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    Inter, Dimarco salta il Manchester City: in Champions out per infortunio

    Nella trasferta di Monza non sono arrivati i 3 punti e neanche qualche prestazione individuale. Nell’Inter compassata e con poca qualità vista in Brianza all’appello mancano tante cose rispetto alla squadra che prima della pausa per le Nazionali aveva dominato con l’Atalanta. È mancato ritmo, incisività e la prestazione di qualche giocatore fondamentale come Thuram o Lautaro o in difesa il miglior Pavard. In una serata di rotazioni non eccessive gente come Calhanoglu e Barella è mancata come il pane e l’affaticamento ai flessori della coscia destra priverà Inzaghi anche di un giocatore come Dimarco per la prima grande trasferta europea.

    Le difficoltà di Lautaro Martinez
    Thuram che ha già segnato 4 gol, ha giocato la prima partita di campionato senza incidere. Fino alla sfida con il Monza aveva realizzato una doppietta con il Genoa, rigore procurato con il Lecce e doppietta con l’Atalanta. Ma è soprattutto Lautaro Martinez a mancare all’appello. Senza preparazione estiva ed amichevoli ed una condizione fisica non ottimale il capitano dell’Inter non riesce a fare la differenza come spesso è capitato nella stagione scorsa: 1 gol, quello con il Frosinone lo scorso 10 maggo, nelle ultime 12 partite giocate in campionato dal Toro tra questa stagione e la scorsa. Un affaticamento agli adduttori poi gli aveva fatto saltare la gara con il Lecce. Adesso la sfida con Haaland e in generale il confronto/rivincita contro il Manchester City dovrà regalargli tensione e motivazioni giuste per ritrovare quell’incisivita e quei gol di cui l’Inter ha estremamente bisogno. LEGGI TUTTO

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    Champions League, come stanno le avversarie delle italiane

    Ad Anfield c’era da affrontare il dopo Klopp e Arne Slot, fin qui, sta convincendo. C’è da dire che i reds arrivano al big match di San Siro dopo una sconfitta (1-0 in casa contro il Nottingham Forest): il primo ko e anche il primo gol subito stagionale. Nelle altre partite sono arrivate tre vittorie, molto convincenti, con altrettanti clean-sheet (tra cui il sonoro 3-0 rifilato ai rivali del Man United). Slot ha cambiato, ma non stravolto, la mentalità di un gruppo che ha in Chiesa l’unico colpo dell’estate: dal 433 si è passati al 4231 con un gioco, ora, molto più concentrato sul possesso palla.

    Ipswich-Liverpool 0-2
    Liverpool-Brentford 2-0
    Man United-Liverpool 0-3
    Liverpool-Nottingham Forest 0-1 LEGGI TUTTO

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    Pagelle Torino: Milinkovic è ancora decisivo, Masina sempre in affanno

