consigliato per te

  • in

    Juve, c'è chi dice no: McKennie blocca il mercato

    Non sarà una seconda parte di gennaio all’insegna dei fuochi d’artificio. Alla Continassa, d’altronde, non è tempo d’investimenti alla Vlahovic, tanto per citare l’ultimo esempio di grande acquisto invernale. Almeno un mortaretto da qui alla chiusura del mercato, però, non è da escludere, giusto per puntellare un reparto in difficoltà – anche soltanto a livello numerico – come magari quello degli esterni. Certo, una cessione di peso olierebbe i meccanismi e favorirebbe un piccolo cambio di prospettiva in casa Juventus. Ma la svolta non è semplice e, soprattutto, non pare imminente, perché… c’è chi dice no.

    Sirene inglesi per McKennie

    E lo dice un giocatore in particolare, ovvero Weston McKennie. Il centrocampista americano, nonostante l’impiego con buona continuità sotto la gestione Allegri, è stato individuato come l’elemento sacrificabile dell’attuale rosa: vuoi perché i giovani Miretti e Fagioli offrono buone garanzie, vuoi perché l’attesa per il rientro di Pogba dovrebbe a breve concludersi. In mediana, dunque, le opzioni non mancano e non mancheranno. Il texano vanta però un’alta considerazione di sé e, trovandosi bene a Torino, ha comunicato di essere disposto a lasciare i colori bianconeri soltanto di fronte alla proposta di un club di prima fascia. Che possa assicurargli un lauto ingaggio e, al contempo, ambizioni sportive almeno pari a quelle della Juventus. Per questo motivo, finora, le chiacchierate sul suo conto portate avanti dai bianconeri non sono decollate. Né con il Bournemouth né con l’Aston Villa, che pure – forti dello strapotere economico della Premier League – avrebbero potuto avvicinare la richiesta di circa 30 milioni di euro, cifra utile ad assicurare una solida plusvalenza alle casse societarie. E, allo stesso modo, è improbabile che l’antifona muti di fronte alle fresche pressioni del Fulham.

    L’opzione Bundesliga

    Un epilogo differente, semmai, potrebbe generarlo un ritorno in auge dell’interesse da parte di una tra Chelsea e Tottenham, però timide sul giocatore nelle ultime settimane. O, in alternativa, un passo concreto da parte del Borussia Dortmund, che da tempo segue con attenzione il giocatore, il quale dalla Bundesliga è arrivato in Italia e il quale nella Bundesliga tornerebbe volentieri. La società al momento più forte su McKennie, però, si conferma essere l’Aston Villa di Emery, alla ricerca di un colpo in mezzo al campo per rinforzare la squadra: il club di Birmingham ha già ammiccato a Guendouzi, Merino e Parejo, e a breve potrebbe tornare all’assalto per l’americano. Che, però, continua a dire di no. E, di conseguenza, a bloccare il mercato in entrata dei bianconeri.

    Rugani resta

    La principale alternativa per sbloccare l’impasse si chiamerebbe Daniele Rugani, ma l’addio ai colori bianconeri del centrale appare remota. Un po’ perché il ragazzo non ha manifestato l’intenzione di cambiare aria, nonostante un minutaggio stagionale ridotto all’osso, un po’ perché non è semplice trovare una realtà disposta a investire sul suo acquisto a titolo definitivo. E, in fin dei conti, lo stesso Allegri ha esternato qualche perplessità di fronte allo scenario: su capitan Bonucci grava infatti il peso degli anni, dunque – alla luce dei suoi sempre più frequenti stop fisici – un’uscita del numero 24 dovrebbe essere compensata da un innesto nel medesimo reparto. Complicato, appunto, in un gennaio lontano dai recenti fuochi d’artificio. Soltanto la partenza di McKennie potrebbe innescare la miccia. LEGGI TUTTO

