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    Primavera: show dell'Inter, la Roma può allungare

    La classifica del campionato Primavera vede la Roma in testa al termine del girone d’andata. I giallorossi ora hanno l’opportunità di staccare ulteriormente il Frosinone, che nel pomeriggio non è andato oltre il pareggio contro il Cagliari. Al gol di Condello ha risposto Griger. Notte fonda per la Juventus che dopo la sconfitta contro la Fiorentina potrebbe addirittura perdere sette punti dalla testa. Brutta giornata anche per il Torino, che ha perso 3-0 ad Empoli. Show dell’Inter contro il Napoli: protagonista Stankovic con una doppietta nel 4-0 finale. Zero punti invece per il Milan contro il Sassuolo.Guarda la galleryJuve-Fiorentina Primavera 1-5, i bianconeri cadono a Vinovo: le immagini della partita
    Primavera, risultati e classifica: la Juve sprofonda al 7° posto
    Questi i risultati e la classifica al termine delle partite del sabato, in attesa di Sampdoria-Roma e Bologna-Cesena in programma domani 5 febbraio.
    I RISULTATI DELLA 17^ GIORNATA
    Juventus-Fiorentina 1-5
    Lecce-Verona 1-0
    Cagliari-Frosinone 1-1
    Inter-Napoli 4-0
    Empoli-Torino 3-0
    Udinese-Atalanta 2-2
    Sassuolo-Milan 2-0
    CLASSIFICA PRIMAVERA DOPO 17 GIORNATE
    Roma 32*
    Frosinone 30
    Lecce 30
    Torino 30
    Sassuolo 30
    Fiorentina 29
    Juventus 28
    Cagliari 27
    Empoli 25
    Bologna 24*
    Inter 21
    Verona 21
    Sampdoria 18 *
    Atalanta 18
    Napoli 17
    Milan 17
    Udinese 12
    Cesena 5*
    *una partita in meno LEGGI TUTTO

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    Baschirotto idolo di Lecce: striscioni e bambolotti per il gioiello di Baroni

    Il suo gol (il terzo in stagione) al 58′ di Cremonese-Lecce ha sbloccato una partita che poteva diventare scivolosa e aperto la strada alla vittoria poi messa al sicuro grazie al raddoppio di Strefezza. Ma senza nulla togliere a quest’ultimo, è Federico Baschirotto l’idolo di una squadra che lotta per la salvezza aggrappandosi alle spalle larghe del gigante buono che a 26 anni sta conoscendo la gloria del massimo campionato italiano. Striscioni e action figures campeggiano sugli spalti e rimbalzano sui social, dove il difensore centrale è incensato da inizio stagione. E non è un caso che abbia siglato lui il gol numero 600 del Lecce in Serie A. La sua esultanza stile wrestler poi, che mette in mostra il fisico scolpito e statuario, frutto di massima cura e attenzione, completa l’immaginario del supereroe di provincia.Sullo stesso argomentoCremonese-Lecce 0-2: Baroni aggancia la Juventus con Baschirotto e StrefezzaSerie A LEGGI TUTTO

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    Youth League, Juventus Primavera carica. Yildiz: “Andiamo a battere il Genk”

    I cinque gol subiti dalla Juventus Primavera contro la Fiorentina hanno subito risvegliato il gruppo. Montero ha richiamato la squadra sull’attenti in vista anche della Youth League, in programma mercoledì 8 febbraio contro il Genk. I bianconeri non stanno vivendo un bel momento, con prestazioni altalenanti. La classifica è ancora corta e hanno il tempo di rifarsi. La scossa potrebbe arrivare già nella competizione europea. A parlare da leader ci ha pensato Yildiz.
    Il posto social di Yildiz
    Il giovane attaccante della Juventus Primavera è uno dei giocatori più promettenti. Lo sta dimostrando in campionato e ha ricevuto anche la chiamata da parte di Brambilla in Next Gen. Leader in campo e anche fuori, come dimostrano le sue parole sui social: “Insieme siamo forti. Andiamo a battere il Gen insieme”. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Women ko in casa: 1-2 col Milan, Sembrant non basta

