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    Diretta Olympiacos-Fiorentina ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Dall’altro lato Mendilibar ha messo in guardia i suoi dichiarando che si aspetta una gara più aperta rispetto alla finale di Europa League che ha vinto l’anno scorso con il Siviglia contro la Roma. Grande attesa anche per l’ex di giornata, Stefan Jovetic.
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    Dove vedere Olympiacos-Fiorentina: diretta tv e streaming
    La finale di Conference League tra Olympiacos e Fiorentina si disputerà all’AEK Arena di Atene, in Grecia, e il calcio d’inizio è previsto per le 21. Sarà possibile seguire il match in diretta tv su DAZN, Sky Sport 1 (201), Sky Sport Arena (204), Sky Sport (253) e Tv8. La finale sarà trasmessa anche in streaming sulle rispettive applicazioni DAZN, SkyGo e Now.
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    Olympiacos-Fiorentina: le probabili formazioni
    OLYMPIACOS (4-3-3): Tzolakis; Rodinei, Retsos, Carmo, Ortega; Chiquinho, Iborra, Hezze; Podence, El Kaabi, Fortounis. Allenatore: Mendilibar.A disposizione: Paschalakis, Papadoudis, Quini, Richards, Ntoi, Camara, Horta, Alexandropoulos, Joao Carvalho, El-Arabi, Masouras, Jovetic.
    Indisponibili: nessuno.Squalificati: nessuno.Diffidati: nessuno.
    FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Arthur, Mandragora; Nico Gonzalez, Bonaventura, Kouame; Belotti. Allenatore: Italiano.A disposizione: Christensen, Comuzzo, Ranieri, Faraoni, Kayode, Lopez, Duncan, Infantino, Barak, Beltran, Nzola, Ikoné.
    Indisponibili: Castrovilli, Sottil.Squalificati: nessuno.Diffidati: nessuno.
    ARBITRO: Soares Dias (Portogallo). ASSISTENTI: Soares-Ribeiro. QUARTO UFFICIALE: Nyberg (Svezia). VAR: Martins. ASS. VAR: Dingert (Germania).
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    Serbia, i convocati per Euro 2024: Vlahovic, Kostic e altri 5 “italiani”

    Manca sempre meno alll’inizio degli Europei in Germania e alcune nazionali hanno già diramato la lista dei convocati per i vari raduni in attesa di scegliere poi quella ufficiale. Nella giornata odierna è toccato al Ct della Serbia, Dragan Stojkovic, scegliere i 26 calciatori in vista della competizione. Diversi i giocatori ‘italiani’ presenti, tra cui sono stati chiamati anche Kostic e Vlahovic della Juventus, ma non solo. La prima sfida della rassegna per i serbi sarà contro l’Inghilterra il 16 giugno, a seguire poi le gare contro Slovenia (20 giugno) e Danimarca (25 giugno).  LEGGI TUTTO

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    Un trofeo, una stagione, il passato va e il futuro riparte: un anno di Juve

