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    Di Maria: “Lascio l’Argentina dopo la Coppa America”. Poi il progetto mercato

    Angel Di Maria è pronto a dire addio all’Argentina. Il fuoriclasse ex Juve, che finora ha totalizzato 134 presenze, realizzato 29 gol e offerto altrettanti assist indossando la maglia dell’Albiceleste, con cui ha vinto un Mondiale e una Coppa America, ha annunciato che proprio Copa América che si giocherà il prossimo anno negli Stati Uniti sarà l’ultima grande manifestazione nel corso della quale indosserà la maglia della sua nazionale.
    Di Maria infiamma ancora il mercato: “Dopo il Benifica il Rosario Central”
    L’addio alla Seleccion è stato annunciato nel corso del programma radiofonico Todo Pasa: “La Copa América sarà l’ultima cosa, poi sarà finita. Sono venuto al Benfica, mi danno la possibilità di continuare a giocare in Nazionale e sto facendo di tutto per poterci essere. Nella mia mente c’era l’idea di tornare al Benfica e poi al Rosario Central. Ma non mi piace parlare molto dell’argomento perché poi cominciano a dire che parlo sempre e alla fine non succede”. LEGGI TUTTO

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    Lady Simeone lancia una sitcom: “Do voce alla parte femminile del calcio”

    Giulia Coppini, moglie del calciatore del Napoli Giovanni Simeone, è la protagonista di La Diez, una divertente social-sitcom dedicato al mondo del calcio (ma con un approccio unico e originale) e pubblicata sul suo account ufficiale Instagram, dove può contare su un folot numero di followers. 
    Lady Simeone, voce ironica della parte femminile del calcio
    In merito alla sua iniziativa, Giulia ha commentato: “Ho sempre voluto dare una voce alla parte femminile del calcio, quella che non è mai stata raccontata. L’ obiettivo della sitcom è parlare di noi, far vedere il nostro punto di vista. E di come il mondo di mio marito influenza la vita di noi mogli…”. Come svelato da lady Simeone, l’idea è nata per caso, durante una Masterclass con Gabriele Muccino, durante la quale ha scritto un progetto dedicato proprio ai social. La Diez è autoprodotta, e vengono narrate situazioni del quotidiano, vissute proprio nella realtà. L’ironia e lo sketch saranno anche alla base del prossimo progetto artistico della Coppini… LEGGI TUTTO

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    Giacomo Ferri: “Crisi Torino? Mi fido di Juric e della qualità della rosa”

