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    Leao-Milan, svolta sul rinnovo: lo Sporting non è più un ostacolo, i dettagli

    Il risarcimento da 19,5 milioni ai portoghesi erano il problema più grande nella trattativa. Ora mancano pochi dettagli, tra cui il compenso agli agenti e la clausola, ma la volontà di restare in rossonero è forteI ragazzi dell’altro millennio sono la vera arte moderna, in questa Serie A che non smette di piangere e giocare. Rafa Leao e Nicolò Zaniolo sono nati a 22 giorni di distanza, tra giugno e luglio 1999, fanno divertire e vivono gioventù simili. Leao ora è più avanti: è più forte, ha statistiche migliori, ha giocato e segnato al Mondiale e in Champions, nei suoi alti e bassi è più compiuto. Eppure Rafa e Nicolò condividono il rapporto con il mondo: hanno un talento atletico superiore a quasi tutti i coetanei, sono diventati presto giocatori forti e hanno sperimentato gli scossoni del mercato. Per Leao, parliamone subito. LEGGI TUTTO

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    Perugia: Castori insegue un altro miracolo

    TORINO- Vuoi vedere che a Fabrizio Castori riesce un altro miracolo? Dopo mesi sconfortanti, a Perugia ora tutti ci credono. Perché con le vittorie raccolte dagli umbri nelle due ultime uscite prima della sosta (2-0 al Venezia, risultato replicato a Santo Stefano in quel di Benevento), il Perugia ha dimostrato di avere le carte in regola per salvarsi, dopo essere stato per mesi sul fondo: ora gli umbri sono a un solo punto dai playout e a tre dalla salvezza, smentendo tutti quelli che davano per spacciata la squadra di Castori, allenatore che meriterebbe più considerazione, visto che ha allenato (e vinto) in ogni categoria, che nel 2021 riportava la Salernitana in A (facendo quel che non era riuscito a blasonati colleghi) e prima ancora fu il timoniere nel miracolo Carpi, promosso in A col più basso possesso palla di tutta la B. Così va il calcio oggi, dominato nei commenti dagli adoratori del possesso palla (spesso sterile però) che rinnegano la storia del calcio italico. Che possa a lungo conservarsi sempre bene il 68enne Castori di San Severino Marche, che ci riporta alle radici del nostro football con le quali i deboli possono battere i forti, che è poi la bellezza del calcio. Già, perché non va dimenticato che, prima degli ultimi due successi, il Perugia di Castori già si era preso lo sfizio di vincere, giocando all’italiana, difesa arcigna e contropiede letale, contro la seconda e la terza forza del campionato: in casa della Reggina (segnando tre gol in inferiorità numerica…) e al Curi col Genoa di Blessin (poi esonerato, e il tecnico tedesco farebbe bene a riguardarsi quella partita per imparare bene il mestiere, invece di dare dei dilettanti ai propri giocatori, come fece dopo Perugia, i quali appena si sono liberati di lui, con Gilardino ora volano). E chissà dove potrebbe essere oggi il Perugia, senza l’infausta parentesi vissuta in stagione per quattro giornate con Silvio Baldini che raccolse solo sconfitte prima di dimettersi. Su quella parentesi che portò al temporaneo allontanamento di Castori, Santopadre, il patron del Perugia, dopo la vittoria di Benevento ha fatto un’apprezzabile e onesta autocritica: fu un errore dettato dalle alte aspettative che s’erano create dopo i risultati lusinghieri della passata stagione quando il Perugia, guidato da Massimiliano Alvini, poi passato in A alla Cremonese, conquistò i playoff all’ultima giornata, e quella era una squadra che avrebbe potuto dire la sua per la A senza arbitraggi troppo spesso penalizzanti. Ma il Perugia di quest’annata, non è inferiore a quello della passata stagione, perché chi è stato ceduto in estate è stato debitamente rimpiazzato, si trattava di avere un po’ di pazienza, considerato che nel frattempo il livello medio del campionato si è notevolmente alzato, tant’è che non sono poche le piazze prestigiose in sofferenza. Bello, infine, che a riportare la speranza a Perugia sia stato il 33enne Francesco Lisi che ha segnato tre dei quattro gol delle ultime due vittorie (e almeno due dei tre, che gol). Un bomber? Macché, un esterno sinistro che si è sempre guadagnato la pagnotta stantuffando instancabile per tutta la fascia. Prima di giungere al Perugia nel 2021, Lisi aveva fatto le cose migliori al Pisa. Rodengo Saiano, Piacenza, Como, Bisceglie, Aprilia, Rimini e Juve Stabia le sue precedenti tappe in carriera. Ora avrebbe l’età in cui s’inizia, fatalmente, a tirare i remi in barca.  E invece, con Castori, Lisi sta dando il meglio di sé, come mai prima. E pensare che in stagione, fino alla vittoria sul Venezia, quasi mai era stato titolare, finché Castori ha deciso di puntare deciso su di lui, vincendo un’altra delle sue innumerevoli scommesse.  LEGGI TUTTO

