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    Torino, Schuurs valuta la 3ª operazione. Altri 4-6 mesi out: ed è ko da 16!

    TORINO – Rischia di essere ancora molto lungo il calvario di Perr Schuurs, di protrarsi per almeno altri 4, 6 mesi. E finora il difensore olandese è già andato oltre qualsiasi inopinata previsione negativa, giacché a oggi siamo arrivati a quasi un anno e mezzo di stop, 16 mesi per la precisione. Con lo staff medico del Torino e il dottor Bertrand Sonnery-Cottet di Lione (chirurgo di fama internazionale, che nei mesi scorsi aveva operato sia lo juventino Gleison Bremer sia il granata Duvan Zapata sempre per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio), Schuurs sta infatti valutando concretamente la possibilità di sottoporsi a breve a una terza operazione (stavolta nel capoluogo francese) nella speranza di risolvere una volta per tutte le sue problematiche e di poter poi mettere finalmente in preventivo il ritorno all’attività agonistica. In ballo un nuovo intervento chirurgico di una certa complessità, la ritensione del punto angolo postero-esterno. L’obiettivo? Ridurre (o meglio: risolvere) l’instabilità residua del ginocchio che il difensore lamenta ormai da parecchi mesi e che gli sta inevitabilmente creando anche un mare di ansie, di preoccupazioni, di umanissime paure e freni psicologici. Ancora nella scorsa settimana veniva chiesto a Paolo Vanoli, in conferenza, i motivi per cui Schuurs era stato appena levato dalla lista (pur ancora modificabile) dei giocatori impiegabili in campionato, post mercato di gennaio. «È stata soltanto una casualità», replicava d’acchito il tecnico. Ma evidentemente non era così.  

    L’infortunio di Schuurs

    L’infortunio risale al 21 ottobre del 2023, 479 giorni fa, Torino-Inter: torsione innaturale del ginocchio sinistro cadendo a terra dopo uno sfortunato stacco aereo contrastato in volo da Hakan Calhanoglu. Dinamica sfortunata, sfortunatissima. E dolore subito fortissimo. Giocatore in lacrime, uscita in barella e, due giorni dopo, la diagnosi: lesione del legamento crociato anteriore. Sei giorni dopo l’infortunio, il 27 ottobre, nuovo report ufficiale del Torino per comunicare l’avvenuta operazione a Bologna: «L’intervento è consistito nella ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro». Si leggeva: «Alla seduta operatoria, eseguita dal professor Stefano Zaffagnini, ha partecipato il dottor Corrado Bertolo, medico sociale del Torino». Tempi previsti per il ritorno di Schuurs alla normale attività agonistica: circa 6, 7 mesi in base all’evoluzione del caso, in ogni caso rispettando le medie per un infortunio di questo tipo.  

