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Adli, una luce che non si vedeva dai tempi di Pirlo

Da anni non si vedeva un regista capace di alternare in modo così elegante i tocchi da torello con i lanci di una cinquantina di metri di precisione millimetrica

Era dai tempi di Pirlo che nel Milan non si vedeva un regista capace di alternare in modo così elegante i tocchi da torello con i lanci di una cinquantina di metri, calibrati sull’unghia e utili per dribblare il pressing nemico. Parliamo di una dozzina di anni fa, e in effetti Yacine Adli si porta addosso, nel profilo del suo calcio, qualcosa di retrò. Ha la faccia da bravo ragazzo, il fisico asciutto e un po’ ingobbito da studente secchione, una disinvoltura che coniuga la raffinatezza con la praticità. Certo non è che i vari Van Bommel, Montolivo, Biglia e gli altri che in questi anni hanno occupato la cabina di regia – fino a Bennacer e Tonali – non sapessero giocare a calcio. Anzi. Quasi tutti avevano qualcosa in più di Adli, peso o fisicità, cattiveria o esperienza. Eppure nessuno aveva dato l’impressione – almeno a me – di una simile rotondità nei movimenti. C’è qualcosa di inevitabile nel disegno dei suoi colpi, seguono una visione, diventano fluidi come un rovescio di Roger Federer. 


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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