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    Tutte le squadre a cui ha segnato Cristiano Ronaldo in Champions League

    Nella serata che l’ha visto superare Casillas per numero di presenze, il miglior marcatore di sempre della Champions League (136 gol) prosegue il duello a distanza con Messi. Dopo la rete al Villarreal diventano 37 le squadre diverse punite nella sua competizione preferita: Leo a -1 nonostante la perla ai Citizens. Ecco in ordine crescente i club a cui ha fatto più gol in Champions. In testa c’è una sorpresa
    PRESENZE IN CHAMPIONS, CR7 STACCA CASILLAS – I RECORD DI RONALDO LEGGI TUTTO

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    Probabili formazioni di PSG-Bayern Monaco

    Pochi dubbi per Tuchel e Flick. Nel Paris Saint-Germain si attende di conoscere le condizioni di Verratti: in alternativa, pronto Paredes. Nel Bayern invece l’unico ballottaggio è quello tra Perisic e Coman nel ruolo di esterno sinistro d’attacco
    PSG-BAYERN LIVE

    PSG, per Tuchel dubbio Verratti
    Per la finale di Champions League, Thomas Tuchel ritrova Keylor Navas in porta dopo il problema alla coscia che lo aveva tenuto fuori nella semifinale contro il Lipsia. Davanti a lui si schiererà la linea a quattro composta da Kehrer e Bernat sugli esterni, con Thiago Silva e Kimpembé nel mezzo. A centrocampo sicuri Marquinhos ed Herrera, mentre è in dubbio Verratti: al suo posto pronto Paredes. In avanti tutta la classe di Neymar, Mbappé e Di Maria.

    PSG (4-3-3) probabile formazione: Keylor Navas; Kehrer, Thiago Silva, Kimpembé, Bernat; Paredes, Marquinhos, Herrera; Di Maria, Mbappé, Neymar. All. Tuchel.

    Bayern Monaco, ballottaggio Perisic-Coman

    Psg-Bayern, cosa c’è da sapere sulla finale

    Poche incertezza anche in casa Bayern Monaco, con Flick che è pronto a confermare il solito undici. Neuer difenderà la porta dei bavaresi, con Alaba di nuovo schierato al centro della difesa con Boateng; sulle fasce Kimmich e Davies. Davanti alla difesa, i due mediani Alcantara e Goretzka. Il reparto offensivo sarà guidato come al solito da Lewandowski, con Gnabry, Müller e Perisic alle sue spalle. La titolarità del croato però è insidiata da Coman.

    BAYERN MONACO (4-2-3-1) probabile formazione: Neuer; Kimmich, Boateng, Alaba, Davies; Goretzka, Thiago Alcantara; Gnabry, Müller, Perisic; Lewandowski. All. Flick. LEGGI TUTTO

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    Psg-Bayern Monaco, scontri a Parigi tra i tifosi francesi e la polizia. FOTO

    32/35 ©Getty

    Nel frattempo, a Marsiglia è grande festa… per la sconfitta dei rivali parigini. Scene di giubilo, in particolare nella zona nella zona di Porto Vecchio. Gruppi di decine di persone hanno festeggiato, con urla, canti e anche con lanci di fumogeni, e nonostante le norme sul distanziamento, il ko di Neymar e compagni.  LEGGI TUTTO

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    Odriozola, Champions e Triplete con il Bayern Monaco: un titolo ogni 122 minuti

    Destinato a tornare a Madrid, il terzino in prestito ai bavaresi si è reso protagonista di un’annata incredibile: 613 minuti disputati in stagione dalla Spagna alla Germania, ma il saldo minuti disputati/titoli conquistati lascia a bocca aperta. Dopo aver “contribuito” a due trofei del Real (Supercoppa e Liga), Odriozola entra di diritto nel Triplete del Bayern pur avendo giocato solo 179 minuti