  • in

    Diretta Milan-Inter ore 20: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    RIYAD (ARABIA SAUDITA) – Sale l’attesa per la finale di Supercoppa italiana tra Milan e Inter in programma alle ore 20 italiane al King Fahd International Stadium di Riyad (Arabia Saudita). Come nel 2011 a Pechino sarà derby di Milano. Allora furono i rossoneri di Massimiliano Allegri ad avere la meglio grazie alle reti di Ibrahimovic e Boateng che ribaltarono il momentaneo vantaggio dei nerazzurri di Gian Piero Gasperini firmato nella prima frazione di gioco da Snejder. Le due formazioni arrivano alla gara in maniera differente: mentre il Diavolo di Stefano Pioli, campione d’Italia in carica, sta vivendo un periodo complicato, con i due pareggi in campionato contro Roma e Lecce (entrambi per 2-2) e il ko nei supplementari degli ottavi di Coppa Italia contro il Torino, la Beneamata di Simone Inzaghi, vincitrice dell’ultima edizione della coppa nazionale, ha battuto Napoli (1-0 con gol di Dzeko), Parma (2-1 nei supplementari negli ottavi di Coppa Italia) e Verona (1-0 firmato Lautaro Martinez), frenando a Monza nel finale (2-2). 234º confronto tra Milan e Inter nella storia, con il bilancio che vede in vantaggio i nerazzurri per 85 successi a 79; 69 pareggi completano il quadro tra tutte le competizioni.
    Milan-Inter: diretta tv e streaming
    La finale di Supercoppa italiana tra Milan e Inter è in programma alle ore 20 italiane al King Fahd International Stadium di Riyad (Arabia Saudita) e sarà visibile in esclusiva in diretta in chiaro su Canale 5. Inoltre sarà disponibila anche in streaming su Mediaset Infinity.
    Le probabili formazioni di Milan-Inter
    MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer, Tonali; Saelemaekers, Brahim Diaz, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli.
    A disposizione: Mirante, Vasquez, Gabbia, Kalulu, Thiaw, Dest, Pobega, Vranckx, Adli, De Ketelaere, Messias, Origi, Rebic, Lazetic.
    INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Dzeko, Martinez. Allenatore: Inzaghi.
    A disposizione: Cordaz, Brazao, De Vrij, D’Ambrosio, Dumfries, Gosens, Bellanova, Zanotti, Gagliardini, Asllani, Carboni, Curatolo, Correa, Lukaku. 
    ARBITRO: Maresca di Napoli.
    ASSISTENTI: Alasso-Baccini.
    IV UOMO: Chiffi.
    VAR: Di Paolo.
    ASS. VAR: Abisso. LEGGI TUTTO

  • in

    Supercoppa Milan-Inter, più che una finale: dall’Arabia parte la rincorsa al Napoli

    Obiettivi

    Discorsi che riguardano il futuro, il presente è milanese. In campo alle 20, per una partita che sa già di salvagente per la stagione per il Milan, un po’ meno per l’Inter. Stefano Pioli giunge da due settimane di prestazioni e risultati controversi, culminati con l’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia per mano di un Torino ridotto in dieci. Di conseguenza, un possibile traguardo è già stato tagliato fuori. Ne restano tre, con un bis in campionato reso complicato dalla cavalcata del Napoli, con un ottavo di Champions League contro un Tottenham sì malconcio, ma pur sempre Tottenham, e con una Supercoppa da conquistare. Simone Inzaghi parte da una posizione di forza per quanto riguarda gli obiettivi di stagione, tutti aperti. In Coppa Italia arriverà la vincente di Atalanta-Spezia, mentre in Europa ci sarà il Porto, avversarie rognose, comunque abbordabili. Resta complicato il discorso campionato e c’è, per l’appunto, la Supercoppa. Un po’ meno salvagente rispetto al Milan, ma comunque trofeo da mettere in bacheca. Come accaduto la passata stagione, in accoppiata con la Coppa Italia.

    Lo specialista

    Inter detentrice uscente e all’inseguimento del Milan: sei successi contro sette. I rossoneri vinsero la prima edizione del trofeo, quella datata 1988 (ma con finale il 14 giugno 1989) battendo 3-1 la Sampdoria. I nerazzurri vinsero quella successiva, superando a loro volta i blucerchiati 2-0. C’è un solo derby nell’albo d’oro, quello del 6 agosto 2011, quando il Milan vinse 2-1 a Pechino, con Ibrahimovic (unico superstite del match: stasera vedrà il match in tv a Milano) e Boateng a ribaltare il vantaggio firmato Sneijder. Pioli cerca il primo trofeo da allenatore, dopo aver vinto il primo campionato. Inzaghi è invece specialista dell’appuntamento: due successi con la Lazio, 2017 e 2019 (questa edizione proprio a Riad, ma allo stadio dell’Università re Sa’ud), e quella già ricordata con l’Inter.

