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    Torino, ufficiale il rinnovo di Milinkovic Savic!

    TORINO – Vanja Milinkovic Savic difenderà la porta del Torino fino al 2026. Ufficiale l’estensione di contratto tra il portiere serbo ed i granata: “Il Torino Football Club è lieto di annunciare di aver rinnovato il contratto per le prestazioni sportive del calciatore Vanja Milinkovic Savic fino al 30 giugno 2026, con opzione di un anno per la stagione successiva”. Milinkovic Savic fu acquistato nel 2017 dai granata giocando in prestito tra Spal, Ascoli e Standard Liegi fino al 2020 quando rientrò al Toro. Per lui 72 presenze con la maglia Granata e 12 con quella della Nazionale coronata con la presenza agli ultimi Mondiali. LEGGI TUTTO

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    Diretta Milan-Empoli ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Milan-Empoli: diretta tv e streaming
    Milan-Empoli, gara valida per la 29ª giornata del campionato di Serie A e in programma alle ore 21 allo stadio Meazza di Milano, sarà visibile in diretta streaming su DAZN, oltre che su Sky Sport Calcio (numero 202 e 249 satellite) e Sky Sport (251), SkyGo e Now. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
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    Le probabili formazioni di Milan-Empoli
    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Bennacer; Saelemaekers, Pobega, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli. A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Florenzi, Gabbia, Kjaer, Ballo-Tourè, Krunic, Vranckx, Bakayoko, Adli, Messias, Brahim Diaz, De Ketelaere, Origi, Rebic. Indisponibili: Kalulu, Ibrahimovic. Squalificati: -.
    EMPOLI (4-3-1-2): Perisan; Ebuhei, De Winter, Luperto, Parisi; Fazzini, Marin, Bandinelli; Baldanzi; Caputo, Satriano. Allenatore: Zanetti. A disposizione: Ujkani, Walukiewicz, Cacace, Ismajli, Haas, Stojanovic, Degl’Innocenti, Grassi, Henderson, Guarino, Vignato, Pjaca, Piccoli, Cambiaghi. Indisponibili: Vicario, Akpa Akpro. Squalificati: -.
    Arbitro: Marcenaro della sezione di GenovaAssistenti: Mondin- De MeoIV uomo: RapuanoVar: ValeriAvar: Di Martino
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    Juve, Kaio Jorge rivede la luce: le immagini in palestra

    Kaio Jorge potrebbe finalmente rivedere la luce. L’attaccante brasiliano non ha ancora giocato in stagione e l’ultima presenza con la prima squadra risulta al 21 dicembre del 2021 contro il Cagliari. Dal suo arrivo in bianconero ha già subito due brutti infortuni: il primo al legamento crociato rimediato in una partita di Serie C contro l’AlbinoLeffe e il secondo al tendine rotuleo sempre in Lega Pro, contro la Pro Patria. La strategia della società era di fargli accumulare minuti con la Next Gen, invece l’esperienza è stata totalmente negativa. Ora dallo scorso mese ha iniziato il percorso differenziato in campo.
    Juventus, si rivede Kaio Jorge
    La Juventus ha pubblicato una storia su Instagram che ritrae la punta brasiliana palleggiare in palestra: totalmente a suo agio con il pallone tra i piedi e in una forma fisica migliore. Sicuramente un segnale positivo per i bianconeri, che non hanno mai potuto fare affidamento sul giocatore. Sarà poi da valutare il suo percorso, dopo il rientro graduale in campo. LEGGI TUTTO

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    Mennea, l’uomo dei sogni nel ricordo di Agostino