    Il calvario di Schuurs

    Una pia illusione, purtroppo. Giacché dopo alcuni mesi vissuti tra progressi continui, Schuurs esprimeva il desiderio di continuare la fisioterapia nel proprio Paese, in Olanda. Successivamente, il ritorno a Torino con un susseguirsi di nuove problematiche fisiche, tra dolori e infiammazioni. Poi, man mano, un nuovo, graduale recupero di una sempre migliore funzionalità del ginocchio attraverso un lungo iter in un centro specializzato per il recupero degli atleti. Un miraggio anche in questo caso, tuttavia, passando anche tra nuove diagnosi non esattamente favorevoli (pure la presenza di un edema osseo alla parte alta della tibia, vicino al ginocchio). E così ricominciavano i consulti in serie da più specialisti. E veniva coinvolto una prima volta anche il dottor Bertrand Sonnery-Cottet di Lione. Quindi il giocatore finiva nelle mani di un terzo luminare molto noto in Europa, come da comunicato del Torino datato 1 agosto 2024, 9 mesi dopo l’infortunio: «Schuurs è stato sottoposto a intervento artroscopico a livello del ginocchio sinistro a Londra dal dottor Andy Williams, alla presenza del responsabile sanitario del club dottor Daniele Mozzone. L’intervento ha avuto esito positivo e il calciatore rientrerà immediatamente a Torino per proseguire il percorso riabilitativo». Ma poi, in autunno, Schuurs veniva rimandato a sorpresa in Inghilterra per continuare la fisioterapia e il lavoro di riatletizzazione sotto la supervisione del dottor Williams. «Se tornerà a giocare prima della fine del campionato? Glielo auguriamo e ce lo auguriamo tutti», diceva diverse settimane fa Vanoli. E adesso? Adesso Schuurs continua a non essere sereno, a dibattersi tra problematiche fisiche e psicologiche: comprensibili, umanissimi tormenti di chi si chiede da oltre un anno quando tornerà in campo, e in che condizione, e a quali livelli. L’affetto dei tifosi granata lo ha costantemente accompagnato durante il calvario, con Schuurs che intanto pubblicava ciclicamente sui social fotografie in palestra e frasi motivazionali («mai mollare, sempre crederci», «la chiave è la pazienza» e via postando).  

    L’ultima operazione

    E così si arriva all’attualità. Nuovi consulti a Lione dal dottor Sonnery-Cottet, in questo ultimo periodo. E ora si va verso un terzo intervento chirurgico da svolgersi adesso, a febbraio (più che probabile, in assenza di un colpo di scena e di un nuovo cambio di programma), per la ritensione del punto angolo postero-esterno. Il difensore, infatti, continua ad avvertire la sensazione di una parziale instabilità del ginocchio, come se l’articolazione tendesse a piegarsi troppo all’indietro, lateralmente, in modo esagerato, quasi innaturale, durante gli esercizi fisici, la corsa, i salti. Una condizione oltremodo preoccupante per Schuurs, quasi annichilente sotto il profilo sportivo, agonistico. Se così sarà, se effettivamente il difensore finirà sotto i ferri per la terza volta, la bibliografia medica parla di un ulteriore stop dai 4 ai 6 mesi per tornare all’attività piena, alla pari dei compagni. In un senso o nell’altro, attendiamo abbastanza a breve novità, dunque. E, si spera, anche spiegazioni acconce, oltre la cortina di silenzi e misteri alzata negli ultimi 12 mesi. LEGGI TUTTO

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    Milan, il Feyenoord è indecifrabile senza Slot e Gimenez: la scheda

    Una stagione fin qui vissuta pericolosamente, tra picchi di entusiasmo e momenti di depressione che stanno tuttora mettendo in discussione la bontà del progetto. Per il Feyenoord, da sempre la più discontinua e umorale delle tre grandi storiche olandesi, non era facile ripartire dopo il ciclo di Arne Slot e tante difficoltà erano state messe in conto. Partito direzione Liverpool con l’obiettivo di dare alla sua carriera la spinta definitiva, Slot aveva chiuso a Rotterdam un triennio caratterizzato da una vittoria in Coppa d’Olanda, una finale persa di Conference League contro la Roma e soprattutto la vittoria della Eredivisie 2022-23, merce sempre più rara per una squadra che nel XXI secolo l’ha vinta solo in un’altra occasione.

    L’allenatore Priske

    La scelta del successore ha ricalcato in un certo senso quella fatta dai rivali storici dell’Ajax con Farioli: un allenatore straniero, senza alcuna esperienza precedente in Olanda, ma che aveva dato prova di personalità e risultati in contesti diversi. Brian Priske in questo senso sembrava il profilo migliore: 47 anni, una carriera da giocatore senza squilli tra Danimarca e Belgio, una da allenatore molto più interessante, iniziata con il titolo danese 2020 vinto dal Midtjylland, noto per essere stato uno dei primi, se non il primo club di alto livello a usare sistematicamente l’algoritmo nella scelta e nella valutazione dei giocatori. Anche senza l’algoritmo però Priske ha saputo fare bene, vincendo in due anni allo Sparta Praga altrettanti campionati cechi e una Coppa nazionale, ben figurando lo scorso anno anche in Europa League.

