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    Juventus prima nella classifica dei secondi tempi: è la rivincita di Allegri

    TORINO – Fuori i secondi (tempi): e la Juve si scatena. Considerando solo la ripresa delle partite di campionato, infatti, sarebbe prima in classifica. Trentotto punti contro i 37 del Napoli attuale capolista. E’ questa una graduatoria che non garantsce premi, ma permette riflessioni. Nello specifico, tale primato, è una piccola grande rivincita d’inizio anno per Massimiliano Allegri, che ormai anche se gli chiedi “scusi, che ore sono?” puntualizza che… «mi vien da ridere perché prima si parlava di infortuni, di preparazione. Adesso che le cose vanno bene nessuno parla più di preparazione fisica!».

    Ma guarda un po’.

    Orbene: si potrebbe aprire tutto un amletico e marzulliano filone di riflessioni ed elucubrazioni chiedendosi quali siano le cause e quali invece le conseguenze (cioè: non se ne parla più perché si vince o si vince perché la preparazione non è più un problema, e dunque non se ne parla più?). Ma tant’è. Importa fino ad un certo punto.

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    Napoli e Juventus volano, l’Inter rallenta: le classifiche a confronto della Serie A

    Napoli e Juventus volano sempre di più, l’Inter rallenta ancora (-2), mentre la Lazio fa registrare, nonostante il pari contro l’Empoli, un leggero incremento (+1) rispetto al differenziale di cinque giorni fa (al termine delle sfide del 16° turno). Ora la squadra di Maurizio Sarri, rispetto alla stagione passata, ha sei punti in più. La Roma, invece, pareggiando contro il Milan mantiene sempre un saldo positivo nel confronto con l’anno scorso ma nell’arco di 120 ore passa da +5 a +3. I rossoneri di Pioli, invece, non variano il loro differenziale: il pari di San Siro contro i giallorossi lo lascia sul -2 rispetto alla stagione passata. Anche Il Torino di Juric, con il pari di Salerno, conserva un saldo positivo ma dal +3 del 4 gennaio scende al +1 di oggi. Questi i dati più interessanti sul confronto tra le classifiche di Serie A (prendendo in considerazione sia il differenziale della giornata precedente che quello dopo 17 giornate di campionato).Guarda la galleryAllegri da “out” a santo subito: tutti sul carro di Max con la Juve seconda! LEGGI TUTTO

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    Juventus, da Vlahovic a Pogba: quando tornano gli infortunati?

    TORINO – Per la sfida contro il Napoli nessuno dei lungodegenti bianconeri tornerà a disposizione di Massimiliano Allegri. Lo ha detto, senza giri di parole, lo stesso tecnico alla vigilia della sfida di sabato contro l’Udinese. «Cuadrado sta lavorando bene e credo nel giro di una settimana possa tornare in squadra. Lui, De Sciglio, Bonucci, Vlahovic, Pogba, che sta facendo bene, nell’arco di 15 giorni li avremo con la squadra, non tutti, ma la maggior parte» il bollettino medico dell’allenatore toscano. Soltanto Gleison Bremer, dunque, tra i giocatori assenti nell’ultima sfida, farà parte della spedizione bianconera a Napoli. Per gli altri cinque occorre invece ancora aspettare: le situazioni all’interno dell’infermeria juventina sono ovviamente diverse e per alcuni regna ancora incertezza.Guarda la galleryPogba incappucciato, Vlahovic e Bonucci se la ridono in tribuna

    Che fine ha fatto Vlahovic?

    Come, per esempio, per Dusan Vlahovic, sempre alle prese con la pubalgia, che lo ha costretto a saltare le ultime cinque partite prima dello stop, ha condizionato il suo Mondiale e lo ha messo ancora ai box alla ripresa del campionato. Assente contro Cremonese e Udinese, salterà sicuramente il Napoli. E forse anche qualche altra partita. L’ultima apparizione con la maglia bianconera risale al 25 ottobre, allo stadio Da Luz nella sfida persa contro il Benfica, quando ha chiesto il cambio a venti minuti dalla fine per il fastidio che sembra non dargli pace. Da quando ha iniziato il programma di recupero, Vlahovic ha sempre alternato un lavoro tra campo e palestra, Allegri non ha mai forzato i tempi ma sperava che con la sosta potesse davvero recuperare, invece è ancora ko. Il più vicino al rientro sembra Cuadrado, reduce da un fastidio al ginocchio sinistro, che a fine settimana potrebbe aggregarsi alla squadra. De Sciglio, che sta recuperando da una lesione al retto femorale della coscia destra, e Bonucci, che si cura da una infiammazione del tendine dell’adduttore lungo, si dovrebbero rivedere invece entro fine mese.   LEGGI TUTTO

