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Toro, tra Juric e Cairo confronto a cena: è in gioco il futuro

TORINO – L’incontro di Natale. Subito la notizia: senza alcun contratto con gli italiani da far firmare a Juric. Ivan, sempre tutto d’un pezzo davanti a Cairo. Il faccia a faccia si è però dipanato all’insegna della cordialità. Nessun confronto antipatico. Ma ovviamente nemmeno un clima da caserma tra storielle sconce, pur se nel Torino le “barzellette” sono d’attualità di questi tempi, dopo lo sfogo di sabato di Ivan sul mercato di agosto che non fu una roba esattamente normale, “un lavoro serio”. Nessun contratto con gli italiani stendibile da Cairo, giacché Juric tira dritto, sempre: è il suo modo di fare. “Io sono fatto così“: lo diceva già 6 anni fa, questa sua frase era anche finita in un libro-intervista.

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Juric: “L’Atalanta è il modello”

Domenica, non appena schiantato il Bologna, quindi non 6 anni fa, diceva: «Sì, a volte vado un po’ oltre nelle parole e sbaglio. Ma soltanto perché vivo tutto a mille. La mia intenzione è solo il bene del Torino. Mi auguro che il presidente creda al fatto che io non penso a me stesso, ma alla società. Perché io sono il più grande aziendalista che ci sia. Basti vedere a Verona quello che abbiamo fatto in 2 anni, chi abbiamo preso e chi abbiamo venduto e a quanto, così da costruire una squadra importante senza investimenti. A me piace lavorare con giovani di qualità, di prospettiva. Per squadre come il Torino di oggi è l’unico modo giusto di fare le cose, con l’aggiunta di un bel vivaio. L’Atalanta è il modello, una crescita di squadra e di società anno dopo anno. Io non pretendo giocatori da 20 milioni. Io chiedo un concetto diverso, miglioramenti globali. Serve costruire per rendere questa società sempre più forte, perché ha tutto: la piazza e una proprietà solida». Ditecelo voi: ha torto o ha ragione?


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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