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    Inter, buone notizie dal Cile: Sanchez recuperato. Il c.t. Berizzo: “È pienamente in forma”

    In conferenza stampa alla vigilia della gara con la Colombia, il commissario tecnico cileno ha fatto il punto sulle condizioni del Nino Maravilla: “Può gocare”

    “Sanchez è pienamente in forma e può giocare. Potrà entrare dall’inizio o per qualche minuto.” Queste le prime dichiarazioni di Eduardo Berizzo, commissario tecnico della nazionale cilena, alla domanda sulle condizioni fisiche del Nino Maravilla. Dopo lo stop forzato nella gara persa con l’Uruguay, si vociferava che l’attaccante nerazzurro fosse affetto da anemia, vista anche l’assenza di chiarimenti dallo staff medico cileno. Oggi, però, Berizzo ha rassicurato tutti: “Alexis è stato sottoposto ad alcuni esami che avevano come controindicazione l’attività fisica, quindi abbiamo dovuto aspettare per averlo a disposizione. Sono stati svolti ed è in perfette condizioni. Adesso è un’opzione, è un calciatore importante per le sue qualità in attacco, è un top player per noi.” L’Inter può dunque tirare un sospiro di sollievo in vista del derby di sabato. LEGGI TUTTO

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    Doping, Pogba positivo al testosterone. Ecco cosa rischia

    Il francese, che è già stato sospeso, trovato positivo al termine di Udinese-Juve, gara della prima giornata di campionato in cui non era sceso neppure in campo

    Paul Pogba è risultato positivo a un controllo antidoping effettuato dopo la partita del primo turno di campionato fra Udinese e Juventus, vinta dai bianconeri per 3-0 con il francese in panchina. La sostanza proibita è il testosterone. La notizia è filtrata nelle scorse ore proprio mentre sul destino del giocatore si stavano infittendo le voci di un possibile trasferimento in Arabia Saudita all’Al Hittihad. Il giocatore, che potrà richiedere le controanalisi, è già stato sospeso in via cautelare: “Il Tribunale Nazionale Antidoping in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta: Paul Labile Pogba (Figc) per la violazione degli articoli 2.1 e 2.2; sostanza riscontrata: Metaboliti del testosterone di origine non endogena (I risultati del GC/c/IRMS sono compatibili con l’origine esogena dei metaboliti)”.

    DIFESA—  Pogba rischia la pena massima di quattro anni di squalifica anche se è presto per fare qualsiasi ipotesi. Intanto ci dovranno appunto essere le controanalisi per confermare la positività e capire quale potrà essere la linea difensiva del giocatore francese della Juve, campione del mondo nel 2018. L’ultimo caso di una controversia doping in serie A è quello dell’argentino dell’Atalanta, Jose Luis Palomino, positivo nel 2022 al clostebol metabolita, ma poi assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping. Fronte Juve, questa positività arriva 22 anni dopo quella di Edgar Davids, riscontrata (la sostanza allora fu il nandrolone) anche in quel caso al termine della sfida tra i bianconeri e l’Udinese. LEGGI TUTTO

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    Ascoli, che compleanno con Casagrande: “Mazzone e Rozzi con noi”