    La Juventus Women cade contro il Milan. Le rossonere in trasferta si impongo per 2-1, vincendo dunque per la prima volta contro le bianconere. Un gol per tempo a decidere il match, ma soprattutto l’espulsione di Boattin che ha causato il calcio di rigore dello 0-1 e indirizzato la partita verso il Milan.
    Juventus Women, k.o. pesante
    Le bianconere di mister Joe Montemurro iniziano forte: prima Boattin e poi Lenzini (che colpisce la traversa) insidiano il Milan nel primo quarto d’ora di gara. Col passare dei minuti, però, la squadra di Maurizio Ganz cresce. Prima l’occasione con Thomas imbeccato da Asllani, ma Peyraud Magnin si fa trovar epronta. Alla fine della prima frazione l’episodio che cambia la gara: Boattin intercetta una conclusione destinata in porta, calcio di rigore e rosso inevitabili. Dal dischetto va Piemonte che non sbaglia, trovando così il terzo gol di fila.Il Milan inizia il secondo tempo forte del vantaggio e della superiorità numerica, ma la Juventus non ci sta e reagisce sfiorando anche il pareggio: Bonansea per Gama che prova la conclusione ma è prontissima Giuliani con un salvataggio provvidenziale a deviare in corner. Poi anche la sfortuna di mezzo, con la conclusione di Beerensteyn che colpisce traversa e palo. A un quarto d’ora dalla fine, con le bianconere lunghissime e in 10, il Milan trova il gol del definitivo 0-2: prima un miracolo dell’estremo difensore bianconero su una conclusione ravvicinata, poi tap-in facilissimo per Thomas che archivia la gara. Sul finale gol della bandiera per le bianconere: in pieno recupero di testa con deviazione insacca, ma è troppo tardi. K.o. pesante per la Juventus Women in ottica primo posto.
    Guarda la galleryJuventus Women, le partite febbraio: rivincita col Milan, sfida ad alta quota con la Fiorentina
    I risultati delle altre
    Questo pomeriggio si sono disputate altre tre sfide. La Roma mantiene ben saldo il primo posto, e allungando sulla Juve (ora giallorosse a +8) nonostante una partita tutt’altro che semplice. In casa del Como si sono imposte di misura grazie al gol nel primo tempo della solita Andressa. Gara senza storia quella tra Sampdoria e Fiorentina, con le blucerchiate uscite sconfitte per 1-4. Per la viola apre la doppietta di Longo, la riapre Pettenuzzo ma nel finale arrivano i gol di Hammarlund e Zamanian (quest’ultima in prestito dalla Juventus) che hanno archiviato la pratica. Infine il match tra Pomigliano e Parma, terminato con un pari a reti bianche. Il turno si chiuderà domani con Inter-Sassuolo, in programma alle 14.30. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Di Maria a scuola da Locatelli. E per Vlahovic niente sconti

    TORINO – Paradossi alla Continassa. Roba tipo Angel Di Maria – il campione del mondo, l’uomo dei gol in finale, l’esterno più forte (o quasi) dell’ultimo lustro calcistico – che deve “studiare”, imitare, copiare, prendere esempio da… Manuel Locatelli. Non è questione di controlli di palla con il Bostik, di funambolici numeri tecnici o di assist serviti con precisione calibrata, ovviamente. Quanto di attaccamento alla maglia, spirito di sacrificio, senso della partita, gusto di anteporre il dovere al piacere. Ergo, ciò che serve alla squadra a ciò che serve al proprio gusto estetico e al proprio … ego. Mica per niente Allegri ha lasciato il campo berciando e stillando, perdendosi gli attimi finali di Juventus-Lazio, dopo che il Fideo ha sbagliato una giocata scegliendo una verticalizzazione di fino, raffinata (e carambolata contro i difensori laziali). Quella roba lì avrebbe avuto senso qualora mai la Juventus fosse stata in svantaggio all’ultimo secondo, ma invece – ovviamente – in vantaggio di un gol uno, risicato, e con la semifinale di Coppa Italia contro l’Inter lì a portata di mano, beh, decisamente avrebbe avuto più senso tener palla, far salire la squadra, ragionare, guadagnare tempo. “Cos’èèèèèèèèèèèèè!?!?”, è stato l’urlo quasi belluino diventato colonna sonora della sua uscita di scena attraverso il tunnel che porta negli spogliatoi.Sullo stesso argomentoAllegri: “Locatelli ha il DNA della Juve, sta diventando un esempio. E su Chiesa e Vlahovic..”Juventus LEGGI TUTTO

