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    Pagliuca: “Stregato da Percassi e Atalanta, Gasp ai Celtics. Così ho preso Hojlund”

    Sono con il co-proprietario dell’Atalanta Stephen Pagliuca e, finalmente, ho l’occasione di parlare con lui, dato che è da tempo che voglio intervistare questi nuovi proprietari che, partendo dal Nord America, hanno attraversato l’Atlantico e hanno acquistato quote in molte squadre di Serie A. In particolare, Pagliuca ha acquisito quote dell’Atalanta nel febbraio 2022. Per cui la prima domanda riguarda le ragioni dietro la sua scelta: perché proprio Atalanta?
    «La presenza della famiglia Percassi è stata una dei principali motivi alla base della nostra scelta di investire nell’Atalanta. Il nostro primo contatto è avvenuto grazie anche all’intermediazione di Luca Bassi, un mio partner d’affari in Italia, e da lì in poi abbiamo sviluppato un’ottima intesa. La famiglia Percassi voleva rafforzare la squadra cercando al contempo di creare un brand conosciuto a livello mondiale, noi abbiamo fatto un lavoro simile qui con i Celtics. In più, avere origini italiane, dato che i miei nonni erano nativi di Muro Lucano, in provincia di Potenza, ha sicuramente aiutato. È stato incredibile, appena sceso dall’aereo mi sono sentito subito come a casa: il legame tra Bergamo e l’Atalanta è qualcosa di incredibile, l’intera città vive per la squadra. Io mi appassionai al calcio, o meglio al “soccer” se usiamo la denominazione statunitense, negli anni ’70. Ai tempi vivevo in Olanda e, sia perché non c’era modo di seguire altri sport, sia perché la tv non trasmetteva altro, sono diventato un grande appassionato di calcio».
    Quando prende una squadra come l’Atalanta, si guarda intorno, sa che dovrà confrontarsi con squadre come la Juventus, il Milan, l’Inter che fanno parte del gotha del calcio da decenni. Quali sono i passaggi per riuscire , o perlomeno provare, a ridurre lo svantaggio competitivo esistente er far sì che una squadra come l’Atalanta riesca ad avvicinarsi ai livelli di certe superpotenze, influenzando al contempo la percezione che le persone hanno del brand Atalanta, in modo che il nome del club entri nell’immaginario collettivo ed inizi ad essere accostato con sempre maggiore frequenza a traguardi prestigiosi quali la Champions League o le zone alte della classifica?
    «Credo che, limitatamente al caso dell’Atalanta, la chiave di volta di questo processo sia il fantastico lavoro svolto dalla famiglia Percassi con il settore giovanile: considerando che attualmente annovera nelle varie categorie dell’Academy nerazzurra oltre 400 ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni, risulta quasi logico come, per un piccolo centro come è Bergamo, la maggior parte degli investimenti sia prevalentemente rivolta al settore giovanile, rendendolo quindi un asset strategico di importanza assoluta. A questo si aggiunge pure l’importante lavoro svolto, anche a livello globale, dal dipartimento di scouting scovando giocatori del calibro di Lookman e Højlund. Sono fiducioso e mi sbilancio nel dire che possiamo affrontare chiunque a viso aperto».
    Credo che lei già conosca qualche aneddoto su Højlund, ad esempio che sua madre è una tifosa sfegatata dei Celtics, avendo studiato qui negli Stati Uniti. È vero che si è recato personalmente in Austria allo Sturm und Graz per convincerlo a firmare per l’Atalanta?
    «Assolutamente sì: io ero accompagnato da Lee (Congerton) e Luca (Percassi). Ci sediamo a parlare con la madre di Rasmus e mentre, tra le altre cose, ci racconta del suo passato e che anche lei è stata un’ottima calciatrice, scopriamo che giocava qui a Nashville, nel New Hampshire, che aveva ancora molti amici negli Usa e i Celtic erano veramente forti a quei tempi. Per cui, come parte dell’accordo, le abbiamo offerto di vedere una partita dei Celtics a bordo campo al termine della stagione. Højlund è talmente un portento fisico che, quando l’ho incontrato per la prima volta allo Sturm Graz, facevo fatica a credere che fosse solo 19enne per via della sua struttura fisica imponente, così imponente che farebbe impallidire anche certi giocatori dell’NBA: alto 1,91 velocissimo e mancino. I nostri scout hanno fatto un lavoro stupendo scovandolo: volevamo fortissimamente che si unisse a noi».