    TORINO – Giacomo Ferri ha un legame fortissimo col Toro. Semplicemente indissolubile. Un rapporto figlio di tanti anni vissuti da giocatore sotto la Mole, ma anche da allenatore del settore giovanile e infine nei panni di team manager. Big Jim quando parla della maglia che ha amato più di se stesso si emoziona sempre. Così come quando pensa a suo fratello Riccardo, ora club manager dell’Inter. Per la famiglia Ferri il duello Torino-Inter non sarà mai banale.Giacomo Ferri, per lei la sfida di sabato avrà sempre un sapore particolare. Quando pensa a Torino-Inter, cosa le viene in mente? «Li ricordo tutti, soprattutto quelli in cui io e mio fratello Riccardo abbiamo giocato uno contro l’altro. Quando ci affrontavamo era un’emozione particolare, difficile da spiegare. Ma c’è una partita che mi è rimasta nel cuore: l’1-1 del 1987, quando per il Toro segnai io. Poi i nerazzurri acciuffarono il pari con Matteoli. Ma per me fare gol era un evento raro» Dopo il derby perso contro la Juventus il suo cuore ha sanguinato. Riesce a darsi una spiegazione dopo una prestazione così? «Difficile entrare nella testa dei giocatori, hanno perso molto male, c’è poco da aggiungere. Ma il Toro ha avuto la fortuna di vivere subito la sosta, senza tornare immediatamente in campo: 15 giorni sono sufficienti per riflettere, per guardarsi dentro. Vale per tutte le squadre. Anche l’Inter sicuramente non ha avuto una pausa felice: il pari contro il Bologna ha lasciato tanta amarezza» In casa Toro, come si riparte dopo un tracollo così? «Dalla qualità della rosa. Ci sono tanti giocatori forti, tanti giovani interessanti. Penso a Zapata, Ricci e Ilic: ma quante sono le squadre ad avere così tanta qualità in Serie A? Semplicemente il gruppo ha bisogno di ritrovare la condizione fisica giusta: sta mancando anche un po’ di intensità e quando il collettivo è in difficoltà anche i singoli faticano tanto ad emergere» Il cambio di modulo, con un possibile passaggio al 3-5-2, è una chiave per ripartire alla grande? «Non credo. O meglio: sono sicuro che Juric, che è un grandissimo allenatore, saprà adattarsi a seconda degli uomini a disposizione e degli avversari. Parliamo di un tecnico importante, ha solo bisogno di ritrovare tutta la rosa. Poi io sono favorevole al 3-5-2: Zapata e Sanabria possono giocare insieme. Lo sa anche Juric» L’Inter di suo fratello Riccardo vive una stagione fondamentale per il progetto, soprattutto in chiave scudetto. «Stanno lavorando per costruire un’annata di vertice, anche loro hanno bisogno di lavorare, esattamente come il Toro. E poi hanno un giocatore come Lautaro che è formidabile, uno dei primi 3/4 al mondo nel suo ruolo. Ha raggiunto una dimensione stellare, il Toro dovrà stare veramente attento» E di Juric cosa pensa? Il progetto granata è vivo o rischia di sopirsi? «Ho grande rispetto per Juric, sa perfettamente cosa serve per fare un grande campionato. In due anni al Toro ha dimostrato di saper avere un’identità. Per me è la più grande certezza dei granata, bisogna fidarsi di uno così» Il derby perso in casa della Juventus, in maniera così arrendevole, non rischia di lasciare strascichi pesanti? «Per me no, altrimenti non puoi fare il professionista. Penso al mio Toro: Rabitti e Ussello, ma anche l’Avvocato Cozzolino, sin dalle giovanili ci dicevano che la partita finiva sotto la doccia. Finita la doccia, si doveva subito pensare a quella dopo. Così deve essere per il Toro. Juric avrà sicuramente toccato le corde giuste: ha la squadra in pugno, non è un avvio di stagione così così a mandare alle ortiche un ciclo come questo. Il derby va cancellato dalla mente, ma non ho dubbi che sia così: i granata faranno una grande partita». LEGGI TUTTO

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    Conte a Belve, l’arrivo alla Juve e il sogno inconfessabile: “Anche per tornare”

    Antonio Conte ha partecipato a Belve, programma di Raidue, nel corso del quale è stato intervistato da Francesca Fagnani. Molti gli argomenti affrontati: l’ex tecnico bianconero ha parlato anche della sua esperienza in bianconero, sia da calciatore che da allenatore.

    Conte da calciatore: il primo anno alla Juve

    “In quel momento (stagione 1991/92) mi sembrava tutto troppo più grande, davo del voi a tutti. Questo timore l’ho pagato in termini di prestazione, sai quando ti senti inadeguato in una situazione e la vedi più grande di te? Per non uscire sconfitto e rimanere alla Juve ho tirato fuori le unghie e i denti affilati. E ce l’ho fatta”.

    Conte allenatore e il lascito

    “In tutti i club in cui sono passato ho lasciato grandi fondamenta e costruito qualcosa di importante, poi proseguito negli anni. Quando decido di cambiare è perché mi rendo conto di aver dato tutto e le energie sono finite. Si deve prendere un giocatore? Voglio dire la mia e la mia parola deve contare”. LEGGI TUTTO

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    Tomori fuori da Inghilterra-Italia! Clamorosa scelta di Southgate

    Fikayo Tomori ed Eddie Nketiah sono stati esclusi dall’elenco dei convocati di Gareth Southgate in vista di Inghilterra-Italia, valida per l’ottava giornata del gruppo C delle qualificazioni a Euro 2024. Il difensore del Milan e l’attaccante dell’Arsenal dopo essere stati protagonisti dell’amichevole contro l’Australia assisteranno alla sfida dalla tribuna di Wembley.  A riferirlo è SkySports, che puntualizza che si tratta di una decisione di natura tecnica. Nessun problema fisico per entrambi i giocatori. Tomori sarà, dunque, regolarmente a disposizione per Milan-Juventus in programma domenica 22 ottobre alle 20:45.
    Inghilterra-Italia, Tomori e Nketiah in tribuna a Wembley
    Tomori ha finora totalizzato nove presenze e un gol tra Serie A e Champions League con la maglia del Milan, ma dovrà assistere dagli spalti alla partita che mette in palio tre punti fondamentali. L’Italia cerca un’altra notte magica dopo la vittoria degli Europei nel 2021, l’Inghilterra una rivincita nel tempio del calcio in cui l’ultima volta a trionfare furono gli azzurri regalando una grande dispiacere sportivo ai supporter dei Tre Leoni. LEGGI TUTTO