    Vojvoda ng Al 18’ si accascia per un problema muscolare alla coscia sinistra ed è costretto a uscire. Walukiewicz (20’ pt) 6 All’esordio con il Toro non demerita: piace in particolare la disposizione al sacrificio che segue all’infortunio di Coco.
    Coco 6.5 Dà vita al duello più intrigante della partita battagliando senza riserve con Krstovic. Si infortuna nell’ultimo quarto d’ora della gara, quando Vanoli ha già effettuato le cinque sostituzioni: stringe i denti e continua a dare il suo contributo anche se evidentemente limitato dal problema muscolare.
    Masina 5 In costante difficoltà: Krstovic lo salta da fermo (il tiro che segue termina a un soffio dalla porta di Vanja), ma anche quando c’è da vedersela in velocità per lo più viene superato. Raramente, nel Toro, lo si è visto andare così in apnea.
    Pedersen 5 Bocciarlo dopo una sola apparizione sarebbe assurdo, però l’esterno norvegese deve crescere sotto ogni punto di vista: tatticamente è spesso fuori posizione, e tanti sono anche gli errori tecnici. Sosa (1’ st) 5.5 Non è ancora al meglio, ma un paio di ripiegamenti difensivi, oltreché importanti per frenare il Lecce, ne denotano una crescita atletica.
    Ricci 6 Osservandolo nel riscaldamento si intuisce come abbia il bruciante desiderio di mettere a disposizione dei compagni l’entusiasmo accumulato giocando e vincendo con l’Italia. Il suo slancio viene però frenato dal contesto: assai complesso accendersi, nel sonnecchiante e ben poco propositivo Toro visto ieri. Detto questo, l’azzurro è comunque uno tra i pochi a mantenere una buona intensità dall’inizio alla fine.
    Linetty 5.5 Si sa, se c’è da mettere la gamba non si tira indietro, però non riesce ad andare oltre un’interdizione oltretutto non sempre efficace. Tameze (17’ st) 5.5 Gara in linea a quella del compagno che sostituisce, priva di quella verve che da subentrato dovrebbe invece animarlo.
    Ilic 5 Ci risiamo: pare catapultato in campo da Marte, e da una zona di Marte dove la corsa è bandita. Al 5’ centra un bel pallone in area (Ricci anticipa il meglio posizionato Adams e indirizza alto), dopodiché non ne azzecca più una. Gineitis (29’ st) 5.5 Mezzo voto in più perché ha poco tempo a disposizione e perché torna da un infortunio.
    Lazaro 6 Forse perché responsabilizzato dalla cessione di Bellanova, sta di fatto che per personalità e resa è altro giocatore rispetto a quello dello scorso campionato, anche se brilla meno rispetto alle prime tre giornate.
    Adams 5 Nel primo tempo non punge, ma prova a infastidire la linea difensiva leccese. Nella ripresa si eclissa.
    Zapata 5 Questa volta non ha forza emotiva né fisica per trascinare i compagni. Sarà interessante verificarne la voglia di rivalsa fin da Verona. Karamoh (29’ st) 5.5 Tenta un paio di allunghi che non portano pericoli alla difesa giallorossa.
    All. Vanoli 5.5 Perde il confronto tattico con Gotti. Sfortunato, ma pure non previdente, nel momento in cui Coco si infortuna dopo che i cinque cambi sono stati fatti. LEGGI TUTTO

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    Parma-Udinese, Pecchia: “Keita è pronto. Chi gioca? Chichizola, Coulibaly…”

