consigliato per te

  • in

    Torino bianconera, dove si vive la Juve. Nicolussi Caviglia: Tutti alla festa

    TORINO – Nel giorno che attende la festa bianconera, Torino si presenta vestita d’estate. Il sole illumina Via Roma e riscalda il Principi di Piemonte, sede in passato dei raduni prepartita bianconeri ma anche di ritrovi pre-ritiro estivo, oltre che abituale appuntamento per le squadre avversarie e sede privilegiata di incontri tra dirigenti, Marotta in testa. Via Roma e Marotta, era la Juve anche di Dybala, che abitò qui nei primi tempi bianconeri.

    Pogba, gelato amaro. Quei pranzi pre Champions

    Da Via Roma a Piazza San Carlo, da Dybala a Pogba: la Gelateria Biraghi ultimo freschissimo e rarissimo avvistamento del Polpo, alle prese con la delicatissima decisione su come gestire la vicenda doping. Il Caffè Torino e i tavolini in piazza di Stratta e del Caffè San Carlo sono altri abituali luoghi di ritrovo dei calciatori bianconeri. Attorno spunta anche un po’ di Toro con Vagnati e Moretti di ritorno da una partita a Padel per lasciarsi dietro le scorie post derby. Piazza Carignano è subito adiacente, Museo Egizio da una parte e Farmacia e Ristorante del Cambio dall’altra: posti favoriti per colazioni, pranzi alla vigilia di Champions e di sera per cene di classe e lontano da occhi indiscreti. LEGGI TUTTO

  • in

    Vlahovic, piano per Milan-Juve: quando può tornare ad allenarsi in gruppo

    Era nell’aria, ora è ufficiale: Dusan Vlahovic per le prossime due settimane penserà soltanto al Milan e alla sfida di domenica 22 ottobre a San Siro, quando la Juve scenderà sul campo dei rossoneri per provare a portarsi a un solo punto dall’attuale capolista. Missione difficile in ogni caso, ma che lo sarebbe un po’ meno se Massimiliano Allegri potesse schierare in avanti la sua coppia migliore, quella composta proprio da DV9 e da Federico Chiesa, entrambi assenti nel derby (e sostituiti comunque bene da Arek Milik e Moise Kean).
    Juve, il punto su Chiesa e Vlahovic in vista del Milan
    L’azzurro sarà valutato nei prossimi giorni in Nazionale e se l’affaticamento a un adduttore che gli ha fatto saltare il Torino dovesse comportare dei rischi non giocherebbe. Il suo recupero per il Milan comunque, salvo nuove complicazioni, è pressoché certo. Meno certezze ci sono riguardo a Vlahovic e il fatto stesso che, mentre l’azzurro è a Coverciano, il serbo dopo un consulto tra gli staff medici sia stato escluso dai convocati di Stojkovic per le sfide con Ungheria e Montenegro, indica che la sua lombalgia è più complicata da smaltire dell’affaticamento del compagno.
    Vlahovic, ruggito derby: “Leone in gabbia ma Torino è ancora bianconera” LEGGI TUTTO

  • in

    Maignan e Zangrillo: furioso botta e risposta dopo Genoa-Milan

    “Sono qui per invocare rispetto per i 35.000 che erano presenti allo stadio. Si sta rovinando il calcio. Quando non c’è la ragionevole certezza noi soccombiamo sempre. Ormai è così da tempo. Mi hanno spiegato che quando non c’è certezza è sovrana la prima decisione dell’arbitro, quindi io mi inchino. Ma chissà come mai siamo sempre in questa situazione. L’entrata di Maignan? Da medico la definisco assassina, ma fa niente. Va bene così. Il mondo del calcio è sempre più iniquo: la fanno da padrone sempre gli stessi. Vediamo quante giornate danno a Maignan. Quando c’è Davide contro Golia, in questo mondo vince sempre Golia… Basta fare gli ipocriti, lo sappiamo tutti. Quello che abbiamo visto stasera è chiaro”. Al termine di Genoa-Milan, match vinto dai rossoneri in extremis e tra le polemiche, il presidente dei rossoblù Alberto Zangrillo si era lasciato andare ad un durissimo sfogo, tanto contro l’arbitraggio quanto con il portiere francese, reo di un’entrata pericolosa costatagli il cartellino rosso. La risposta, però, non si è fatta attendere…
    La replica di Maignan
    “Zangrillo! Le parole hanno un significato – esordisce Mike Maignan in una storia Instagram -. Quello che è successo ieri è stato un atto d’azzardo, forse un atto d’azzardo deplorevole, ma in nessun caso un ‘assassinio’. Ti auguro il meglio per il futuro e spero che tu non debba mai sperimentare ciò di cui mi hai accusato”. Parole fortissime, che hanno trovato il sostegno del club di appartenenza, il Milan, che sul medesimo social network aggiunge: “Mike Maignan, chi ti conosce sa bene quanto tu sia un esempio di sportività e serietà dentro e fuori dal campo. Siamo tutti al tuo fianco”. LEGGI TUTTO

