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    Dallo stadio ai biglietti. Tutto quello che c’è da sapere sulla finale della 68^ edizione di Champions League, che verrà protagonista l’Inter di Simone Inzaghi, capace di eliminare il Milan con due vittorie nel doppio derby europeo
    INTER-MILAN 1-0: TABELLINO E HIGHLIGHTS

    L’Inter è in finale di Champions League. Un sogno per tutti i tifosi nerazzurri che, dopo aver eliminato il Milan con una doppia vittoria tra andata e ritorno (2-0 e 1-0) ora attendono con ansia di sapere quale sarà l’avversaria tra City e Real (1-1 nell’andata del Bernabeu) e non vedono l’ora che arrivi il prossimo 10 giugno, il giorno in cui a Istanbul Inzaghi e i suoi si giocheranno il titolo di campione d’Europa, a 13 anni dall’ultima vittoria nella finale di Madrid contro il Bayern. Ma come faranno i tifosi a potersi aggiudicare i tanto ambiti biglietti per l’ultimo atto di questa Champions?

    In vendita i biglietti per la finale
    La UEFA ha avviato la prima fase della vendita dei biglietti sul proprio sito (si è chiusa il 28 aprile). I tagliandi sono divisi in quattro categorie, a partire da 70 euro (categoria 4) fino a 690 euro (categoria 1), venduti attraverso una lotteria effettuata al termine del periodo di richiesta. I candidati prescelti saranno avvisati via e-mail e potranno acquistare fino a due biglietti nella categoria di prezzo assegnata. Ciascun club che raggiungerà la finale avrà 20.000 biglietti a disposizione: il processo di vendita e assegnazione dei biglietti riservati ai tifosi delle squadre finaliste sarà concordato con i club interessati. I biglietti rimanenti sono riservati alla struttura organizzativa locale, alla Uefa, alle associazioni affiliate alla Uefa, ai partner commerciali e alle emittenti”.

    Lo Stadio olimpico Ataturk
    Lo Stadio olimpico Ataturk, inaugurato nel dicembre del 2001, è lo stadio di casa del Karagümrük, che milita in Super Lig, ed è stato anche teatro dei match casalinghi di Galatasaray (2003-2004) e Besiktas (2013-2016). L’impianto, che si trova nel distretto di Basaksehir, può ospitare 70mila spettatori e si trova a 25km dal centro di Istanbul. Non è la prima volta che l’Ataturk ospita la finale della Champions League: nella stagione 2004/05 nello stadio turco si è giocata Milan-Liverpool, terminata con la vittoria dei Reds ai calci di rigore dopo aver rimontato 3 gol nei tempi regolamentari.

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    inter-milan
    Show anche sugli spalti: le coreografie del derby

    La citazione in latino dell’Inter e quel ‘all’assalto’ lanciato dai tifosi del Milan sono le due coreografie dell’euroderby di ritorno. Ecco quelle che negli anni hanno fatto storia: dall”Interista diventi pazzo’ al ‘3-1, 3-2, 3-3!’,  le ricordi tutte? 
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    “VICTORIA NOBIS VITA” DELL’INTER

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    Milan-Inter in Champions: l’attesa e le news LIVE

    Abodi: “Comportamenti siano all’altezza dello show””Mi auguro che dal punto di vista dei comportamenti e dei linguaggi da parte di tutti gli attori in campo, non solo calciatori e dirigenti ma anche il pubblico, si riesca a essere all’altezza dello spettacolo e dell’obiettivo che fin qui è stato raggiunto con cinque squadre in semifinale nelle tre competizioni europee, e di queste due addirittura in Champions League”. Così il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, a margine del presentazione del bando “Sport Missione Comune 2023”  promosso dall’Istituto per il Credito Sportivo, ha risposto a chi gli chiedeva cosa si aspettava dal calcio italiano impegnato in Europa, in particolare sul derby Champions tra Milan e Inter, dopo quanto successo con Vlahovic nel weekend. “Bisogna trovare delle coerenze tra la parte competitiva-sportiva e i comportamenti anche gestionali di tutti gli attori”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Tutti lo conoscono (il 98% degli europei secondo uno studio commissionato dalla Uefa), ma in pochi sanno le parole. Scritto in tre lingue (più una, il giorno della finale), l’inno fu composto nel 1992 e da più di trent’anni accompagna le notti di Champions League

    Nelle notti di Champions League, uno degli istanti più attesi è prima del fischio d’inizio, quando risuona l’inno. L’urlo “The Champions” ha reso mitica questa sinfonia che da più di 30 anni accompagna i match della massima competizione europea. Un momento che regala la carica ai giocatori in campo ed emoziona i tifosi sugli spalti. Secondo una ricerca commissionata dalla Uefa, risulta che il 98% degli europei conosce l’inno della Champions League. Ma qual è la sua storia? 