    Parma-Udinese, parla Pecchia
    Così il tecnico dei ducali in sala stampa: “Dopo la sosta giochiamo anche in un posticipo, il che allunga l’attesa. Abbiamo avuto qualche giorno in più, ma c’è voglia di tornare in campo. Dopo la partita di Napoli c’è quel misto di delusione e consapevolezza di aver fatto una gran bella prestazione”. Sulla gara contro l’Udinese: “Ha una precisa fisionomia nel fare calcio. Ha vissuto momento diversi rispetto a Milan e Napoli negli anni scorsi, ma quest’anno è partita davvero bene: forse è la regina di quest’avvio. Squadra fisica con un allenatore che in breve tempo ha dato identità”.
    Contro i friulani sarà un primo scontro diretto, anche se è prematuro definirlo così: “L’Udinese è da trent’anni in Serie A. Ha un atteggiamento molto aggressivo, ma il nostro modo di giocare non deve cambiare, allo stesso tempo deve adeguarsi a quello che troveremo sul campo”.
    Ha poi aggiunto: “In palio ci sono i tre punti, non deve cambiare il nostro atteggiamento e il nostro stile. In casa o fuori casa lavoriamo portando avanti i nostri principi, non troveremo una squadra chiusa, vogliono fare la partita, starci addosso, potrà aprirsi come i precedenti”.
    Keita è a disposizione, ci sarà spazio per lui dal primo minuto? “Su Keita posso dire che è in buone condizioni, già dal suo arrivo. E’ un ragazzo sveglio, il suo carattere lo aiuterà a gara in corso. Può essere della partita, dall’inizio o a gara in corso. Per i nazionali le partite sono state impegnative, bisogna valutare e fare molta attenzione, la partita inizia in un modo ma si finisce in un altro”. Mentre per Chichizola sarà la prima da titolare. C’è stato bisogno di motivarlo? “L’ho baciato (ride, ndr). Leo lavora sempre alla grande, c’è poco da dire, io sottolineo l’importanza del gruppo. Non è la quantità ma la qualità dei minuti giocati”.
    Chi giocherà domani? “Chichizola e Coulibaly più altri nove”. Sull’esclusione di Cyprien: “Ci ha dato molto l’anno scorso, è stata una risorsa fondamentale. Sono scelte societarie”.
    Pecchia: “Parma sorpresa del campionato? Vedremo…”
    Sono in molti a concordare sugli emiliani come la squadra sorpresa di questo campionato. Cosa ne pensa Pecchia? “Il nostro obiettivo è chiaro, il cammino deve essere quello, ma dobbiamo giocare rimanendo noi stessi, giocando in modo verticale. La gente si diverte, noi vogliamo vincere giocando in quel modo. Per quanto tempo riusciremo? Lo vedremo”.
    Spesso risulta fondamentale avere un gruppo di italiani nello spogliatoio, ma per l’allenatore gialloblu il discorso è differente: “Ne abbiamo già parlato. È come dire che abbiamo bisogno di esperienza. Siamo un gruppo multiculturale e multietnico. La nostra strada è chiara, cerchiamo di raggiungere i risultati in questo modo”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Genoa-Roma ore 12.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Genoa-Roma: streaming e diretta tv
    L’incontro tra le formazioni di Gilardino e De Rossi è in programma domenica 15 settembre alle ore 12.30 presso il Luigi Ferraris di Genova. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma Dazn e in tv sul canale Sky Zona Dazn 1 (214).
    Segui la diretta di Genoa-Roma su Tuttosport.com
    Genoa-Roma: le probabili formazioni
    GENOA (3-5-2): Gollini; De Winter, Bani, Vasquez; Sabelli, Frendrup, Badelj, Malinovskyi, Martin; Vitinha, Pinamonti. Allenatore: Gilardino.
    A disposizione: Leali, Sommariva, Vogliacco, Matturro, Bohinen, Thorsby, Ekhator, Ahanor, Accornero, Masini, Ekuban, Marcandalli.
    Indisponibili: Ankeye, Messias, Miretti, Norton Cuffy, Zanoli.
    Squalificati: nessuno.
    Diffidati: nessuno.
    ROMA (3-5-2): Svilar; Ndicka, Hermoso, Mancini; Angelino, Baldanzi, Cristante, Koné, Celik; Dovbyk, Dybala. Allenatore: De Rossi.
    A disposizione: Ryan, Marin, Hummels, Abudlhamid, Dahl, Sangaré, Paredes, Pisilli, Pellegrini, Saelemaekers, Shomurodov, El Shaarawy, Soulé.
    Indisponibili: Le Fee, Zalewski.
    Squalificati: nessuno.
    Diffidati: nessuno.
    Arbitro: Giua (Olbia). Assistenti: Cecconi-Zingarelli. Quarto Ufficiale: Massimi. Var: Gariglio. Ass.Var: Di Paolo.
    Genoa-Roma: scopri tutte le quote. LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Lecce ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Torino-Lecce: streaming e diretta tv
    L’incontro tra le formazioni di Vanoli e Gotti è in programma domenica 15 settembre alle ore 15 presso lo Stadio Olimpico Grande Torino. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma Dazn e in tv sul canale Sky Zona Dazn 2 (215).
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    Torino-Lecce: le probabili formazioni
    TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic; Masina, Coco, Vojvoda; Lazaro, Ilic, Linetty, Ricci, Pedersen; Zapata, Adams. Allenatore: Vanoli.
    A disposizione: Paleari, Donnarumma, Walukiewicz, Maripan, Bianay Balcot, Sosa, Dembelé, Tameze, Gineitis, Ciammaglichella, Karamoh, Sanabria, Njie. 
    Indisponibili: Schuurs, Vlasic.
    Squalificati: nessuno.
    Diffidati: nessuno.
    LECCE (4-2-3-1): Falcone; Gallo, Baschirotto, Gaspar, Guilbert; Pierret, Ramadani; Morente, Oudin, Pierotti, Krstovic. Allenatore: Gotti.
    A disposizione: Fruchtl, Samooja, Borbei, Pelmard, Jean, Bonifazi, Berisha, Rafia, Coulibaly, Marchwinski, Helgason, McJannet, Rebic.
    Indisponibili: Banda, Kaba, Sansone.
    Squalificati: Dorgu.
    Diffidati: nessuno.
    Arbitro: Colombo (Como). Assistenti: Mastrodonato-Di Giacinto. Quarto Ufficiale: Rutella. Var: Guida. Ass.Var: Paganessi. LEGGI TUTTO