    I momenti della stagione 

    L’avvio di stagione è stato scoppiettante, con l’incredibile 4-4 contro il Psv nella Supercoppa olandese, intitolata a Johan Cruijff e vinta ai rigori; tuttavia, quel titolo vinto all’esordio non è stato beneaugurante, perché la squadra almeno fino all’inizio di ottobre ha faticato moltissimo, nel gioco e nei risultati, maturando proprio in quelle prime 6 giornate uno svantaggio che tuttora sta penalizzando gli obiettivi di squadra. La svolta in positivo è arrivata in Champions, con la rocambolesca vittoria di Girona che ha permesso al gruppo di ripartire nella testa e nei risultati dopo settimane di impasse. Va detto che il Feyenoord di quest’anno è abbastanza indecifrabile, capace di partite sontuose anche contro pronostico, vedi il 3-0 al Bayern in Champions League, così come di sprofondare in una spirale di negatività. È un po’ quello che sta succedendo in questi giorni: la squadra di Priske ha infatti infilato tre sconfitte consecutive, tutte molto pesanti per motivi diversi. L’1-6 di Lilla in Champions League, benché innocuo ai fini della qualificazione, non ha fatto piacere a nessuno anche per le proporzioni della disfatta, mentre l’1-2 dello scorso 2 febbraio in casa dell’Ajax si abbina allo 0-2 interno della gara d’andata contro i rivali storici, con cui condividono un percorso di rinascita che però non sta andando alla stessa velocità. Il carico definitivo lo ha messo lo 0-2 infrasettimanale contro il Psv nei quarti di Coppa d’Olanda, una sconfitta vissuta male anche perché il tabellone, con l’eliminazione precoce dell’Ajax, avrebbe permesso vincendo questa sfida di presentarsi alle semifinali da chiara favorita.

    Le mosse della dirigenza e il mercato

    Non hanno particolarmente aiutato nemmeno le mosse della dirigenza: nella conferenza stampa natalizia, il dg del Feyenoord Dennis Te Kloese aveva infatti detto che «il Feyenoord dovrebbe chiudere al 2° posto il campionato. È vero che anche con il terzo posto si va ai preliminari di Champions, ma per il nostro metro non può essere una stagione pienamente di successo». Dichiarazioni che, unite ai rapporti non idilliaci di Priske con il vice De Wolf, storica presenza del club, hanno reso la sua panchina molto instabile. Il secondo posto dell’Ajax dista 12 punti, di fatto irraggiungibile, e il mercato invernale ha chiaramente indebolito la squadra, con la cessione di Gimenez al Milan non adeguatamente surrogata dal punto di vista tecnico. Un’operazione inevitabile per un club come il Feyenoord, che sembra essersi lasciato alle spalle i gravi problemi finanziari di qualche anno fa, ma che ha lasciato un buco evidente in avanti, dove al momento né il giapponese Ueda né l’argentino Carranza sembrano avere i numeri per compensare i gol garantiti dal messicano. Così, rispetto alla Group phase, l’unico innesto nuovo nella lista è il centrocampista polacco Moder, arrivato dal Brighton, in un gruppo che, oltre allo strapubblicizzato Hancko (già allenato per poche settimane da Priske ai tempi dello Sparta e finito nelle mire della Juventus), può mettere in mostra qualche altro giovanotto interessante come il 19enne trequartista Antoni Milambo, ormai diventato titolare pressoché inamovibile nel terzetto alle spalle della punta. Sulla carta, l’operazione Gimenez ha sbilanciato irrimediabilmente il confronto diretto con il Milan, ma i rossoneri faranno bene a non sottovalutare l’imprevedibilità, anche in positivo, degli olandesi. LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Genoa ore 20:45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Tutto pronto all’Olimpico Grande di Torino dove i granata alle 20:45 ospiteranno il Genoa nel match valido per la 24ª giornata di Serie A. La squadra di Vanoli è reduce da cinque risultati utili consecutivi in cui però ha conquistato una sola vittoria, ovvero quella interna contro il Cagliari. I granata, in classifica, stazionano all’11esimo posto con un solo punto di vantaggio sul Genoa, che viene dalla sconfitta di Firenze. In conferenza stampa, Vanoli ha presentato così la gara: “Abbiamo fatto un’ottima settimana, peccato per Njie a cui faccio l’in bocca al lupo, gli siamo vicini. Ma gli faccio i complimenti perché è stato un gladiatore, perché il malleolo è doloroso ma ha finito la partita. È il segnale di uno spirito che si avvicina a quello che dico da tempo. Vieira ha avuto un impatto importante, nelle ultime 10 ha fatto 6 clean sheet. Sono ordinati, fanno cose semplici e chiare. All’andata facemmo gran prestazione in fase difensiva, meno bene invece in fase di possesso nel finale riuscimmo a fare di più. Ora i rossoblù sono cresciuti molto, sarà una partita che vale doppio”.