    Che spettacolo ieri pomeriggio al Del Duca alla festa dei 125 anni di vita dell’Ascoli Calcio! Tanti tifosi ma, soprattutto, tante vecchie glorie che hanno vestito la maglia bianconera lasciando un segno indelebile nella storia calcistica della città di Ascoli Piceno! Mancava solo una persona, Carletto Mazzone, che cinque anni fa, in occasione della festa dei 120 anni, era presente al Del Duca e scese in campo prima della partita di campionato tra Ascoli e Padova, ricevendo la standing ovation da parte di tutto lo stadio, l’ultima apparizione al Del Duca dell’Allenatore degli Allenatori.
    Sono arrivati in tanti, su tutti, l’attaccante brasiliano Walter Junior Casagrande che deliziò il pubblico ascolano con le sue giocate, ed in particolare, con i suoi calci di punizione letali per i portieri avversari. «E’ un onore essere qui e riabbracciare tanti amici – ha detto Casao – e per prima cosa voglio ricordare Costantino Rozzi, un presidente serio che ha avuto grande fiducia in me e con il quale ho vissuto un rapporto bellissimo, oltre che con la città e tutti i tifosi ascolani. L’Ascoli di allora era come il suo presidente: una squadra guerriera che lottava e dava sempre il massimo soprattutto quando incontrava le grandi. Sono onorato del fatto che, nonostante il tempo passato, i tifosi mi ricordano come uno degli attaccanti più forti della storia dell’Ascoli. Oggi, è un giorno particolare, rivedere tanti amici ed ex compagni è stata una bella sensazione».
    Da Aloisi ad Agostini: le vecchie glorie alla festa
    Aloisi, Carillo, Scaramucci, Fusco, Pierantozzi, Cicconi, Fioravanti, Mancini, Scarafoni, Agostini e tanti altri ascolani di quegli anni storici, anni che culminarono con il ritorno in Serie A nel campionato 1990/91 grazie al rigore segnato da Casagrande a Reggio Emilia nel 3-3 contro la Reggiana a cinque minuti dalla fine del match. La giornata è iniziata nel pomeriggio con un mini torneo tra bambini e subito dopo con la presentazione del settore giovanile dell’Ascoli. Poi, pian piano cominciavano ad arrivare le “vecchie” glorie, da Adelio Moro, «Un’emozione indescrivibile ogni volta che rimetto piede in questo stadio», a Donato Anzivino, Giuliano Castoldi e Simone Boldini. «Il ricordo del presidente Rozzi è unico e indissolubile – hanno ricordato – una volta, al termine del campionato con Gb Fabbri, quando arrivammo quarti in Serie A, il presidente voleva portarci a tutti i costi in Canada come premio per il risultato acquisito ma noi avevamo il “rompete le righe” e volevamo tornare a casa. All fine vinse lui, come al solito, ma quando tornammo era un po’ arrabbiato con noi perché avevamo “speso” troppo».
    Il ricordo di Incocciati
    E ancora i diabolici Fontana, Bonfiglio, Di Venanzio, quelli del ritorno in Serie B dopo 7 lunghi anni di C, oltre agli storici Roccotelli, Torrisi, Incocciati, visibilmente emozionati in mezzo al terreno del Del Duca e tutti con il “chiodo” fisso sulle gesta del presidente Rozzi. «Inimitabile come presidente figuramoci come uomo – ha detto Beppe Incocciati – tornare dentro al Del Duca mi fa venire i brividi, risentire la voce dei tifosi ancora di più, peccato per la curva sud che non c’è più, quello era il cuore caldo degli ascolani». Subito dopo la presentazione, le vecchie glorie hanno approcciato un mini torneo, dove c’era anche il tecnico attuale Viali, anche lui un ex prestigioso dell’Ascoli, dove si sono divertiti loro e fatto divertire i tanti tifosi. Infine, la presentazione della prima squadra che sabato tornerà in campo proprio in casa contro il Palermo. Il finale, un tripudio. LEGGI TUTTO

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    Thiago Motta cittadino onorario di Polesella: “Ora mi sento italiano”

    L’allenatore del Bologna ha ricevuto l’onorificenza dal paese veneto (in provincia di Rovigo) da cui sono partiti i suoi avi

    “Ora mi sento finalmente italiano”. Con queste parole l’allenatore del Bologna Thiago Motta ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Polesella, in provincia di Rovigo, il paese dal quale sono partiti i suoi avi, dalle mani del Sindaco Leonardo Raito. “Sono emozionato e orgoglioso per la città e per me perché con questa cittadinanza finalmente mi sento italiano – dice Thiago -. Non ero mai stato qui, a differenza di mio papà che aveva visitato il paese dei suoi avi nel 2001 e nel 2005” 

    famiglia—  Le origini italiane di Thiago – che ha vestito anche la maglia della nostra nazionale per 30 gare – nascono dal matrimonio tra Fortunato Fogagnolo e Filomena nel 1929 a Polesella, che poi emigrarono in Brasile per tentare la fortuna e trovare lavoro, come fecero molti italiani in quegli anni. Dall’unione tra Fortunato e Filomena nacque una figlia che sposò il papà di Carlos Alberto Motta, il papà di Thiago. “Qui tornerò con la famiglia – aggiunge il tecnico del Bologna -: è giusto che le mie tre figlie sappiano quali sono le nostre origini di famiglia”.    LEGGI TUTTO