    Chiamatelo amuleto o portafortuna, se preferite, certo è che la stagione di Alvaro Odriozola si è rivelata davvero eccezionale. Pagato 30 milioni di euro dal Real Madrid alla Real Sociedad nell’estate 2018, il 24enne terzino spagnolo si è riscoperto eroe del caso nella stagione 2019/20. Lo spiega il saldo della sua annata tra minuti disputati (613 complessivi) e trofei conquistati, coppe che l’hanno visto attore non protagonista dalla Spagna alla Germania. Dobbiamo riavvolgere il nastro del suo folle anno, iniziato ai margini del Real Madrid (4 presenze totali) ma non per questo avaro di titoli. Già, perché nello scudetto numero 34 dei Blancos c’è anche la sua “firma”: merito di tre gare giocate per intero (contro Celta Vigo, Osasuna e Granada) oltre ai 74 minuti a Maiorca prima dell’espulsione. Nient’altro che un’alternativa per Zidane, lo ribadisce la sua presenza in tribuna a Gedda ad inizio gennaio: si giocava la Supercoppa di Spagna in Arabia Saudita, esclusione con Valencia e Atletico Madrid per il laterale basco che tuttavia può aggiungere alla sua personalissima bacheca anche l’altro trofeo nazionale. E non è finita qui.

    Cinque trofei in 613 minuti

    Lewy, sogni da Champions. Ma niente Pallone d’Oro!

    Lo scorso 22 gennaio diventa ufficiale il prestito di Odriozola al Bayern Monaco, destinazione dove l’ex Real Sociedad intende guadagnare più spazio. In realtà Flick gli concede solo 5 presenze ufficiali (due da titolare e mai per intero) nonostante l’infortunio di Pavard e la fiducia a Kimmich sulla destra, quanto basta per raggiungere quota 10 gare in stagione e “imporsi” anche in Germania. Merito delle fugaci apparizioni in Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League, competizioni che hanno garantito il Triplete ai bavaresi e arricchito sensibilmente la bacheca di Alvaro. Poco importa che in Germania il bilancio reciti 179 minuti totali (con un assist a Lewandowski contro il Chelsea), d’altronde i conti sono presto fatti: 5 trofei in stagione con 613 minuti disputati, un titolo ogni 122 minuti. Roba da guinness dei primati, un vanto per Odriozola destinato a tornare al Real Madrid dove invece il Triplete stagionale è sfuggito. E chissà che non possa arrivare l’anno prossimo con un amuleto in più. LEGGI TUTTO

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    Coman, l'ex Psg e Juve decide la finale di Champions: la sua storia

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    NESSUN RANCORE? – “Mi dispiace per i miei amici del Psg, ho anche un fratello lì, ma adesso gioco nel Bayern” ha dichiarato Kingsley Coman al termine del match. E quel ‘fratello’ di cui ha parlato è Kimpembe, difensore di Tuchel e avversario dell’ex Juve nella finale di Lisbona. I due sono cresciuti insieme nel club parigino, ma questa volta il grande amico gli ha fatto uno sgarbo LEGGI TUTTO

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    Lazio, svelata la maglia della Champions 2020-2021. FOTO

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    Si sogna un ruolo da protagonista in Europa, edizione 2020/21 preceduta dalla presentazione della nuova maglia per la competizione. Ecco la Lazio targata Champions League, kit svelato sui canali ufficiali della società. La divisa riprende il design della maglia celebrativa dei 120 anni: è celeste con una banda nera e bordo dorato che copre il petto e prosegue sulle maniche(Foto Twitter @OfficialSSLazio) LEGGI TUTTO

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    Qualificazioni Champions: Celtic eliminato, Atalanta in terza fascia

    L’eliminazione a sorpresa del Celtic, battuto nel secondo turno di qualificazione dal Ferencvaros, favorisce l’Atalanta, provvisoriamente inserita in quarta fascia e salita ora in terza, in vista del sorteggio del 1° ottobre
    CHAMPIONS 2020-2021: LE FASCE PROVVISORIE PER I SORTEGGI

