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    Adopo, un gol per la storia. Ma resterà al Toro?

    TORINO – Urbano Cairo continua a corteggiare Ivan Juric: euforico – il presidente – per il passaggio del turno, desideroso anche di prolungare il contratto al tecnico oltre la scadenza del 30 giugno 2024. Ma deve convincerlo. Intanto lo abbraccia negli spogliatoi e lo elogia a parole una volta di più. Ma il Torino ha anche un problema da risolvere: proprio l’eroe di San Siro contro il Milan, Adopo, ha il contratto in scadenza già a giugno. E le distanze tra le parti sono ancora significative, tra domanda e offerta. Ma la trattativa continua, sperando in una fumata bianca. LEGGI TUTTO

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    Toro, Cairo: “Vi racconto perché ho abbracciato così Juric”

    TORINO – Il Toro vince, coltiva e firma un’impresa a San Siro, elimina dalla Coppa Italia i campioni d’Italia del Milan (sconfitti per la seconda volta in stagione dai granata), si qualifica ai quarti di finale e all’improvviso Urbano Cairo torna a parlare. Lo ha fatto alla trasmissione “Tutti Convocati” su Radio24: “E’ stata una grande gioia, ieri siamo stati troppo contenti tutti. Dopo la partita sono andato nello spogliatoio e ho fatto i complimenti a tutti. In 10 ci siamo un po’ abbassati, ma non rinunciando a giocare. Abbiamo avuto varie occasioni e abbiamo strameritato il passaggio del turno. Siamo felici. Con il Milan abbiamo fatto buone cose nel passato recente. A partire da quando vincemmo due volte in campionato quando c’era ancora Mazzarri. Anche con l’Inter qualche buon risultato lo abbiamo fatto”.

     

    L’AUTOELOGIO – Noi abbiamo fatto dei buoni campionati, siamo in A dal 2012-2013, quindi ininterrottamente da dieci anni, mentre nei dieci anni precedenti prima di me il Toro era stato 6 anni in B e 4 in A con 3 retrocessioni. Da quando ci sono io, invece, sono arrivati tanti noni e decimi posti. Non male. Adesso siamo nelle condizioni in cui ci piacerebbe fare qualcosa in più, abbiamo un mister bravo che riesce a ricavare il massimo da tutti e dai giovani soprattutto. Su Bayeye ieri si sono visti i risultati del lavoro di questi mesi: è lui che ha fatto l’assist per il gol di Adopo, altro giovane che è con noi da anni e che proprio a San Siro vinse la Coppa Italia con la Primavera”.

     

    L’ELOGIO DI JURIC – Poi le parole specifiche su Juric: il presidente vorrebbe che l’allenatore rinnovasse il contratto in scadenza nel 2024, ma il tecnico prende tempo in attesa di garanzie (ambizioni, mercato).“Juric ha carattere e quando si ha un certo tipo di carattere è qualcosa di importante. Gli ha consentito di creare un buon clima, una bella squadra vogliosa, che lotta per recuperare palla e lo fa nella metà campo avversaria. Con lui c’è un bel rapporto, ieri ci siamo abbracciati con un abbraccio affettuosissimo. L’imprenditore spinge i suoi collaboratori a fare meglio, ma è bello anche avere collaboratori che spingono sempre di più a loro volta. Juric lo seguivo da quando era a Verona, avevo provato a prenderlo già dopo il primo anno lì, ma lui volle rimanere per ultimare il progetto che aveva costruito a Verona. Mi piaceva molto il tipo di gioco di Juric e quindi gli ho fatto la corte per un anno, alla fine l’ho preso. Adesso ci godiamo questa vittoria, ma poi dobbiamo pensare subito a domenica contro lo Spezia, è una partita importante per poter dare continuità”. LEGGI TUTTO

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    Torino, per Schuurs altro esame superato a pieni voti

