Questa non è una semplice storia di tecnica e di destrezza. Si tratta di combinazioni fantascientifiche, di allineamenti astrali, di profezie autoavveranti. Servirebbe un pool di psicanalisti per diagnosticare la sindrome di Marco Delvecchio, capace di overperformare nei derby come nessuno mai, prima e dopo di lui. Il nostro scattava sulla fascia, o anche verticalmente, con la corsa dinoccolata e la lingua di fuori. Finta a rientrare e tutti a sedere,
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