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    Juve, perché il ritorno di Chiesa è così importante (anche per Mancini)

    378 giorni. A uno a uno, chissà quante volte li avrà contati Federico Chiesa, aspettando di vivere una serata come quella che l’ha visto decidere la partita con il Monza, grazie a un colpo di classe dei suoi. 378 giorni sono trascorsi fra il primo nonché ultimo gol del 2022 e il primo del 2023, l’anno della rinascita, dopo il grave infortunio dal quale l’attaccante si è ripreso con una forza d’animo e un carattere ammirevoli. E si capisce perché l’exploit del campione d’Europa abbia riacceso l’entusiasmo dei tifosi, sempre in attesa di Pogba, tuttora delusi da Di Maria e Paredes, il cui contributo alla causa almeno sino a questo momento è risultato nettamente inferiore alle attese suscitate dal loro arrivo a Torino. Il ritorno di Chiesa è molto importante per la Juve: la sua classe, la sua bravura, la sua capacità di spezzare gli equilibri di una partita, rendono molto più imprevedibile e molto più incisiva la manovra offensiva della squadra rispetto a quanto non lo sia stata sinora.Sullo stesso argomentoJuve, Chiesa e il bacio in tribuna dopo il gol: la reazione della fidanzataJuventus

    Chiesa, buone notizie per Mancini

    E le parole pronunciate in calce alla qualificazione ai quarti di finale della Coppa Italia sono state significative: “E’ stato un anno molto brutto per me il 2022. Quest’anno sto pensando ad allenarmi e a tornare in forma. Ora devo giocare, mettere minuti sulle gambe, tornare a giocare ogni tre giorni, cosa in cui sono penalizzato però ci sto provando. A Napoli abbiamo giocato molto male, siamo stati poco aggressivi. Pensiamo a domenica e all’Atalanta per riportare la Juve dove merita di essere”. Il recupero di un campione del calibro di Chiesa conforta anche Roberto Mancini: il 23 marzo, a Napoli contro l’Inghilterra e il 26 marzo a La Valletta, contro Malta, la Nazionale comincerà il suo cammino verso l’Europeo 2024. Con Chiesa in campo, suonerà un’altra musica.

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    Juve, Kean e le critiche: il messaggio di sostegno di McKennie

    Dall’asse McKennie-Kean è nato il primo gol della Juventus contro il Monza. Ormai il centrocampista statunitense e l’attaccante azzurro passano molto tempo insieme, anche fuori dal campo, come in occasione del Capodanno festeggiato a Milano con Leao. Oltre a una grande amicizia, alcune volte condividono anche le critiche che arrivano da una parte dei tifosi della Juve. E proprio dopo la partita contro il Monza, i due giocatori hanno voluto mandare un messaggio social, nemmeno troppo enigmatico. “La gente continua a giocare con quello sbagliato. Non uno di loro…”- ha scritto Moise a corredo di una foto dell’esultanza. McKennie ha scelto una foto proprio insieme al suo amico Kean per dimostrargli il proprio sostegno: “Non lo sanno, quindi lasciali parlare”- ha scritto il centrocampista americano. LEGGI TUTTO

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    Landucci, Di Maria e la rabona di Juve-Monza: “Se c’era Allegri…”

    TORINO – C’è chi lo ha difeso e chi, invece, lo ha pesantemente criticato per una giocata fine a se stessa e che avrebbe potuto cambiare le sorti di una partita poi portata a casa. Allo stesso tempo Angel Di Maria, nella serata di Coppa Italia dal 1’ dopo il rosso di Monza, ha deliziato ed esasperato i tifosi della Juventus per una rabona al 90’ apparsa ai più come un gesto di inutile leziosità. La giocata è stata commentata anche dal vice Landucci, che ai microfoni di Sky dopo aver lodato la squadra per l’ottima prova fornita dai giovani ha provato a mettersi nei panni del suo ‘capo’: “Non me ne sono accorto, parlavo un attimo con quelli accanto a me, non l’ho vista. Se c’era Allegri entrava in campo secondo me…”.Guarda la galleryDi Maria, la FOTOSEQUENZA della rabona in Juve-Monza

    Landucci e Chiesa ‘cavallo pazzo’

    Da Rabiot… a Federico Chiesa. Marco Landucci ha apostrofato con il soprannome del centrocampista francese l’esterno bianconero tornato al gol (e che gol!) a un anno di distanza: “È un po’ cavallo pazzo. Parte, ha qualità, salta l’uomo che è importante negli ultimi metri, ha fatto una bellissima rete con le sue caratteristiche. Da metà campo in avanti è un giocatore importante”.