    Martedì sera c’era un uomo che toccava quota 50 partite a San Siro: Gigi Buffon. Ieri, invece, si è tenuto un battesimo speciale: quello di Perr Schuurs. In campionato, nella gara d’andata contro l’Inter, non era sceso in campo. Ma ha osservato dalla panchina i ritmi del calcio italiano, il tatticismo, l’ossessiva attenzione alla fase difensiva. Ha fatto tesoro del mestiere che ha rubato con gli occhi in pochissimo tempo, perché a distanza di quattro mesi dalla sconfitta del Toro contro l’Inter l’olandese ha sfoggiato una prestazione sontuosa, decisiva nel trionfo firmato Adopo. Attenzione maniacale, personalità da vendere, nessun pallone sprecato anche in inferiorità numerica. Dalle parti di Schuurs sono passati un po’ tutti: De Ketelaere e Diaz, ma anche i più pimpanti Leao e Giroud. Ma l’ex Ajax è uscito a testa altissima da ogni duello, con un piglio da veterano. La prova di Perr in Coppa Italia non è altro che una splendida conferma di ciò che sta dimostrando anche in campionato, con una continuità non banale. Schuurs sta bene, la decisione di evitare l’intervento alla spalla uscita malconcia contro la Sampdoria poco prima della sosta per i Mondiali ha pagato, per cui il rendimento del centrale è destinato a crescere ancora.Guarda la galleryLe pagelle di Milan-Torino: Milinkovic sembra Garella, Leao-Giroud flop

    La partita di Schuurs a San Siro

    A San Siro, al cospetto del reparto offensivo del Diavolo, ha fatto impressione il duello con Leao: il portoghese fa girare le gambe a velocità iperuraniche, ma Schuurs non si scompone mai. Resiste sempre, senza mai perdere la posizione. E poi il salvataggio provvidenziale su Tonali, che si stava avventando sul tiro respinto da Milinkovic-Savic, ai supplementari: più pesante di un gol. E ancora la spaccata sul tiro di Calabria, a pochi istanti dal fischio finale. Non è un caso che l’Inter lo stia seguendo attentamente. I nerazzurri hanno in programma una ristrutturazione della retroguardia: Skriniar sembra lontano da Milano, ma anche Acerbi, De Vrij e D’Ambrosio vivono una fase di precariato. Col Toro, tuttavia, nessuna possibilità di usufruire del bonus 110. Se il rifacimento della difesa dovesse passare da Schuurs, servono minimo 30 milioni di euro da consegnare a Cairo. Tanti soldi, che premiano il blitz estivo da 12 milioni di Vagnati in Olanda. Se ne riparlerà a giugno. Intanto Perr pensa al presente, al suo Toro, che dopo aver ottenuto lo scalpo del Milan può permettersi di sognare in Coppa Italia. La serata magica di ieri non la dimenticherà tanto facilmente. LEGGI TUTTO

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    Napoli-Juventus, le certezze e i dubbi di Allegri alla vigilia

    TORINO – Sono ormai lontani i fasti delle garze e dei turbanti a fasciare il capo insanguinato di Chiellini, di cui per altro ha ereditato il numero sulla schiena. Ma ieri, alla Continassa, Bremer si è presentato con un vistoso “tape” alla gamba sinistra, cerotto che ne conteneva – in particolare – il ginocchio. Una sorta di medaglia al suo spirito guerriero e alla sua smania di lavorare anche sopra acciacchi e fastidi. Ma nulla di preoccupante, anzi. Il brasiliano proprio nell’ultimo allenamento allo Juventus Training Center è tornato a sudare a pieno regime con i compagni, dopo alcuni giorni di sedute individuali. Una precauzione, più che una conseguenza, del leggero affaticamento patito alla vigilia della partita con l’Udinese e che, appunto, sabato sera aveva escluso il centrale dalla lista dei convocati di Allegri. Uno scrupolo osservato anche in contumacia della diffida che pendeva sulla testa dell’ex Torino e che, di fatto, ne metteva a rischio la presenza nella partita più importante di questa fase della stagione, ovvero la trasferta di domani sera al Maradona. Quando i muscoli e la velocità di Bremer, di fronte alla capolista Napoli, saranno fondamentali per contenere la potenza di Osimhen, già arginato con successo dal bianconero nei precedenti confronti sul palcoscenico della Serie A.Guarda la galleryJuventus, la probabile formazione di Allegri contro il Napoli LEGGI TUTTO

