consigliato per te

  • in

    Dzeko e Dimarco, l'oro di Inzaghi nasce dalle “ex” seconde linee. E ora sono insostituibili

    Il bosniaco ha cominciato la stagione come alternativa a Lautaro e Lukaku, l’esterno partiva dietro a Gosens: invece quest’asse ha pochi eguali e ha già prodotto tre reti tra campionato e Champions LeagueL’Inter riparte da lì. Dal sinistro di Dimarco e dal gol di Dzeko. Gosens e la LuLa sono in agguato, si sono avvicinati durante la sosta per i Mondiali. Ma intanto sono sempre Federico ed Edin a trascinare i nerazzurri, a tenere vivo il sogno scudetto. Simone Inzaghi era arrivato alla sosta con la vittoria a Bergamo ottenuta anche grazie al nuovo asse: palla di Dimarco dalla sinistra e gol di Dzeko per il momentaneo 2-1. LEGGI TUTTO

  • in

    Tecnico, moderno, completo e vincente: così Vialli ha cambiato il ruolo di centravanti

    Segnava ma sapeva giocare con i compagni come pochi. La specialità della casa? I gol in acrobazia È meglio un centravanti d’area di rigore o uno di manovra: un falso nove per intenderci? È meglio un centravanti agile e scattante, oppure un centravanti potente e forte? È meglio un centravanti bravo di testa, da servire con i cross, oppure uno che preferisce il gioco a terra? È meglio un centravanti boa, di quelli che fanno salire all’occorrenza il resto della squadra, oppure uno che cerca e sa sfruttare la profondità? È meglio un centravanti furbo, oppure un generoso? A tutte queste domande, vedendolo giocare, avremmo risposto facilmente: è meglio Gianluca Vialli. LEGGI TUTTO

  • in

    Cremona, “Sampdoro”, Juve e due volte azzurro: il calcio felice e acrobatico di Gianluca

    Un attaccante totale, sgrezzato da Mondonico, sbocciato a Genova e consacrato a Torino. In Nazionale accanto all’amico di sempre Mancini. Con quell’eleganza che è sempre stata la sua cifra esistenziale Lucavialli, scritto, pensato e vissuto così: tutto d’un fiato, come una corsa che si fa da ragazzini, fino all’ultima folata di vento, fino all’ultimo minuto dei suoi cinquantotto anni, maledizione, troppo presto se n’è andato. Luca Vialli, il nostro amico fragile che sei anni fa – era il 2017 – raccontò che la malattia gli si era seduta accanto, a fare ombra ai suoi giorni, a oscurarne qualsiasi ipotesi di futuro. Tumore al pancreas. L’aveva detto, così, senza infingimenti, condividendo l’ansia e le paure, con un sorriso triste che nella piega amara della bocca custodiva una sentenza. Qualche giorno fa si era sfilato dal suo ruolo di capo delegazione della Nazionale azzurra, con quell’eleganza che è sempre stata la sua cifra esistenziale, senza far rumore, sfumando in una dissolvenza che aveva il contorno di un congedo. LEGGI TUTTO

  • in

    Dall'oratorio allo scudetto, fino alla Champions: chi era Vialli in campo

    La storia di Gianluca Vialli inizia a Villa Affaitati, vicino Cremona, il castello di papà con l’erba rigogliosa. Gianfranco Vialli, imprenditore, osserva il figlio dalla torre più alta e intravede il talento. “Luca”, intanto, gioca con i fratelli e fa la radiocronaca, immaginandosi nel pantheon del calcio. I pomeriggi sono scanditi da un pallone di carta e da scarpe sporche di fango. Gianluca, ogni giorno, gioca prima in giardino e poi all’oratorio Cristo Re. Il primo a intuirne le potenzialità è Franco Cristiani, professore di italiano e allenatore dei Giovanissimi del Pizzighettone. Inizia lì. La Cremonese lo acquista per mezzo milione di lire nel 1978. LEGGI TUTTO

  • in

    Rabiot, Allegri accontentato: a gennaio resta alla Juve. Ma poi…

    Il contatto con la mamma-agente Veronique ha portato a un accordo di… congelamento pratica: a gennaio il francese non cambierà squadra. Ma un rinnovo a giugno sarà difficilissimoLa lunga storia fra la Juve e Rabiot è destinata a durare almeno altri sei mesi. Questo è infatti l’accordo nato da un contatto fra la società bianconera e la madre-agente del giocatore, Veronique Rabiot: il francese, che dal primo gennaio sarebbe libero di accordarsi con qualunque club visto che il suo contratto scade a giugno, non si muoverà da Torino e rispetterà fino al termine l’impegno preso 4 anni fa con Paratici e C. LEGGI TUTTO

  • in

    Colombo spicca il volo: “A Lecce segno anche i gol brutti”

    Tre reti nelle ultime quattro gare, alla Lazio la prima in casa: “Che effetto sentire urlare il mio nome”Dal nostro inviato Alex Frosio6 gennaio
    – lecceUn 2002 italiano con il 9 sulle spalle ha cominciato a segnare con continuità. Questa sì che è una bella notizia per iniziare il nuovo anno, anche in chiave azzurra. Nello Squid Game dei giovani attaccanti nostrani, tra infortuni, cali di forma, spazi limitati, Lorenzo Colombo sta dimostrando una promettente vena. Quattro gol in campionato, tre nelle ultime quattro partite giocate: aveva chiuso l’anno vecchio bene, ha iniziato il nuovo anche meglio, segnando il gol decisivo contro la Lazio, il primo al Via del Mare. Con una dedica speciale recapitata con la corsa sotto la tribuna. “Alla mia ragazza, Giorgia, come quello alla Samp, era venuta anche a Genova”. LEGGI TUTTO

  • in

    Cittadella: la favola sta finendo?