    Nel dibattito social la Juve trasformata è l’effetto Magnanelli, ex valido giocatore del Sassuolo e nuovo membro dello staff tecnico bianconero. È lui ad avere cambiato la mentalità di questa squadra, rendendola offensiva e coraggiosa. È bello credere che sia così, il mix tra l’esperienza del tecnico e l’entusiasmo del nuovo collaboratore ma le prime certezze crollano già alla seconda, quando il Bologna viene a Torino a imporre il proprio gioco e pareggiamo soffrendo: sembra bravo, il loro tecnico, seguiamolo con attenzione.
    Tornano vittorie e gol contro Empoli e ancor più con la Lazio, nella giornata in cui Vlahovic e Chiesa sembrano inarrestabili e viene da chiedersi come possa andare la stagione, se la coppia continuerà così. Nuova illusione e nuovo brutto risveglio, perché a Sassuolo sembriamo in gita, Berardi “striscia” su Bremer e noi per tutta risposta ci facciamo gol da soli finché non consegniamo la vittoria ai neroverdi. Il lungo periodo delle tante feste, quasi sempre meritate anche se costantemente sofferte, talvolta risolte all’ultimo istante e sono proprio quelle le immagini più felici: Cambiaso contro il Verona dopo un assedio, sbracciate, Var, furbate, gol annullati e pali; Gatti a Monza dopo avere subito il pareggio un minuto prima, a partita ormai quasi finita. Quasi, perché questo è il periodo in cui il fin troppo abusato “fino alla fine” assume un senso sul serio. Non siamo fantastici ma fare punti contro di noi è tornato difficile, batterci quasi impossibile.
    Voglia, orgoglio, adrenalina: la Juve non si ferma. È qui che Allegri alza l’asticella: obiettivo Champions, ok, ma frecciatine a chi sta sopra di noi e vince soffrendo, a volte con episodi fortunati; le guardie, i ladri, il paraocchi, fino a quel match con l’Empoli in cui teniamo fuori chi è diffidato e il ragazzo prodigio, quell’Yildiz che a tratti ci ha ricordato l’innominabile, perche la settimana prossima arriva la sfida con l’Inter. Come se contro i toscani fosse scontata, come se ormai la lotta scudetto fosse definitivamente a due e invece no, altro risveglio, il più doloroso, quello che si rivelerà definitivo, perché Milik al contrario di Berardi (e Malinovskyi proprio sul turco qualche settimana dopo) non striscia, viene espulso, segniamo comunque ma arretriamo, arretriamo, arretriamo fino a che non preghiamo Baldanzi di tirare dal limite senza avversari e piazzarla nell’angolo, perche se arretriamo ancora usciamo dallo studio.
    Andiamo a San Siro e lì possiamo pure raccontarci che “se Vlahovic…” ma Dusan c’entra poco se viviamo la partita nella nostra metà campo, senza la forza o magari senza il coraggio e l’ambizione. La caduta continua, perdiamo con l’Udinese e i paraocchi, le guardie e i ladri sono ormai solo ricordi lontani, arrivano i mesi in cui i punti, forse per solidarietà con la stagione precedente, decidiamo di toglierceli da soli: non vinciamo (quasi) mai, non perdiamo (quasi) mai, si vivacchia senza morire del tutto ma che vita è quella di chi sembra avere voglia di giocare solo un tempo su due anche se ha a disposizione solo una partita a settimana? Di chi non ottiene risultati eppure non cambia, non rischia, si fa dominare dalla paura di crollare più che dell’orgoglio di reagire?
    Una Coppa vinta bene, anzi benissimo, contro una squadra in forma strepitosa, l’emozione di rialzare un trofeo di fronte a un popolo finalmente riunito ma dura poco, succede quel che succede, addio a Max e tocca a Montero: soffriamo nel vederlo, nel vederci umiliati a Bologna; è un sollievo vederlo, vederci reagire ed esultare come se fosse una finale, come se avessimo vinto e non pareggiato. L’ultima immagine deve essere simbolica: potrebbe essere il Var che, nel recupero dell’ultima partita, interviene per un rigore per gli altri ma ahimè niente da fare, se la colpiscono di mano non vale. Sarebbe adatto anche Chiesa, che ha aperto e chiuso un campionato vissuto a fasi alterne nello stesso modo, con due gol da campione, e speriamo di vederne altri in futuro con la stessa maglia. Se la meriterebbe anche Alex Sandro, simbolo delle difficoltà di questi ultimi anni ma anche dello splendore che fu. L’immagine finale, mentre la Juve batte il Monza e sa che in pochi mesi cambierà quasi tutto, che la società dovrà rafforzarsi, che il nuovo tecnico dovrà rispettare le nostre (alte) aspettative, che il mercato sarà importante perché dobbiamo migliorare un po’ ovunque, è tuttavia un altro. È un ragazzo cresciuto da noi che gioca con classe, si muove in modo elegante, prende una traversa, manda Chiesa in porta e poi esce tra gli applausi, non rendendosi forse neanche conto di quanto ci sia mancato. E allora buon lavoro, Juve. Coraggio, Nicolò. È tempo, finalmente, di riprendere la corsa. LEGGI TUTTO

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    Koopmeiners-Juve, assist da… un compagno di squadra. Soulé, cosa pensa Motta

    Positivi i contatti con l’agente Bart Baving col quale si è già discusso di un possibile accordo quinquennale da 4,5 milioni netti a stagione. Un bel passo avanti, economicamente parlando, per Koop che a Bergamo ne guadagna 2,8. Lavori in corso ora per cercare una quadra pure con la dirigenza nerazzurra. La famiglia Percassi, infatti, chiede 60 milioni e non vorrebbe inserire contropartite nell’affare; mentre la Juve è ferma a 45. La distanza può essere colmata da Giuntoli solo in due modi: o attraverso l’inserimento di una contropartita (Dea al momento tiepida su Miretti; mentre su Hujsen e Soulé c’è ancora distanza sulla valutazione) o facendo cassa con la cessione di qualche giovane talento.Occhio quindi in tal senso all’interesse di Borussia Dortmund e Newcastle per il difensore classe 2005. Dovessero arrivare proposte nell’ordine dei 30 milioni, Huijsen verrebbe ceduto. Il fantasista argentino merita un capitolo a parte: Motta lo stima molto e Mati vorrebbe giocarsi le proprie chance alla Continassa. Qualora però dalla Premier si facessero avanti con 35-40 milioni, il classe 2003 finirebbe tra i cedibili. Denari preziosi da reinvestire proprio su Koopmeiners. Magari prima che un grande Europeo con la Nazionale olandese lo lanci in orbita, facendo lievitare ancor di più il prezzo del suo cartellino. LEGGI TUTTO