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    Diretta Roma-Genoa 0-0: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    ROMA – Ci sarà un po’ di turnover nella Roma, ma senza esagerare. Perché la Coppa Italia, come la Conference League l’anno scorso, può rappresentare un obiettivo concreto. Per i giallorossi è partito l’assalto alla decima contro il Genoa, una sfida che regalerebbe la più che probabile sfida con il Napoli (che attende la Cremonese martedì 17) ai quarti di finale. L’Olimpico sold out si gusterà prima del fischio d’inizio anche una piccola festa per celebrare Paulo Dybala per la vittoria della Coppa del Mondo con l’Argentina. Per il Genoa sarà una gara difficile, a pochi giorni dalla ripresa del campionato che vederà i rossoblù impegnati in casa contro il Venezia lunedì prossimo: “Darò spazio a giocatori che hanno fatto pochi o nessun minuto, ma in questa sosta ho visto un approccio importante e positivo da parte di tutti”, ha detto Gilardino.
    Segui la diretta di Roma-Genoa su Tuttosport.com
    Diretta Roma-Genoa: cronaca live
    45’+1 – Termina il primo tempo di Roma-Genoa: risultato fermo sullo 0-0.
    42′ – Ancora Kumbulla di testa sugli sviluppi di un angolo, palla che si spegne sul fondo.
    35′ – Primo ammonito del match: è Bove, ‘reo’ di una trattenuta ai danni di Yalcin.
    34′ – Clamoroso contropiede del Genoa: Yalcin calcia fuori un rigore in movimento.
    31′ – Matic serve Pellegrini, che calcia di prima intenzione: la sfera si stampa contro l’incrocio dei pali.
    29′ – Sassata di Matic: Galdames si immola e stoppa la pericolosissima conclusione.
    25′ – Aumenta la pressione della Roma: ci prova anche Bove, palla ancora in corner.
    21′ – Matic per Pellegrini, che serve in profondità Abraham: Martinez è attento e mette in angolo.
    20′ – Kumbulla ci prova di testa sugli sviluppi di un corner battuto da Pellegrini, ma il difensore italo-albanese non inquadra lo specchio. 
    14′ – El Shaarawy serve Pellegrini, ma il mancino del capitano giallorosso termina alto.
    12′ – Kumbulla rischia il giallo, l’arbitro Feliciani lo grazie.
    9′ – Mancino al volo di Coda: Kumbulla devia in angolo.
    3′ – Ci prova El Shaarawy, ex della sfida, dalla lunga distanza: palla fuori.
    1′ – Partiti! Allo stadio Olimpico è iniziata Roma-Genoa, match valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, guarda Hojlund! Sta diventando grande e vale tutti i 17 milioni

    BERGAMO- Quando l’Atalanta lo ha preso a fine agosto dallo Sturm Graz, a stupire non fu poi tanto il fatto che i nerazzurri puntassero su un nome sconosciuto al grande calcio. Rasmus Hojlund, ovvero il centravanti classe 2003 della Dea, venne pagato ben 17 milioni, davvero molti peri canoni nerazzurri. Oggi, a distanza di qualche mese e tante buone prestazioni dopo, si capisce perché sul 19enne danese ci fossero diverse squadre. Per battere la loro concorrenza l’Atalanta ha dovuto muoversi con l’amministratore delegato Luca Percassi e l’uomo mercato Lee Congerton già alla vigilia della sfida giocata il 21 agosto contro il Milan a Bergamo. La rete segnata lunedì sera a Bologna è stata splendida, senza dubbio l’accelerata di Boga va rimarcata ma Hojlund è stato bravo sia nel movimento che nel controllo in avanti che gli ha poi permesso di scavalcare Skorupski con un morbido tocco sotto. La rete del 2-1 è un concentrato di forza, astuzia e tecnica, grazie a quel gol la Dea ha ribaltato la situazione così come pochi giorni prima, a La Spezia, in una gara decisamente molto complicata e sul 2-0 per i padroni di casa da diversi minuti era stato ancora Hojlund a riaccendere i motori del gruppo grazie ad un gran diagonale di destro.Sullo stesso argomentoL’Atalanta è carica: 3-0 al Nizza in amichevole firmato da Hojlund, Zapata e BogaAtalanta