    Per ripartire

    Sarà una serata in cui le due squadre non si presentano al meglio. Il Milan, a Lecce, ha fatto preoccupare Pioli dal punto di vista dell’approccio, in una partita rimessa in piedi soltanto dalla reazione del secondo tempo, più di orgoglio che di ordine tattico. L’Inter, contro il Verona, ha ottenuto il massimo con il minimo sindacale: tre punti senza entusiasmare, con la mente già rivolta a Riad. L’importanza dell’appuntamento e il derby in campo neutro possono riaccendere testa e gambe, per una partita che può essere il propellente giusto per aggredire il campionato con rinnovata convinzione. Pioli ritrova Sandro Tonali, squalificato a Lecce, mentre Inzaghi riavrà Nicolò Barella dal 1’: due inserimenti fondamentali.

    Fuorigioco semiautomatico

    In vista campionato ci sarà anche il debutto del fuorigioco semiautomatico, già visto al Mondiale e in Champions. Avverrà in una cornice da “quasi” esaurito. I seggiolini del King Fahd International Stadium saranno gremiti da quasi 58mila spettatori (a causa di questioni logistiche i biglietti in vendita erano il 90% della capienza dello stadio) e i tifosi si faranno sentire, eccome. Steven Zhang sarà seduto in tribuna a tifare Inter, Gerry Cardinale seguirà il Mlan da New York. Dall’Italia arriveranno circa 500 sostenitori delle milanesi, per una gara che per Riad conta tantissimo, come confermato ieri da Hammad Albalawi, il General Manager of Strategic Planning and Investments del ministero dello Sport: «Siamo molto fieri di ospitare la Supercoppa italiana tra Milan e Inter. Per noi è un evento molto importante. Da poco qui si è trasferito Cristiano Ronaldo, abbiamo visto l’importanza per il Qatar di organizzare il Mondiale, vedremo lo sviluppo anche per le nostre Accademie nei prossimi anni. Inter e Milan sono famose in tutto il mondo, l’Arabia Saudita ha dimostrato di essere al livello per poter ospitare un evento di tale portata». LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, Spalletti: “Abbiamo giocato al di sotto delle nostre possibilità”

    NAPOLI – “La delusione c’è tutta. Non siamo stati bravi come al solito nella gestione della palla, ma la partita dopo il vantaggio sembrava in completa sicurezza. Il 2-2 arriva da due palle perse in uscita e poi abbiamo buttato al vento delle occasioni. Quando si mette in discussione una gara in gestione, poi diventa complicato”. Queste le parole di Luciano Spalletti ai microfoni di Mediaset dopo la sconfitta del Napoli contro la Cremonese ai rigori in Coppa Italia. “Se non si riesce a ripetere la stessa qualità in tutte le partite, le cose si fanno complicate – aggiunge il tecnico dei campani -. Avremmo potuto chiudere la partita sul 2-1 perché loro a quel punto erano costretti a salire un po’ di più. La gestione però ce l’avevamo noi e avremmo dovuto portare in fondo così la sfida. Gli abbiamo concesso un paio di palle in area e loro hanno trovato il pari. Abbiamo giocato al di sotto delle nostre possibilità”. LEGGI TUTTO

  • in

    La mamma di Rabiot alla Continassa: la Juve e Adrien provano ad avvicinarsi

    TORINO – Chiamatelo un pourparler, un abboccamento, un incrocio non certo casuale ma programmato tra persone che si conoscono molto bene: la Juventus, rappresentata dal direttore sportivo Federico Cherubini, da un lato; madame Véronique Rabiot, madre e agente del bianconero Adrien dall’altro. Fin troppo esagerato, anzi sarebbe estremamente sbagliato, pensare a un incontro determinante per le sorti del centrocampista che alla quarta stagione in bianconero ha raccolto finora 148 presenze segnando 11 gol. È come dire che, nel mini-vortice di allenatori che dal 2019 si sono succeduti in panchina, il nazionale di Didier Deschamps non ci ha perso praticamente, perché ha giocato, sempre o quasi. Quanto alle reti, beh, avrebbe potuto fare molto meglio e questo, probabilmente, lo sa lui per primo.Guarda la galleryJuventus, per Pogba e Vlahovic intero allenamento con la squadra: le FOTO della seduta LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus Women, Gunnarsdottir e la gravidanza: ha vinto il reclamo contro il Lione

