato, ma quello che verrà. Perché, come evidenziato a pagina 2, la Juventus non è società abituata a disfarsi in corsa degli allenatori. Unica eccezione recente, Ciro Ferrara mandato a casa nel gennaio 2010. Per il resto sono sempre rimasti in sella dalla prima all’ultima giornata della stagione, compreso Gigi Maifredi che chiuse l’annata 1990-91 con uno dei fallimenti più clamorosi che la storia bianconera ricordi. Per questo appare eccessivo e frettoloso mettere oggi in discussione Maurizio Sarri e farlo con una squadra in testa alla classifica, approdata agli ottavi di Champions League e in semifinale di Coppa Italia. Certo, il trapianto di gioco e il cambiamento di mentalità (dal risultatismo di Massimiliano Allegri al giochismo sarriano) non si sono ancora visti. Ma, in linea con un’altra tradizione juventina, alla fine ciò che conta è la vittoria. E su questo si misurerà il lavoro del tecnico, non per la stagione in corso ma per quelle che verranno, in virtù di un contratto che avrà scadenza nel 2022.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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