    L’edizione 2019-2020 si è appena conclusa, ma la Champions è già ripartita, riservando subito sorprese. Fuori il Celtic, eliminato al secondo turno preliminare nonostante i favori del pronostico. Un’uscita di scena, quella degli scozzesi caduti in casa (1-2) contro il Ferencvaros, che favorisce l’Atalanta.
    L’Atalanta sale in terza fascia
    La squadra di Gasperini, provvisoriamente inserita in quarta fascia in vista dei sorteggi, vede infatti “liberarsi” il posto in terza fascia che per motivi di ranking sarebbe stato riservato al Celtic, qualora si fosse qualificato. Tre, quindi, le italiane in terza fascia (Inter, Lazio, Atalanta), con la Juventus in prima, in vista del sorteggio del 1° ottobre ad Atene.
    Per la definizione dei gruppi bisogna attendere ancora il terzo turno preliminare: nel frattempo, detto dell’eliminazione del Celtic (la terza di fila nei turni preliminari), va registrata l’uscita di scena del Ludogorets (sconfitto 0-1 dal Midtjylland) e del Legia Varsavia (battuto ai supplementari dai ciprioti dell’Omonia). Avanzano AZ Alkmaar (vittorioso ai supplementari contro il Viktoria Plzen), Paok, Rapid Vienna, Stella Rossa, Young Boys, Qarabag, Dinamo Brest e Maccabi Tel Aviv. LEGGI TUTTO

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    Champions League, la scuola tattica che collega Nagelsmann e Tuchel

    I due allenatori tedeschi che si affronteranno questa sera in semifinale di Champions League hanno avuto la stessa formazione, sotto l’ala di Ralf Rangnick
    LIPSIA-PSG LIVE

    Tre delle quattro squadre arrivate alle semifinali portoghesi della Champions League 2019/20 hanno allenatori tedeschi al comando. Tra questi, le carriere di Julian Nagelsmann e di Thomas Tuchel, che si affronteranno nella sfida tra RB Lipsia e Paris Saint-Germain di stasera, sono legate insieme a doppio filo.

    Nagelsmann e Tuchel condividono lo stesso pater familias dal punto di vista della tattica, quel Ralf Rangnick che ha allietato (o infestato, a seconda dei punti di vista) i sonni dei tifosi del Milan per un semestre. Rangnick è stato un riferimento per la scuola degli allenatori tedeschi, tanto quanto per i tecnici nostrani è stato Arrigo Sacchi, che con la forza delle sue idee ha cambiato il modo di vedere il calcio degli allenatori italiani, e non solo, per sempre.

    Tuchel ha conosciuto Rangnick nella seconda parte degli anni Novanta, quando il primo era un difensore in forza al SSV Ulm e il secondo sedeva in panchina. Nagelsmann si è formato nella “cantera” dell’Hoffenheim, che è stato il feudo di Rangnick prima che da direttore sportivo si installasse alla corte della Red Bull. 

    Nagelsmann ha quindi ricevuto una diretta influenza delle idee e dei metodi di Rangnick, ed è forse per questo che quando ha potuto il direttore sportivo ha poi consegnato al suo pupillo le chiavi della prima squadra a Lipsia. Gli stessi Nagelsmann e Tuchel hanno lavorato insieme all’Augsburg nel biennio 2007/08, anzi pare che sia stato proprio Tuchel a notare le doti manageriali di Nagelsmann per primo come confermato dall’allenatore in conferenza stampa: “Non siamo mai stati particolarmente legati, anche se in molti lo dipingono come mio mentore . La nostra è sempre stata una relazione molto pragmatica, ma gli sono grato per avermi dato l’idea di diventare allenatore”.

    Rangnick, Nagelsmann e Tuchel condividono gli stessi principi tattici. Il calcio pensato dai tre è ipercinetico, votato all’aggressione dell’avversario e alla riconquista del pallone quanto più vicino possibile alla porta da attaccare. Lo stile offensivo è verticale in tutto e per tutto e i principi del gioco di posizione sono declinati di conseguenza: il fraseggio è breve ma mai compassato; le triangolazioni sono utilizzate per liberare l’uomo più in avanti, possibilmente oltre una linea avversaria.

    Ai principi non si deroga, mai, in nessun caso. L’applicazione dei principi di gioco può invece essere differente, a partire dal modulo in campo. Nagelsmann e Tuchel hanno utilizzato spesso schieramenti diversi di partita in partita, e alla fine della stagione nessuno può mai dire qual è il modulo base delle loro squadre. Lo scopo è chiaro: pur tenendo fede al loro credo tattico, entrambi vogliono scoprire e attaccare i punti deboli dell’avversario; senza mancare di difendersi dai loro punti forti. Per Nagelsmann e Tuchel allenare è una continua analisi costi-benefici.