    La calciatrice della Juventus Women, Sara Bjork Gunnarsdottir, ha vinto il reclamo contro il Lione per il mancato riconoscimento dell’intero stipendio durante la passata gravidanza. Una vittoria storica per l’intero movimento del calcio femminile europeo e per i diritti delle atlete. La decisione è stata presa dalla Camera di risoluzione delle controversie della Fifa, in base alla quale il club francese deve pagare alla ex nazionale islandese l’importo di euro 82.094,82 a titolo di compenso residuo, oltre al 5% di interessi, per il periodo tra il 10 settembre 2021 e la data di effettivo pagamento.
    Gunnarsdottir-Lione, la vicenda
    È stata la stessa calciatrice, pubblicando una lettera sul sito The Players Tribune, a ripercorrere quanto successo. Partendo fin dal principio: “All’inizio, saputo della gravidanza, l’unica cosa che provavo era felicità, ma poi la realtà mi mi ha colpito, e pensai: “Come reagirà il club a questa notizia?”. Dietmar, il mio agente, mi disse che il direttore del Lione era sorpreso ma felice per me, e ha organizzato un incontro, dove abbiamo discusso i passi successivi. Il dottore ha detto che a quel punto avrei dovuto smettere di giocare. Volevo solo portare a termine il resto della mia gravidanza a casa in Islanda, dove avrei potuto capire i medici nella mia lingua madre e stare con mia madre, il mio partner e la mia famiglia. Quindi abbiamo chiesto al direttore e lui ha detto di sì. Ma dopo il parto sarei voluta tornare al Lione, fui molto chiara su questo. Per un po’ ho avuto così tante cose da fare che non ho avuto il tempo di pensare o preoccuparmi dei miei stipendi dal club: non avevo motivo di pensare che qualcosa sarebbe andato storto. Fino a quando non ho ricevuto il mio primo stipendio: tutto ciò che è stato depositato era solo una piccola percentuale dalla previdenza sociale. Ad essere onesti, c’erano molte cose logistiche da affrontare, quindi non ci ho dato troppo peso, pensai ad un errore. Ma ho controllato con le altre compagne, solo per essere sicura: erano state pagate puntualmente. Successivamente persi un altro stipendio. A quel punto chiamai Dietmar che scrisse a Vincent, il direttore del club. Non ci fu risposta. Dopo un secondo tentativo a vuoto, inviammo una lettera formale. Quando Vincent finalmente rispose, si scusò per i due mesi e disse che sarei stata pagata per quelli, ma non per il terzo, seguendo la legge francese. Il che significava che non mi avrebbero dato altro. Ho detto a Dietmar: “No, non è giusto, dovrebbero seguire le regole della FIFA”. 

    La questione alla FIFA e la rottura con il Lione
    La vicenda andò per le lunghe, fino alla FIFA, con la conseguente rottura tra la calciatrice e il club: “Fu coinvolto il sindacato giocatori in Francia, e poi la FIFPRO. Le settimane si trasformarono in mesi: non avevo ricevuto ancora nessuna busta paga completa. Il Lione si rifiutò di dare una risposta chiara su quale fosse il criterio applicato. Quando Dietmar disse a Vincent che la FIFPRO avrebbe portato questa situazione fino alla FIFA, la risposta fu: “Se Sara va alla FIFA con questo, non ha alcun futuro a Lione”. Abbiamo ottenuto la decisione dalla causa FIFPRO a maggio. Il club è stato condannato a pagarmi gli stipendi non pagati per l’intero importo. Il Lione ha chiesto le motivazioni della decisione: la FIFA ha parlato del “dovere di cura” da parte club, nonché dell’assenza di contatti con me nell’arco della mia gravidanza. Nessuno mi controllava o vedeva come stavo sia mentalmente che fisicamente, come dipendente e come essere umano. Quando il Lione ha ricevuto i motivi della decisione, ha deciso di non fare ricorso. Ho avuto diritto al mio stipendio per intero relativo alla gravidanza e fino all’inizio del mio congedo di maternità, secondo le regole della FIFA. Questi fanno parte dei miei diritti, e non possono essere messi in discussione, nemmeno da un club grande come il Lione”.
    Un finale felice che dovrà essere da esempio
    Ora la felicità ritrovata, con un presente e futuro radioso in bianconero, ma con l’obiettivo che le cose cambino per il calcio femminile: “Ora sono alla Juventus e sono molto felice. Ma voglio assicurarmi che a nessuno capiti ciò ho passato io.  E voglio che il Lione sappia che quel comportamento non è giusto: non è soltanto business, ma riguarda i diritti di una lavoratrice, intesa sia come donna che come essere umano. Oggi sono fiduciosa per il calcio femminile, c’è tanto da festeggiare. Siamo arrivati lontano, con strutture, investimenti e tifosi che riempiono lo stadio. Ma la realtà è che, quando si tratta della cultura generale, c’è ancora tanto lavoro da fare. Meritiamo di meglio”. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve Next Gen, Brambilla: “A Foggia sarà una prima volta per i miei ragazzi”