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    Scommesse, Fagioli e patteggiamento: accordo con Procura Figc, i dettagli

    I legali di Nicolò Fagioli hanno raggiunto l’accordo con la Procura federale per patteggiare la squalifica: sette mesi più cinque per pene accessorie e l’impegno di fare da testimonial per sensibilizzare i giovani sul problema della ludopatia. Il peggio, dunque, è ormai alle spalle.

    L’autodenuncia decisiva per il patteggiamento

    Il calciatore, consigliato dai suoi avvocati, lo scorso 30 agosto si era autodenunciato al procuratore Chiné dopo aver saputo di essere finito sotto indagine della Procura di Torino e il blitz a maggio nella propria abitazione. Il centrocampista della Juventus ha subito “vuotato il sacco” ammettendo di avere un problema di ludopatia e che a dargli l’app per scommettere era stato il connazionale Sandro Tonali. Il giovane bianconero ha anche ammesso di aver scommesso sul calcio ma non sulla sua squadra. Il patteggiamento, dunque, esclude una sospensione “non inferiore ai tre anni” come previsto dall’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva. LEGGI TUTTO

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    Capello: “Juve con 38 Scudetti. Cassano? Siamo arrivati alle mani perché…”

    Una carriera ai massimi livelli, tanti gli aneddoti da raccontare ancora oggi. Fabio Capello è stato ospite d’eccezione all’inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 della Limec. Numerosi gli argomenti toccati, i ricordi narrati. E come sempre parecchi anche i titoli venuti fuori dall’incontro avvenuto dalla sala executive 1 di San Siro. Tra questi, il tanto dibattuto tema del numero di scudetti della Juventus: l’ex tecnico, in merito, non ha alcun dubbio.
    Capello: “La Juve ha 38 scudetti!”
    Queste le parole rilasciate da Capello: “La Juventus ha 38 scudetti. Abbiamo vinto sul campo, avevamo una squadra nettamente più forte delle altre: non avevamo bisogno di nessun aiuto”. Un concetto che Capello aveva ribadito anche qualche tempo fa, in un’occasione speciale per il mondo bianconero. Una Juve, quella sotto la sua guida, in cui era presente anche Zlatan Ibrahimovic, che quando arrivò a Torino non era certamente il calciatore che si è visto negli anni a seguire: “Oggi il talento viene schiacciato dagli schemi. Non si osserva niente: la cosa difficile è correggere gli errori, gli schemi sono facili. Ho preso Ibrahimovic alla Juventus che non sapeva calciare e colpire di testa, sappiamo tutti poi cosa è diventato. Van Basten aveva un problema nella rincorsa quando calciava le punizioni, intervenni e la partita dopo segnò su punizione”. E a proposito di calciatori, non con tutti Capello ha avuto un rapporto idilliaco… LEGGI TUTTO

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    Thuram, la strategia Juve: la carta per convincere il Nizza e le alternative

    TORINO – Come dice Cristiano Giuntoli, dal palco del Festival dello Sport, “il mercato di gennaio non è facile, ma a volte ci possono essere delle opportunità”, aggiungendo un “saremo vigili” che serve a rassicurare i tifosi.

    Juve, occhi aperti sul mercato, ma senza follie

    Vietato però aspettarsi una improvvisa inversione nell’approccio alle trattative, nonostante la ricapitalizzazione annunciata nell’ultimo Cda: quei 200 milioni servono ad altro, la dirigenza si muoverà nella finestra invernale senza fare follie. Ma con almeno un obiettivo, che poi sarebbe stato quello anche senza il caos che ha coinvolto Pogba prima e Fagioli poi: un rinforzo di qualità, quantità e magari pure personalità a centrocampo. È quello che mancava già in estate e che pareva compensabile attraverso la crescita dei giovani e l’apporto del Polpo, anche dalla panchina: le cose poi sono andate un po’ diversamente e allora un colpo in mezzo al campo diventa una necessità. E se un rientro da un prestito resta una possibilità, anche se non l’opzione preferita, si fa largo la strada dell’operazione in prestito con riscatto obbligatorio in estate. LEGGI TUTTO