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    Milan, i 1000 giorni dell'Ibra bis. Tra 36 gol, uno scudetto e l’attesa di rientrare…

    La cifra tonda è dalla seconda firma in rossonero. Smettere? “Non voglio stare sul divano a fumarmi il sigaro come tanti altri…” Forse qualcuno gliel’ha già buttata lì, all’improvviso. “Ibra, ma lo sai che oggi tocchi un’altra cifra tonda?”. “In che senso?”. “Mille giorni fa hai firmato per la seconda volta con il Milan”. E il pensiero andrà lì, al 2 gennaio 2020, prima della pandemia, dei tre mesi senza calcio, delle doppiette in giro per l’Italia, dello scudetto, delle frasi a effetto e anche del lungo stop, non il primo di una carriera che finirà proprio com’è iniziata: lottando. LEGGI TUTTO

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    Né con Sacchi, né con il Trap: due eretici scelsero la terza via…

    Sul finire degli anni 80 la polarizzazione uomo-zona viene superata da un modulo ibrido oggi diventato di uso comune. I pionieri? Il Genoa dell’Osvaldo e il Parma di Nevio Esiste sempre un’altra possibilità, una soluzione alternativa, una scappatoia, un specie di sentiero che conduce alla felicità. Il destino ci domina, questo è vero, ma ci lascia la libertà di esplorare. Il discorso vale per la vita e, di conseguenza, per il calcio che ne è spesso lo specchio. Sul finire degli anni Ottanta si giocava in due modi: “a zona” o “a uomo”. Pareva che non ci potessero essere deviazioni sull’argomento. LEGGI TUTTO

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    Sessant’anni di Rijkaard, il gigante buono. Ha portato il Milan in cima al mondo

    Non solo l’epopea in rossonero, l’olandese silenzioso si è confermato vincente anche in panchina: da allenatore è stato lui a lanciare Messi Franklin Edmundo Rijkaard compie 60 anni. È in pensione da quando ne aveva 51. “Non voglio più lavorare nel calcio”, disse dopo aver lasciato la nazionale dell’Arabia Saudita. E nemmeno parlare di calcio, di Olanda, di Milan, Barcellona, Messi, allenatori e tattiche varie. Stop, basta. Solo qualche foto ricordo con i suoi vecchi amici, Gullit e Van Basten. Un selfie veloce, un sorriso stracco e via. LEGGI TUTTO

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    Chi è Evan Ndicka, il nuovo Abidal che ha fatto le fortune dell'Eintracht

    Il difensore centrale classe ’99 è nel mirino della Juve per il mercato di gennaio. A Francoforte è in scadenza, costa 10 milioni ed è reduce da una stagione molto positivaConsapevolezza, che impedisce di affrettare i tempi e di fare il passo più lungo della gamba. Evan Ndicka ora si sente pronto, ora sa di esserlo. Il francese classe 1999 che dal 2018 è in forza all’Eintracht di Francoforte, ha sempre avuto le idee chiare in tal senso. Al punto che nell’estate del 2018 ha rifiutato le offerte di Manchester City e Liverpool per accettare quella del club tedesco. “Qui so che giocherò di più e per me conta quello”, spiegò al canale ufficiale dell’Eintracht. LEGGI TUTTO

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    I muscoli in campo, l’umanità come modulo: storia di un gigante che risolveva problemi

    Brera gli coniò quel soprannome dannunziano che gli calzava a pennello: figlio dell’Italia del dopoguerra, capitano dell’Inter prima che divenisse Grande, specialista in promozioni. A suo modo, un big del nostro calcio Si portava addosso un nome pesantissimo con leggerezza e un pizzico di vanità. Gianni Brera gli aveva appiccicato il nomignolo “Maciste”, proprio come l’eroe forzuto immaginato da Gabriele D’Annunzio sulla scorta dei miti greci, e lui ne era fiero, perché avere un soprannome significava essere qualcuno, distinguersi dalla massa. LEGGI TUTTO

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    Attento Genoa: la Spal corre