  • in

    Mourinho, la Roma, il romanismo, le vittorie e tanto altro

    TORINO – Appuntamento con la seconda parte della terza puntata di Federico Buffa Talks, la produzione originale targata Sky Sport, dedicata a José Mourinho. Federico Buffa e Federico Ferri, direttore responsabile Sky Sport, proseguono l’intervista con l’allenatore portoghese sulla Terrazza del Cinema Barberini. La seconda parte è in onda da domani, alle 19.30 su Sky Sport Uno e in streaming su NOW (disponibile on demand e in 4k).
    Tra episodi, volti e luoghi che hanno segnato il percorso di vita e sportivo di Mourinho, il viaggio tocca, in questa parte, una delle sue tappe più appassionanti: il Triplete, conquistato con l’Inter nel 2010. Un gruppo, un’impresa, di cui Mourinho sottolinea un aspetto fondamentale, l’altruismo: «Questi ragazzi – ricorda Mourinho – erano straordinari, un gruppo di altissimo livello. Ovviamente, quando vinci un triplete è una cosa storica, fantastica, possibile solo grazie a questo senso di gruppo. Io dico sempre che non ho mai visto una panchina così dal punto di vista umano. Un gigante, gigante nel senso della sua carriera, come Toldo, stava in panchina. Ivan Cordoba stava in panchina, il campione del mondo Materazzi stava in panchina. Dejan Stankovic tante volte stava in panchina. Questa gente, bisogna essere veramente gente di squadra per avere questa empatia collettiva». La narrazione del personaggio Mourinho prosegue non senza toccare la scelta di lasciare Milano, nonostante il rapporto con la famiglia Moratti, per andare al Real Madrid, con cui in tre anni vincerà una Liga, una Coppa del Re e una Supercoppa spagnola. In questo percorso, assume un ruolo centrale il suo modo di gestire i giocatori e lo spogliatoio e di vivere le piazze allenate, fino ad arrivare a Roma.«Io personalmente – spiega Federico Buffa – non credevo potesse tornare in Italia. Però questa città deve avere qualcosa di speciale… ricordo che Liedholm vinse lo scudetto col Milan della stella e disse: “Non mi interessa più, io vado a Roma”. Ed era una grande Roma, quella con Bruno Conti, Paolo Roberto Falcao. Questo posto è abbastanza magnetico, non tanto per la storia della città, ma proprio per il club. Lo stadio adesso è sempre pieno. La gente, dopo che tu la porti di nuovo in Europa a giocare per alzare una coppa, cambia la percezione che ha di sé stessa e dell’ambiente».
    Mourinho e il ritorno in Italia
    «La Roma – racconta Mourinho – è arrivata con un discorso che mi è piaciuto, ed è stata la proprietà che mi ha fatto venire. Dopo, quando sono arrivato e ho imparato a conoscere il romanismo, ho imparato a conoscere tutti i loro dubbi, ho imparato a conoscere tutte le loro frustrazioni e ho cercato di entrarci dentro. Mi piace il romanismo. Mi piace il romanista puro, mi piace il romanista della strada. Quando sono in panchina e guardo alla destra all’Olimpico mi emoziono ancora». Eppure, nonostante questo seguito appassionato, viene il dubbio che l’allenatore, come dice Federico Ferri, in fondo sia un uomo solo. «Calcisticamente parlando – spiega il portoghese – quando vinci hai difficoltà a camminare, perché c’è una quantità enorme di gente. Quando perdi sei un uomo solo. Questa è la mia esperienza di più di vent’anni, che mi fa pensare e mi fa sentire così».  A metà tra storie di calcio e filosofia di vita, questo viaggio in compagnia di José Mourinho porterà a disegnarne un ritratto intimo e anticonvenzionale, rivelando curiosità divertenti e aspetti inconsueti. La seconda parte della terza puntata di “Federico Buffa Talks” sarà disponibile da domani, martedì 10 ottobre, su Sky Sport Uno e in streaming su NOW, per la prima volta anche in 4k, introdotto da Massimo Oldani, splendida voce storica di Radio Capital. La prima parte è disponibile on demand. LEGGI TUTTO

  • in

    Cairo e il ko nel derby con la Juve: “Molto deluso. Juric? Fiducia totale”