    Segui la diretta di Torino-Genoa su Tuttosport.com

    Dove vedere Torino-Genoa: streaming e diretta tv

    Il match tra le formazioni di Vanoli e Vieira è in programma sabato 8 febbraio alle ore 20.45 all’Olimpico Grande di Torino. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulle piattaforme DAZN, SkyGo e Now e in diretta tv sui canali Sky Sport 1 (201), Sky Sport Calcio (202) e Sky Sport (251).

    Torino-Genoa, le probabili formazioni

    TORINO (4-2-3-1): Milinkovic-Savic; Pedersen, Maripan, Coco, Sosa; Ricci, Tameze; Lazaro, Vlasic, Karamoh; Adams. Allenatore: Vanoli. A disposizione: Paleari, Donnarumma, Walukiewicz, Masina, Dembelè, Biraghi, Casadei, Gineitis, Linetty, Elmas, Salama, Sanabria. Indisponibili: Ilkhan, Ilic, Njie, Savva, Schuurs, Zapata. Squalificati: /.

    GENOA (4-3-3): Leali; Sabelli, Bani, Vasquez, Martin; Frendrup, Badelj, Thorsby; Messias, Pinamonti, Miretti. Allenatore: Vieira. A disposizione: Sommariva, Siegrest, Norton-Cuffy, Zanoli, Matturro, Ekhator, Ekuban, Kassa, Vitinha, Masini, Venturino, Onana, Otoa. Indisponibili: Malinkovskyi, Ahanor, Cornet, Cuenca. Squalificati: De Winter.

    ARBITRO: Feliciani della sezione di Teramo. ASSISTENTI: Carbone-Peretti. QUARTO UFFICIALE: Ferrieri Caputi. VAR: Di Paolo. ASS. VAR: Maggioni. LEGGI TUTTO

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    Vanoli, esame in retromarcia: dal mercato Toro al Genoa

    Vanoli commenta il mercato

    Dal mercato chiuso senza un bomber (colui che era considerato la madre di tutte le priorità) all’incontro di stasera col Genoa, sull’onda di un filotto di 6 risultati positivi. E Vanoli cambia la comunicazione, in vista di quattro mesi da aggredire al massimo per raggiungere al più presto una posizione senza rischi e poi tentare una non meglio precisata rimonta in classifica, quanto agli obiettivi finali: si vedrà strada facendo, ha spiegato Vanoli. Resta il fatto che per quasi un centinaio di giorni, in pubblico come minimo dall’inizio di novembre, il tecnico aveva dispensato elettrostimolazioni in serie alla società, invocando l’arrivo di un sostituto di Zapata e qua e là lasciando cadere anche qualche critica: «Mi aspetto rinforzi a inizio gennaio, come tutte i grandi club ci faremo trovare pronti», «ci manca un attaccante al posto di Duvan» (sottolineatura ripetuta manco sappiamo più quante volte per tre mesi), «il club deve comprendere l’importanza di questo mercato», «ho imparato ad avere pazienza», «la società dovrebbe prendere esempio dalla squadra», «avevo solo chiesto un attaccante» e via implorando, se non punzecchiando. L’ultima preghiera appena sabato scorso, subito dopo il pari di Bergamo, quando peraltro aveva già iniziato a elogiare l’opera di Cairo e Vagnati: «Fino a che il mercato non è chiuso ci spero ancora». Poi, ieri, ciò che ai più è parsa come un’inversione a U: «Bene così, sono molto contento».