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    Juventus Primavera, con il Frosinone la partita della verità

    Juventus Primavera, vietato sbagliare ancora. La compagine Under 19 bianconera è reduce, olte che dall’eliminazione in Coppa Italia per mano del Napoli, da quattro gare senza successi in campionato: due prima e due dopo la sosta. A fine 2022 il pari con l’Inter e la pesante sconfitta contro la Roma, ad inizio anno nuovo il delundete 0-0 casalingo contro il Lecce e poi la sconfitta, ancora una volta, contro il Napoli. Domani però un big match da non poter fallire.Guarda la galleryJuve Primavera, non basta la magia di Yildiz: il Napoli passa ai rigori
    Juventus Primavera, big match da vincere
    I bianconeri di mister Paolo Montero, infatti, nel prossimo turno saranno impegnati contro il Frosinone. I giallazzurri sono a 25 punti e a -4 dalla vetta occupata da Roma e Torino, esattamente come la Juventus. Proprio per questo sarò vietato fallire ancora: obiettivo accorciare sul primo posto in classifica e allontanare il Frosinone che, ad oggi, è un diretto contendente alle primissime posizioni in graduatoria. I ragazzi di Montero nelle scorse giornate hanno perso tanti punti per strada, non approfittando dei risultati poco convincenti della Roma. Ma le due sconfitte in due partite dei giallorossi hanno comunque consentito alla Juve non perdere contatto con la vetta. Di mezzo ci si è però messo il Torino, che di contro sembra la più in forma delle squadre al comando della classifica e reduce da 5 vittorie consecutive, 7 considerando anche quelle in Coppa Italia. Se i bianconeri sfideranno i ciociari, la Roma sarà ospite del Cagliari, mentre i granata giocheranno in casa dell’Udinese: un turno di campionato che si prospetta, come al solito, emozionante e ricco di colpi di scena. LEGGI TUTTO

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    Inter, c’è da sistemare il bilancio: 60 milioni da trovare

    MILANO – Il 26 ottobre 2018, quando Steven Zhang è diventato presidente, aveva annunciato che il club avrebbe puntato ai migliori tra dirigenti, allenatori e giocatori. Parole che non sono rimaste lettera morta, considerato che il suo primo colpo è stato Beppe Marotta, l’architetto dei trionfi bianconeri, chiamato da Suning a fare altrettanto in nerazzurro. All’epoca dei fatti, gli orizzonti erano molto diversi, considerato che il governo di Pechino favoriva ancora gli investimenti cinesi nel calcio in Europa e le ambizioni erano altissime. Il vento è poi cambiato, ma l’amministratore delegato, pur non avendo più in mano la fuoriserie che gli era stata consegnata, è ugualmente riuscito nell’obiettivo: riportare l’Inter ai fasti morattiani. Con la Supercoppa vinta a Riad, per Marotta è il 4° trofeo milanese, dove – almeno a livello italiano – ha già completato la collezione una stagione fa (allo scudetto conquistato da Antonio Conte, si erano aggiunte Coppa Italia e Supercoppa portate in dote da Simone Inzaghi). Un percorso virtuoso che fa da trait-d’union con gli anni bianconeri, in cui Marotta ha messo in fila, prima dell’addio nell’autunno del 2018, sette scudetti, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe di Lega. Una fama di “vincente seriale” sempre più cementata dai risultati: anche per questo nei giorni del ribaltone societario a Torino, più di un tifoso bianconero sognava il ritorno dalla porta principale dell’amministratore delegato. Il quale, invece, forte del contratto firmato con l’Inter fino al 2025, si è posto entro la fine del mandato come obiettivo primario la conquista della seconda stella che lo porterebbe (e porterebbe Suning) nella storia del club e pure del calcio italiano.Guarda la galleryInter, il rientro a Milano e i festeggiamenti sull’aereo con la Supercoppa LEGGI TUTTO

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    Juventus-Monza, le pagelle: Kean, gol e tanta lotta. Di Maria senza testa e presuntuoso

    Poco lavoro, ma sbrigato sempre bene.