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    Non c’è Juventus senza Danilo: la società lo premia così

    TORINO – Nella notte del commosso omaggio a Vialli, capitano di un ieri che coincide anche e soprattutto con l’ultima Champions League bianconera sollevata al cielo, la tela a reti bianche di Juventus-Udinese non poteva che essere squarciata da Danilo. Ovvero dal capitano in pectore dell’oggi, e non soltanto per la reiterata assenza di Bonucci. Il brasiliano ha infatti scalzato Cuadrado e Alex Sandro nelle gerarchie di Allegri per l’assegnazione della fascia al braccio e si candida seriamente per un futuro ancor più da protagonista nel ruolo. Certo non per le doti da rapace d’area, con cui ha risolto a sorpresa il rebus friulano sabato sera all’Allianz Stadium. E nemmeno soltanto per le qualità in fase difensiva, ormai evidenti anche all’occhio del tifoso più scettico. Il 31enne di Bicas è infatti uno dei principali leader dello spogliatoio, guida emotiva riconosciuta e apprezzata dai giovani e anche dagli esperti. Per questo, in un momento storico di grande precarietà per i senatori del gruppo, a partire dagli stessi Cuadrado e Alex Sandro ormai prossimi all’addio, la società ha scelto di puntare ancora e soprattutto sull’ex Porto, Real Madrid e Manchester City. Un’investitura che, quanto prima, coinciderà con un prolungamento di contratto, per quanto quello attuale scada soltanto tra un anno e mezzo: già entro la fine di questo mese, se i passaggi formali a partire da Assemblea degli Azionisti del 18 gennaio lo consentiranno, il club vorrebbe ratificare la nuova dead line al 2026.Guarda la galleryIl Milan pareggia, la Juve è seconda: Allegri re del web bianconero LEGGI TUTTO

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    Allegri-Juventus, le cinque mosse che hanno cambiato il vento

    TORINO – Rivoluzionata e anche un po’ rivoluzionaria: testa, gambe e cuore, così Massimiliano Allegri ha ricostruito la sua Juventus. In cinque mosse, navigando con abilità nella tempesta, da ammiraglio di lungo corso: dall’inferno dell’eliminazione della Champions, dalla «vergogna» (parola dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli) di Haifa, passando in mezzo alla bufera delle inchieste e alla rivoluzione societaria che ha condotto a un nuovo Cda. Nel marasma, Allegri è la certezza a cui aggrapparsi: incassata la fiducia piena di John Elkann, che lo ha indicato come punto di riferimento dell’area sportiva, il tecnico livornese ha preso per mano la Juventus portandola via dalle sabbie mobili, quantomeno in campionato: indipendentemente dalla corsa di Napoli e Milan, il fatto che la Juventus venerdì al Maradona possa giocarsi una fetta di corsa scudetto è già un’impresa, ripensando a com’era la situazione anche soltanto tre mesi fa. Allegri ci è riuscito in cinque mosse, vediamo come.Guarda la galleryIl Milan pareggia, la Juve è seconda: Allegri re del web bianconero

    Orgoglio e giudizio

    Max ha saputo entrare nel cuore dei giocatori, toccando le corde giuste: ha colpito nel modo corretto, e allo stesso tempo stimolato, i campioni. Di pari passo, ha saputo cavalcare l’entusiasmo e la spensieratezza dei giovani. In questo modo la Juventus ha ritrovato autostima, fiducia e, di conseguenza, risultati. Danilo è stato la colonna portante, ma non l’unico elemento che, all’interno dello spogliatoio, ha saputo dare una mano al tecnico per creare il giusto clima, fondamentale per ottenere le otto vittorie consecutive in campionato, senza incassare gol. LEGGI TUTTO

