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    Gol e condizione, ora Kean è l'uomo in più. Per il presente e il futuro…nella Juve

    L’azzurro è ripartito alla Continassa da dove era rimasto, dai cinque gol in cinque partite prima della sosta. Senza rinforzi dal mercato e con Vlahovic acciaccato, è lui la soluzione per Allegri. Anche per lanciare il suo messaggio in vista del riscatto dall’Everton La pubalgia di Dusan Vlahovic preoccupa, in attesa che i prossimi giorni chiariscano il successo della strategia adottata. Già a prescindere dai chiari di luna societari, nuovi acquisti non erano previsti per l’attacco della Juventus: i veri innesti davanti arriveranno dall’infermeria, Chiesa e Di Maria, con ragionevoli incognite legate rispettivamente al rodaggio (vedi lo stop di questi giorni dell’azzurro) e postumi mondiali. Ma un vero e proprio nuovo acquisto rispetto a inizio stagione per il reparto offensivo di Allegri è il Moise Kean visto nell’ultimo mese prima della sosta. Che da lì è ripartito alla ripresa degli allenamenti. LEGGI TUTTO

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    Parisi: “Papà, gioco per te. Ora salvo l’Empoli, poi una big”

    L’esterno dell’Empoli tra il ricordo del passato e le prospettive future: “La maglia dell’Avellino per me valeva più dei soldi. Capuano mi ha aiutato tanto. I miei modelli? Theo, Roberto Carlos, Jordi Alba”Fabiano Parisi va veloce, e non solo in campo. Brucia sullo scatto le categorie come gli avversari: dai dilettanti alla Serie A in un baleno, un salto triplo riuscito talmente bene da essere già un uomo mercato. L’Empoli si conferma una squadra che non solo sa creare giovani ma li sa pescare. Parisi, chiamato a raccontarsi, si conferma un ragazzo con le idee molto chiare: “Il sogno è sempre stato quello di diventare calciatore. Certo, il mio non è stato un percorso breve né facile. Però ci ho sempre creduto e il primo che ci credeva era mio padre”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Reggina-Inter ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    REGGIO CALABRIA -Sfida in famiglia tra Pippo e Simone Inzaghi al Granillo di Reggio Calabria, una sorta di regalo di Natale che il presidente della Reggina Cardona ha voluto fare i suoi tifosi. Questo test però serve molto all’Inter per prepararsi al rientro in campionato e per valutare le condizioni di Lukaku, desideroso di tornare in campo dopo le incredibili delusioni del Mondiale.Guarda la gallerySorpresa Inter, sulle maglie nuovo sponsor
    Dove vedere Reggina-Inter: streaming e diretta tv
    La partita tra Reggina e Inter si gioca alle 18 al Granillo di Reggio Calabria e sarà visibile (previo pagamento di 3,49 euro) sulla piattaforma streaming Recast.
    Reggina-Inter: probabili formazioni
    REGGINA (4-3-3): Colombi; Bouah, Loiacono, Camporese, Di Chiara; Lombardi, Majer, Fabbian; Ricci, Gori, Rivas. All.: Filippo Inzaghi.
    INTER (3-5-1-1): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni; Bellanova, Barella, Calhanoglu, Gagliardini, Dimarco; Mkhitaryan; Lukaku. All.: Simone Inzaghi.
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    Il lento addio di capitan Handanovic: lui e l’Inter si guardano intorno

    Il contratto del portiere scade a giugno, e tutto porta alla fine del matrimonio coi nerazzurri. E poi? Lui pensa a cosa fare, Marotta e Ausilio hanno già sondato tre nomi Tempi di scelte e decisioni per il futuro della porta nerazzurra. Se il passaggio di consegne tra i pali si è di fatto già consumato con la promozione a titolare di André Onana dopo la breve alternanza di inizio stagione, adesso si tratta di capire quale sarà il destino di Samir Handanovic, il cui contratto scadrà a fine giugno. LEGGI TUTTO

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    Mignani, un doriano sulla strada del Genoa