    GATTI 5.5

    La sua prova nel complesso sarebbe pure positiva, ma è lui il primo a perdere le distanze sulla zuccata di Valoti.

    RUGANI 6

    Vigile urbano della retroguardia: quando viene sollecitato è attento.

    DANILO 6.5

    Se Paredes è troppo timido, ci pensa lui ad impostare. Parte delle iniziative della Juventus si generano dai suoi piedi. LEGGI TUTTO

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    Juventus, carta Ronaldo? Non è un jolly! Cosa hanno chiesto i legali di CR7

    TORINO – Gli ultimi giorni, con il ritorno in auge dell’ormai celeberrima “carta Ronaldo”, inseguita e cercata come il Sacro Graal, hanno esibito alcune delle più insidiose sfaccettature del concetto di gogna mediatica. Un perverso meccanismo che si innesca e che si alimenta in maniera sempre più voluminosa al crescere del prestigio dei soggetti in causa. E così, appunto, giornali e tv sono tornati ad accogliere tra le notizie principali i supposti aggiornamenti intorno alla suddetta carta. Perché la Juventus, si sa, fa rumore. Come fa rumore una figura ingombrante quale Cristiano Ronaldo. E poco importa se il prezioso documento, in realtà, ai fini dell’inchiesta racconta poco e niente.

    Non che il foglio in questione sia privo di rilevanza in senso assoluto, intendiamoci. Ma, al proprio interno, non cela nulla che già non fosse di dominio pubblico. Si tratta, semmai, dell’ennesima e ulteriore prova del fatto che la rinuncia ad alcune mensilità da parte dei calciatori bianconeri, manovra che aveva alleviato i bilanci della società nell’immediato, era in realtà uno slittamento parziale e comunque legato a variabili. In ogni caso, essendo stati presi impegni con l’intera rosa, quelle somme sarebbero dovute essere prudenzialmente registrate come rischi in attesa del verificarsi (o meno) delle suddette situazioni. Intorno a questo nocciolo si annida buona parte della contesa tra l’accusa e la difesa, ma non si tratta certo una scoperta odierna. La “carta Ronaldo”, al massimo, ci racconta di cifre in grado di impressionare l’opinione pubblica – si parla di quasi 20 milioni di euro in ballo – a causa del faraonico stipendio percepito dal portoghese. Ma, anche in questo caso, per appurare che l’ingaggio del numero 7 fosse particolarmente ricco non serviva di sicuro questa rivelazione.

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    Juventus, gioia Landucci: “Cambi perfetti. Coppa Italia nostro obiettivo”

    TORINO – Con Massimiliano Allegri squalificato la Juventus stasera è stata guidata dal vice Marco Landucci. Ai microfoni di Mediaset l’allenatore bianconero ha commentato così il passaggio del turno ai quarti di finale della Coppa Italia dopo il successo per 2-1 contro il Monza: “Era una partita importante, dovevamo ripartire. I ragazzi hanno fatto un’ottima partita, siamo contenti. Questo è un obiettivo importante per noi. Peccato per il gol preso, dovevamo essere più attenti ma siamo contenti del passaggio del turno. Allegri? Quando si vince siamo tutti soddisfatti, lo sarà sicuramente anche lui. L’obiettivo era passare il turno”.
    Juventus, Landucci: “Siamo stati perfetti con i cambi”
    “Cambi tadivi? Siamo stati perfetti, Chiesa è entrato al momento giusto. Ha segnato e abbiamo vinto. Se vinci hai fatto tutto bene. Di Maria poi è stato qualche giorno fermo. Supplementari? Non ci siamo andati. Penso che fosse il momento giusto per i cambi, poi può darsi che potevano entrare qualche minutino prima. Ma sapevamo l’aiuto che potevano darci”.
    Juventus, Landucci: “I giovani sono pronti”
    “Fagioli e Miretti hanno già diverse partite con noi, Iling anche ha giocato diversi spezzoni. Sono pronti. Fagioli e Miretti ci stanno benissimo, sono stati determinanti quando mancavano giocatori d’esperienza. Hanno dato freschezza, corsa e qualità tecnica. Sono prontissimi”.
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