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    “Il Toro può lottare per l’Europa. Coco, la sua valutazione tra due anni…”

    «Ho ancora addosso l’adrenalina del mercato. È stata un’estate molto complicata e faticosa. Ci siamo salvati solo a fine stagione, poi subito dopo ho dovuto lavorare per la conferma di Gotti. Quindi le trattative per dargli la rosa giusta. Si è alzata molto l’asticella della lotta per evitare la retrocessione. È stato un mercato duro, estenuante, complesso». Ma a 74 anni lei continua a vivere una primavera dopo l’altra: è ammirevole per come mescola competenza e passione. «Da leccese quale sono, di Vernole, lavorare per la mia terra, per il Salento e i salentini mi dà una carica pazzesca e mi fa stare bene. Il Salento ha un milione di persone legate visceralmente al Lecce. La squadra coincide con l’identità del territorio e di un popolo. Per me, per il presidente, per tutti noi non deludere le aspettative dei tifosi è un’esigenza quasi sacra. Il senso di appartenenza è condiviso. Per noi significa responsabilità maggiori. Ma anche gli stimoli sono più grandi». Sua moglie le chiede ancora quando smetterà? «No, si è arresa. Tutte le mattine mi alzo con una voglia pazzesca. E lei sa cosa desidero». Ovvero? «Il mio sogno è morire in pista come i cavalli di razza». Parliamo di vita, Pantaleo! «Mia moglie me lo ripete sempre: credevo di aver sposato un sottufficiale, ma appena due giorni dopo il matrimonio lasciavi l’Aeronautica Militare e diventavi il ds della squadra del tuo paese in Terza categoria. Ed è vero, eh! A febbraio festeggeremo i 50 anni di matrimonio, ma anche di carriera. Dal Vernole alla Champions. Oltre mille partite da ds dalla Terza categoria alla B. E nel corso di questo campionato arriverò a 700 gare in A, di cui 300 nel Lecce tra il mio primo e il secondo ciclo, dopo Bologna e Fiorentina. In testa ho una cosa sola: la terza salvezza di fila. Sarebbe un record nella storia del Lecce». E le ambizioni di Sticchi Damiani? È facile lavorare con lui? «La domanda deve essere posta così: come mi trovo a lavorare con lui? Bene, benissimo. Mi supporta e mi sopporta. Portiamo la stessa bandiera, per noi il Salento è bellezza. Anche gli altri soci del club sono tutti figli di territorio come noi due. Siamo un laboratorio di idee condivise. Saverio è molto ambizioso, ma la realtà ci obbliga anche a stare coi piedi per terra. Ancor oggi lo ringrazio per l’opportunità che mi ha dato di tornare a Lecce, 4 anni fa. Il presidente ha un senso di appartenenza fin viscerale per il territorio. Ogni volta raddoppia gli impegni e i sacrifici per far crescere il Lecce, per migliorare le strutture e dare continuità. E lo facciamo con una sana gestione attraverso un modello di calcio sostenibile, grazie al mercato. Restando tra le squadre più giovani del campionato. Il presidente ha molto a cuore anche la realizzazione del nuovo centro sportivo per la prima squadra e il vivaio: tra poco inizieranno i lavori, sarà un gioiellino. Anche i miglioramenti dello stadio appartengono a questa prospettiva progettuale del presidente». Ma poi arriva un giorno, dopo il flop agli Europei, in cui Gravina vi accusa indirettamente per i troppi stranieri in Primavera… «Sembrava che il male del calcio fossimo noi! Assurdo! La nostra sana programmazione sia per il vivaio che per la prima squadra ci ha portato dalla B alla A e a rivincere lo scudetto Primavera, come nel mio primo ciclo. Mi ribolle ancora il sangue davanti a certe critiche ingiuste e irrispettose». Anche il Torino è stracolmo di stranieri. Idem altri club, ovviamente. Costano di meno, si sa, se non li vai a prendere nei campionati europei più importanti. «In base alle disponibilità che hai, devi cercare la qualità anche lontano nei mercati meno cari. Rischi di più nelle scelte, ma a costi inferiori. Quanti club italiani possono andare a fare acquisti in