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Carrera: “Derby? Servirà una Juve… alla Conte!”

TORINO – Massimo Carrera ne ha vissuti una dozzina, in bianconero, tra il 1991 e il 1996. E spiega: «Il derby è una cosa indescrivibile. Non si tiene conto della classifi ca. E’ una partita a sé, strana sotto tutti i punti di vista: non conta niente quello che hai fatto prima. Dovevi cercare di stare tranquillo perché più pensavi che era importante, più rischiavi di patire le pressioni. Dipendeva da come ti svegliavi quella mattina, non c’entrava come la preparavi in settimana. Peraltro il Torino era una buona squadra, erano derby combattuti».

Quel 5-0 del dicembre 1995, però…

«Fu una gioia immensa per i tifosi. Da parte nostra sapevamo che non dovevamo fermarci. Non è questione di non avere rispetto per gli avversari. Anche vincendo 4 o 5 a zero, devi insistere».

Qual era il granata più “fastidioso” per lei?

«Penso Casagrande, quando c’era anche Scifo. E poi comunque tutta la vecchia guardia: Cravero, Benedetti, Annoni…».

Se dovesse indicare uno juventino “da derby”, ripensando alle sue stracittadine, chi sceglie?

«Penso Conte. Ma penso anche al sottoscritto! Eravamo tifosi della Juventus da sempre, oltre che giocatori, e per un tifoso il derby conta».

Un allenatore “da derby”, invece? Pescando tra i mostri sacri che ha avuto o con cui ha lavorato: Trapattoni, Lippi, Conte…

«In maniera diversa, tutti e tre. Anche se per quel che mi riguarda ho vissuto di più Conte perché ero nello staff e so come la preparava. Penso che Antonio, per come l’ho vissuto io, era quello che pretendeva di più. Ovviamente lui era solito preparare tutte le partite nei minimi dettagli, ma nel derby giocava ancor di più sulle motivazioni. Faceva dei discorsi prepartita che permettevano di alzare ulteriormente l’asticella».

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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