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    Elkann, un piano in 5 punti per la nuova Juve

    Dalla sostenibilità al cuore italiano, dalla squadra femminile alla ricostruzione, i nodi del nuovo corso bianconeroJohn Elkann ha consegnato la Juve nelle mani di due uomini di fiducia. Il neo presidente Gianluca Ferrero e il direttore generale Maurizio Scanavino non hanno esperienza nel mondo dello sport ma – secondo il numero uno di Exor – sono i riferimenti migliori per trasmettere serenità a tutto l’ambiente bianconero in un momento così delicato. A livello tecnico, non si vuole stravolgere il progetto ereditato dal vecchio management, anzi la scelta di campo è caratterizzata proprio dalla continuità e ha solo un riferimento chiave: Max Allegri. Proviamo a sintetizzare in cinque punti la Juve che vuole la proprietà del club. LEGGI TUTTO

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    Pjanic: “Che effetto l'addio di Agnelli! Ma adesso Max compatterà la Juve”

    L’ex bianconero e il ribaltone: “Vedremo la squadra come reagirà. Chi è rimasto in società saprà trovare le parole giuste. Da gennaio un campionato con più pressione, ma Max sa come si fa”È stato un fulmine a ciel sereno anche per Miralem Pjanic. L’ex regista della Juventus, attualmente protagonista negli Emirati con lo Sharjah, dieci giorni fa aveva incontrato Andrea Agnelli ad Abu Dhabi. Eppure anche lui è rimasto sorpreso dal ribaltone bianconero di lunedì, con tanto di dimissioni del presidente e di tutto il Cda. LEGGI TUTTO

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    La rincorsa di Longo al Como

    TORINO – La risalita non è semplice ma piano piano il Como di Moreno Longo prova a uscire dalla zona retrocessione. L’ex tecnico di Torino e Alessandria è in sella dalla 7ª giornata. Aveva ereditato una squadra che nelle prime 6 uscite aveva raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti pareggi. Con lui sono arrivati 11 punti in 8 partite, cioè ora il Como viaggia alla media di 1.37 punti a gara. Non male, viste le premesse, di questo passo la salvezza può arrivare, anche se la situazione sul fondo della classifica è molto incerta. Nelle altre annate, a questo punto della stagione, le indiziate di retrocessione c’erano già. Adesso, con tante big trovatesi nella zona calda, è impossibile pronosticare chi finirà in C. Certo, il Como avrebbe un organico in grado di raddrizzare una stagione iniziata male, complice i problemi di salute che avevano afflitto il tecnico Giacomo Gattuso, andato in panchina solo alla prima giornata e poi rilevato dal vice Guidetti. La società, per non mancare di rispetto a Gattuso, che è una bandiera lariana, lo ha aspettato il più possibile, sperando fino all’ultimo che potesse tornare in sella. Ma quando si è insediato Longo, la situazione si era parecchio incancrenita. Il suo stesso esordio (ko per 3-1 a Cosenza) metteva qualche brivido. Poi gradualmente la squadra si è assestata, ha vinto 3 partite di fila in casa e ora è terzultima, con le carte in regola per uscire dalla zona retrocessione. Al mercato di gennaio il club dei fratelli Hartono (la proprietà più ricca d’Italia), potrà aggiustare la rosa, servirebbe nuova linfa in ogni reparto. Anche se già la scorsa estate non erano mancati gli sforzi per provare a essere protagonisti in B dopo la salvezza agevole della passata stagione, quando il Como era una matricola. Tuttavia, per una ragione o per un’altra, i tanti nomi illustri sbarcati sul Lario, finora sono molto al di sotto delle aspettative. Non solo la stella Fabregas, giunto in ritardo di condizione e che finora ha lavorato per raggiungere il livello dei compagni. Anche da nomi del calibro di Cutrone, Baselli, Mancuso, Faragò, Da Riva, Binks e Vigorito era lecito attendersi di più. Ma nulla è perduto, visto quanto è corta la classifica, quel che conta è che ora la squadra si sia rimessa in linea di galleggiamento, in attesa di fare quel salto di qualità che le permetta di uscire dalle sabbie mobili della classifica. Domenica alle 15, il Como sarà di scena ad Ascoli, campo non certo semplice ma bisogna invertire la rotta soprattutto in trasferta, dove finora sono arrivati solo 2 punti, discorso che vale anche per la gara successiva, la sera dell’8 dicembre a Palermo. Poi, l’11 dicembre, i lariani ospiteranno la Reggina (che pur seconda in classifica, qualche rovescio in trasferta l’ha vissuto). Il 18 altra trasferta a Terni e chiusura del girone d’andata a Santo Stefano in casa col Cittadella. Dunque, in 5 uscite, di cui solo 2 in casa, il Como dovrà mettere insieme almeno 8 punti, in modo di arrivare al giro di boa a una quota che consenta loro nel girone di ritorno di mettere in sicurezza una stagione natta sotto una cattiva stella. Ma dalla quale ci si può risollevare, perché i mezzi ci sono tutti. LEGGI TUTTO