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    Albertini esclusivo: “L'amore per il Milan, il poster di Tardelli. E oggi il Padel”

    MILANO – «Quando mi chiedevano per chi tifavo da bambino, io rispondevo per il calcio. Mi piaceva Tardelli, ma non festeggiavo in piazza gli scudetti della Juventus. O del Milan, visto che andai a vedere la prima partita a San Siro quando avevo circa 10 anni, poco dopo aver firmato per il club rossonero. Io da bimbino ero innamorato del calcio». Demetrio Albertini, più di 600 gare da professionista fra club e nazionale, 17 trofei, comprese 3 Champions League, a 51 anni quando parla della sua passione per il pallone, si illumina.

    I primi calci al pallone?«Ricordo delle foto dei miei genitori in cui ero immortalato in piedi con il pallone in mano o a gattoni mentre andavo a prenderlo. Capito? Col pallone camminavo, senza no! Per me con la palla fu un amore a prima vista. Poi quando ero all’asilo, a 5 anni, mio fratello Alessio che era più grande di me, ne aveva 9, veniva a prendermi nel pomeriggio facendomi uscire un’ora prima per portarmi a giocare con i suoi coetanei».

    Il passaggio successivo fu l’oratorio di Villa Raverio vicino a casa sua a Besana in Brianza.«Prima ancora le partite in strada con tanti vetri rotti, così come i cancelli o le basculanti di alcuni garage. Le dico solo che misero delle piante nel giardino di fronte a casa mia per non farmi giocare su quel prato».

    L’amore per il calcio lo vide subito come una prospettiva di lavoro?«Assolutamente no. Per me era un sogno perché ero un bambino ed è giusto che a quell’età, ma anche successivamente nell’adolescenza, venga sempre visto in quel modo. E lo dico io che vivevo per il calcio perché le mie domeniche erano scandite dalle mie partite la mattina o il pomeriggio, le radiocronache di “Tutto il calcio” e le immagini dei gol a “90′ minuto”, le figurine e le schedine. Ma io sognavo col calcio, non lo vedevo in prospettiva come un lavoro. Sono i genitori che lo fanno, che si illudono, non i bambini e questa è una cosa che racconto tutt’oggi da dirigente. Io ho iniziato a pensare al calcio come una professione neanche dopo l’esordio a 17 anni col Milan, ma a 19 quando sono andato in prestito al Padova. Mi servii per capire se il debutto in rossonero era un premio o poteva diventare qualcosa di più».

    Aveva il poster di qualcuno in camera?«Sì, di Tardelli, dopo il Mondiale del 1982».  Cosa portò con sé al Milan degli anni all’oratorio?«Il rispetto. Ma anche la generosità e la condivisione».

    Quello col Milan fu un colpo di fulmine?«Da bambino tifavo per la nazionale, però quando firmai per il Milan ed entrai a San Siro mi pare per un Milan-Catania, l’amore fu immediato. Ricordo anche la mia prima gara in rossonero, un derby a Prato in un torneo: vincemmo solo… 6-0».

    Prima ha parlato del rapporto figli-genitori. Ha lavorato spesso con i giovani: qual è il primo valore che ha cercato di trasmettere?«Il rispetto dei propri compagni. Perché tutti parlano degli avversari, ma prima vengono loro, perché sei dentro una squadra e bisogna rispettare chi sta intorno e il sacrificio e le rinunce che si fanno per raggiungere gli stessi obiettivi».