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    Torino, summit con la Roma: Shomurodov

    TORINO – Potrebbe essere questa la settimana decisiva per Shomurodov: starà al Torino decidere come incanalare le prossime trattative con la Roma. Il dt del Torino, Vagnati, nonché gli agenti dell’attaccante uzbeko torneranno a fare un punto con Tiago Pinto e i suoi collaboratori. Il dt della Roma finora ha alzato il muro davanti alle richieste del Torino: che non è andato oltre una richiesta di prestito oneroso con diritto di riscatto. Il giocatore ha già dato il suo via libera al trasferimento, sa bene di non avere spazio sufficiente nella Roma di Mourinho e non può rischiare di gettare nel cestino quasi tutta la stagione da riserva pura. Anche per questo sta spingendo per favorire l’emersione della proposta granata. A Torino se la giocherebbe con Sanabria e (quando tornerà a disposizione) Pellegri: da prima punta potrebbe ritrovare un minimo di continuità e persino tornare a brillare, come nella stagione 2020- 2021 nel Genoa, quando segnò 8 reti in campionato in 31 presenze.

    Resta comunque una sorta di scommessa, per Cairo, Vagnati e Juric: perché da agosto in poi Shomurodov è stato in campo soltanto per 151 minuti, tra campionato (una sola volta titolare più 5 spezzoni) ed Europa League (due comparsate finali, mettendo però a segno un gol: l’unico di questa stagione). Si tratta dunque di un giocatore che avrà bisogno di trovare il ritmo partita e non solo di abituarsi al modo di giocare di Juric, ai suoi dettami. L’anno scorso, quasi sempre entrando a gara in corso, era arrivato a mettere assieme 40 presenze nella Roma, tra campionato e Coppe, con 5 reti e 6 assist-gol. Godeva di maggior credito. Quest’anno, invece, è ancor più scivolato nelle retrovie giallorosse. E a bilancio è sostanzialmente uno… spreco, per la Roma: oltre 3 milioni di ingaggio lordo con valore del cartellino depauperato per forza di cose. Su queste leve cerca di appoggiarsi Vagnati per alzare l’asticella della trattativa senza arrendersi nel braccio di ferro. Un prestito con diritto di riscatto a una decina di milioni, a giugno. Aumentare il costo dell’affitto può essere una chiave per cercare di ammorbidire la posizione della Roma, che invece continua a pretendere l’obbligo di acquisto tra 6 mesi. E in questo caso la distanza riguarda la formula stessa del trasferimento, non solo il prezzo del cartellino (che il Torino abbasserebbe grandemente, in assenza di un diritto, in caso di obbligo di acquisto). Vagnati, Tiago Pinto e gli agenti dell’uzbeko torneranno a parlarsi. Starà al Torino decidere se andare avanti nel braccio di ferro, prolungando la trattativa e sperando di concluderla a proprio favore più avanti a gennaio, oppure se accettare un obbligo di riscatto, purché a cifre ben inferiori ai 10 milioni. LEGGI TUTTO

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    Torino-Salernitana: errori shock, pali e Ochoa super. Fallito di nuovo il salto in alto