    TORINO – Sabato, fischio d’inizio alle 14, il Genoa, da quasi tutti considerato la prima favorita per la A, nonostante si trovi a -4 da Reggina e Brescia in vetta, fa visita alla Spal. E sarà un test molto utile a capire quanto veramente vale, sul campo, lo squadrone di cui dispone Blessin. Nei giorni scorsi, la società ha mandato un messaggio preciso ad allenatore e squadra: il Genoa ha la rosa più forte ma ora bisogna dimostrarlo, ha fatto sapere in sintesi la 777Partners. Come dire, dopo il rodaggio iniziale, non sono più concessi passaggi a vuoto (come a Palermo due turni fa) e magari nemmeno vittorie non del tutto convincenti. La Spal però, non sembra la squadra più adatta per mettere in mostra tutte le proprie potenzialità, finora solo parzialmente espresse. Si parla poco di questa Spal quasi rifondata in estate da Tacopina, ma è in crescita costante. All’esordio, aveva steccato in casa contro la Reggina (1-3), risultato che aveva riproposto i fantasmi della passata stagione, quando i ferraresi si salvarono solo alla penultima giornata. Ma poi, nelle successive cinque uscite, la Spal ha trovato una sua identità e infatti non ha più perso, ha sempre vinto in casa e pareggiato fuori, mettendo insieme una promettente striscia positiva, seconda solo a quella del Bari che è ancora imbattuto. Non solo, al Mazza di Ferrara, è già caduta l’altra grande favorita per la A, il Cagliari (1-0). Questo perché Venturato sta plasmando una squadra tignosa, ben rinforzata in estate, non ci sarebbe da stupirsi se a fine stagione agguantasse un piazzamento playoff. Anche perché dimostra di avere carattere: nei pareggi ottenuti a Bari e Como (2-2 e 3-3), i ferraresi non si sono disuniti quando sono andati sotto, conquistando pari preziosi, soprattutto quello del San Nicola, quando erano in svantaggio di due reti, non è da tutti una rimonta simile nello stadio cattedrale dei pugliesi. Davanti, La Mantia, l’acquisto più importante, timbra con regolarità (4 centri) e a Como s’è pure sbloccato il partner Moncini. In mezzo, brilla Esposito (di nuovo convocato da Mancini dopo la chiamata di giugno), anche lui a segno contro i lariani. E Maistro, già a 2 gol, potrebbe essere alla stagione della definitiva consacrazione da trequartista atipico. Al mercato sono arrivati altri elementi di un certo spessore come Valzania, Proia e Fiordaliso che consentono a Venturato, l’uomo delle annate miracolose al Cittadella, di avere più scelta e fare rotazioni. Insomma, si ha la sensazione che il Genoa, se dalla ripresa intende veramente cambiare marcia, sulla sua strada troverà subito un ostacolo tutt’altro che semplice. Blessin, durante la sosta, nell’amichevole vinta contro il Monaco, ha provato un assetto più offensivo negli interpreti, con l’obiettivo che si sblocchi il bomber Coda, capocannoniere della B nelle ultime due stagioni (con 42 gol complessivi) ma nel Genoa fermo a una rete segnata su rigore. Già nell’1-0 sul Modena di prima della sosta, il tecnico tedesco è tornato al 4-2-3-1 visto con lui già in A e sarà importante il rientro dell’islandese Gudmundsson, sempre fra i più vivaci, a cui in Appello è stata ridotta la squalifica di tre turni che aveva rimediato nel finale col Parma. Il Genoa non segna molto, solo 7 reti (la Reggina prima ne ha fatti il doppio), ed è la squadra che va meno in gol di quelle dei piani alti. Un po’ pochino per essere la prima favorita per la A. Ma la B comunque, spesso concede, a squadre non partite in maniera brillante, di venire fuori nei mesi successivi. E a Ferrara, in uno stadio Mazza reso sempre caldo dalla focosa tifoseria di casa, ci sarà  una folta rappresentanza genoana sugli spalti, coi 1490 biglietti del settore ospiti andati esauriti con largo anticipo. Poi, il 18 ottobre, Genoa e Spal si affronteranno di nuovo, a Marassi, nel 2° turno di Coppa Italia. LEGGI TUTTO

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    Verdi: “Verona fa rinascere quelli nel mio ruolo. E io ci metterò la fantasia giusta”

    L’attaccante in prestito dal Torino: “Questo è il posto giusto, voglio ricreare la stagione di Bologna. Napoli? Ecco perché andò male…”Dal nostro inviato Fabio Bianchi28 settembre
    – MilanoCogli l’attimo, Simone, anzi l’anno. I bei tempi di Bologna, con annessa conquista dell’azzurro, sembravano non tornare più. Poi è arrivato il 2022, l’ottimo finale di stagione con la Salernitana, le nozze con Laura e ora il Verona. Nella sede del club, Verdi osserva le maglie dei grandi che sono passati da qui e dice: “Spero un giorno di vedere appesa anche la mia, sarei in buona compagnia”. LEGGI TUTTO