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    Tonali segna, comanda e vince: i segreti del capitano senza fascia

    Nelle sei partite in cui ha segnato, i rossoneri hanno sempre vinto. Pioli gli ha cucito addosso compiti che gli avversari faticano a capire. E quando apre la bocca, lo fa da leaderSul web sono già iniziati consigli e timori. “Se prendesse un giallo con la Roma, risolverebbe tutti i problemi”. “È tutto già scritto: verrà ammonito con il Lecce…”. Il soggetto è Sandro Tonali e l’ambientazione va ovviamente spiegata meglio. Il problema è che Sandro è diffidato, ghigliottina che pende sulla sua testa già da qualche giornata e non lascia tranquillo nessuno. Soprattutto alla luce della sua imprescindibilità in campo. LEGGI TUTTO

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    Diamanti: “Dalle case del popolo agli juventini d’Australia. E poi boh…”

    Quarant’anni a maggio, Alino a tutto campo: “Il rigore di Euro 2012? Ricordo con più piacere Bologna-Novara. Vorrei che il Napoli vincesse lo scudetto, un popolo che se lo merita. Mancini come il mio? Mi piace Dimarco” Alino Diamanti ci arriva prima. Dribbla, anticipa la domanda o la elude con l’inglese “fifty-fifty”: “L’ho imparato per le strade, i tanti italiani qua in Australia lo apprezzano. Poi ti viene più facile perché non ti guardano male se sbagli una parola”. La sua, più che una chiacchierata, è una lezione di filosofia da primo semestre universitario: concetto, spiegazione, esempio. Non necessariamente in quest’ordine. Si parla di inglese, case del popolo, toscanismi, partite a Bologna, Dybala “e poi boh”. Poi Diamanti ti prende per mano e ti trasporta sulle montagne russe, costeggiando una punizione sotto l’incrocio in Australia e un pomeriggio-salvezza a Livorno. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi si veste da Conte: così ha dato scacco a Spalletti

    L’Inter che ha battuto la capolista a San Siro non è stata la solita. La lezione del Mondiale, il lavoro della mediana, i cambi: una vittoria ai raggi x Prima in classifica battuta e campionato riaperto. Una simile ripartenza Simone Inzaghi non solo l’ha sognata per 51 giorni, ma ha trovato il modo di disegnarla sul campo. Nonostante l’assenza di Brozovic e la pressione di dover vincere a tutti i costi per non archiviare a inizio gennaio il discorso scudetto. LEGGI TUTTO

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    Grosso: la A chiama

    TORINO – Comunque vada a finire la stagione, Fabio Grosso è destinato a diventare un allenatore da A. Il capolavoro che sta facendo col Frosinone non è certo sfuggito ai club della massima serie: anche dovesse mancare la A coi ciociari, con ogni probabilità Grosso la troverebbe in un’altra piazza pronta a puntare su di lui. Lo si è capito nei giorni scorsi, quando Angelozzi, dg del Frosinone, ha rivelato come già nella passata stagione ci fosse una richiesta dalla Serie A per lui. Ma Grosso l’aveva declinata per onorare il contratto in essere. Alla luce di quanto di buono sta facendo nella stagione di corso, col Frosinone che ha chiuso in testa il girone di andata a +3 sulla Reggina e +6 sul Genoa terzo, ovvio pensare che le sirene della A presto torneranno a farsi sentire, tanto più che Grosso è legato fino a giugno, quando chissà a che punto sarà la sua carriera, andando al passo formidabile degli ultimi mesi, potrebbe non essere semplice per il club ciociaro ottenere il rinnovo che al momento non è all’ordine del giorno. Perché non ci sono dubbi: l’eroe del Mondiale 2006 sta facendo veramente qualcosa di… Grosso. Certo, il Frosinone in B con patron Stirpe fa sempre campionati competitivi. Ma nessuno si aspettava che potesse mettersi alle spalle tutte le squadre, in una annata dove la concorrenza per la A si annunciava micidiale e con ben altre società che partivano in pole position. Anche perché le premesse non sembravano ottimali, la scorsa stagione non s’era chiusa benissimo per il Frosinone con Grosso in panchina: il piazzamento ai playoff era sfumato all’ultima giornata, scalzato dall’8° posto da un Perugia che appariva sulla carta inferiore. Ma da quella delusione, tutta la piazza ha saputo ripartire più forte. E qui entra in gioco il lavoro, davvero notevole, di chi guida il Frosinone. La squadra in estate è stata rifondata da zero, ogni volta nell’undici di partenza Grosso schiera non più di due, massimo tre elementi della passata annata. Eppure, fin dall’estate la squadra gioca a memoria, producendo non solo punti ma anche il miglior calcio della B, con la difesa meno battuta del campionato, al passivo solo 11 gol, tanti come le volte che il Frosinone non ha incassato reti (altro primato del campionato). Il modulo di riferimento resta il 4-3-3 ma Grosso si concede spesso divagazioni, non solo a partita in corso. E i suoi cambi sono i più decisivi del campionato, anche così si va in testa alla B, peraltro senza neanche godere di un rigore a favore. Inoltre, a differenza delle altre concorrenti che prevalentemente si affidano a un consolidato undici di base, Grosso sfrutta al meglio l’ampia rosa che gli ha messo a disposizione Angelozzi, autore di un mercato poco strombazzato ma di fatto perfetto. Un fattore che in primavera potrebbe rivelarsi determinante: le dirette concorrenti potrebbero arrivarci con i titolari più stanchi di quelli del Frosinone che al dunque della stagione dovrebbe avere una migliore condizione fisica dei singoli. Resta il fatto che Grosso è salito di livello, sia nelle idee tattiche che nella gestione del gruppo. Fino allo scorso giugno, non godeva di buona stampa, si sottolineavano i tre esoneri di fila patiti prima di sbarcare a marzo 2021 a Frosinone. La differenza, probabilmente, l’ha fatta anche il rapporto strettissimo che intercorre fra Grosso e Angelozzi: si conoscono da oltre 20 anni, l’attuale dg dei ciociari lo lanciò da giocatore, pescandolo nei dilettanti, verso quella carriera che ha fatto la fortuna dell’Italia. Quasi due anni fa, quando Angelozzi si trovò a dover sostituire Nesta sulla panchina del Frosinone, logico che pensasse a lui. La società l’ha saputo tutelare al meglio, dandogli il tempo di crescere come allenatore, facendogli avere sempre le condizioni ideali per lavorare. E così, il 2023 si annuncia, sia per Frosinone che per Grosso, come l’anno del raccolto. Per entrambi, la A, non dev’essere un tabù. E il Grosso attuale si merita un’altra chance nella massima serie, dopo avervi debuttato da allenatore nel Brescia, quando rilevò per poche giornate Corini, ma Cellino, come suo costume, lo scaricò presto. Stavolta potrebbe essere tutta un’altra storia per lui, con o senza il Frosinone. LEGGI TUTTO

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    Zero gol subiti da ottobre: così la difesa ha svoltato la stagione Juve

    Dalla sosta di fine settembre Allegri ha preso gol solo in casa del Milan. E blindando la porta ha svoltato il rendimento in trasferta. Non solo grazie alla crescente intesa del reparto Le sette vittorie di fila sono l’unica cosa che conta, parafrasando noti motti della casa. Solo la marcia inarrestabile fin qui del Napoli ha circoscritto l’avvicinamento alla vetta, ma rispetto a tutte le altre la Juventus ha messo la freccia da metà ottobre in poi, con decisione. Fissati i capisaldi, resta impressionante il dato tecnico: altrettante, sette di fila, sono le partite senza gol subiti. LEGGI TUTTO