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    La nuova Inter: come cambiano i nerazzurri con Pavard

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    È morto l’ex Cagliari Victorino. Ieri aveva tentato il suicidio

    Aveva 71 anni, negli ultimi tempi pare fosse assillato da problemi economici. Giocò in Sardegna nel 1982-1983, meteora da 0 gol in  10 presenze prima del ritorno in Sudamerica

    In patria aveva fatto molto bene, tanto da ricevere (e accettare) in carriera proposte da club argentini, colombiani ed ecuadoriani. Molto meno bene aveva fatto in Europa, a Cagliari precisamente, dove aveva giocato una sola stagione (1982-1983) senza grandi gioie. Se n’è andato questa notte Waldemar Victorino, ex calciatore uruguaiano. Aveva 71 anni e – pare alle prese con grossi problemi economici – ieri aveva tentato il suicidio. Subito soccorso e ricoverato, l’ex attaccante che vantava anche 15 gol in 33 gettoni in Nazionale, non ha però superato la notte. Questa mattina è stato comunicato il decesso. A Cagliari il Piscador arrivò a 30 anni nell’estate del 1982 ma a parte qualche buona prova in Coppa Italia, in campionato l’uruguaiano non riuscì mai a brillare e a fine stagione lasciò l’Italia per l’Argentina. Il club sardo ha pubblicato una nota di cordoglio.

    il cordoglio del cagliari —  Il Cagliari in un comunicato ha ricordato “Waldemar Victorino, talento puro del calcio uruguaiano. Giocò in rossoblù una sola stagione, quella ’82/’83, ma riuscì a conquistare in poco tempo l’affetto di tutti i tifosi. Ciao, Waldemar”. LEGGI TUTTO

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    Milan così con Taremi? Il probabile 4-3-3 di Pioli

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    La sfida di Lukaku a Roma: allineare il cuore con i gol

    Il mercato restituisce alla Serie A un suo grande protagonista: forza immensa, sentimenti in tempesta e un tecnico con il quale ha già avuto un trascorso importante

    La pioggia (meno violenta che altrove) si porta via l’infinita estate romana e ci restituisce Lukaku, centravanti all’eterna ricerca di qualcosa che allinei la testa con il cuore e con i gol. Questo ciondolare fra due terre, fra squadre rivali, fra due condizioni polari (esserci e non esserci) ricorda quanto sia difficile suturare quelle ferite che il tempo non cura e non dimentica: trovò a Milano una grandezza che la Serie A favoriva, ma la lasciò per rimediare la sua reputazione in Inghilterra ma spesso i conti aperti della vita tendono a rimanere tali (aperti).  LEGGI TUTTO

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    Samp-Venezia: Pirlo cerca la svolta