    È ancora tanta la delusione in casa Torino dopo la sconfitta patita nel derby dell’Allianz Stadium contro la Juventus. I granata sono usciti sconfitti per 2-0, ma a lasciare l’amaro in bocca è stata soprattutto la prestazione dei ragazzi di Ivan Juric. Un malcontento che non ha nascosto Urbaino Cairo, presidente del Torino, due giorni dopo il ko, ribadendo comunque la fiducia nei confronti del proprio tecnico.
    Cairo: “Deluso, ma ho fiducia in Juric”
    Così il presidente granata a margine della presentazione della partenza del Giro d’Italia: “La partita non ci è piaciuta, è stato brutto perdere così: era una sfida alla portata, sono stato molto molto dispiaciuto e deluso. Il primo tempo è stato di studio, senza grandi occasioni, ma si poteva fare qualcosa in più. Tante sconfitte con la Juve? Non è che gli ultimi 30 anni si siano vinte tante partite, i successi sono più precedenti…”. Fiducia in Juric? Cairo chiarisce: “È totale”. Ma il patron del Toro, seppur sorridendo, chiosa così: “Quello che non riesco a fare con Juric è che non ascolta la mia formazione, l’ho fatto con il Giro che passa vicino a casa mia, a Masio”. LEGGI TUTTO

  • in

    CalVARese: Pulisic, l’angolare chiara: quel pallone interrompe la rotazione

    L’episodio più discusso del weekend di Serie A è il gol di Pulisic che ha dato al Milan la vittoria al Ferraris contro il Genoa. Quella di Marassi è stata una partita difficile per l’arbitro Piccinini, che nel finale ha estratto il rosso per i due portieri, Martinez e Maignan. Per la prima volta nella storia del campionato, fra i pali sono andati due giocatori di movimento.
    L’episodio che ha fatto discutere
    Veniamo all’azione “incriminata”. Minuto 87, il Milan attacca. Musah mette un cross a centro area, Pulisic tocca il pallone con la gamba, si gira velocemente e con una grande giocata segna l’1-0. L’arbitro convalida il gol, nessuno protesta. In tv mostrano le prime inquadrature e tutto passa nelle mani del VAR. Dopo circa due minuti, il gol viene confermato. In zona mista il presidente rossoblù Zangrillo è furibondo: «Quando non c’è la ragionevole certezza soccombiamo sempre noi», dice riferendosi a un sospetto tocco di mano del calciatore statunitense. Per un giudizio più approfondito servirà aspettare due settimane: dopo la sosta ascolteremo gli audio di Open Var. Intanto possiamo farci un’idea: il gol di Pulisic andava annullato? LEGGI TUTTO

  • in

    La compagna di Theo Hernandez replica sui social agli haters: “Se voglio…”

    Zoe Cristofoli, lady Hernandez zittisce gli haters

    Lady Hernandez ha ceduto quindi al nuovo trend che sta spopolando sui social in questi giorni, ovvero quello del back to school. Il post di Zoe ha registrato numerosi commenti, ma anche molti attacchi da parte degli haters. C’è chi le ha fatto notare come stia bene senza tattoo: “Senza tatuaggi e senza botulino saresti il top”. Il commento dell’influencer non si è fatto attendere: “Se proprio botox. Comunque decidi tu, dai”. Ma c’è stato anche chi l’ha attaccata per il suo titolo di studio: “La laurea l’hai presa prima o dopo che sei stata con Corona nel 2018?”. La modella con fermezza ed un tocco di ironia ha replicato puntualmente: “Non solo laureata, caro mio, ma intanto ho due società, un negozio di tatuaggi, dipendenti, tanta voglia di fare. Mantengo la mia famiglia e se voglio ti metto a farmi da lampada nel mio giardino. Quindi, torni al tuo posto o no? Benissimo. Quando ci vuole, ci vuole”. LEGGI TUTTO

  • in

    Pulisic, Rocchi e il Var di Genoa-Milan: “Non sono nato ieri…”

    Gianluca Rocchi è nuovamente intervenuto a “Open Var” su Dazn e si è espresso sul gol di Pulisic nella partita tra Genoa e Milan. Una rete che ha scatenato molte polemiche per un tocco con il braccio da parte del calciatore rossonero. “Non c’è la certezza del tocco di braccio di Pulisic, mi rendo conto che l’azione lasci molti dubbi, non sono nato ieri e ho arbitrato anche io, ma non essendoci una telecamera che dia la sicurezza vale la decisione del campo. Cerchiamo sempre la verità, laddove non la trovi non devi andare a sensazione” ha spiegato il designatore arbitrale. 
    Rocchi e il gol di Pulisic
    Rocchi ha poi aggiunto: “La tecnologia ci ha dato una grossa mano, avremmo perso il rigore del Bologna contro l’Inter per esempio o altre due situazioni dentro a questa giornata; noi insistiamo su arbitri che decidano, e ciò che è successo in Genoa-Milan è questo. Mandare l’arbitro al monitor? Lo devo mandare con la certezza, se tu lo chiami senza sicurezza lo confondi. La metodologia di lavoro è questa, poi a fine stagione tireremo le somme. Tu devi dare la certezza all’arbitro in campo”. LEGGI TUTTO