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    Lombardo: “Mi ha accolto alla Samp con un uovo in testa. Scherzi fino all'ultimo”

    Il ricordo dell’amico: “Siamo riusciti a sorridere fino alla fine, l’ultima volta il 28 dicembre. Era un fratello per me””Sono tristissimo perché Luca è molto più che un compagno e un amico. È un fratello. In queste ore terribili, mi faccio forza pensando a una cosa: con lui ho scherzato dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, ai tempi della Sampdoria, fino a uno degli ultimi, il 28 dicembre”. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Avrei voluto Vialli al Milan. Lasciò l'Italia per motivi personali”

    L’ex c.t. azzurro: “Scelse di restare alla Samp perché si sentiva in famiglia. Attraverso il calcio ha saputo regalare emozioni. E quella volta che mi ha raccontato della malattia…”Anche Vialli… No! Sono tanti ormai… Troppi! La mente mi si affolla di ricordi, rivedo i loro volti sorridenti, penso alle loro parole: Maradona, Pablito Rossi, Mihajlovic che avevo sentito una ventina di giorni prima che ci lasciasse, poi l’immenso Pelè. E adesso pure Gianluca… Il destino sembra si sia accanito sul nostro amato mondo del calcio, anche se non è giusto dire così perché il dolore è ovunque, in ogni ambiente, in ogni gruppo, in ogni famiglia. La perdita di Vialli mi dà un dispiacere enorme. Gli ho voluto bene quand’era un calciatore, un grande calciatore. E gli ho voluto ancora più bene, se possibile, quando un giorno mi prese da parte e mi raccontò che cosa gli stava capitando. LEGGI TUTTO

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    Zakaria è rinato al Chelsea, con Allegri era incompatibilità tattica

    Il Chelsea esce sconfitto nel posticipo di Premier League, andato in scena ieri sera. Il Manchester City di Pep Guardiola – non brillante com’è solito abituarci – ha trionfato per 1-0, grazie alla rete siglata da Riyad Mahrez, egregiamente servito da Jack Grealish, al 18° minuto della ripresa. Un successo che ha proiettato i Citizens a -5 dall’Arsenal capolista e che ha sprofondato, sempre più, i Blues nel baratro del centro della classifica – 10° posto con soli 25 punti -. Un momento delicato per la squadra londinese, reduce da soli 9 punti nelle ultime 10 giornate di campionato. Ma nel buio sempre più denso, una luce sta accendendo la mediana del club di Londra.ZAKARIA SI PRENDE LA SCENA – Sì perché se il momento in cui versa il Chelsea è di una difficoltà senza eguali nella storia recente, c’è chi sta tornando ad esprimere il suo calcio ad alti livelli. Denis Zakaria – acquistato in prestito la scorsa estate dalla Juventus – ha giocato una partita eccezionale nel big match di Stamford Bridge. Schierato da Potter come mediano davanti alla difesa – in un centrocampo a 2 insieme a Mateo Kovacic – il nazionale svizzero ha fornito una performance degna di nota. Rocciosa, solida dal punto di vista difensivo ed equilibrata, elegante nell’impostazione del gioco. Mobilità, fisicità, palloni recuperati a non finire, le recenti gare del classe ‘96 stanno facendo dimenticare una prima parte di stagione, in cui era stato poco considerato da Tuchel prima e da Potter poi. L’elvetico non era stato convocato per le prime gare, prima di essere lasciato stabilmente in panchina per tutti i match disputati prima della pausa per i Mondiali. Soli 139’ disputati tra la partita contro la Dinamo Zagabria – 71’ in Champions – e la sfida contro il Manchester City di Carabao Cup – 68’ -. La sosta mondiale sembra aver fatto rinascere Zakaria, meritatamente applaudito contro il Bournemouth ed elogiato dallo stesso manager dei Blues: “Ogni volta che gioca non delude. Ha fatto bene anche nella sosta durante la partita a porte chiuse contro il Brentford. Ci dà fisicità anche a centrocampo, che secondo me sarà importante”. Eppure, in passato, c’era chi non è riuscito a sfruttarne a pieno le potenzialità. LEGGI TUTTO

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    Mancini e quell'ultimo abbraccio a Vialli dieci giorni fa: “Un leone sino alla fine”

    Il c.t. in clinica da Vialli: “Era molto debole ma al riposo alternava attimi di grande lucidità. La Nazionale era sempre nei suoi pensieri: mi ha chiesto come era andato lo stage”L’ultimo abbraccio è stato il 29 dicembre. A Londra, come un anno e mezzo prima, l’11 luglio 2021. Senza il profumo dell’erba del prato di Wembley, ma con l’odore inconfondibile di una clinica. Un silenzio dove bastava sussurrare, per parlarsi. Ma in fondo Vialli e Mancini l’avevano fatto anche quella sera: erano così poche le cose da dirsi all’orecchio che bastava farlo a bassa voce. LEGGI TUTTO