«Emozioni molto forti, ma non per i motivi che si potrebbero pensare. Ero semplicemente molto felice di firmare per uno dei più grandi club del mondo, di scoprire un altro campionato e altri grandi giocatori. Allo stesso tempo ero un po’ triste di lasciare il Chelsea, i miei compagni di squadra e i tifosi. Ho vissuto tante emozioni forti lì: abbiamo vinto Conference League e Mondiale Club. Ora sono concentrato al 100% sul mio nuovo progetto e non vedo l’ora di vivere l’atmosfera pazzesca dell’Allianz Arena».
Bayern sì, Bayern “ni”, Bayern no, di nuovo al Chelsea ma alla fine è arrivato il via libera dei “Blues” e lei s’è trasferito a Monaco di Baviera pochi minuti prima della scadenza del mercato. Ci racconti.
«Onestamente io e i miei consulenti eravamo molto fiduciosi. Non ho mai dubitato che avrei firmato con il Bayern, quindi ho preso la situazione con filosofia. Sono in buona salute, così come i miei cari, e ho la fortuna d’essere un calciatore professionista. Non conta nient’altro».
Il club tedesco ha investito molto su di lei: cosa promette per ripagarli degli sforzi fatti?
«Vorrei ringraziare il Bayern per la fiducia che ha riposto in me fin dall’inizio. Prometto di dare tutto, ogni minuto, ogni partita, ogni allenamento. Conosco la responsabilità che questa maglia comporta. Sono qui per lavorare sodo, aiutare la squadra a vincere e crescere ogni giorno. È la mia missione».
Ha ricevuto un complimento speciale in questi giorni?
«Il complimento più bello che non ho mai ricevuto in vita mia è: “Prima di essere un grande giocatore, sei una bella persona”… ».
A chi vorrebbe inviare un ringraziamento speciale?
«A tutti quelli del Bayern che mi hanno accolto in modo così incredibile: il Consiglio di Amministrazione, l’allenatore, i giocatori e i tifosi. Naturalmente a tutte le persone che ho incontrato al Chelsea, dal Presidente ai dipendenti e ai tifosi. Alla mia famiglia, al mio consigliere Diomansy Kamara e al mio agente Ali Barat che hanno sempre creduto in me e m’aiutano ogni giorno. Infine al popolo del Senegal di cui sento il supporto e il sostegno costante: sono orgoglioso di rappresentarlo in Nazionale».
Perché le cose hanno smesso di funzionare al Chelsea con Enzo Maresca?
«Il calcio è pieno di cicli diversi. A volte le cose non vanno come dovrebbero e questo fa parte del gioco. Rispetto l’allenatore Maresca, ho imparato molto con lui, ha le sue idee e il suo stile. Avevo solo bisogno di qualcosa di diverso in questa fase della mia carriera. Non ho rimpianti, soltanto gratitudine per il mio periodo al Chelsea».
Passa da un tecnico di 45 anni a uno ancora più giovane come Kompany, 39. Quali sono le principali differenze che ha notato tra i due?
«A dire il vero non mi piace paragonare gli allenatori, hanno entrambi il loro stile e operano in club e contesti diversi. Erano due giocatori di punta, ora sono due allenatori di punta. Ho imparato molto dall’allenatore Maresca e so che anche Vincent Kompany mi insegnerà molto. Non vedo l’ora di giocare sotto la sua guida».
Al Bayern troverà un mostro sacro del calcio europeo come “L’Uragano” Harry Kane. Come si vede al suo fianco e cosa pensa di lui?
«La cosa più importante non saremo Harry e io, ma tutta la squadra. È un grandissimo onore. Kane è uno dei migliori attaccanti al mondo. Conto di poter imparare da lui, di completare il suo gioco e di creare un forte legame in campo. Siamo due attaccanti che possono completarsi molto bene in campo e lavoreremo sodo per garantire che i risultati siano all’altezza delle aspettative. Giocare con un attaccante del suo calibro e tutti gli altri mi aiuterà sicuramente a migliorare».
Il sorteggio di Monte-Carlo è stato beffardo: nella prima giornata della fase campionato, tra undici giorni, il Bayern ospiterà all’Allianz Arena proprio il Chelsea, vincitore del Mondiale Club a luglio. Una sfida pazzesca per lei…
«Questo è il calcio, sarà emozionante! Ma una volta fischiato il calcio d’inizio, darò tutto per la mio Bayern. È anche una grande occasione per dimostrare chi sono e quanto sono cresciuto».
A novembre andrà prima a Parigi per affrontare i campioni d’Europa del PSG e poi a Londra contro l’ambizioso Arsenal. Altre due grandi partite…
«Sì, e mi piace un sacco. Sono le sfide che sogni da bambino: giocare negli stadi più grandi, contro le squadre più forti. È una motivazione enorme. Non vedo l’ora. Rispettiamo tutte le squadre, ma non abbiamo paura di nessuno».
Qual è il giocatore che l’ha ispirata di più, l’idolo assoluto?
«Da giovane il mio idolo era Cristiano Ronaldo».
Sadio Mané, forse il più grande calciatore nella storia del Senegal, ha militato anche per il Bayern nella stagione 2022-’23, dopo sei anni al Liverpool. Lo ha sentito? Gli ha chiesto consigli?
«Sì, certo. Sadio non è solo una leggenda per il Senegal, ma anche una persona che ammiro tanto. Ci ha aperto moltissime porte. Ci siamo scambiati qualche messaggio quando si discuteva del mio trasferimento. Mi ha dato il suo pieno sostegno e mi ha detto che il Bayern è una grande famiglia, con una cultura vincente. Il suo consiglio è stato semplice ma efficace: “Lavora sodo, resta umile e sii te stesso”. Detto da lui, questo significa molto».