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    Diretta Verona-Inter ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    VERONA – Il Verona saluta il campionato ospitando i campioni d’Italia dell’Inter. Un Bentegodi festante per una salvezza raggiunta con la vittoria di Salerno. Ma l’aria di festa non piace a Marco Baroni: “Giochiamo di fronte al nostro pubblico, è un periodo di festa, ma è un termine che non mi piace. La vera festa è quando andiamo in campo e dobbiamo concentrarci su quello. Abbiamo di fronte l’inter che considero una squadra tra le prime cinque d’Europa e noi vogliamo fare bella figura davanti ad un avversario così, anche se le difficoltà non ci hanno mai spaventato, anzi, ci hanno dato grandi stimoli. Non è stato facile rimettere in carreggiata la squadra dopo festeggiamenti, ma sono convinto che la squadra farà una bella prestazione”. C’è poi il futuro che attende Baroni e il Verona. C’è un contratto ma lo stesso presidente Setti ha aperto la porta a possibili scenari diversi.
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    Dove vedere Verona-Inter streaming e diretta tv
    Verona-Inter, gara valida per la 38ª giornata di campionato e in programma alle ore 20:45 allo stadio Bentegodi sarà visibile in diretta in streaming su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
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    Le formazioni ufficiali di Verona-Inter
    VERONA (4-2-3-1): Perilli; Tchatchoua, Coppola, Vinagre, Cabal; Serdar, Belahyane; Mitrovic, Suslov, Lazovic; Noslin. Allenatore: Marco Baroni
    A disposizione: Chiesa, Belahyane, Centonze, Corradi, Vinagre, Dawidowicz, Tavsan, Charlys, Bonazzoli.
    Indisponibili: Cruz Squalificati: Duda, Henry Diffidati: Coppola
    INTER (3-5-2): Audero; Bisseck, Acerbi, Carlos Augusto; Dumfries, Frattesi, Calhanoglu, Barella, Dimarco; Arnautovic, Thuram. Allenatore: Inzaghi.
    A disposizione: Sommer, Di Gennaro, Sensi, De Vrij, Cuadrado, Lautaro, Klaassen, Buchanan, Asllani, Mkhitaryan, Pavard, Darmian, Sanchez, Bastoni.
    Indisponibili: nessuno Squalificati: nessuno Diffidati: Mkhitaryan
    Arbitro: Zufferli (Udine).Assistenti: Bottegoni e Lombardo.IV uomo: Camplone.Var: Valeri.Avar: Miele.
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    Diretta Frosinone-Udinese ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Segui Frosinone-Udinese LIVE sul nostro sito
    Dove vedere Frosinone-Udinese: diretta tv e streaming
    La partita tra Frosinone e Udinese è in programma alle ore 20.45 e sarà visibile in diretta su Sky e Dazn. La diretta streaming sarà disponibile anche su Skygo e Now.
    Frosinone-Udinese, probabili formazioni
    FROSINONE (3-4-2-1): Cerofolini; Lirola, Okoli, Romagnoli; Valeri, Brescianini, Barrenechea, Zortea; Soulé, Harroui; Cheddira. Allenatore: Di Francesco. A disposizione: Frattali, Marchizza, Bonifazi, Lusuardi, Monterisi, Seck, Gelli, Ibrahimovic, Garritano, Mazzitelli, Reinier, Kvernadze, Baez, Cuni, Kaio Jorge, Ghedjemis. 
    UDINESE (3-4-2-1): Okoye; Perez, Bijol, Kristensen; Ehizibue, Walace, Payero, Kamara; Brenner, Samardzic; Lucca. Allenatore: Cannavaro. A disposizione: Padelli, Mosca, Tikvic, Giannetti, Kabasele, Ebosele, Ferreira, Zemura, Zarraga, Lovric, Pereyra, Thauvin, Davis. 
    ARBITRO: Doveri. ASSISTENTI: Alassio-Colarossi. QUARTO UOMO: Maresca. VAR: Di Paolo. AVAR: Paterna. LEGGI TUTTO

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    Juve Next Gen, addio sogno playoff: Carrarese in semifinale

    Carrarese-Juve Next Gen, il racconto del match

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    96′ – L’arbitro fischia tre volte: il 2-2 favorisce la Carrarese per il miglior posizionamento in classifica e vola in semifinale. Bianconeri eliminati dopo un grande cammino.