    Il sostituto di Zapata e Salama

    E il sostituto di Zapata, mai come adesso leggendario? «Fino all’ultimo sognavo l’arrivo di un attaccante importante, ma non si è potuto. E comunque io ho già due attaccanti forti: Adams e Sanabria, che non è l’ultimo arrivato. E proprio perché avevamo già due attaccanti di un certo spessore, non volevo che si sostituisse Duvan con un giocatore normale solo per fare numero. Non sono un integralista. Per sostituire Zapata sarebbe occorso un giocatore almeno del suo livello, per cui di alto livello. Vero, l’avevo chiesto, ma non era facile e il mercato di gennaio non è facile. Così una settimana fa, parlando con Vagnati, gli ho detto schiettamente: se non si può arrivare a un profilo importante come Sanabria e Adams, lavoriamo per rinforzare la rosa in base a come abbiamo cambiato sistema di gioco (dal 2-5-2 al 4-2-3-1, ndr). Abbiamo preso ragazzi che arrivavano da esperienze importanti come Elmas, che due anni fa aveva vinto lo scudetto, e Biraghi, che ho avuto all’Inter e poi ha disputato delle finali con la Fiorentina, e a sinistra può giocare sia in una difesa a 4 sia a 5. Casadei è un giovane molto maturato rispetto a quando l’avevo conosciuto nell’Inter e può fare molto bene sia in una mediana a 2 sia più avanti negli inserimenti, ha potenzialità, sa anche segnare. Quanto a Salama, è stata una bella sorpresa. Per cui non sono né deluso né arrabbiato o irritato. Tutti gli acquisti sono stati condivisi e la società ha lavorato bene perché sono arrivati giocatori molto motivati e di valore sotto l’aspetto della mentalità. Sanno come si fa a salire uno scalino in più. L’unico più indietro nella condizione è Elmas»: non gioca da inizio novembre, subito dopo una lesione muscolare l’ha bloccato per 2 mesi. «Ma è molto determinato a fare qualcosa di importante e con la sua intelligenza tattica può ricoprire diversi ruoli in attacco, ci porta tanto» «Sono sicuro che abbiamo migliorato la rosa con giocatori funzionali al nostro sistema di gioco. Tatticamente sono molto duttili, ci permetteranno anche di usare altri moduli, volendo». L’autodifesa (giusta, oggettiva, peraltro non richiesta): «Ho dimostrato di saper uscire da situazioni difficili e di saper tenere dritto il timone della nave anche nella burrasca (8 sconfitte in 10 partite Coppa Italia compresa, ndr). Ora ne siamo usciti e io voglio unire, l’ho sempre detto».  