    TORINO – La 3ª giornata di Serie B prosegue stasera con altre quattro gare, fischio d’inizio alle 20.30, dopo le quattro di ieri (Ascoli-Feralpisalò 3-0, Cosenza-Modena 1-2, Pisa-Parma 1-2 e Reggiana-Palermo 1-3). Il turno si completerà in seguito, quando scenderanno in campo le due squadre che avranno vinto la battaglia legale dell’estate (Lecco o Perugia, Brescia o Reggina), slittata ad oggi la sentenza definitiva del Consiglio di Stato. Il clou di stasera è a Marassi, dove la Sampdoria riceve il Venezia. Seconda partita di fila in casa per i blucerchiati di Pirlo, reduci dalla caduta col Pisa di venerdì scorso. Dunque è sconsigliato il bis per non perdere contatto col vertice, anche alla luce del -2 in classifica con cui i blucerchiati hanno iniziato la stagione. La sconfitta contro i toscani, ha detto che la Samp è ancora una squadra incompleta, con la rosa attuale difficile lottare per i primi posti, manca almeno un buon interprete per reparto. Inoltre, l’errore del figlio di Stankovic che ha concesso ai toscani il gol del vantaggio , fa dubitare che la Samp abbia un portiere di categoria, anche se il ragazzo va sostenuto – mezzi ne ha – e non crocifisso. Tuttavia, l’alternativa per la Samp era la Serie D e dunque il clan blucerchiato guarda avanti, forte anche di un’ottima campagna abbonamenti (oltre 18mila tessere) che può dare una bella mano alla squadra. Dall’altra parte il Venezia di Vanoli (stasera squalificato). Dopo lo splendido 3-0 sul Como, i lagunari, di nuovo in casa, sono stati bloccati sulla 1-1 dal Cosenza: due traverse nel recupero del Venezia ma i calabresi non hanno demeritato. L’interrogativo di queste ore è la conferma di bomber Pohjanpalo: la società è vicina a fargli firmare il rinnovo del contratto che farebbe passare la clausola rescissoria da 3.5 a 6 milioni; Vanoli lo ha elogiato, lasciando intendere che il bomber finlandese, nonostante i tanti corteggiamenti, sta dicendo sì agli arancioneroverdi ma è meglio aspettare il gong del mercato, venerdì alle 20, per avere la conferma della sua permanenza. Resta il fatto che il Venezia, al di là del mezzo passo falso col Cosenza, resta una delle squadre più da tenere d’occhio per la A: aveva chiuso lo scorso campionato andando a mille, passando dalla zona playout a quella playoff, da lì è ripartito, con un assetto più offensivo, dove brilla anche il figlio d’arte Pierini (al momento capocannoniere della B con tre reti). In campo anche altre possibili protagoniste nella lotta per la A. Il Bari ospita il Cittadella, coi pugliesi rinfrancati per la vittoria di sabato a Cremona, decisa dal gol di Sibilli, l’uomo in più dei pugliesi nelle prime due giornate. Il Citta invece, profondamente rinnovato con diversi giovani pescati in C, dopo la vittoria interna nell’esordio interno con la Reggiana, ha perso a Parma ma la squadra è sempre stata sul pezzo. Occhio anche a Catanzaro-Spezia: i calabresi debuttano nella propria tana del Ceravolo dopo la vittoria di domenica sulla Ternana, gara giocata a Lecce, lo stadio casa non era ancora omologato per la B. Il test con lo Spezia sembra fatto a posta per verificare le ambizioni della squadra di Vivarini. Stesso discorso per i liguri di Alvini: hanno un ottimo potenziale ma nell’unica uscita in campionato, 3-3 in casa del Sudtirol, hanno mostrato qualche amnesia difensiva di troppo. Last but not least, la Cremonese è di scena in casa della Ternana. Avvio zoppicante per i grigiorossi di Ballardini che ancora non hanno segnato un gol (ma stasera dovrebbe esordire bomber Coda, 52 gol nelle ultime tre stagioni di B con due promozioni in A di fila). Prima del ko interno col Bari, sempre in casa erano stati bloccati sullo 0-0 dal Catanzaro, guai a non cambiare marcia al più presto. Dall’altra parte c’è una Ternana sconfitta in entrambe le uscite, pur raccogliendo complimenti. La squadra è in totale rifondazione, col passaggio di proprietà da Bandecchi a Guidi. Ma fra i tanti giovani che in questa stagione imbottiscono l’organico delle Fere, potrebbero esserci ragazzi molto interessanti. Uno su tutti: l’attaccante Antonio Raimondo, classe 2004, scuola Bologna. Domenica scorsa, alla sua prima partita da titolare, ha segnato al Catanzaro la rete del temporaneo 1-1 e che rete, da consumato centravanti, altro che 19enne. LEGGI TUTTO

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    D’Aversa: “Il mio Lecce, lavoro e cattiveria. E Krstovic ha la faccia giusta”

    Il tecnico dei giallorossi, 4 punti nelle prime due gare: “Dalla mattina presto fino a sera sono al campo, siamo i più giovani e in campo diamo tutto. Rafia ha qualità e personalità, Almqvist devastante in campo aperto”

    V ive ancora in albergo. In pieno centro. Ma solo per poco. “La casa è pronta, ci andrò prestissimo. Con la famiglia, verranno tutti qui. In questa Lecce stupenda che era bella anche quando l’ho conosciuta ai tempi in cui giocavo a Casarano e Gallipoli. Ma ora la trovo ancora più bella”. L’impatto del Lecce guidato dal tecnico Roberto D‘Aversa è stato fantastico, soprattutto in termini di punti: quattro nelle prime due partite. Con vittoria all’esordio in casa contro la Lazio, seconda nello scorso torneo, e pareggio a Firenze contro la Fiorentina finalista di Conference e di Coppa Italia. “Se guardiamo al calendario iniziale e ai punti conquistati non si può non essere soddisfatti. Lavoriamo ogni giorno per cercare di ottenere il massimo. Determinazione e cattiveria non devono mancare neppure per un minuto. E adesso c’è la Salernitana, bisogna pensare sempre e soltanto alla prossima partita. Con umiltà, innanzitutto. Certo, con un pubblico meraviglioso che ci sostiene in casa e anche fuori”. LEGGI TUTTO

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    Il Pu-Gi-Le, il nuovo modulo, la mediana più dinamica: il progetto scudetto-bis di Pioli