    90′ – Concessi cinque minuti di recupero.

    90′ – Sostituzione nella Carrarese: esce Schiavi entra Cerretelli.

    90′ – Altri due cambi nella Juve: Turicchia e Da Graca per Rouhi e Hasa.

    86′ – Cartellino giallo per Palumbo.

    85′ – Palumbo con un sinistro potente chiama Bleve alla bella parata.

    84′ – La Juventus ha bisogno di un gol e sale con tutti gli uomini per provare l’impresa.

    79′ – Sostituzione nella Juve: esce Comenencia entra Palumbo.

    76′ – Doppio cambio nella Carrarese: Della Latta per Giannetti e Grassini per Zanon. 

    74′ – OCCASIONE JUVE!I bianconeri ripartono a campo aperto, Hasa con il radar pesca Sekulov, che perà allarga troppo e calcia fuori da buona posizione.

    71′ – Guerra salta un uomo e calcia dal limite, ma il suo destro è impreciso.

    69′ – Doppia sostituzione nella Carrarese: escono Capezzi e Palmieri entrano Zuelli e Belloni.

    66′ – GOL DELLA JUVENTUS!Cerri riapre di nuovo la sfida: l’attaccante bianconero è il più lesto in area a finalizzare un bel assist di Hasa.

    64′ – Cartellino giallo per Illanes.

    59′ – Doppio cambio nella Juve: Anghelè e Cerri per Pedro Felipe e Mbangula.

    56′ – GOL DELLA CARRARESE!Giannetti beffa la difesa bianconera, salta Daffara e fa gol, ma il guardalinee sventola e annulla tutto. Il Var però ribalta la decisione dell’assistente: Savona tiene in gioco la punta.

    50′ – Muharemovic strattona in modo plateale Palmieri e si prende il giallo.

    48′ – OCCASIONE JUVE!Hasa calcia un corner perfetto, Savona stacca e per pochi centimetri non trova il secondo palo.

    46′ – Si riparte con la Carrarese che dà il via alla ripresa.

    45’+1′ – Duplice fischio: il primo tempo termina 1 a 1 con gol di Palmieri e Sekulov.

    45′ – Concesso un minuto di recupero.

    43′ – Giannetti salta Pedro Felipe e i due si scontrano, ma per l’arbitro non c’è nulla.

    41′ – La Carrarese si rifà vedere dalle parti di Daffara dagli sviluppi di un corner: Schiavi prova l’eurogol con un destro al volo dopo una respinta, ma la sua conclusione non trova lo specchio.

    38′ – La Juventus aumenta il possesso e costringe la Carrarese a coprirsi e ripartire.

    29′ – OCCASIONE JUVENTUS!Guerra gestisce bene il pallone e imbecca per Hasa, che si inserisce con i tempi giusti ma davanti il portiere è poco freddo e si fa ipnotizzare da Bleve.

    21′ – GOL DELLA JUVENTUS!Sekulov prende alle spalle la difesa alta della Carrarese e con un destro potente e preciso dal limite fa centro.

    17′ – Ammonito Giannetti, primo giallo del match.

    16′ – In tribuna è presente Landucci: il vice dell’ex allenatore della Juve, Allegri.

    15′ – Crescono i bianconeri, grazie soprattutto alle avanzate di Rouhi: l’esterno trova Comenencia sul secondo palo, che appoggia per Mbangula, che a sua volta di testa chiama Bleve alla deviazione in angolo.

    9′ – La Juve muove rapidamente il pallone sulla trequarti, Guerra si libera per il tiro ma il suo sinistro non è preciso.

    2′ – GOL DELLA CARRARESE!Palmieri trasforma in oro un pallone vagante in area e di controbalzo trova l’angolo lontano con un mancino imprendibile per Daffara.

