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Da raccattapalle a capitano: Buongiorno e l'anima del Torino

TORINO – Il breve momento di appannamento, coinciso con le sconfitte subite dal Torino contro il Sassuolo e a Napoli, è alle spalle. E Alessandro Buongiorno è tornato a essere uno dei punti fermi della difesa granata, dopo che Juric ha preferito concedergli un po’ di riposo lasciandolo in panchina con Empoli e Juventus. Per poi rilanciarlo contro il Cittadella in Coppa Italia e infine affidargli la maglia di titolare nelle due delicatissime partite che hanno rappresentato il rilancio della squadra di Juric, ovvero le vittorie sul campo dell’Udinese e contro il Milan campione d’Italia. Due prestazioni convincenti, che hanno riportato Buongiorno al centro(sinistra) del fortino difensivo, con Schuurs centrale e una volta Zima e l’altra Djidji a destra. Non è un giocatore qualsiasi Buongiorno, perché ha un background che un tempo era impresso nel dna di tanti granata: il percorso nel vivaio, le giornate passate al Filadelfia sperando di arrivare anche lui a indossare quella maglia. Ha raccontato quel periodo in una intervista rilasciata a Dazn: «Da piccolo andavo anche al Grande Torino per fare il raccattapalle. Ci arrivavo in meno di dieci minuti da casa. E sognavo di giocare in quello stadio un giorno. Fortunatamente ce l’ho fatta e sono felice».

L’esordio sfortunato

Buongiorno ha esordito in prima squadra quattro anni e mezzo fa: esattamente il 4 aprile 2018, nella gara vinta 4-1 dal Crotone. Un debutto poco fortunato, visto che entrò al 37’ del secondo tempo al posto di Moretti e fu costretto a uscire appena cinque minuti più tardi per un infortunio: una sublussazione al gomito destro. Le cronache di quei giorni sono unanimi nel sottolineare come a Buongiorno non sarebbe mancato il tempo per rifarsi: ma non era difficile essere buoni profeti, considerate le prestazioni che il difensore torinese aveva offerto nella Primavera. E infatti, dopo essere stato in prestito al Carpi e al Trapani, nell’estate del 2020 è tornato alla base e Giampaolo lo schierò titolare per la prima volta il 17 dicembre contro la Roma: per la cronaca, l’arbitro era Abisso – lo stesso di Torino-Milan di domenica sera – che espulse Singo dopo quattordici minuti per somma di ammonizioni, rendendo pressoché impossibile l’impresa dei granata, che infatti furono sconfitti 3-1. In Buongiorno ha subito creduto anche Juric,che lo ha schierato spesso e volentieri, ribadendo le proprie convinzioni in questa stagione, nella quale il difensore è stato anche scelto come capitano, la prima volta proprio nella partita con il Sassuolo, quando Rodriguez era assente perché febbricitante. «Con questa maglia ci sono cresciuto. Con questi colori ho provato delle emozioni uniche. Da torinese, da bambino che sognava di diventare calciatore, poter indossare questa fascia è motivo di grande orgoglio. Dire grazie non basta, serve ripagare sul campo, con sudore e impegno», commentò il giorno dopo sui social, evidenziando la propria soddisfazione ma anche il rammarico per come erano andate le cose e per il passo falso.  
In un calcio sempre più globalizzato, la torinesità di Buongiorno assume una connotazione speciale. Ma non è soltanto una questione di pallone, perché più volte ha dimostrato sensibilità e attenzione per i meno fortunati e anche nella chiacchierata con Dazn si percepisce quanto abbia metabolizzato la storia del Toro: «Siamo gli eredi della tragedia di Superga, sentiamo e viviamo ogni giorno la responsabilità di ciò». E quanto sia consapevole della delusione generale per la sconfitta nel derby e ancor più per il modo in cui è arrivata: «Il derby è difficile da spiegare e da raccontare. È una cosa che tutti noi, tifosi e giocatori, sentiamo dentro. Il Toro affila le corna e cerca di incornare la zebra. Personalmente, ricordo ancora lo scontro con Ronaldo nella sfida dell’aprile 2021. In un paio di occasioni riuscii ad anticiparlo e a rubargli la palla. È stata ed è una grande soddisfazione».

Verso Bologna

A Bologna domenica Juric potrebbe decidere di confermare in blocco la difesa che ha spento le velleità del Milan (un solo tiro in porta, quello del gol, per altro irregolare) e dunque Buongiorno sarebbe ancora il titolare in una partita molto importante per continuare la serie positiva e arrivare alla sosta per il Mondiale in Qatar agganciati al treno che porta in Europa. Se il tecnico lo preferisse di nuovo a Rodriguez, automaticamente arriverebbe la fascia di capitano. Per altri si tratterebbe di dettagli. Non per Buongiorno.
 

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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