    Dai tempi di Omero al Novecento – e penso a Brera, a Montanelli, o a scrittori quali Buzzati, Cancogni, Calvino, Ungaretti e D’Annunzio – le voci della letteratura hanno riservato all’atletica leggera pagine sublimi. Regina dello sport, l’atletica, si distingue intanto per la varietà delle discipline. Compasso tra attitudine e applicazione: la maratona, la velocità, il mezzofondo, i lanci, i salti; ciascuna espressione evoca perfezione e armonia. Si amano in modo diverso: ruote, gomme e motori, dal ciclismo su strada o su pista, alle moto o all’automobilismo, il tiro a segno di pistola, fucile o arco, lo sci: attitudini che coniugano tecnologia e innovazione alle fatiche della “macchina” umana. L’atletica è altro, sospesa tra lo spazio e il tempo: il corpo e le sue “evoluzioni”. Essenza dell’espressione di sacrificio, conquista di centimetro e di frazione di secondo. La mia amica Anna Lia, a dispetto delle cinquanta primavere, ha muscoli scolpiti e resistenza alla fatica, passa dalle Maratone di Firenze e Roma a “migrare” all’estero, per tornare alle nostre valli, ai piedi dell’Appennino o delle Alpi, cimentandosi persino nelle “cento chilometri”. Lavora in un caffè, ma quando corre “vive” e sente se stessa, senza età, dice che è così da sempre e nella solitudine rimanda vocazione alla leggenda di Maratona, la città che diede nome alla corsa, posta sulla penisola attica, teatro della vittoria (490 a.C.) di Miliziade contro i Persiani. Notizia della vittoria fu portata da Maratona all’Acropoli di Atene da Filippide, che percorse quarantadue chilometri senza fermarsi. Il soldato giunse, diede l’annuncio, e morì per lo sforzo. La disciplina sportiva chiamata appunto “maratona”, indica corsa “limite”, in cui si mescolano senso “della vita e della morte”. Forse questo, della estrema fatica accostata all’impresa, si raccoglie significato dell’atletica. L’atletica è di ciascuno e di tutti, ed è strazio e suprema bellezza. Fanciulli o anziani, si pratica ovunque, movendo i nostri passi in successione rapidissima o compassata, che si corra o si sia in marcia, che si saltino ostacoli o siepi, che si possa persino “volare” a due, tre o sei metri da terra con un’asta, allo scopo di staccare in tre innocenti “passetti” in ascensione ad altezze indefinite. Voleva volare Icaro, e noi mortali rinnoviamo quel desiderio nella brevità di un istante e senza ali di cera. Un paio di scarpette… c’è chi dice se ne possa fare persino a meno. Fu cosi per Bikila e la sua notte di incanto, con la città di Roma entusiasta e incredula, a piedi scalzi, come quando correva bambino in Etiopia: era l’Olimpiade del 1960. Lo sport è sudore. Mi pare ascoltare “rampogna” di una voce di passato, atleta entrato nel mito, a me molto caro. Pietro Mennea. Ci incontrammo a Roma e poi a Salerno. Persona magnifica Pietro, di rigore e sapienza, di studio e abnegazione. Senza retorica si può dire: severo con se stesso e gli altri, con il desiderio di avvicinare il sogno, per divenire semplicemente tutto quanto “macchina umana” possa declinare allo sforzo: Mennea era e poteva essere solo Mennea. A dieci anni dalla sua scomparsa, in molti ricordano medaglie, record e quel suo sorriso bellissimo. Un corpo ossuto, gracile, “bocciato” anzitempo dai primi istruttori, gli stessi che piansero di commozione ai successi. Fu un incontro a Formia con Carlo Vittori, che firmò patto di amicizia tra due uomini straordinari, che fuori dalla politica e le chiacchiere da bar, portarono alchimia sontuosa allo spirito di Nike, dea della vittoria, menzionata per la prima volta da Esiodo nella Teogonia (383). La macchina Mennea era sì meravigliosa. Erano scarsi i sessantotto chili di Pietro, indicavano “massa magra”, che tuttavia non ha impedito a quei suoi grandi occhi di guardare dall’alto in basso, ogni altro velocista al mondo. Lui, il “bianco più veloce di sempre”, atleta che pareva inossidabile, disposto a stupire gli altri e se stesso, stroncato miseramente da un infido male. Ma Pietro non è né sarà mai la sua morte, di un dolore composto e taciuto nel dettato del “decor” dei latini. Divenni suo amico nel ricordo di Agostino Di Bartolomei, nel 2000: occasione fu data da una piece teatrale, la prima in uno stadio, dinanzi alla Tribuna Montemario, con Flavio Bucci nel ruolo del padre. Ricordo indelebile. Tra le migliaia di spettatori: la Roma del primo scudetto e campioni di discipline diverse, oltre ad avversari, orgogliosi testimoni del singolare omaggio all’uomo e all’atleta. Pietro dopo venne a cercarmi, mi abbracciò fraternamente, da quel momento non so perché, giocando un po’ col mio nome, prese a chiamarmi “Ago”, di cui era stato amico. E io a ripetergli che ero felice di scambiare con la Freccia del Sud, che era stato mio idolo, quando avesse voluto, due parole e un caffè. Quattro lauree, uomo colto, sensibilissimo, capace di battaglie civili e di imprese taciute, forse più grandi di quelle sportive. Pietro Paolo Mennea da Barletta, era nato il 28 giugno 1952: papà era sarto, mamma casalinga, tre fratelli e una sorella. Campione olimpico dei 200 metri a Mosca nel 1980, primatista mondiale. Si allenava 6 ore ogni giorno, lo fece per venti anni. «Se potessi tornare indietro, mi allenerei otto ore al giorno, non sei. La superficialità non porta da nessuna parte. Se lavori costantemente per ciò che ami, si vince sempre». Vi è un gioiello dimenticato in pellicola del maestro Comencini: “il ragazzo di Calabria”. Volontè, uno dei miei maestri – che mi seguiva affettuosamente, era il 1987, nel mio lavoro su Aldo Moro, andato in scena al Teatro Olimpico – mi invitò su quel set col giovane Abatantuono, a Scilla, Polizzi e Motta San Giovanni. Incanto dei luoghi e poi tanta “corsa” sfrenata, gioiosa e vitale, icona come nelle imprese di Achille. Vi era nella sceneggiatura a firma di un maestro quale Ugo Pirro più di un riferimento a Mennea. L’Italia anche per questo accreditò al film di Fulvio Lucisano grande consenso popolare. Non si può non pensare a Pietro, allora come oggi, ai movimenti delle piccole leve del protagonista bambino, Santo Polifemo, al suono dei “concerti per mandolini” di Antonio Vivaldi, alla domanda in sussurro di Volontè/allenatore al piccolo atleta: «Quando corri a cosa pensi?». Non si può non pensare a quel raccogliersi in una parola della risposta: «Sogno». LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, Domanico si ferma per una aritmia: i tempi di recupero