    I numeri di Hojlund e le qualità tecniche

    I numeri stagionali del ragazzino danese sono importanti, con 13 presenze e 643 minuti giocati in A il numero 17 nerazzurro ha una media gol di una rete ogni 214 minuti (3 finora le marcature) cui va aggiunto anche l’assist per Scalvini sul campo della Roma. Solo 5 volte incampo da titolare, il giovanotto è quasi sempre protagonista sia sul piano tecnico (quando i compagni lo cercano con palla lunga nello spazio lui è bravo nella difesa del pallone con scarico per chi arriva a rimorchio oppure a costruirsi occasioni da rete) che atletico. La velocità in sprint è uno dei suoi tratti distintivi, Gasperini spesso ha parlato della “fame” e della voglia che Hojlund mette incampo ed effettivamente, guardando le sue partite dal vivo, si percepisce in continuazione la sua caparbietà. Un altro dettaglio che lo rende particolare è la personalità: con i compagni di squadra piuttosto che con l’arbitro per chiedere un giallo (è accaduto a Bologna lunedì scorso), è già capitato di vedere Hojlund gesticolare con grande trasporto per far valere le sue ragioni. In ultima analisi, il rapporto con i tifosi sta diventando molto forte sia per i segnali che il ragazzo manda dal campo (a Bergamo i calciatori generosi sono sempre molto apprezzati, “Molà mia” è un tratto distintivo degli orobici) che per la carica che lo stesso Hojlunnd trasmette. Al Picco di La Spezia, nel finale che poi ha regalato il pari di Pasalic, l’attaccante degli orobici ha invitato i tifosi ad alzare i decibel del sostegno. Gli occhi di diverse big si stanno posando su di lui, il ragazzo è già nel giro della Danimarca e ha sfiorato la convocazione per il Mondiale in Qatar: il tempo è tutto dalla sua parte, la sensazione che Gasperini abbia per le mani un diamante grezzo è forte. Ad inizio stagione, con lo Sturm Graz ai gironi di Europa League, Hojlund scelse Bergamo e l’Atalanta per diventare grande con i nerazzurri.

    Guarda la galleryIl 2003 Hojlund trascina l’Atalanta a Monza: nerazzurri primi da soli! LEGGI TUTTO

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    Milan-Torino, Juric: “Siamo molto felici. Djidji non era da espulsione”

    MILANO – Grandissima impresa del Torino che, in inferiorità numeri dal 70′ per l’espulsione di Djidji, batte il Milan grazie alla rete di Adopo al 114′ e conquista i quarti di finale di Coppa Italia. I campioni d’Italia subito fuori, ora devono rialzare la testa in campionato e nella finale di Supercoppa italiana in programma il 18 gennaio a Riyad contro l’Inter. Juric, nel postpartita, ha commentato così la prestazione dei suoi e il passaggio del turno: “Siamo tutti molto felici. Ci tenevamo a questa partita e abbiamo fatto una grande prova. Siamo stati ordinati, cercando di colpire in contropiede. Il gol viene da due ragazzi che vengono da Catanzaro e Viterbese. Vederli entrare così a San Siro è una bella storia”.
    Milan-Torino, Juric sull’espulsione di Djidji
    Il tecnico croato non è poi d’accordo con il secondo giallo estratto da Rapuano agli indirizzi di Djidji che ha costretto i suoi a rimanere in 10: “Mi sembra che Djidji prende la palla, arriva prima di Messias. Fino a quel momento ho visto un grande Toro, creando occasioni e subendo poco. Abbiamo incontrato difensori forti, non era facile anche se è vero che qualche volta abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio. Sanabria ha fatto un’ottima gara, venendo spesso incontro. Nei primi 60 minuti abbiamo fatto bene, contro una squadra fisica e che gioca molto sulle palle rubate”. LEGGI TUTTO

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    Napoli-Juve, riecco Doveri: dal pestone di Dzeko al gol annullato a Danilo. I precedenti

    Dal famoso episodio Dzeko-De Sciglio al gol annullato a Danilo, i precedenti tra la Juventus e Doveri fanno storcere il naso ai tifosi bianconeri in vista del match contro il Napoli di Spalletti. Sì, perché ad arbitrare il big match tra gli azzurri e la Juventus, in programma per venerdì 13 alle 20:45, sarà proprio Daniele Doveri. Il fischietto della sezione di Roma ha già arbitrato la Juventus in 23 occasioni (13 successi, 5 pareggi e 5 sconfitte): l’ultimo incontro però ha fatto molto discutere a causa di un gol annullato alla squadra di Allegri. Il match in questione è l’ultimo derby d’Italia tra Juventus e Inter, giocatosi il 6 novembre 2022.

    Doveri e i precedenti con Napoli e Juve

    Doveri ha diretto per due volte la sfida tra Napoli e Juventus: la prima volta è stata la finale di Coppa Italia della stagione 2019-2020 (vittoria per 4-2 degli azzurri ai calci di rigore dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari), mentre quella più recente è una sfida di campionato, il 13 febbraio 2021, che ha visto trionfare la squadra partenopea. Nelle due sfide tra azzurri e bianconeri non si sono registrati episodi dubbi o polemiche, ma non si può dire la stessa cosa delle partite tra Juventus e Inter, arbitrate sempre dal fischietto di Roma.

    Sullo stesso argomentoNapoli-Juventus: ecco l’arbitro designato per il big match del MaradonaSerie A LEGGI TUTTO