    TORINO – Sulla strada del Genoa rilanciato da Alberto Gilardino, c’è un genovese di origini sampdoriane, Michele Mignani, l’allenatore del Bari che a Santo Stefano vive un derby personale ospitando il Grifone alle 20.30, ultima giornata del girone d’andata e del 2022, poi la B riprenderà a metà gennaio. E di certo ci sarà anche il Bari, che riabbraccia Cheddira di ritorno dai Mondiali, fra le protagonisti del 2023. I pugliesi sono la miglior neopromossa, affiancano il Genoa al terzo posto, posizione difesa e mantenuta durante l’assenza in Qatar dell’italo-marocchino, capocannoniere del Bari e della B. A dimostrazione che Mignani, debuttante come Gilardino su una panchina di B, ci sa fare. Del resto, da giocatore può fregiarsi del titolo di Campione d’Italia. Eh sì, perché il genovese Mignani, figlio di un tecnico delle giovanili blucerchiate, debuttava in Serie A il 13 gennaio 1991, in Lecce-Sampdoria 1-0 subentrando, su ordine di Vujadin Boskov, a un quarto d’ora dalla fine, a un certo Umberto Calcagno, quel giorno anche lui all’esordio, da due anni è il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Mignani all’epoca prometteva bene ma quella era la Samp scudetto, da talento della Primavera ebbe solo quell’apparizione in prima squadra in una giornata in cui Boskov aveva gli uomini contatissimi. A maggio i blucerchiati avrebbero vinto il loro unico tricolore al quale il Genoa rispose col 4° posto e il piazzamento Uefa, era il magico 1991, l’anno più felice nella storia delle due genovesi. Per Mignani, classe 1972, quella di Lecce sarebbe rimasta la sua unica apparizione in blucerchiato, con qualche rimpianto. Poi, ha girato parecchio l’Italia, era un buon libero, G.B. Fabbri che lo lanciò nella Spal diceva che Mignani era “un piccolo Baresi”. Raccolse 6 presenze in un’Under 21 in cui giocavano anche Vieri e Panucci. Carriera da giocatore non di primo piano, forse immeritatamente, viste le premesse: Spal, Monza, Pistoiese, Siena (dove resta dieci anni, salvo una breve parentesi al Castel di Sangro), Triestina, Grosseto e Poggibonsi le tappe della sua carriera da atleta. Poi c’è quella da allenatore, iniziata nelle giovanili del Siena e poi passata per Olbia, ancora Siena e Modena, prima di imporsi al Bari dove alla soglia dei 50 anni, s’è regalato il ritorno in B dei pugliesi. Promozione non scontata: certo, il club dei De Laurentiis era il più forte del Girone C della Serie C, ma lo era anche nelle due precedenti annate quando, con budget superiori, il Bari non era riuscito a risalire in B. Ma dalla scorsa stagione, c’è un buon “manico” in panchina: Mignani, già nel 2019 fu ad un passo dall’ottenere la promozione in B, col Siena, ma affrontò la finale playoff persa dal Cosenza, con una squadra profondamente falcidiata. Andava tenuto d’occhio insomma, come un allenatore emergente. Mignani potrebbe essere una sorta di nuovo Attilio Tesser (a cui somiglia anche nel profilo mediatico contenuto): 4-3-1-2 dinamico e ficcante, verticalità e pochi fronzoli, tant’è che il suo Bari è la squadra che ha perso di meno (2 volte) e pareggiato di più (9) ma col miglior attacco assieme alla Reggina (29 gol segnati), con due acuti: il 6-2 al Brescia e il 4-1 al Modena, con due gol realizzati in inferiorità numerica. A Santo Stefano sarà un bel confronto con Alberto Gilardino, di dieci anni più giovane, come Mignani al debutto nella categoria ma solo da tre giornate in cui ha raccolto 7 punti. Chi la vince si mette alle spalle l’altro, sapendo che cosa avrà fatto la Reggina, impegnata nel pomeriggio ad Ascoli, con la speranza di eventualmente agganciarla in zona Serie A. LEGGI TUTTO

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    Quanto perde il Milan senza Maignan, il portiere che produce punti

    In campionato sono (almeno) sette. Tra Serie A e Champions, le sue parate decisive sono valse quanto un golEravamo rimasti al Monza. Esatto, 22 ottobre, data in cui il Milan sfidava Berlusconi e Galliani, e data in cui fra i pali si sarebbe dovuto rivedere Maignan. Due mesi dopo, siamo ancora in attesa e il mondo rossonero freme perché Mike è più di un semplice portiere. LEGGI TUTTO

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    “Nel bilancio non so cosa abbiano messo”. Juve, la versione di Chiellini con i pm

    La testimonianza dell’ex capitano davanti ai magistrati inquirenti: “Tutti sapevamo che il comunicato sui 90 milioni di rinuncia sarebbe stato diverso dagli accordi”In attesa che il gup fissi l’udienza preliminare, che in ogni caso non sarà prima di febbraio (la data verrà svelata tra Natale e Capodanno), l’inchiesta Prisma della Procura di Torino sui conti della Juventus continua a far parlare di sé. Tra gli atti dell’indagine, condotta dai pm Ciro Santoriello, Mario Bendoni e dall’aggiunto Marco Gianoglio, emerge il contenuto integrale della testimonianza di Giorgio Chiellini, ascoltato dai magistrati lo scorso 4 aprile. LEGGI TUTTO