    Le statistiche sono fondamentali per lo staff dell’Atalanta, al punto tale da usare processi analitici all’avanguardia come chiave per cercare i campioni del futuro. Ci dica qualcosa in più a riguardo.
    «Quando approdammo ai Celtics, 20 anni fa non esisteva alcun dipartimento incentrato sull’analisi statistica. Decidemmo quindi di crearne uno ex novo e, per giunta, di grandi dimensioni. Considerato l’impatto fondamentale e decisivo che questa scelta ha avuto nel successo delle nostre strategie di drafting e di acquisizione di nuovi giocatori, stiamo cercando di replicare questo modello anche con l’Atalanta. Sono convinto che il duro lavoro svolto sia da Luca Percassi sia da Lee Congerton stia portando grandi risultati anche grazie all’esperienza di entrambi. Lee può vantare anni di esperienza in Premier League e Luca è stato a suo tempo un giocatore di calcio, se non sbaglio nelle giovanili del Chelsea, per cui sanno sicuramente cosa stanno facendo».
    La cifra stilistica del gioco espresso dall’Atalanta si può riassumere con il termine resilienza: l’intensità e la costanza del loro pressing, il gioco sempre spumeggiante si devono soprattutto alle tattiche di Gian Piero Gasperini, l’uomo dietro a tutto ciò, che lei ha anche invitato personalmente a Boston. Ci puoi raccontare qualcosa di più su Gasperini?
    «Quando Gasperini è venuto a trovarci a Boston con tutto il suo staff, gli abbiamo regalato un pallone da basket autografato dei Celtics che attualmente conserva nel suo ufficio. Dopo aver assistito a una partita di basket da bordo campo, quindi proprio al centro dell’azione, ha incontrato il nostro staff e, dopo aver confrontato gli appunti presi dagli staff tecnici di entrambe le squadre, abbiamo notato forti somiglianze dal punto di vista delle strategie usate nello sviluppo dei giovani e nell’uso del talento. Per cui è stato uno scambio tanto divertente quanto costruttivo, perché entrambe le squadre ne hanno tratto beneficio e hanno imparato molto l’una dall’altra. Alla fine il trait-d’union che ci unisce è il metodo basato sul duro lavoro, organizzazione e disciplina, tutti valori che applichiamo anche qui come Celtics».
    Quando Gasperini è venuto a Boston, ha avuto modo di osservare il suo tiro in sospensione? Potrebbe essere il 15° uomo dei Celtics?
    «Assolutamente! Credo che il nostro giocatore che più somiglia a Gasperini potrebbe essere Marcus Smart, un tipo tosto, disciplinato che si getta su tutti i palloni, si somigliano molto».
    Come Italo-americano, quale significato ha per lei far parte di questa lista di patron che sono andati in Italia e hanno acquisito, anche parzialmente, una delle venti squadre della Serie A?
    «Sono molto a mio agio e onorato. In un certo senso, per me è come un ritorno alle origini, al paese dal quale proveniva mio nonno. C’è una componente emotiva sostanziale ogni volta che torno in Italia: abbiamo ancora dei parenti in Italia. Ripeto, mi sono subito sentito a casa non appena sono sceso dall’aereo, e lavorare con la famiglia Percassi è stato fantastico fin dal primo minuto anche grazie alla calorosissima accoglienza che hanno riservato a mio figlio, alla mia famiglia e a tutto il nostro entourage. È stato tutto un meraviglioso atto d’amore».
    Quanto appassionato è il tifo a Bergamo? Sentirli in tv è un conto, ma quando sei lì, dal vivo, puoi veramente sentire la passione dei tifosi e la loro energia, senza contare le cronache virtuose circa le innumerevoli iniziative realizzate per la loro comunità.
    «È qualcosa di indescrivibile, e in ciò mi ricordano i tifosi dei Celtics. Sotto certi aspetti il tifo a Bergamo è addirittura più intenso: arrivano prima della partita, cantano e fanno il tifo per tutto il tempo, a prescindere da qualsiasi cosa accada in campo. Quando nasce, ogni bambino di Bergamo riceve una maglia dell’Atalanta, e anche per questo il club è parte integrante della città, e indissolubilmente legata a doppio filo con la comunità, al punto tale che Atalanta e Bergamo finiscono per diventare una cosa sola, tutti ad appoggiare la squadra. I tifosi e i giocatori percepiscono tutto ciò, e questo rende ogni secondo allo stadio un’esperienza indimenticabile». LEGGI TUTTO

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    Juve Women, infortunio Rosucci: il commovente post social