    Juventus Next Gen, ripartire dal pari col Padova
    Prima di analizzare la semifinale della competizione tricolore, il trainer bianconero è tornato sul pareggio per 1-1 in campionato: “A Padova abbiamo fatto una buona partita. Un pari che per noi è stato importante, venivamo da quattro sconfitte di fila e quindi il punto era fondamentale. E poi abbiamo recuperato lo svantaggio facendo anche una buona prestazione: abbiamo sofferto, ma all’inizio del secondo tempo siamo scesi in campo diversamente e alla fine abbiamo anche avuto una palla importante per vincerla. In generale è stata fatta una buona partita, per di più in trasferta contro una squadra che era in grande ripresa, con giocatori che per la categoria sono importanti. Il fatto di averla ripresa è sicuramente positivo. Nel momento di sofferenza abbiamo resistito, e poi negli ultimi 20 minuti siamo usciti fuori e abbiamo avuto più energia, provando anche a vincerla. Alla fine però il pareggio credo sia stato un risultato giusto”.
    Guarda la galleryJuve Next Gen, interrotta la serie negativa: col Padova è 1-1
    Foggia, avversario e ambiente per crescere
    Brambilla analizza in tutti gli aspetti il percorso in coppa dei suoi, descrivendo avversario e ambiente che ci si troverà di fronte domani allo Zaccheria: “Per noi la Coppa Italia ha un’importanza alta, come ce l’ha il campionato. Durante il torneo la nostra forza è stata quella di aver sempre disputato le partite come fossero finali. Interpretare la gara secca non è facile, i ragazzi hanno fatto bene giocando fuori casa, in campi anche difficili, e ci siamo guadagnati questa semifinale. Ora si gioca sulla doppia partita, quindi sui 180 minuti, poi chiaramente ci potranno essere i supplementari e i rigori. Bisogna giocare bene l’andata: sicuramente l’approccio della prima gara è fondamentale per poter passare il turno. Il Foggia è una squadra costruita per i primi posti: hanno avuto un inizio di campionato un po’ difficoltoso, poi col cambio di allenatore hanno recuperato posizioni in classifica. Hanno approcciato la Coppa Italia nella maniera giusta, passando turni contro squadre forti, avendo l’atteggiamento giusto. Credo che, come noi, ci tengano ad arrivare in finale per provare poi a vincerla. Mi aspetto una partita equilibrata, poi come sempre saranno gli episodi e i dettagli a fare la differenza. Sarà bello ed importante per noi poter giocare in uno stadio di un certo tipo, caldo, dove ci sarà anche un pubblico numeroso: è anche la prima partita che facciamo al sud, sappiamo che le tifoserie meridionali sono molto appassionate. Ci sarà un ambiente vero, cosa molto intrigante. Per i ragazzi sarà motivo di crescita e porterà stimoli in più”. LEGGI TUTTO

  • in

    La Juve anti-Monza: le ultime su Cuadrado. E Vlahovic…

    TORINO – La voglia di rivalsa degli juventini è enorme, da adesso in poi non si può più sbagliare: dentro o fuori, partita secca in Coppa Italia allo Stadium contro il Monza, per restare in corsa per uno degli obiettivi stagionali rimasti. Anzi, per un obiettivo vero, e i precedenti che legano il primo quinquennio di Massimiliano Allegri nella Juventus a questa competizione, in fondo, possono ispirare pensieri positivi: qualcuno l’aveva persino ribattezzata la “Coppa Max”, considerati i successi in serie di qualche anno fa. Per il club è un appuntamento fondamentale, per l’allenatore anche e l’idea è quella di adottare un turnover ragionato, pensando anche all’Atalanta in campionato, per sfruttare l’energia dei giovani e il desiderio di riscatto di alcuni veterani.Guarda la galleryJuventus, per Pogba e Vlahovic intero allenamento con la squadra: le FOTO della seduta LEGGI TUTTO