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    Zielinski: “La Polonia ha qualità, ora deve mostrarla. Napoli? Possiamo scrivere la storia”

    Il fantasista: “In nazionale dobbiamo tener palla come in azzurro. E sfruttare tutte le nostre qualità”Dal nostro inviato G.B. Olivero2 dicembre
    – Doha (Qatar)All’una di notte, nella pancia del 974 Stadium, Piotr Zielinski è tanto stanco quanto gentile. La zona mista è spesso un raccoglitore di banalità assortite, due frasi e via, sono contento, sono dispiaciuto, ciao ciao. Piotr, invece, è un ragazzo disponibile e, dopo la sconfitta con l’Argentina che però non ha pregiudicato la qualificazione della Polonia agli ottavi, si è fermato a lungo a parlare. Nonostante i crampi: “Capita che mi stanchi, ma i crampi… quelli non mi vengono mai. E la cosa mi dà fastidio e mi preoccupa. È stata una sensazione strana, adesso ho tre giorni per mettermi a posto prima della sfida con la Francia”. LEGGI TUTTO

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    Eto’o padre padrone del Camerun: dai convocati al caso Onana, decide tutto lui

    Song come ct, la lista dei convocati, le esclusioni per lesa maestà, i discorsi in spogliatoio: l’ex bomber dell’Inter gestisce i Leoni come faceva un presidente di Serie A degli anni 80dal nostro inviato Filippo Maria Ricci2 dicembre
    – Doha (Qat)Il presidente Samuel Eto’o ama visitare lo spogliatoio del Camerun. Del resto, l’ha frequentato a lungo. E poi l’attuale inquilino, Rigobert Song, è in quella casa perché ce l’ha messo l’amministratore Eto’o. Che in febbraio dopo che Toni Conceiçao aveva perso, ai rigori, la semifinale di Coppa d’Africa giocata proprio in Camerun l’ha licenziato sostituendolo col suo amico di vecchia data. Brava persona Song, tornato alla vita e al calcio quando un aneurisma sembrava se lo fosse portato via. Allenatore con esperienza assai relativa, ma per quello c’è il presidente. LEGGI TUTTO

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    Il calcio dà, ma riceve poco in cambio: ogni 18 euro di tasse, solo uno torna al sistema

    La Figc presenta il Bilancio integrato 2021: 30 milioni di tifosi, 4 milioni e mezzo di praticanti, ma c’è un calo fra i giovani Anche se l’era Covid ha piazzato diversi segni meno sulle sue cifre, quello italiano resta un calcio di grandi numeri. E fornisce un contributo prezioso alle entrate fiscali dello Stato. E così oltre ai 30 milioni di tifosi – il 72,5% della popolazione maschile e il 38,9 di quella femminile, il segmento anagrafico più coinvolto è quello fra i 25 e i 34 anni – e ai 4,6 milioni di praticanti, colpiscono anche altri dati, soprattutto quei 18,3 euro che ritornano allo Stato per ogni euro dato al sistema calcio attraverso la quota parte dei finanziamenti pubblici allo sport. LEGGI TUTTO

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    Plusvalenze Juve, la telefonata di Elkann ad Agnelli: “Si sono allargati”

    John, che non è indagato, parla con il cugino delle plusvalenze e della direzione sportiva. Dalle intercettazioni verrebbero fuori anche “partnership” sospette con altre societàThe show must go on. Quattro giorni dopo il terremoto che ha sconvolto la Juventus, il vecchio cda bianconero si riunirà in regime di “prorogatio” per approvare la bozza del nuovo bilancio 2021-22. Intanto ieri per Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene, che lunedì si sono dimessi dalle rispettive cariche di presidente, vice e amministratore delegato della Juventus, la Procura di Torino ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Prisma, che indaga sui conti del club bianconero dal 2018 al 2021. LEGGI TUTTO

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    Quella delega a Paratici e l'asticella che si alza: com’è finita l’era Agnelli

    Come ha fatto a rompersi un giocattolo che sembrava indistruttibile? Perché un’era di così grande successo si è conclusa in un modo così inglorioso? Viaggio nella crisi, tra bilanci e governance Come ha fatto la Juventus a rompere un giocattolo che pareva indistruttibile? Com’è possibile che una delle ere di maggior successo nella storia del calcio italiano si sia conclusa così ingloriosamente? In attesa dell’esito delle inchieste, le dimissioni in massa del cda consegnano agli archivi la presidenza di Andrea Agnelli e inducono a riflettere su una gestione che, negli ultimi anni, ha perso il tocco magico e ha commesso errori su errori, con un effetto domino dirompente. LEGGI TUTTO