    1′ – La Juventus muove il primo pallone del match. LEGGI TUTTO

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    “Toro, ti manca un Sartori. Non sarà difficile sostituire Juric”

    Nessuno meglio di lui conosce il Toro dell’era Cairo dalle sue radici. Gianni De Biasi è stato il primo allenatore dopo il fallimento, l’uomo che ha riportato i granata in Serie A dopo un solo tentativo. Adesso, a distanza di 19 anni dall’inizio della sua avventura sotto la Mole, farà il tifo per il suo vecchio club. Contro l’Atalanta c’è l’ultima chance di Europa da difendere, al netto di quello che succederà alla Fiorentina in finale di Conference League contro l’Olympiacos. De Biasi, il Toro può tornare per la terza volta in Europa nell’era Cairo: che effetto le fa? «Provo un misto di sensazioni. Ripenso al mio periodo: avevo suggerito al presidente di costruire un progetto basato sui giovani, ma abbiamo perso un po’ di tempo e Cairo allora aveva altre idee. Diciamo che il tempo mi ha dato ragione, visto il patrimonio di giocatori di cui oggi il Toro dispone. E poi è un club solido, che ha la forza per poter essere una mina vagante della parte sinistra della classifica. Ovvio, però, che per diventare come Atalanta e Fiorentina serva di più. Investimenti, certo, ma soprattutto idee e programmazione».In questi giorni stanno facendo discutere le parole di Juric sui tifosi, sul poco amore e sulla scarsa unione che caratterizza il mondo Toro. Che idea si è fatto di queste dichiarazioni? «Io credo che sia stato interpretato male: voleva dire sicuramente qualcosa di diverso. I tifosi del Toro sono ancorati a due periodi storici di enorme prestigio: quello degli Invincibili e poi il ciclo di Radice. Hanno richieste troppo elevate rispetto al contesto attuale, perché sono stati abituati ad avere squadre molto lontane dai confini dell’ordinario. Per diventare una realtà all’altezza di quel Toro, nel calcio di oggi, basterebbe giocare qualche volta in più in Europa. In questo senso, negli anni, ai granata è mancato uno come Giovanni Sartori, che era vicinissimo a diventare un dirigente granata quando c’ero io. Bisognava prendere lui: Chievo, Atalanta e Bologna sono più di semplici indizi sulla bontà del suo operato».La possibile qualificazione in Conference League renderebbe positiva la stagione? Qual è il bilancio sul campionato? «Per me resta un ottimo campionato, a prescindere dall’ultima partita. Un campionato in linea col valore della squadra: solo il Bologna ha sparigliato un po’ le carte, ma chi precede i granata ha indubbiamente qualcosa in più. Oggi, però, il Toro ha un patrimonio basato su giocatori giovani e forti: la strada è questa, però i granata hanno iniziato tardi rispetto ad altre realtà. Ora ci vuole tempo: la crescita non sarà veloce. Persino un fenomeno come Gasperini ci ha messo 8 anni per vincere».Juric chiuderà con la partita di Bergamo. Chi perde di più, il Toro o l’allenatore? «Non sarà difficile trovare un altro come lui, ma il suo lavoro è stato ottimo. Tuttavia, meglio separarsi quando il matrimonio è logoro. Poi sono sicuro che Juric sia cresciuto tanto come allenatore in questi tre anni: avrà modo di guardarsi dentro, in futuro saprà gestire meglio tante situazioni di campo e non solo. I tecnici migliorano quando si rendono conto degli errori».È sempre più Ital-Toro: i granata hanno tre giocatori fra i pre-convocati di Spalletti. Che prospettive immagina per Buongiorno, Ricci e Bellanova? «Spalletti è sveglio, guarda alla sostanza e non all’etichetta. Ricci e Bellanova hanno prospettive importanti: Spalletti li vedrà in ritiro e capirà se siano già pronti o meno per andare in Germania, ma vedrete che l’anno prossimo faranno ancora meglio. Buongiorno invece sarà protagonista: ormai ha quasi la statura di un campione».A breve il Toro ripartirà da un nuovo allenatore, che quasi certamente sarà Paolo Vanoli. Scelta azzeccata o rappresenta un azzardo? «Va verificato fuori dal contesto del Venezia, anche perché non ha un’esperienza solidissima da primo allenatore. Ma sta facendo un lavoro eccellente, mi sembra una scelta coerente. Dovrà capire subito, però, che il Toro è un altro mondo rispetto a tutto ciò che ha fatto finora».Cosa servirà al Toro per migliorarsi? «Pochi innesti, non più di tre: mi riferisco a potenziali titolari. Ma non andranno sbagliati, Vagnati dovrà andare a colpo sicuro. La base è buona, chi rimpiazzerà Juric troverà una rosa di livello, solo da aggiustare con qualche pedina». LEGGI TUTTO