Premier, oggi? Non c’è altra scelta, in specie per i club mediopiccoli. E chi trova giovani talenti in campionati poco conosciuti deve essere applaudito per la bravura, non scambiato per il male del calcio italiano». Fiuto, conoscenze, scoperte e colpi sul mercato, garantendo quel calcio sostenibile di cui sopra: il suo marchio di fabbrica. Per dire: 1,6 milioni spesi per acquistare Pongracic, Gendrey e Blin, poi venduti per 26,5 milioni, quest’estate. «E io vi domando: con un milione e mezzo quanti talenti già formati avrei potuto acquistare in Italia? Esco da un’estate di fuoco con 12 operazioni in entrata e 19 in uscita. E con l’avvio di un ciclo tutto nuovo in Primavera: come sapete, sono il responsabile anche di quel mercato». Contratto biennale per Gotti. «La dimostrazione di quanto il presidente e io crediamo nelle sue qualità: moltissimo! E la sua mano si è di nuovo vista nell’ultima vittoria sul Cagliari: una prova fin eroica, in 10 per tutto il secondo tempo. Si è vista una squadra ben plasmata e che anche quest’anno ha una voglia enorme di sorprendere. E col Toro vogliamo rivederla, quella voglia: un’altra bella prestazione, insomma». Da quali giocatori si attende nuovi salti in alto? E poi c’è Rebic… «Falcone, Baschirotto, Dorgu, Berisha, Ramadani, Gallo e via dicendo sono già seguiti anche da grandi club. E come vedete ci sono anche degli italiani… Rebic, a 30 anni, ha scelto il Lecce per ritrovare motivazioni forti e tornare il giocatore che si laureò vicecampione del mondo e vinse lo scudetto col Milan. Confidiamo di aver trovato un giocatore importante che può darci una grande mano». A Gotti ha detto: «Dimmi con che modulo vuoi giocare e io ti trovo i giocatori adatti». Detto, fatto. Come nel Toro, promesse a parte… «Colgo sarcasmo». Coglie bene. «Scusate, ma io guardo al mio Lecce e per rispetto non commento mai il lavoro degli altri. E poi Cairo ha la mia stima, lo sapete». Gli ha parlato di recente? «Di recente no, ma tempo fa mi telefonò per farmi i complimenti per come facciamo calcio a Lecce. Un bel gesto, affettuoso». È di nuovo contestato, Cairo. «Io posso solo dire che mi dispiace per lui, conoscendolo. Ma, ripeto, guardo in casa mia, non altrove. So che la contestazione è scoppiata perché ha venduto giocatori importanti, ma a volte le società sono obbligate a fare così per il bene della squadra e dei bilanci, di fronte a giocatori che aspirano ad altri stipendi e ad altre ambizioni. È un problema, un dato di fatto che condiziona un po’ tutti i club, a livelli diversi. Nessuno vorrebbe vendere i propri giocatori migliori, dai… Ma ormai con la sperequazione economica che c’è, alcune cessioni sono quasi inevitabili. Quando Cairo tenne a forza certi giocatori, poi l’ha pagata. Parliamo delle belle operazioni fatte dal Toro in entrata? Innanzi tutto Vanoli: ha una tale esperienza internazionale che gli ha permesso di non far notare a nessuno il fatto che fosse all’esordio in A. Visto da fuori, sta lavorando benissimo. Esattamente come Gotti, ha conoscenze, carisma, cultura del lavoro, eclettismo tattico ed è anche una persona schietta e perbene. Il Toro ha cominciato benissimo il campionato per merito del nuovo tecnico, ma anche grazie alle belle operazioni realizzate dalla società. Difatti può anche lottare per l’Europa, con Vanoli e la rosa ben congegnata e completa che ha. Vendere bene, trovare ogni volta nuovi talenti a basso prezzo e fare anche risultato sul prato è la mia vita, ma direi che questo modello di calcio sostenibile è anche il metodo che sta seguendo il Torino di Cairo, ovviamente a un livello ben più alto. Uno come Coco, per esempio, subito partito alla grande, dopo due buoni anni in A potrebbe valere anche 25 o 30 milioni, cioè il triplo o il quadruplo di quanto è costato. O Adams, preso gratis: se si mette a segnare un po’ di gol pure in Italia, può valere anche 20 milioni, tra un po’». LEGGI TUTTO