    SALERNO – Ai punti nemmeno un giudice corrotto avrebbe potuto negare la vittoria al Torino. I granata hanno dominato il primo tempo, costruito una decina di chance per segnare, ma ne hanno concretizzata soltanto una. Quindi hanno avuto un quarto d’ora di blackout a inizio ripresa, dopo il quale si sono rianimati non producendo la pressione dei 45’ iniziali, ma procurandosi comunque un altro paio di occasioni per ripassare in vantaggio. La Salernitana ha approfittato del suddetto quarto d’ora per trovare il pareggio con Vilhena, arrivato anche a causa di un nuovo, decisivo errore di Vojvoda. Sul folle andante, quanto si è visto all’Arechi, annessi il quarto d’ora di attesa supplementare causa problemi al Var che ha contribuito a cambiare l’inerzia della partita e la svista dell’arbitro Colombo, che ha fischiato un inesistente fallo a Vlasic lanciato a rete. Episodi che tuttavia il Toro avrebbe potuto derubricare a fastidi, se solo il primo tempo fosse stato chiuso sul 3-0, risultato fin stretto per il numero di occasioni create. In estrema sintesi: al 9’ Sanabria non arriva di testa, pallone sui piedi di Zima che di tacco inaugura il pomeriggio di grazia di Ochoa; al 12’ Radonjic calcia sul migliore della gara per distacco vanificando un assist di Lukic; al 20’ il messicano mura Vlasic lanciato da Vojvoda; al 31’ Buongiorno mette fuori per centimetri di testa su angolo di Lazaro; al 35’ Ochoa para a mano aperta su Lukic; al 40’ ancora l’ex Club America stoppa Vojvoda; non può mancare il palo, colpito da Schuurs al 43’ ancora grazie a una deviazione aerea su cross di Lazaro. E il conto sarebbe potuto essere più lungo, se alcune azioni fossero state meglio rifinite (qui l’imputato è in particolare Radonjic). Cosa manca? Il gol (36’ pt): assist del terzino austriaco e tuffo di testa vincente di Sanabria, al terzo gol in campionato dopo quelli di Monza e Napoli.

    Il Toro crolla

    Poi è arrivato l’intervallo, le urla di Juric che non hanno sortito l’effetto sperato, e quelle magari più leggere di Nicola, che invece hanno avuto effetti positivi sui campani. La svolta arriva anche dall’ingresso di Piatek, il quale dà tutt’altro peso all’attacco della Salernitana, svelta a pungere con Dia al 2’ (parata a terra di Milinkovic), chirurgica nel superare il serbo al 4’: Vojvoda sbaglia e innesta Vilhena, che dal limite infila per l’1-1. E questa volta, a differenza della prova contro il Verona, nulla si può imputare in tema di scelte di formazione. Non ha sbagliato Juric a dare fiducia a Radonjic, ma è Radonjic che ha dimostrato di non meritarla. In primis per l’atteggiamento tendente allo scazzato. E certo non avrebbe dovuto impiegare Bayeye al posto di Vojvoda (ma nemmeno Rodriguez che quando è entrato a sinistra ha fatto molto bene): anche qui, la responsabilità è tutta del kosovaro. Dopo l’errore del quale, tuttavia, il Toro avrebbe potuto ripassare avanti. Ma prima Colombo blocca ingiustamente Vlasic lanciato a rete, poi ancora Ochoa salva su Miranchuk, quindi Sanabria e Singo non arrivano di un soffio a deviare in porta il cross di Rodriguez. Ne manca di nuovo un pezzo: il palo dello svizzero (Ochoa devia) a 5’ dal termine. La beffa – assurdo per assurdo – sarebbe anche potuta essere più bruciante, per Juric, quando Piatek ha calciato a pochi centimetri dal palo. A tutto c’è però un limite, anche alle beffe che il Toro sa regalarsi con disarmante continuità. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Spalletti guarda già alla Juve: “È la squadra più forte del campionato”

    GENOVA –  Il Napoli è tornato al successo in campionato dopo lo stop contro l’Inter, 2-0 a casa della Sampdoria per i ragazzi di Luciano Spalletti che adesso si preparano al big del 13 gennaio in casa contro la Juventus. Nel post-partita del Ferraris Spalletti ha parlato ai microfoni di Dazn elogiando la partita dei suoi: “Ho visto una squadra molto matura, che ha saputo ragionare in una partita che poteva diventare complicata per tanti motivi.I ragazzi hanno usato la testa, sono rimasti sempre sul pezzo. La gara non è mai stata in discussione”.
    Napoli, Spalletti: “Juve una delle più forti”
    L’ex allenatore dell’Inter è già proiettato alla super sfida del Maradona contro i bianconeri: “Anche senza le otto vittorie di fila è una delle squadre più difficili da affrontare, una delle più forti. Per storia, organizzazione societaria e rosa forse la più forte d’Italia”. LEGGI TUTTO