    Tante novità e un Diavolo all’attacco per il sogno di tornare campioni d’Italia dopo il trionfo del 21-22

    Per cucirsi la seconda stella sul petto, Stefano Pioli ha preso ago e filo e ha cominciato a lavorare al vestito del Milan. Dal mercato è arrivata stoffa pregiata, selezionata insieme ai dirigenti, e dare forma alle bozze che teneva nel cassetto è diventato più facile: in due mesi è nato un Diavolo tutto nuovo ma già convincente. Più dinamico, più fisico, più fantasioso, soprattutto vincente come lo era stato quello che due anni fa iniziava la scalata verso lo scudetto più inaspettato della sua storia. Quel Milan sussurrava la parola “scudetto” nel segreto dello spogliatoio, questo non si nasconde e lo urla al mondo: “L’obiettivo è la seconda stella, siamo più forti”, dicono Leao e Giroud. Pulisic, Reijnders e gli altri nuovi arrivati ripetono di voler vincere subito. Se due giornate sono poche per pesare la forza dei nuovi diavoli, bastano e avanzano per misurarne le ambizioni: il piano di volo di Pioli convince tutto l’equipaggio. 

    Movimento al centro—  Primo passo, cambiare per ripetersi. Perché, dopo quattro anni di 4-2-3-1, il Milan rischiava di appiattirsi su sé stesso: sempre più prevedibile per gli avversari, sempre più legato agli assoli dei singoli e troppo spesso scoperto quando a ripartire erano gli altri. Con il passaggio al 4-3-3 Pioli ha rivitalizzato prima di tutto il gioco, esaltando le caratteristiche dei nuovi centrocampisti che Furlani e Moncada gli hanno messo a disposizione. A oggi, aspettando Bennacer, Krunic è l’unico superstite della mediana scudetto, ma il cuore del Milan 2023-24 batte ugualmente forte: gli innesti di Reijnders e Loftus-Cheek hanno dato slancio al reparto, aggiungendo fisicità e movimento. Le variazioni sul tema dei terzini, poi, con Calabria e Theo sempre più mezze ali aggiunte, hanno aggiunto creatività alla manovra: la loro posizione spiazza gli avversari e libera corridoi per le incursioni di Reijnders e Loftus, un assist ciascuno. L’incubo dei tifosi a inizio mercato si è trasformato in una risorsa: il nuovo Milan ha perso Tonali ma lì in mezzo si è ritrovato ricco di soluzioni. Pesi massimi Per mettere in pratica i suoi progetti di tridente, Pioli invocava da tempo un’ala destra: ora ne ha due, Pulisic e Chukwueze, che possono ruotare a seconda di impegni, condizione, tipologia di avversario. Il nigeriano è uno scattista, ma l’americano è partito forte, troppo forte anche per lui: oggi è difficile immaginare un Milan che attacca senza Pulisic. È il primo grande successo dell’ex Chelsea, 2 gol nelle prime 2 gare come solo i big alla Shevchenko o Bierhoff. L’intesa con Leao e Giroud è già più che discreta, e da qui al derby del 16 settembre, primo faccia a faccia da seconda stella, potrà solo crescere: sul ring contro l’Inter Pioli salirà con un Pu-Gi-Le assetato di vittoria, sorretto dai chili di un centrocampo più muscolare e dalle magie e la leadership di Maignan, erede di Ibra (Pioli dixit). I ko nei derby dell’anno scorso, tra Supercoppa, A e semifinale di Champions, avevano depresso l’ambiente: stavolta la sfida si annuncia equilibrata. 

    Miglioramenti—  Questo Milan è più forte di quello dello scudetto? Troppo presto per dirlo, anche perché la corsa coinvolgerà le altre potenze della A, a partire dal Napoli campione. Per cominciare, intanto, questo Milan è più efficace di quello che lo scudetto lo esibiva sulla maglia: inquadra in media lo specchio molto di più dell’anno scorso, è più preciso nei passaggi e porta più attacchi diretti. La direzione è quella giusta, a patto che la difesa torni solida come nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Juve più giovane e meno costosa: gli effetti della cura Giuntoli

    I bianconeri si sono mossi poco sul mercato, ma hanno sistemato i conti. Con il nuovo uomo mercato risparmiati 70 milioni

    l a Juventus versione 2023-24 negli uomini non è molto diversa da quella dello scorso anno, però ha cambiato filosofia. Anche con pochissimi nomi nuovi è diventata più giovane e più sostenibile, perfettamente in linea con le indicazioni dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Ha abbassato l’età media e ridotto il monte ingaggi, concentrandosi soprattutto sulle cessioni. LEGGI TUTTO