    Ai suoi figli ha trasmesso l’amore per lo sport?«Si. Federico si è dato alla scherma, mentre mia figlia Costanza ha praticato mille cose, l’equitazione, il pattinaggio artistico su ghiaccio, lo sci e il nuoto. Credo che alla fine per un giovane sia importante fare sport, soprattutto agonistico perché aiuta a misurarsi con altri».

    Se non fosse stato il calcio, cosa avrebbe amato? Lei per esempio già nel 2002, fra i primi in Italia, quando andò a giocare in Spagna conobbe il padel.«Una passione nuova, mi coinvolse subito. E oggi il padel mi regala le stesse emozioni del calcio, che però rimane il primo grande amore».

    E oggi Albertini cosa ama?«Amo donarmi agli altri». LEGGI TUTTO

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    Dribbling e cross, chi il migliore al mondo? Un giocatore Juve al 4° posto

    TORINO – ll CIES (Centro internazionale per gli studi sportivi) ha portato avanti una ricerca per stabilire chi sia il giocatore nel mondo con la maggiore , in base al tempo giocato. La classifica comprende alcuni nomi e a sorpresa e altri decisamente più ipotizzabili.

    Cies, i giocatori migliori per dribbling e cross

    Nella Top Ten generale anche due calciatori del campionato italiano, uno dei quali della Juventus. Ecco chi ha occupato le prime dieci posizioni.

    10. Phil Foden (Manchester City) LEGGI TUTTO

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    Plusvalenze Juventus: chi garantisce per il Collegio di Garanzia?

    TORINO – Il destino della Juventus è in mano al Collegio di Garanzia del Coni. Quella che comunemente (e forse un po’ pomposamente) viene definitiva la «Cassazione dello Sport». Ora, mentre la Juventus sta preparando il suo ricorso sul caso plusvalenze (ha trenta giorni dalla pubblicazione delle motivazioni, avvenuta il 30 gennaio), il Collegio di Garanzia del Coni è costretto a pubblicare un imbarazzato (e imbarazzante) comunicato stampa per precisare che «alcune dichiarazioni sulla sentenza della Corte Federale d’Appello della Figc, rilasciate dal Professor Piero Sandulli e riportate dalla stampa… …sono state rilasciate a titolo esclusivamente personale e non impegnano in alcun modo né il Collegio di Garanzia dello Sport né i suoi componenti».

    Influenze

    Per la cronaca Piero Sandulli è il vicepresidente del Collegio di Garanzia e nell’ultima settimana ha rilasciato due interviste, una delle quali a Tuttosport, nelle quali è entrato molto nello specifico della sentenza della Corte d’Appello Federale, individuandone molti punti forti (la quotazione in Borsa della Juve) e un punto debole (la povertà argomentativa nella motivazione dei 15 punti di penalizzazione). Una disamina da giurista esperto e veterano del settore sportivo, quale è. Ma, logicamente, è imbarazzante se un vicepresidente di sezione del Collegio di Garanzia si esprima prima che lo debba fare il Collegio stesso. 

    Chi garantisce la garanzia?

    Ora, senza giocare a fare le verginelle che improvvisamente scoprono come funziona il nostro Paese nel 2023, possiamo consolarci con il fatto che, se non altro, il professor Sandulli ha saggiamente commentato in modo molto ampio la sentenza, ovvero trovando sia ragioni per la conferma della stessa, sia per l’opposto. Insomma, nonostante il pasticcio, la corte potrebbe essere influenzata in un senso o nell’altro dalle sue parole. E, in fondo, chiedere a gran voce le dimissioni dell’esperto Sandulli sa più di stizzosa vendetta che soluzione concreta di un problema. Però, in una situazione di tale delicatezza, nella quale sono coinvolti milioni di tifosi juventini che, giustamente, sentono l’accanimento della giustizia sportiva (che punisce solo ed esclusivamente la loro squadra per una pratica che definire diffusa è un eufemismo), come si fa a evitare che questi si domandino: chi garantisce per il Collegio di garanzia? Se qualcuno riuscisse a dare una risposta convincente vivremmo tutti più sereni le prossime settimane, anche Sandulli. LEGGI TUTTO