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    Da punto interrogativo a punto di forza: Dumfries non si ferma più

    Dopo lo strepitoso avvio in campionato, si è preso i riflettori anche con l’Olanda e scalda i motori in vista del derby. Quando è arrivato alla Pinetina c’era ancora lo spettro di Hakimi, adesso invece…

    Dopo tanti alti e bassi, adesso solo la luce dei riflettori. Quelli riservati a chi, in un modo o nell’altro, riesce a rubare la scena. Da Milano a Dublino, passando per Amsterdam, arriva la conferma del nuovo Denzel Dumfries che fa gongolare non solo i suoi connazionali, ma soprattutto i tifosi nerazzurri. Quella ammirata nell’ultimo periodo è infatti la miglior versione mai vista della freccia olandese, quantomeno in termini di continuità e di capacità d’incidere: determinante e decisivo nelle prime tre uscite stagionali in nerazzurro, la freccia di Rotterdam è stato assoluto protagonista anche dei due successi olandesi nelle ultime sfide di qualificazioni a Euro24 contro Grecia e Irlanda.  LEGGI TUTTO

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    Ora è ufficiale: Sansone è un nuovo giocatore del Lecce. Avrà la numero 11

    L’ex Bologna, che era svincolato, ha firmato un biennale con i giallorossi che volevano allungare la rosa con un profilo d’esperienza

    Almqvist, Krstovic, Piccoli e, adesso, pure Sansone. Quest’estate il Lecce ha cambiato look in attacco, pur mantenendo in rosa Strefezza (nominato capitano dopo l’addio di Hjulmand) e Banda. L’ultimo rinforzo per il tridente di D’Aversa arriva dal mercato degli svincolati: si tratta di Nicola Sansone, che ha firmato un contratto biennale con i giallorossi. 

    esperienza—  L’opportunità di tesserare Sansone è stata colta al volo dal club di Sticchi Damiani, determinato ad allungare la rosa e, soprattutto, a garantirsi un profilo di esperienza, che in passato ha giocato le coppe europee e ha indossato in tre occasioni la maglia della Nazionale. Sansone, fino allo scorso anno al Bologna, è arrivato nel Salento nel weekend e questa mattina ha completato l’iter delle visite mediche, firmando poi il contratto con il direttore Corvino. L’attaccante, cercato dal Lecce dopo il trasferimento di Di Francesco al Palermo negli ultimi giorni di agosto, indosserà la maglia numero 11. LEGGI TUTTO

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    Lotito: “Per Milinkovic rifiutai oltre 100 milioni da un club italiano”

    Il patron della Lazio, ai microfoni di Radio Serie A, svela alcuni retroscena di mercato del passato sul centrocampista serbo: “Quella volta dissi no perché…”

    “Perché Milinkovic non è stato ceduto a un grande club europeo? Non abbiamo mai ricevuto offerte concrete, l’unica vera fu da parte di una squadra italiana, di cui non farò il nome, che offrì oltre 100 milioni di euro”. Parola di Claudio Lotito, presidente della Lazio, ai microfoni di Radio Serie A, a proposito delle offerte ricevute in passato per il centrocampista serbo, passato all’Al Hilal due mesi fa. “Io declinai l’offerta – continua Lotito – perché avevo preso l’impegno con Inzaghi e inoltre non avremmo fatto in tempo a sostituire Sergej, dato che quell’estate il calciomercato chiudeva a metà agosto” aggiunge il patron biancoceleste. 

    la scelta del sergente—  “Fu un errore chiudere prima il calciomercato, come è tuttora sbagliato chiuderlo alle 20 dell’ultimo giorno e non a mezzanotte come negli altri campionati importanti”. La scelta di Milinkovic, in ogni caso, “è stata personale: noi non lo volevamo vendere e sono arrivato a offrirgli anche ingaggi importantissimi, ma prima della fine del campionato mi aveva detto che avrebbe voluto fare una nuova esperienza”, conclude Lotito. LEGGI TUTTO