Salve, mi chiamo Andrea Butti e faccio calendari. No, non come quelli della Marcuzzi, della Ferilli, della Canalis o della Pirelli. Altro genere, il mio: soprattutto altri effetti. Sono ancora piacente, anche se ho preso qualche chilo (la vita che conduco, lo stress, la pace dei controsensi) ma lavorando da sei anni per la Lega calcio mi devo occupare delle date delle partite della Serie A.
Per chi non mi conoscesse, qualche informazione biografica. Ho una compagna che amo, Beatrice, e un figlio di tre mesi, Gregorio detto Greg. Bea ha avuto due gemelle da una precedente relazione, ma credo vi interessi poco. Dimenticavo, ho 47 anni e sono uscito dalla Bocconi col massimo dei voti. Sono anche giornalista pubblicista: chi non lo è di questi tempi?
Per undici anni ho lavorato all’Inter, prima come facility manager e poi – negli ultimi cinque – come team manager. Ho vissuto in pieno il triplete del più grande di tutti, José Mourinho, al quale sono affezionato: sono l’unico che possa affermare di essere uscito una sera a cena con lui nel periodo milanese. Ho gestito perfino il Centro sportivo Angelo Moratti, su indicazione del presidente Massimo. E mi sono occupato di media per la Uefa, Europei e derivati.
Nel 2013 sono diventato vicedirettore dell’area tecnica del Monaco. Poi sono passato al Wolverhampton “portoghese”, in Championship (Jorge Mendes è uno zio acquisito), infine, la Lega.
In cosa consiste il mio lavoro? Ricevo offese da presidenti e allenatori quando sono obbligato a programmare o spostare partite a causa di impedimenti di varia natura: rinvii o eventi tragici come la morte del Papa. Ogni tanto si mettono pure i televisivi a rompermi i device: hanno esigenze di palinsesto e spendono un botto per i diritti.
Insomma, sono il sedere più esposto di via Rosellini dopo quello di Luigi De Siervo, l’ad, il capo. L’anno scorso – lo ricorderete – dovetti trovare un buco per Atalanta-Fiorentina, gara che era stata rinviata per la morte di Joe Barone. Non potete immaginare le critiche di traverso, nonostante valesse poco per la classifica…
Da qualche tempo, con il calendario che non prevede vuoti (grazie alle bulimiche Uefa e Fifa) la quota delle offese al sottoscritto, a mamma e consanguinei è aumentata in modo esponenziale. Negli ultimi tre giorni a tutti i Butti d’Italia sono fischiate più volte le orecchie.
Ieri, non avendo più slot e dovendo garantire la regolarità del campionato, ero pronto a mettermi di traverso, se mi avessero chiesto di posticipare a data da destinarsi Como-Genoa e Inter-Roma. E quando è arrivato l’invito del ministro della Protezione Civile ho messo il cellulare in modalità aereo.
I presidenti non sono tutti come Giulini che con grande sensibilità ha aiutato la Fiorentina ad allenarsi. Molti di loro sono bestie assetate di sangue, il mio, quando sentono l’odore acre del possibile svantaggio; bestie capaci di smuovere ministri, sottosegretari e affini! Non voglio usare la metaforia di Conte, ma credo di essere stato chiaro sul fondoschiena. Così va l’Italia del calcio.
Mi scuso per lo spazio che ho occupato e chiudo: sappiate che non intendo favorire o sfavorire qualcuno. Anche se tengo famiglia. Allargata, la famiglia.
PS. Finalino: Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto/ Chi ha date, ha date, ha date/ Scurdammoce ô ppassate/ Simmo ‘e Napule, paisà!/ Ma qui non si può più gioca’.