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    Chi lascia, chi resta, chi è in bilico: il punto sui rinnovi dell'Inter, giocatore per giocatore

    Skriniar è ovviamente l’urgenza della dirigenza nerazzurra, ma Marotta si occuperà di tutti i casi, uno alla volta, visto che ci sono ben 9 calciatori in scadenza di contrattoMilan Skriniar innanzitutto, poi gli altri. Secondo Giuseppe Marotta, “tutti i calciatori in scadenza meriterebbero il rinnovo del contratto”. Però, poi, ecco la precisazione che tutto muove nel tema dei prolungamenti: “Le logiche del mercato, tuttavia, non ci consentono di procedere in quella direzione”. Le situazioni dei nove giocatori in scadenza sono quindi diverse l’una dall’altra e ognuno ha una differente prospettiva di permanenza o addio. LEGGI TUTTO

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    Il duello è stato il passaggio di consegne: Rabiot ai saluti, Juve tutto su Milinkovic

    Pochissime le possibilità di rinnovo del francese dopo l’impennata di rendimento, l’ovazione dello Stadium riscalda il corteggiamento per il serbo da tempo nel mirino. Auspicando che la volontà del giocatore faccia la differenza Con il Mondiale alle porte e le voci di mercato sempre più insistenti sul loro conto, Rabiot e Milinkovic Savic avevano davvero tanti motivi per non disattendere l’ultimo appuntamento del 2022 in Serie A. In parte, uno dei due lo ha fatto: pur essendo il principale osservato speciale della serata. Al di là del 3-0 netto, infatti, il serbo della Lazio ha deluso le aspettative con una prestazione opaca, compromessa da un grave errore sulla prima rete bianconera: sulla festa di Kean c’è stato proprio il contributo di Rabiot, abile a sottrarre il pallone al suo possibile erede. LEGGI TUTTO

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    Pochi gol, stenti e infortuni: gli sfortunati 18 mesi interisti di Correa

    L’addio al Mondiale del Tucu è soltanto l’ultimo episodio di una carriera che sta vivendo momenti complessi: il pupillo di Inzaghi non è ancora esploso e con l’Argentina era alla ricerca del riscattoNel giorno delle visite mediche, il 25 agosto dello scorso anno, i tifosi dell’Inter gli avevano chiesto la seconda stella. “Portacela, Tucu”. Due giorni dopo Correa esordiva a Verona con l’ingresso al 74′ e regalava tre punti ai suoi con una doppietta: colpo di testa e sinistro all’angolino. Tutta la panchina ad abbracciarlo vicino alla bandierina, anche Simone Inzaghi. L’uomo che lo ha voluto a tutti i costi, lo ha aspettato, ci ha creduto sempre. Ma l’argentino, al netto di un impatto show e di qualche lampo qua e là, non ha inciso. LEGGI TUTTO

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    Bari, Frattali e Polverino biancorossi fino al 2024

    BARI – Giornata di rinnovi in casa Bari per i portieri Frattali e Polverino. Lo ha comunicato il club biancorosso con una nota sui propri canali societari.
    La nota del Bari
    “SSC Bari rende noto di aver trovato l’accordo per il prolungamento, fino al giugno 2024, dei rapporti che legano i portieri Pierluigi Frattali ed Emanuele Polverino alla Società di via Torrebella. Il nostro ‘Gigi’, al quarto anno in biancorosso ed ormai prossimo alle 100 presenze con i ‘galletti’, è stato uno dei protagonisti assoluti della cavalcata vincente della passata stagione, un vero e proprio muro vivente su cui si sono infrante spesso le speranze di rimonta delle dirette concorrenti. Emanuele Polverino, detto il ‘cinese’, è invece stato una delle più piacevoli sorprese della scorsa stagione subentrando in un momento tanto delicato quanto decisivo del torneo; parate determinanti, un solo gol preso nelle 7 gare giocate, è di certo stato uno dei fattori determinanti per la vittoria finale. Grazie ragazzi, andiamo avanti insieme!”.
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    Incredibile a Brescia, il CdA chiede il ritorno di Cellino!

