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Bologna, un record in retromarcia

BOLOGNA – Nella serata dell’occasione mancata, comunque, il Bologna centra un record. Mai così tanti punti realizzati dopo nove gare nell’era Saputo: 15. Non raggiunse questo tetto nemmeno nella stagione che si tradusse con l’accesso in Champions League. Magra consolazione, a ben guardare, perché, al netto della vittoria dell’Inter, il Bologna avrebbe potuto staccare la Juventus (che sabato andrà a Cremona) e il Como (che, sempre sabato, dovrà affrontare il Napoli). Insomma, oltre al record, i rossoblù avrebbero dato una svolta alla propria stagione. E invece Ferguson e compagni inciampano nel primo passo falso in casa (finora tutte vittorie, tre per l’esattezza, contro il Como, il Genoa e il Pisa) e accumulano un piccolo ritardo dopo il pareggio-beffa di Firenze.

Bisogna però aggiungere che la gara di ieri ha dato la netta impressione che il Bologna deve ancora mettere a punto dei sistemi in grado di far saltare le difese avversarie quando queste dispongono nella propria metà campo una fitta rete di connessioni, pressing e ripartenze. Il Torino si è difeso perché ha affrontato la gara del Dall’Ara come si fa contro le grandi, rischiando anche di fare gol. Il Bologna, che aveva cambiato sette titolari rispetto a Firenze, non ha avuto altri guizzi che quelli di piazzare una serie di tiri da fuori. Gli uomini in grado di fare da guastatori, soprattutto sulla fascia, non sono stati efficaci. E l’attesa del profeta Bernardeschi è proseguita, anche se almeno stavolta ha provato a sorprendere Paleari da lontano e si è accanito a mettere in mostra altre invenzioni non però così risolutrici.  

Morale: se il Bologna non ha campo e se non ha guizzi offensivi succede poco e niente. Anche l’ingresso di Orsolini, ai vertici della classifica cannonieri per mancanza di rivali, non ha prodotto risultati (terza gara senza reti consecutiva). Quindi è un problema di idee e di lucidità. Queste idee e questa lucidità solitamente, assieme alla capacità di far saltare i blocchi avversari, sulle fasce e attraverso le linee, vengono da Odgaard. Ma il danese, dopo l’infortunio, ancora non graffia e quindi il Bologna si ritrova a fare i conti con i problemi antichi: essere efficace quando gli altri si organizzano a suo danno. Tra l’altro la capacità del Torino di far arenare gli avversari non è stata nemmeno una sorpresa. Perché se è vero che i granata si sono presentati a Bologna con la peggiore difesa (adesso superata in negativo da Udinese e Fiorentina), è anche vero che, esattamente come il Bologna, prima della partita di ieri avevano mantenuto la propria rete inviolata in tre occasioni su otto (adesso quattro su nove). Quindi significa che la squadra di Marco Baroni è attrezzata a dare del filo da torcere a chi deve attaccare. Insomma, se il Torino centra il quarto risultato utile consecutivo e il Bologna addirittura arriva al sesto, la squadra di Italiano (in attesa che il tecnico torni in panchina) lo fa innestando la retromarcia. A Parma non sarà semplice. Perché in attesa di Immobile, se non tornasse a brillare Odgaard, l’uomo della svolta di questa stagione, saremo momentaneamente destinati a vedere una squadra poco pericolosa. A meno che Orsolini, smetta di litigare con il suo amabile ma pericoloso egoismo e con la sua precisione. 



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a


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