    Juventus, le condizioni di Domanico
    La stessa Juventus ha diramato un comunicato sulle condizioni di salute del difensore dopo l’intervento. La nota: “Saverio Domanico in data odierna (ieri n.d.r.) è stato sottoposto a trattamento ambulatoriale per la correzione di una aritmia cardiaca benigna. Dovrà osservare un periodo di riposo di circa 4 settimane prima della ripresa dell’attività sportiva agonistica”. LEGGI TUTTO

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    Alex Sandro-Cuadrado, le maglie delle 300 presenze con la Juve al J|Museum

    TORINO – Alex Sandro e Juan Cuadrado, grandi protagonisti del recente passato e del presente della Juventus, hanno consegnato allo J-Museum le loro maglie in onore delle 300 presenze con la squadra bianconera. Il terzino brasiliano ha toccato quota 300 nel Derby della Mole lo scorso 28 febbraio, mentre il colombiano in campionato contro il Verona lo scorso sabato. Presenti all’evento anche Maurizio Scanavino, CEO della Juve, e Paolo Garimberti, presidente dello Juventus Museum.
    Le parole del CEO Scanavino
    Durante l’evento, lo Chief Executive Officer della Juventus Scanavino, ha dichiarato: “Alex Sandro e Juan Cuadrado sono qui alla Juventus da tanti anni e hanno raggiunto questo traguardo importante e prestigioso che permette loro di entrare a far parte, ancor di più, della storia di questo club. Per trecento volte hanno indossato la nostra maglia con passione, dedizione e orgoglio e siamo onorati di accoglierli nel nostro Juventus Museum”. LEGGI TUTTO

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    Kostic e Vlahovic 'zingari' a San Siro: Inter-Juve, Fagioli non dimentica

    Non si placano le polemiche post Juve-Inter di Coppa Italia: il tema più caldo è quello legato agli insulti razzisti rivolti a Lukaku dopo il gol del pareggio nerazzurro. Un comportamento indifendibile, quello del tifo bianconero, come lo è d’altra parte anche quello dei tifosi dell’Inter che sotto l’ultimo post social di Cuadrado lo hanno riempito di offese e insulti a sfondo razzista. Gli stessi sostenitori nerazzurri che si sono schierati dalla parte dell’attaccante belga, condannando il comportamento dei supporter bianconeri, ma che poi hanno fatto la stessa identica cosa con Cuadrado.

    La dura risposta di Fagioli

    In merito a quanto accaduto durante il match di ieri sera, la Juventus, tramite il proprio sito ufficiale ha fatto sapere che sta collaborando con le forze dell’ordine per individuare i responsabili. Ma nelle ultime ore si è accesa un’altra polemica social tra un tifoso dell’Inter e Nicolò Fagioli. Il centrocampista bianconero ha replicato a un commento lasciato dal ragazzo sotto il suo ultimo post Instagram. “Razzisti”-  ha scritto il sostenitore nerazzurro che è stato subito ripreso da Fagioli: “Quando a San Siro urlavano zingaro a Kostic e Vlahovic invece andava bene vero?” , ha risposto Nicolò, ricordando gli episodi avvenuti (ma né segnalati e né tantomeno puniti) il 19 marzo al Meazza durante la sfida di campionato. LEGGI TUTTO

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    Lukaku, Juve-Inter e il razzismo: arriva lo sfogo social, “Come nel 2019”

    Juve-Inter: Lukaku, il razzismo e il riferimento a una partita a Cagliari
    Il riferimento del’attaccante, per quanto riguarda il 2019, è invece relativo a un Cagliari-Inter tristemente passato alla storia per simili epsiodi. Anche in quel caso Lukaku segnò un calcio di rigore, così come accaduto ieri all’Allianz Stadium. In quella circostanza non servì per riacciuffare il pari (dopo il vantaggio dei bianconeri firmato da Cuadrado), ma per vincere la partita del primo settembre, valida seconda giornata di Serie A, a margine dei gol di Lautaro Martienz e Joao Pedro. Una presa di posizione social che rende ancor più infoucato il dibattito dopo quanto accaduto a Torino. LEGGI TUTTO