    La storia dell’inno
    L’inno venne composto nel 1992 (in occasione della nascita della Champions League) dal musicista britannico Tony Britten, basandosi su “Zadok the Priest” di Georg Friedrich Handel, inno dell’incoronazione di Giorgio II di Gran Bretagna ed eseguito a ogni successiva incoronazione britannica. Il testo è scritto nelle tre lingue ufficiali della Uefa: inglese, francese e tedesco con una sequenza di frasi alternate. Nelle prime tre strofe si parte dal francese (“Ce sont les meilleures équipes”, tradotto “Queste sono le migliori squadre”), si passa al tedesco (“Sie sind die allerbesten Mannschaften”, stesso concetto di prima), poi l’inglese (“The main event”, tradotto “L’evento principale”) e così via fino al “The Champions”. In occasione delle finali, inoltre, viene inserita in controcanto la lingua dello stato ospitante. Nella versione ufficiale l’inno è eseguito dall’Academy of St. Martin in the Fields e dalla Royal Philharmonic Orchestra di Londra.

    Il debutto
    L’inno della Champions ha fatto il suo esordio ufficiale il 25 novembre 1992. Si giocava la prima giornata della fase a gironi della neonata Champions League e in 4 stadi contemporaneamente risuonarono per la prima volta quelle note. Tra questi c’era anche San Siro dove andava in scena Milan-Goteborg, finita 4-0 per i rossoneri con un poker di Marco Van Basten. 

    Il testo dell’inno della Champions
    Ce sont les meilleures équipesSie sind die allerbesten MannschaftenThe main eventDie MeisterDie BestenLes Grandes ÉquipesThe ChampionsUne grande réunionEine große sportliche VeranstaltungThe main eventIls sont les meilleursSie sind die BestenThese are the champions

    La traduzione:
    Queste sono le squadre miglioriQueste sono le squadre miglioriL’evento principaleI CampioniI miglioriLe squadre più grandiI CampioniUn grande incontroUn grande evento sportivoL’evento principaleLoro sono i miglioriLoro sono i miglioriLoro sono i campioni

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    Inter e Milan si affrontano in semifinale di Champions a 20 anni di distanza dal primo euroderby. Dov’erano allora i due attuali allenatori? La carriera di Pioli era pronta a sbocciare, Simone Inzaghi inseguiva anche nel 2003 un sogno europeo
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    Stefano Pioli da una parte, Simone Inzaghi dall’altra. Quanta vita in 20 anni. I due allenatori si affronteranno nella semifinale di Champions, mentre nel 2003 – anno del primo euroderby – erano in mondi differenti, situazioni opposte destinate a intricarsi in un lungo percorso che porta al doppio confronto di questi sei giorni. La prima strada nasce da lontano, destinazione a vista dopo tanta gavetta. La seconda è un parallelismo, un binario dove si è perso il primo treno e che ora si ripresenta per la seconda volta, in vesti diverse e in un certo senso più grandi.  

    La Primavera di Pioli

    Classe 1965, nel 2003 Pioli aveva 37 anni ed era invischiato nelle primissime tappe della sua carriera, con il sogno di arrivare lontano e assaggiare quel palcoscenico che vivrà stasera a San Siro. Lo stesso turbinio di emozioni attraversato da giocatore, ancora under 21 e già campione d’Europa con la Juve. Un approdo precoce all’isola felice, ambizione che si ripropone a venti anni di distanza e che questa volta rappresenta la cima di una lunga salita molto più irta di ostacoli e pendenze. Da appassionato di ciclismo, l’attuale allenatore del Milan sa bene cosa vuol dire scalare tappa dopo tappa: il traguardo ora è vicino, ma che fatica se si ripensa dov’era in occasione del primo euroderby. Pioli era pronto a chiudere la sua prima e unica stagione alla guida della Primavera del Chievo (avrebbe successivamente allenato il Chievo dei grandi nel 2010/11), l’ultimo vicolo prima della chiamata da Salerno che gli avrebbe concesso l’occasione della prima squadra. Una carriera agli albori, pronta a sbocciare in primavera e che adesso mira a raggiungere la sua consacrazione. Lui che un’altra Primavera – quella di Botticelli – l’ha conosciuta nel suo periodo fiorentino e che ha goduto del privilegio del derby su entrambi i lati dei navigli. Con in mezzo tante altre esperienze, da Modena a Parma, dal Grosseto a Piacenza, dal Sassuolo al Palermo per finire a Bologna e Lazio. Gavetta, appunto. In attesa di provare a completare la sua opera d’arte più importante. LEGGI TUTTO

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    L’attesa sta per terminare, è finalmente tempo di derby di Milano. Spettacolo in campo e show sugli spalti, in attesa delle coreografie delle due tifoserie nell’andata della semifinale di Champions ecco quelle che negli anni hanno fatto storia: dall'”Interista diventi pazzo” al “3-1, 3-2, 3-3!”,  le ricordi tutte? Ecco le più belle
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