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    Ricorso Juve, i tempi del processo. E sarà a porte aperte

    TORINO – Una regola esatta non c’è. Ma la ragione fa pensare che entro il termine di un mese, con il deposito del ricorso da parte del pool dei legali della Juventus al Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni arrivato nella giornata di ieri, si avrà il processo e di conseguenza il verdetto dell’ultimo grado della giustizia sportiva sulla penalità di 15 punti comminata dalla Corte Federale d’Appello ai bianconeri. Il massimo organo giudicante, infatti, deciderà nelle prossime ore chi si occuperà di questa materia così delicata, sulla quale si poseranno inevitabilmente gli occhi di tutti gli appassionati di calcio nelle prossime settimane. LEGGI TUTTO

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    Juve-Toro 4-2, la prima volta in A per Allegri in questa stagione: ecco perché

    La vittoria nel derby, che è valsa oltre ai 3 punti anche il controsorpasso sul Bologna al settimo posto, ha rilanciato la Juventus verso le zone nobili della classifica. Il quarto posto Champions, momentaneamente occupato dalla Lazio di Maurizio Sarri, è distante 10 punti, ampiamente alla portata di una squadra come quella bianconera, al netto della penalizzazione di 15 punti. Il dato che emerge dopo la partita di ieri sera sorprende perché la vittoria è arrivata in rimonta, dopo aver subito gol. Nelle 14 partite precedenti prima di incontrare il Torino, Szczesny e compagni avevano sempre trionfato senza subire gol, seguendo il tormentone allegriano del “corto muso”. Il derby della Mole, oltre a lasciarci questa statistica non indifferente, che fa della Juventus la seconda miglior difesa dietro solo al Napoli, ci dice anche che è la seconda partita stagionale in cui la Vecchia Signora ha siglato 4 reti (la prima è stata contro l’Empoli, battuto per 4-0).Guarda la galleryJuventus da impazzire, il derby è tuo: poker al Torino LEGGI TUTTO

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    Juventus Next Gen-Vicenza, Stefano Rosso: “Che orgoglio giocare allo Stadium!”

    Buongiorno presidente Stefano Rosso. Cosa rappresenta questa finale di Coppa Italia per il Vicenza? «Raggiungere una finale è sempre importante e giocarcela con la Juve Next Gen ci rende orgogliosi anche perché si giocherà allo Stadium. E’ una bellissima cornice e sarà emozionante per noi, i nostri tifosi e gli stessi giocatori che assaporeranno il palcoscenico del calcio che conta. Grazie dunque alla Juventus che ha preso questa decisione».Guarda la galleryJuve Next Gen, gli intoccabili di Brambilla  Sarà presente a a Torino? «Sì, sicuramente. Non mi perderei mai un appuntamento così importante, anche perchè vivo tra il Veneto e Milano per cui sarò felice di farmi solo un’ora di auto per sostenere la squadra.»  Avete allestito una delle rose più competitive con il terzo monte ingaggi. Cosa è mancato per raccogliere ciò che può offrire il potenziale? «Non è mai facile, il calcio è uno sport molto particolare dove non sempre gli investimenti vanno di pari passo ai risultati. Spesso ci sono sorprese, come nel nostro girone la Pro Sesto o altre squadre che si stanno giocando la promozione quando magari non ce lo si aspettava. Noi abbiamo fatto una scelta chiara, puntando sui giovani, abbiamo ottimi ragazzi di talento e non sempre con questo tipo di filosofia si fa centro al primo colpo. Ma ci sono ancora 9 partite per cui spero che riusciremo a migliorare la nostra posizione».  Che partita si aspetta e chi parte favorita? «Una favorita non c’è. Le finali sono partite abbastanza tese e in Italia vengono vissute sovente con l’atteggiamento di chi punta a coprirsi di più. Il pronostico è aperto come raccontano i precedenti di questo campionato».  E che cosa pensa del progetto delle seconde squadre in Italia? «Come logica di base mi pare corretta, un’opportunità per le squadre di prima fascia per far crescere e dare opportunità ai giovani di talento. Forse la modalità merita qualche rivisitazione. Da noi non sono tanto viste anche dai tifosi con la logica del talento, all’estero le cantere vengono vissute con un’altra percezione».  Da quando la vostra famiglia, proprietaria del marchio Diesel, ha rilevato il Vicenza, la promozione in B e al secondo anno tra i cadetti la permanenza sfiorata, poi ora di nuovo la C che è il campionato più caro nel rapporto costi-ricavi. Cosa si devono aspettare per il futuro i tifosi? «A loro dico che come sempre faremo il massimo di ciò che è nelle nostre possibilità. Dopo una retrocessione difficile abbiamo comunque investito molto per allestire una rosa competitiva. Lo ripeto, finchè ci saremo daremo sempre il massimo, su questo possono stare tranquilli».  Avete acquistato il Vicenza poco prima dell’estate del 2018: in questo periodo cosa l’ha resa particolarmente orgogliosa e quale il rimpianto maggiore? «Ciò che ci ha reso più orgogliosi è avere messo in piedi un progetto pluriennale insieme a soci importanti e di aver coinvolto imprenditori in una città e una provincia che aveva perso passione intorno alla propria squadra dopo tanti anni difficili. Abbiamo realizzato un ottimo settore giovanile, una compagine societaria forte, rinfrescato lo stadio Menti, creato un centro sportivo, per cui direi che abbiamo percorso ottimi passi. Purtroppo a livello sportivo siamo partiti abbastanza bene, arrivati in B e poi la retrocessione che è stato un neo che ci ha rovinato i piani ed è stata dolorosa».  In estate avete ceduto il giovane Mancini alla Juventus: fin dove può arrivare? «Tommaso è un bravissimo ragazzo e non è poco al giorno d’oggi. Un ragazzo con la testa sulle spalle con un talento enorme. Il limite starà a lui definirlo, con le doti che ha può arrivare dove vuole, nel calcio serve anche una dose di fortuna però col suo passaggio al Vicenza e la Juventus ha le carte in regola per un’ottima carriera e un futuro brillante». LEGGI TUTTO