    I due quarti di finale contro Atalanta e Atletico hanno dato un’idea della flessibilità tattica dei due allenatori. Tuchel ha schierato un inedito 4-3-3 con Neymar punta centrale. Il brasiliano, spostato dalla fascia sinistra, ha agito da regista offensivo al centro dell’attacco, muovendosi in ogni direzione per trovare uno spazio da attaccare. Libero di ricevere, Neymar ha poi potuto far saltare il sistema difensivo atalantino con i suoi proverbiali dribbling. Sulla fascia sinistra amata dal brasiliano, Tuchel ha schierato Pablo Sanabria, che nelle fasi di non possesso si abbassava fino alla linea di centrocampo per formare un compatto 4-4-2. Tuchel era infatti preoccupato dalla capacità dell’Atalanta di creare la superiorità numerica in fascia, e Sanabria gli ha garantito maggior copertura.

    Anche Nagelsmann ha adottato due moduli per le diverse fasi di gioco contro l’Atletico di Simeone. In fase di non possesso, il Lipsia si è sistemato con il 4-2-3-1. L’obiettivo di Nagelsmann era di non concedere linee di passaggio all’interno del campo e dirottare il gioco dell’Atletico verso zone di campo dove gli spagnoli potevano creare meno pericoli. In fase di possesso, i tedeschi passavano al 3-2-4-1. In zone basse di campo, gli uomini di Nagelsmann si garantivano così la superiorità numerica verso gli avanti dell’Atletico, disinnescando l’efficacia del pressing. In zone alte di campo, la fluidità degli uomini alle spalle del centravanti-boa Yussuf Poulsen ha distrutto la linearità della difesa dell’Atletico, arroccata a difesa dell’area di rigore. Il primo gol della partita è arrivato al termine di una lunga azione che ha premiato il movimento senza palla in area di rigore del trequartista Dani Olmo che è arrivato in corsa a battere di testa davanti al portiere. 

    Nei tre precedenti in Bundesliga, Tuchel, alla guida del Borussia Dortmund, ha battuto l’Hoffenheim di Nagelsmann due volte, assicurandosi un pareggio in una terza occasione. Nel primo dei tre confronti diretti, Nagelsmann schierò due punte e un trequartista per interferire nell’impostazione di gioco dal basso dei due centrali del Dortmund e del suo regista Nuri Sahin. La tattica funzionava e stava per far saltare il banco: l’Hoffenheim era in vantaggio nello stadio dei rivali quando un rosso diretto a uno dei suoi giocatori ha fatto cambiare l’inerzia della partita. Nelle altre due sfide, gli allenatori hanno schierato le loro squadre a specchio, adottando entrambi il 3-5-2 e disseminando il campo di duelli uno contro uno. 

    In conferenza stampa, Tuchel ha detto che tra Lipsia e PSG prevarrà la squadra che riuscirà a essere più aggressiva e fisicamente a posto. Ma cosa possiamo aspettarci dal punto di vista tattico? In linea generale, il Lipsia potrebbe concedere meno campo alle spalle della difesa ai parigini di quanto ne abbia concesso all’Atletico Madrid. Upamecano e gli altri hanno contenuto bene le sfuriate in campo aperto di Diego Costa e compagni, ma forse non hanno le risorse atletiche per competere con la velocità di Neymar e Kylian Mbappé. A quel punto agli attaccanti del PSG non resterebbe altro che attaccare un blocco basso, tentando di scardinarlo attraverso i dribbling e le triangolazioni in spazi stretti. In avanti, il Lipsia potrebbe sfruttare la stessa “falla” nella difesa del PSG esposta dall’Atalanta in occasione del gol di Pasalic: Kimpembe stringe troppo la sua posizione e invita Toloi a correre nello spazio lasciato tra sé e il terzino Bernat, che per recuperare l’errore del compagno, assorbe il taglio ma lascia libero Pasalic di ricevere. I cambi gioco nell’ultimo terzo di campo, in tal senso, potrebbero rivelarsi determinanti.

    Quel che è certo è che, dietro le porte chiuse degli spogliatoi e dei rispettivi uffici, la battaglia tattica tra RB Lipsia e Paris Saint-Germain è già iniziata prima ancora di scendere in campo.

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