    Martina Rosucci continua a fars sentire il suo contributo alla squadra, dopo la lesione parziale al legamente crociato anterioriore del ginocchio destro. La giocatrice della Juventus Women ha messo sempre davanti la squadra, come ha dimostrato già in alcune precedenti dichiarazioni. Ora però l’assenza dal campo inizia a farsi sentire ed anche l’esigenza di mostrare le proprie fragilità.
    Juventus Women, il post di Martina Rosucci
    Questo il posto pubblicato dalla giocatrice della Juve su Instagram: “In un solo istante può cambiare tutto. Mi guardavo in giro in questi giorni e pensavo “quante volte siamo tristi o arrabbiati senza un reale motivo per esserlo?” Pensateci. Scoviamola più spesso la felicità… è nascosta nella semplicità del quotidiano (di cui personalmente sono innamorata) che spesso non siamo in grado di apprezzare…Per soffrire abbiamo un sacco di tempo… ma per essere felici il tempo non basta mai. Non perdiamolo con motivi inutili…” LEGGI TUTTO

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    Lazio, infortunio Immobile: le novità dopo gli esami

    Lazio, le condizioni di Immobile
    Questo il comunicato della società: ” Lo staff medico della S.S. Lazio comunica che il calciatore Ciro Immobile è stato sottoposto, in data odierna, ad esami clinici e strumentali. Il calciatore prosegue pertanto nel suo programma riabilitativo personalizzato e verrà sottoposto a monitoraggio clinico” LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Liverpool, dove vedere la partita di Champions in tv e streaming: gli orari

    I numeri di Real Madrid e Liverpool
    All’andata, il Liverpool ha subito cinque gol in una gara europea per la seconda volta nella sua storia (1-5 contro l’Ajax nel dicembre 1966). Le sue sconfitte più larghe, come punteggio complessivo,  nelle sfide andata e ritorno nelle competizioni europee sono state con quattro gol di margine (3-7 vs Ajax nella Coppa dei Campioni 1966-67, 2-6 vs Spartak Mosca nella Coppa delle Coppe 1992-93). Il Real Madrid ha vinto sei delle ultime sette partite di Champions League contro il Liverpool, dopo aver perso i primi tre incontri con i Reds in Coppa dei Campioni/Champions League.  Il Liverpool è una delle quattro squadre inglesi ad aver vinto in trasferta contro il Real Madrid nelle competizioni europee, insieme ad Arsenal, Manchester City e Chelsea. Tuttavia, i Reds hanno perso le ultime due gare esterne contro i Blancos, dopo la vittoria per 1-0 nel febbraio 2009. Il Real Madrid ha superato il turno in 26 dei precedenti 27 confronti a eliminazione diretta di Coppa dei Campioni/Champions League in cui ha vinto la gara di andata fuori casa, ad eccezione della sconfitta contro l’Ajax in questa fase nel 2018-19 (2-1 in trasferta, 1-4 in casa). Questa sarà la gara numero 300 del Real Madrid in Champions League, almeno 20 più di qualsiasi altra squadra a partire dal 1992. I Blancos potrebbero vincere cinque gare casalinghe consecutive nella competizione per la prima volta da una serie di otto tra settembre 2015 e ottobre 2016. La curiosità: Vinícius Júnior del Real Madrid ha preso parte a 18 gol nelle ultime 18 presenze in Champions League (10 gol, 8 assist); inoltre, il Liverpool è il suo bersaglio preferito nella competizione (cinque gol).

    Dove vedere Real Madrid-Liverpool in tv
    Mercoledì 15 marzo alle 21 in campo Real Madrid e Liverpool, partita in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport Football, Sky Sport 251, Sky Sport 4K e in streaming su NOW. Telecronaca Davide Polizzi, bordocampo Giorgia Cenni. Da non perdere gli approfondimenti pre, dalle ore 20, e postpartita di ‘Champions League Show’ su Sky Sport 24 e Sky Sport Uno. In studio Anna Billò con il suo top team di ospiti: Fabio Capello, Alessandro Costacurta e Paolo Condò ed Alessandro Del Piero. Spazi news affidati a Mario Giunta. LEGGI TUTTO

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    “El Chiringuito Tv” consegna a Kvaratskhelia la maglia con dedica di Guti

