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La pochette nel pallone

Nulla. Ieri sera, nel consueto sermone a reti unificate, ha riservato 45 secondi di nulla alla ripartenza della Serie A, motore di una fra le più importanti aziende del Paese che registra 4,8 miliardi di euro di fatturato annuo; costituisce l‘1 per cento del prodotto interno lordo; paga ogni anno tasse per 1,250 miliardi di euro, cioè il 70 per cento del gettito fiscale assicurato dall’intero sport italiano; conta oltre 4 milioni di praticanti e, grazie all’indotto, dà lavoro a 300 mila persone.

Quarantacinque secondi per non rispondere alla sola domanda sul calcio che dalla platea è stata rivolta al presidente del Consiglio: quarantacinque secondi vomitevoli, per usare il sacrosanto lessico del ct campione del mondo, il quale, essendo un autentico uomo di sport, ha l’abitudine di parlare chiaro e di andare dritto al sodo, dicendo le cose come stanno. A noi non interessano né il colore politico né le dietrologiche ragioni di Palazzo che, ci dicono, impediscono all’Esecutivo di dare il via libera alla ripresa del campionato poiché, se la Serie A ripartisse, darebbe un vistoso segnale di fine dell’emergenza sulla quale si reggono gli attuali, fragili equilibri governativi. A noi interessa sapere quando finirà questa esasperante manfrina; chi prenderà finalmente una decisione fra il capo del governo, il suo ministro dello Sport, il battaglione di esperti così esperti che, se imitassero i tedeschi, forse avrebbero già risolto il problema.

Già, i tedeschi. La Bundesliga è ripartita per 4 miliardi di buone ragioni: a porte chiuse, con tutte le precauzioni, rispettando il protocollo medico, dimostrando al mondo che cosa significano la serietà e l’organizzazione. Noi, invece, dobbiamo ancora aspettare le modifiche alle modifiche delle modifiche, implacabilmente formulate in un burocratese che fa a pugni con l’essenza stessa dello sport. Dobbiamo aspettare che dal nulla scaturisca un pallone capace di rotolare sul terreno del gioco, non della demagogia, della strumentalizzazione, dell’indecisione elevata al cubo.

Ieri mattina l’abbiamo scritto in prima pagina: se la Serie A non riparte qui salta tutto, con danni catastrofici per l’Azienda Calcio, dal massimo torneo ai dilettanti, dall’immagine del nostro movimento in Europa allo spettro di una crisi di sistema senza precedenti. Qui salta tutto: ribadiamo il concetto, per afferrare il quale 45 secondi sono più che sufficienti. E questo non è un reality.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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