    TORINO – Il 4 dicembre scorso, il Cittadella viveva uno dei momenti più alti della sua storia: i veneti vincevano a Marassi in casa della corazzata Genoa, uscendo fra gli applausi del pubblico di casa. Un risultato che poteva dare una bella carica per il rush finale del girone d’andata. E invece, nelle successive quattro uscite, i granata hanno rimediato solo sconfitte, precipitando al penultimo posto, evocando una domanda: la favola del Cittadella sta finendo? Il quesito va posto perché siamo molto lontani dai risultati lusinghieri degli ultimi anni e i veneti potrebbero davvero essere alla fine di un ciclo, anche se dopo la sosta potrebbero ancora iniziare tutto un altro campionato, anche perché la classifica dice che nulla è compromesso. Tuttavia, siamo lontani da quel Cittadella che per cinque stagioni di fila si qualificò per i playoff, arrivando, nel 2019 e nel 2021, a giocarsi due finali, mancando la A per un soffio, sconfitto da altre venete, Verona e Venezia. Poi, cos’è successo? Va ricordato che già nella passata annata il Cittadella mancò i playoff, anche se la squadra mai finì in difficoltà come nell’ultimo mese. Qualcuno spiegò la cosa per l’assenza di Roberto Venturato in panchina, l’uomo dei playoff, rilevato dal suo ex vice, Edoardo Gorini, in sella anche in questa stagione. In realtà, quando si parla di Cittadella, si deve considerare l’intero modello societario, che costituisce un unicum: budget ridotto, da anni il più basso di tutta la B, squadra fondata su felici scommesse sul mercato, da sempre condotto in maniera esemplare dallo storico dg, Stefano Marchetti, l’autentico motore societario che a questa sessione potrebbe fare una mini rivoluzione. Nella passata annata,  i playoff non arrivarono anche per le tante indisponibilità in attacco. Pesò, soprattutto, lo stop per doping del nigeriano Okwonkwo, che stava facendo un’ottima stagione. E le tante defezioni in avanti sono il tema anche di questa stagione. Su tutte quella di Enrico Baldini che nel maggio 2021, in semifinale playoff, estromise il Monza di Berlusconi e Galliani segnando una tripletta. Ma una caduta come quella dell’ultimo mese non si spiega solo con le assenze in attacco. Probabilmente di mezzo c’è il livello più alto che ha raggiunto il campionato. Oggi la B vale 500 milioni, cifra superiore a tutti i tornei europei di secondo livello, a parte quello inglese, che è di un’altra categoria. La concorrenza che c’è in questa annata, con almeno 12 squadre che in estate, più o meno apertamente, puntavano alla A, si riverbera  sul rendimento del Cittadella povero ma bello che su certe cifre non può e non vuole competere. Nonostante la caduta verticale, Gorini non rischierebbe la panchina, va ricordato che il Cittadella non cambia allenatore a stagione in corso dal 1996, un unicum anche in questo. E comunque, la squadra alla ripresa ha tutto il tempo per cambiare registro. Anche perché le individualità di spicco, non mancano. Tre, su tutte. In avanti i gol, già 5, li sta facendo il trequartista Mirko Antonucci, 23 anni, prelevato dalla Roma nell’estate 2021 per 200mila euro (ora vale 1.5 milioni): è suo il gol della storica vittoria di Genova, ragazzo dotato di mezzi tecnici enormi, definitivamente sbocciato nella stagione più dura, piace a diversi club di A. E in porta, si conferma come uno dei migliori interpreti della categoria l’albanese Elhan Kastrati, 25 anni, grazie al Cittadella è arrivato  in nazionale, altra grande intuizione di Marchetti che lo prese a zero euro dopo l’estromissione del Trapani, ora vale 1.4 milioni (ma va in scadenza a giugno). Ma attenzione al terzino destro (ma anche sinistro) Tommaso Cassandro, 22 anni, 1 gol in stagione, scuola Bologna, in estate valeva 200mila euro, ora 5 volte tanto e la A bussa per lui (lo vuole il Lecce, il Cittadella dovrebbe sostituirlo col ritorno di Salvi dal Palermo, è in arrivo anche Crociata dal Sudtirol per la mediana). Riuscirà il Cittadella alla ripresa a invertire la rotta? Quel che è certo è che tanti fanno il tifo per la favola granata, non solo i loro tifosi, ma tutti quelli che apprezzano un modo diverso di fare calcio: con acume, prima che coi soldi. LEGGI TUTTO