in

Berlusconi: “Io, il Milan e il rimpianto Maradona”

L’ex presidente rossonero, oggi al Monza, racconta: “Parlai con Diego ma non potevo portarlo a Milano, sarebbe stato come prendere il cuore di una città. Kvara più completo, ma Leao ha lo stile dei grandi”

Eleonora Berlusconi, il primo maggio 1988, volò nell’aria di St. Moritz. Il Milan quel pomeriggio si giocava lo scudetto ma papà Silvio decise di non andare a Napoli: troppa tensione. Alla vigilia volò a Milanello e parlò a lungo con i giocatori, uno alla volta, come in un confessionale. Poi raccomandò a tutti: “Ragazzi, concentrazione…”. Il giorno della partita si rifugiò con la famiglia sulle montagne svizzere e il Milan rischiò la doppia beffa. Lo staff del Jolly, albergo napoletano in cui Sacchi aveva portato la squadra a dormire, corse a sbloccare un ascensore per liberare Van Basten, rimasto clamorosamente intrappolato. Berlusconi invece dovette convincere la tv svizzera a spostare il segnale, per permettere a lui e ai milanisti oltre confine di vedere la partita. Qualche ora dopo, grande festa per tutti: Van Basten giocò un tempo e segnò, mentre Berlusconi al fischio finale esultò con la figlia, lanciata in aria e ripresa nel gesto classico di tanti papà.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


Tagcloud:

Juve-Verona, le pagelle: Gatti, muscoli al servizio del cervello (6,5). Duda predica nel deserto, 6

I numeri di Kvara e Leao possono incantarci come Sinner e Alcaraz