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    Juventus-Torino, che lite tra Radonjic-Juric dopo il cambio!

    TORINO – E dire che per il Toro si era messa nel miglior modo possibile. A sbloccare il derby è Karamoh, a riportarlo avanti dopo il pari di Cuadrado è invece Sanabria. Ma se Karamoh(re) fa suoi i concetti espressi da Juric nella conferenza stampa della vigilia («Ci va amore per questo club e per questa maglia», invocava) tocca a Radonjic vestire panni diametralmente opposti. E tra i due, tecnico e attaccante serbo, a fine gara si esprime qualcosa di molto vicino all’odio sportivo, nello sguardo che si rivolgono in cagnesco. Al 14’ l’allenatore dà fiducia al peggior granata di questo 2023, e che tale si conferma. Il gol del 3-2 di un esultante Bremer è preparato da un cross di Chiesa, il quale ha la possibilità di calciare indisturbato vista l’assenza di qualsivoglia forma di pressione da parte di Radonjic. Che così entra al 14’ ed esce al 30’ della ripresa. «Evidentemente – spiega il tecnico – non sono riuscito a farlo diventare giocatore. E se si comporta così significa che non ha rispetto».Guarda la galleryJuventus-Torino, le pagelle granata: Karamoh un peperino, Radonjic nullafacente LEGGI TUTTO

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    Cremonese e Valentino Rossi: l'incredibile coincidenza

    La Cremonese, per la seconda volta in questa stagione (la prima nei quarti di finale di Coppa Italia), batte la Roma. I grigiorossi conquistano così il primo successo in questo campionato superando i giallorossi di Josè Mourinho grazie al gioiello di Tsadjout e al rigore di Ciofani nel finale – in mezzo il momentaneo pareggio di Spinazzola -. Per ritrovare l’ultima successo in Serie A dei lombardi bisogna riavvolgere il nastro al 31 marzo 1996, esattamente 9830 giorni fa. In quella domenica di inizio primavera, la Cremonese batteva 2-1 il Padova all’Euganeo con la doppietta di Florijancic – inutile nel finale il gol della bandiera per i padroni di casa di Nicola Amoruso -. LEGGI TUTTO

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    La Juve-Torino di Barrenechea: lo stupore, i consigli e l’esempio Next Gen

    Barrenechea e l’emozione di giocare la prima da titolare in un derby con la maglia della Juve
    In un’intervista a JTV il ventunenne argentino ha spiegato: “È un giorno che ricorderò per tutta la vita perché è stato il giorno del il mio debutto in Serie A, quello che avevo sempre sognato. Avevo già esordito in Champions League (all’Allianz Stadium manciata di minuti contro il PSG, nrd), ma farlo anche in A è stato molto bello. Un derby tutti sanno cosa significa in questa città e come viene vissuto. Non l’ho potuto giocare con la Primavera e riuscirci in prima squadra è stato molto bello”. LEGGI TUTTO

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    Cremonese, tabù sfatato: a quando risaliva l'ultima vittoria prima del 2-1 alla Roma

    Cremonese, ritorno al successo in Serie A dopo 30 giornate
    Un successo importante innanzituttto per la classifica, dicevamo, ma non di meno per evitare di ritrovarsi a detenere uno sgredevole record negativo di cui vi avevamo parlato non più tardi dello scorso 21 febbraio. Pareggiando 2-2 in trasferta contro il Torino i grigiorossi avevano infatti eguagliato l’Ancona per non aver mai vinto nelle ultime 30 partite giocate in A (1992/1993 e 2003/2004). La Cremonese non vinceva una partita in Serie A dal 31 marzo 1996: Padova-Cremonese 1-2 (doppiettea di Florijancic e e gol di Amoruso). LEGGI TUTTO