    BRESCIA – Si è riunito oggi il consiglio di amministrazione del Brescia, all’indomani delle dimissioni di Massimo Cellino dalla carica di presidente delle Rondinelle. Nel corso della riunione, a quanto si apprende da una nota apparsa sul sito ufficiale del Brescia, “Tutti i consiglieri presenti all’unanimità hanno poi ritenuto opportuno richiedere al Dott. Massimo Cellino la disponibilità ad essere nuovamente nominato nella carica e hanno all’uopo conferito mandato al dott. Stefano Midolo e al dott. Luigi Micheli. Il consiglio di amministrazione si riunirà nuovamente il 29.11.2022”. LEGGI TUTTO

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    Stankovic: “Samp, mai pensato di lasciare. Finora non ci ha sfondati nessuno…”

    L’allenatore serbo pronto a volare in Turchia per il ritiro dei blucerchiati: “Il mio scudetto sarà rimanere in Serie A. E gli stipendi qui vengono regolarmente pagati”Cogliete l’attimo. Questo dirà ai suoi ragazzi sampdoriani: “Dovete svegliare il leone che è in voi in questa lotta per la sopravvivenza”. Dejan Stankovic non conosce la paura, anche se per risalire la corrente bisognerà prima di tutto stare bene con se stessi. LEGGI TUTTO

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    Papà Pafundi: “Piedi a terra, testa bassa, poca paura. Vi racconto Simone”

    Il padre del baby azzurro, napoletano a Udine per il lavoro ed ex calciatore: “ I paragoni con i grandi? Deve allenarsi bene e crescere ancora. E poi c’è anche la scuola…” Un’emozione indescrivibile. Ecco come Salvatore Pafundi ha descritto l’esordio di mercoledì in Nazionale del figlio Simone, il primo 2006 a indossare la maglia azzurra grazie al coraggio e all’intuizione di Roberto Mancini. “Non ero allo stadio a Tirana – ha raccontato in esclusiva a gazzetta.it -, ma a casa, sul divano insieme a mia moglie Luisa e all’altro mio figlio Andrea (due anni più grande di Simone, ndr). Non volevo credere ai miei occhi”. LEGGI TUTTO

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    Genoa, cosa c'è che non va

