Se la grande famiglia del calcio italiano abitasse tutta in uno stesso comune, rappresenterebbe il secondo più popoloso del Paese. A offrire una fotografia dello stato di salute del movimento è, come ogni anno, il “Report Calcio” della Figc, misurazione statistica arrivata alla 15ª edizione, in collaborazione con AREL e PwC Italia. Considerando la sola dimensione sportiva, i tesserati per la Figc nel 2023-2024 ammontano a quasi 1,5 milioni: una persona su tre che pratica sport da tesserato di una federazione lo fa in quella guidata da Gabriele Gravina. I numeri evidenziano uno scenario in significativa ripresa dopo l’emergenza sanitaria: i soli calciatori ammontano a 1.131.906, dato superiore a quello registrato nel pre Covid e in crescita del 2,1% rispetto al 2022-2023. L’attività giovanile coinvolge quasi 900 mila ragazzi (quasi un italiano su 4 tra i 5 e i 16 anni è tesserato per la Figc) e nel Settore Giovanile e Scolastico si registrano oltre 130 mila giovani calciatori in più negli ultimi 15 anni.
Una partita di calcio ogni 54 secondi
In Italia si gioca una partita di pallone ogni 54 secondi, 600 mila in totale nell’arco della stagione. Considerando anche chi gioca fuori dai contesti agonistici, i praticanti risultano essere 4,3 milioni; coinvolto un bambino su due tra i 3 e 10 anni, età in cui basta un pallone per essere felici. Notevole anche il boom del settore femminile: le tesserate sono più che raddoppiate tra il 2008 e il 2024, arrivando a sfiorare le 50.000 unità, mentre le sole tesserate tra i 10 e i 15 anni sono più che triplicate (da 6.628 a 19.958). La Figc, prima federazione sportiva italiana ad aver introdotto il professionismo tra le donne, nel 2023-2024 ha investito per lo sviluppo del movimento oltre 9 milioni, +21,8% rispetto al 2022-2023. Cresce anche l’interesse generato: 17 milioni di persone nel nostro Paese si dichiarano interessate al calcio femminile e altri 7 milioni sono i tifosi appassionati. Il movimento femminile produce inoltre un valore complessivo di 3,2 miliardi in termini di impatto sul Pil Italiano, supportando la creazione di circa 11.800 posti di lavoro. Questo sport continua inoltre a rappresentare un’importante agenzia educativa: tra il 2016 e il 2024 sono stati coinvolti circa un milione di studenti nelle iniziative svolte negli Istituti Scolastici dalla Figc. Altre 4 mila persone sono tesserate per la DCPS, la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale, e sono più che raddoppiate rispetto alla pandemia.
I risvolti economici
A proposito di risvolti economici del settore, oggi oltre un club su quattro tra i professionisti ha una proprietà straniera. Sono, per l’esattezza, 27, di cui 16 provenienti dagli Stati Uniti. Tra il 2011 e il 2024, l’investimento complessivo delle proprietà straniere (in termini di ricapitalizzazioni) è stato pari a quasi 5 miliardi di euro. Il calcio in Italia continua inoltre a costituire una delle grandi passioni degli italiani, con oltre 30 milioni di interessati (Over 18), e risulta essere lo sport più seguito sia dagli uomini (79%) che dalle donne (41%). L’audience in tv nel 2023-2024 ha superato i 470 milioni di telespettatori in Italia e quella cumulata a livello mondiale ha sfiorato i 2,8 miliardi. Quella del pallone è dunque, a tutti gli effetti, una delle più grandi industrie del Paese. I ricavi diretti totali ammontano a quasi 7 miliardi di euro, e la contribuzione fiscale e previdenziale del solo settore professionistico negli ultimi 17 anni ha sfiorato a livello aggregato i 20 miliardi di euro; per ogni euro ‘investito’ dal Governo italiano nel calcio, il Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a € 20,5, rappresentando in questo senso un formidabile moltiplicatore di investimenti. I 99 club professionistici pesano, da soli, per oltre il 70% della contribuzione fiscale prodotta dal comparto sportivo italiano nel suo complesso, dato in leggera diminuzione rispetto al 76,9% del 2021. Aggregando infine il valore diretto all’impatto indiretto sull’intera filiera, l’incidenza di questo sport sul Pil italiano è stimabile in 12,4 miliardi (dato in crescita di oltre un miliardo di euro rispetto al 2022-2023), con 141.000 posti di lavoro attivati (rispetto ai 129.094 del 2022-2023). In sintesi, il calcio genera € 1,2 ogni € 200 di Pil e sostiene 6 lavoratori ogni 1.000 occupati.
Calcio professionistico, squilibrio economico-finanziario
Nonostante ciò, il calcio professionistico maschile continua a evidenziare un significativo squilibrio a livello economico-finanziario. La perdita aggregata dei club partecipanti ai campionati di Serie A, B e C registrata nei 17 anni analizzati nel ReportCalcio ha raggiunto i 9,3 miliardi di euro, con un significativo impatto delle 3 stagioni segnate dal Covid-19, nelle quali era stato registrato un ‘rosso’ complessivo pari a 3,6 miliardi, in media circa 3,3 milioni al giorno. Nei 17 anni di orizzonte temporale del ReportCalcio, l’80% dei bilanci è stato inoltre chiuso in perdita. I debiti aggregati nella fase pre pandemia sono quindi raddoppiati, passando dai 2,4 miliardi di euro del 2007-2008 ai 4,8 del 2018-2019, per poi crescere ulteriormente fino ai 5,5 miliardi del 2023-2024; nel 2007-2008 i ricavi erano in grado di coprire il 97% dell’indebitamento, nel 2023-2024 questa percentuale è scesa all’83%.
Le parole di Gravina
“ReportCalcio – ha spiegato il presidente della Figc, Gabriele Gravina – per numero di informazioni e per profondità degli argomenti trattati è di gran lunga lo studio più completo ed esaustivo sul movimento calcistico italiano, che rappresenta sempre il primo riferimento sportivo nazionale per numero di tesserati, valore economico generato e diffusione di progettualità in ambito sociale. È un documento che, oltre ad analizzare nel dettaglio tutti i trend del nostro movimento, individua strategie e propone soluzioni di medio-lungo termine, anche grazie ad un approfondito studio di benchmarking internazionale, al fine di garantire uno sviluppo reale e stabile all’intero sistema. Le nostre priorità sono: investire nell’impiantistica in maniera decisa, anche grazie al processo di candidatura per Euro 2032 che sta stimolando percorsi virtuosi in diverse città d’Italia, e nelle riforme sulla sostenibilità economico-finanziaria, perché il miglioramento dello scenario di criticità nelle ultime due stagioni sportive è dovuto all’aumento del valore della produzione e non è ancora così strutturato da mettere in sicurezza i conti del calcio italiano”.
Le parole di Mussi
“I segnali di ripresa registrati nell’ultima stagione – il pensiero di Federico Mussi, Partner di PwC Italia – sono significativi e confermano la centralità del calcio professionistico nel sistema economico e sociale italiano. Rafforzare oggi la sostenibilità economica e la competitività internazionale del calcio italiano richiede un impegno concreto e coordinato come investire in infrastrutture moderne, migliorare la governance finanziaria e adottare modelli gestionali più resilienti. Una strategia necessaria per costruire un futuro solido e sostenibile”.