    Kvaratskhelia da una parte e Guti dall’altra. L’incontro faccia a faccia ancora non c’è stato, ma considerate le premesse è solo questione di tempo. Intanto a far da tramite ci ha pensato il programma spagnolo “El Chiringuito de Jugones” che ha consegnato al georgiano la maglia con dedica del suo idolo Guti, oltre a una lettera scritta personalmente dall’ex Real Madrid che da tempo è uno dei volti del programma tv spagnolo.
    Da dove nasce tutto
    Il legame tra i due si instaura a partire dalle parole di ammirazione che Kvara, poche settimane dopo il suo arrivo in Italia, rivolge a Guti: “Il mio primo amore calcistico è stato lui – disse in un’intervista al Corriere dello Sport -. Quando giocavo con gli amici a Tbilisi, la mia città, indossavamo magliette bianche: io, dietro, scrivevo il suo nome”. Dichiarazioni che sono tornate in auge dopo l’andata degli ottavi di Champions tra Eintracht e Napoli, con il georgiano autore di un meraviglioso assist di tacco per il raddoppio di Di Lorenzo che tanto ha ricordato El Tacon de Dios (titolo in prima pagina usato da Marca all’epoca) realizzato da Guti al Riazor nel 2010.

    La prima missione fallita…

    Guti ha ricambiato gli attestati di stima e proprio a “Chiringuito Tv” ha espresso il desiderio di vederlo un giorno con la maglia del Real Madrid. Così la trasmissione spagnola si è imposta la missione di andare a consegnare un regalo da parte dell’ex centrocampista al giocatore del Napoli. L’obiettivo, tuttavia, è inizialmente fallito: l’inviato Nico Rodriguez ha atteso Kvaratskhelia fuori dal centro sportivo di Castel Volturno ma, dopo aver informato del suo piano Mario Rui e Di Lorenzo, è stato ignorato dal georgiano che è sfrecciato via a bordo della sua auto. LEGGI TUTTO

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    Haaland ne fa cinque al Lipsia, i nuovi (incredibili) record e i suoi numeri aggiornati

    Terzo di sempre a segnare cinque gol in una sola partita, il più veloce (e anche il più giovane) a timbrare le 30 reti in coppa. 39 centri in 36 partite stagionali, 33 in 25 nella massima competizione europea. La doppietta in 78 secondi e… tutti i suoi numeri (le stastiche si riferiscono alla Champions nel formato moderno a partire dal 1992-93, dati Opta e Transfermarkt)
    CITY-LIPSIA 7-0: GLI HIGHLIGHTS LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Liverpool, le probabili formazioni degli ottavi di Champions League

    Gli inglesi cercano l’impresa al Bernabeu dopo il 2-5 subìto a Liverpool. Klopp dovrà però fare a meno di numerosi titolari a centrocampo dove mancheranno capitan Henderson, Bajcetic, Thiago Alcántara e Arthur. Dubbi in mediana anche per Ancelotti: Camavinga, Tchouameni, Modric e Kroos si giocano tre maglie. Davanti c’è Benzema con Vinicius

    Ancora una notte europea al Santiago Bernabeu per il Real Madrid di Carlo Ancelotti che ospita il Liverpool in quello che è il remake della finale della scorsa stagione. Per passare ai quarti di finale, i campioni in carica dovranno gestire il vantaggio di tre reti accumulato all’andata quando a Liverpool, grazie alle prestazioni super di Benzema e Vinicius, i Blancos si sono imposti per 5-2. 

    La probabile formazione del Real Madrid
    Indisponibile Alaba, dovrebbe esserci Nacho in difesa sulla sinistra anche se torna a disposizione Mendy, out dallo scorso mese di gennaio. Ballottaggi a centrocampo dove Camavinga, Tchouameni, Modric e Kroos si giocano tre maglie. Davanti il tridente Valverde, Benzema, Vinicius

    PROBABILE FORMAZIONE REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Carvajal, Militão, Rudiger, Nacho; Modric, Camavinga, Kroos; Valverde, Benzema, Vinicius. All. Ancelotti

    La probabile formazione del Liverpool
    Per tentare l’impresa al Bernabeu, Klopp si affida alle sue stelle in attacco: Salah, Gakpo e Diogo Jota dovrebbero agire alle spalle di Darwin Nuñez. Ancora indisponibile Luis Diaz, così come sono out a centrocampo capitan Henderson, Bajcetic, Thiago Alcántara e Arthur. Saranno l’ex di turno Fabinho e Milner a far schermo sulla difesa a quattro composta da Alexander Arnold, Konaté, Van Dijk e Robertson. 

    PROBABILE FORMAZIONE LIVERPOOL (4-2-3-2): Alisson; Alexander Arnold, Konaté, Van Dijk, Robertson; Fabinho, Milner; Salah, Gakpo, Diogo Jota; Nuñez

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