    TORINO – Quest’estate non c’erano dubbi: il Genoa appariva per tutti, tifosi e addetti ai lavori, come la prima favorita per la promozione in A. Dopo 13 giornate però, si trova a -7 dalla capolista Frosinone e a -2 dalla Reggina .Situazione non ancora compromessa, tuttavia, anzi, ancora risolvibile, nonostante lo scoramento degli ultimi tempi. Perché tante cose non vanno, la squadra non sta esprimendo tutto il suo enorme potenziale, appena intravisto prima della crisi delle ultime tre uscite. La sconfitta in casa della Reggina di due turni fa, ha fatto finire la luna di miele fra la piazza e il tecnico tedesco Alexander Blessin. Quando si retrocede, il primo che si cambia è sempre l’allenatore. Non al Genoa, sceso in B non per i demeriti di Blessin che, arrivato a gennaio a Genova, aveva dato un’identità alla squadra e una media punti che, fosse arrivato prima, avrebbe permesso ai rossoblù di restare in A. Dunque a giugno, quando si decise per la conferma, quasi nessuno esprimeva perplessità su herr Blessin che all’epoca godeva di un certo consenso. La proprietà dei 777 Partners gli ha fornito una rosa col chiaro intento di dominare la B e magari entusiasmare anche, con diversi elementi che erano giunti già a gennaio in A che nella seconda serie avrebbero dovuto fare la differenza. Questo dominio non s’è (quasi) mai visto. Certo, soprattutto in trasferta, il Genoa era un rullo compressore. Ma, a parte lo 0-2 in casa Spal, vinceva sempre di misura e senza mai particolarmente entusiasmare. Insomma, i problemi c’erano anche prima del ko di Reggio Calabria, solo che l’ottima classifica li teneva nascosti come la cenere sotto il tappeto. Per dire, la brillantezza vista con Blessin in certe partite di A della passata stagione, anche contro le più grandi squadre d’Italia, in B spesso non è pervenuta. A livello tattico poi, Blessin non ha ancora trovato il miglior utilizzo possibile del bomber Coda, capocannoniere delle ultime due edizioni della B, con 42 gol totali: è vero, è a quota 6 reti, ma solo 2 su azione, gli altri sono rigori trasformati. Nelle ultime 3 uscite, in cui il Genoa ha raccolto 2 punti (e continua a deludere a Marassi dove ne ha fatti appena 8 e ha vinto una sola volta), la squadra ha anche perso quella quadratura d’inizio stagione che in qualche modo faceva la differenza: ora i reparti sono allungati, c’è meno corsa, poche idee e confuse, scarsa la verticalità, il gioco sulle fasce latita e i cambi spesso fanno discutere. Dopo l’1-1 interno col Como di domenica scorsa, Blessin si è arrampicato sugli specchi per spiegare il momento no. Intanto ha precisato che per lui il Genoa non è la squadra più forte della B (“io non l’ho mai detto”, ha dichiarato), uscita che è parsa come una mancata assunzione delle proprie responsabilità: chiunque segua un minimo la B, da mesi sostiene il contrario. Poi, ha lasciato assai perplessi il suo rimpianto per l’assenza di Ekuban, vittima di un brutto infortunio. Ma si parla di un attaccante che, in un anno a Genova, ha segnato un gol in A e uno in B. “Meritiamo di più”, era il coro salito dal Ferraris dopo la deludente partita col Como (che fuori casa prima aveva raccolto un solo punto), un coro che appare come la sintesi migliore del momento. Certo, qualche responsabilità andrebbe ascritta anche alla società. Lo slogan coniato per la B, “only one year”, solo un anno di seconda serie, sta rivelandosi un pesante fardello. Prima di partorirlo, non guastava andare a rivedere gli storici problemi che hanno le retrocesse dalla A. Un anno fa, il Parma era considerato esattamente come il Genoa di questa stagione e nella passata annata a loro è andata malissimo. Per ritrovare una retrocessa capace di risalire l’anno dopo in A, bisogna tornare al 2018, quando riuscì all’Empoli, che svoltò quando fece subentrare Andreazzoli, la cui ombra ora si proietta su Blessin. Insomma la corazzata Genoa, nonostante l’entusiasmo unico offerto da una tifoseria speciale, finora non è riuscita a calarsi al meglio in quella realtà durissima che è la B. Perché non si torna in A per diritto divino ma spremendosi al massimo in ogni partita. E, infine, si sta rivelando un errore aver ceduto in estate Caso al Frosinone, come Tuttosport, in solitudine, scrisse al momento della cessione. Nel Genoa attuale, nessuno inventa qualcosa, salta l’uomo, dà uno strappo. I ciociari invece, hanno costruito il loro primato il classifica anche grazie al genio di Caso che dopo essere esploso la scorsa stagione a Cosenza meritava più considerazione da parte del Genoa, visto che aveva anche fatto uno stage in azzurro con Mancini. Bastava tenerselo, schierarlo a supporto di Coda assieme a Gudmundsson (la miglior versione dell’islandese, non quella delle ultime uscite), uno a sinistra e l’altro a destra, e con ogni probabilità era tutta un’altra storia. Chissà, con lui in rossoblù, forse Frosinone e Genoa si sarebbero scambiate l’attuale posizione in classifica. LEGGI TUTTO