    L’esclusione di Schuurs

    E ancora, sempre sul mancato arrivo di un centravanti di alto livello, ma parlando di Salama, preso lunedì sera dopo 6 mesi deludenti e senza gol a Reims: «Una bella sorpresa. Lo conosco poco, ma me ne ha parlato bene il direttore Vagnati. È sbagliato criticarlo perché non è sicuramente arrivato per sostituire Duvan, ma è stato preso a seguito dell’infortunio di Njie» (3 mesi out: l’allenatore lo ha rincuorato con belle parole, «a Bergamo ha dimostrato di essere un gladiatore restando in campo nonostante il malleolo rotto»). Sarà mia premura aiutare Salama a a capire il calcio italiano. È un esterno offensivo che in caso di necessità può giocare anche da prima punta». «Nei miei giocatori non voglio vedere alibi, ma determinazione. Abbiamo davanti a noi un percorso a ostacoli: ci possiamo togliere buone soddisfazioni. Tutti devono essere pronti per giocare, anche i nuovi» (in panchina, per cominciare). E il lungodegente Schuurs (dall’ottobre del ‘23), finito fuori lista perché non riesce a recuperare dopo la doppia operazione al ginocchio? «Abbiamo ancora due slot, è stata una casualità, abbiamo anche in ballo l’operazione Ilic. Schuurs sta continuando la sua rieducazione. Per aiutarlo nel calvario lo abbiamo mandato direttamente dal suo specialista. Ogni tanto lo sento, è determinato a raggiungerci prima possibile. Poi io non sono un medico, non entro nel merito. Ma averlo tenuto fuori dalla lista non preclude nulla, adesso vediamo come finisce l’operazione in uscita di Ilic» (problemi inattesi con lo Spartak, che adesso sta minacciando di tirarsi indietro. In Russia il mercato è ancora aperto).   LEGGI TUTTO

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    Juve LIVE, segui la partita contro il Como in diretta

    21:54

    Subito Como!

    Subito pericolosa la formazione di Fabregas, che costringe ancora una volta Di Gregorio a respingere su Nico Paz che calcia di prima su assist di Diao. Il portiere bianconero evita lo svantaggio con il piede. 

    21:52

    Si ricomincia! Fuori Savona: c’è Kelly

    Inizia il 2º tempo. Subito cambio per la Juve: Kelly per Savona. 

    21:50

    Como: possesso palla e tiri in porta

    Il Como chiude il primo tempo con il 60% di possesso palla, con 3 tiri in porta su 9 contro i 2 degli ospiti sui 3 complessivi. Sono invece 7 i calci d’angolo conquistati dai Lariani: solo 1 il corner calciato dai bianconeri.  

    21:48

    Kolo Muani: dopo Tevez, superato anche Baggio

    Con la 4ª rete messa a segno nelle prime 3 gare disputate con la maglia della Juve, il francese ha superato sia il record di 2 reti di Carlos Tevez che quello di Roberto Baggio, autore di 3 reti nelle prime 3 gare in bianconero nella stagione 1990/91.

    21:40

    Como-Juve, 1-1 al 45′: il commento

    Più Como che Juve in questi primi 45 minuti di gioco. I padroni di casa prevalgono sulla destra grazie alle incursioni di Strefezza e alle letture di Nico Paz. A pagarne le spese è Savona, che rimedia acnhe un giallo per un fallo sull’ex Lecce. Poi, il lampo di Kolo Muani, che ancora una volta fa a sportellate verso la porta e gela il Sinigaglia. Ma gli uomini di Fabregas non ci stanno e pareggiano i conti con la complicità di un errore di Koopmeiners che si lascia portar via palla da Cutrone – a  seconda metà di stagione inoltrata, si cerca ancora il tanto atteso (e pagato) Koop – . L’ex Milan la butta dentro e Diao firma l’1-1 nel momento peggiore. Un minuto dopo infatti, Abisso manda tutti negli spogliatoi.

    21:34

    Fine primo tempo

    Duplice fischio al Sinigaglia: 1-1 il parziale.

    21:33

    1-1 Como: Diao

    I padroni di casa pareggiano i conti. Decisivo il recupero di Cutrone su Koopmeiners che anticipa il cross in area ricevuto da Diao che di testa firma l’1-1 (45’+1′). 

    21:32

    Nico Paz di testa: il Como non molla

    I Lariani non si abbattono e tornano nell’area ospite, dove Strefezza serve in area un traversone intercettato di testa da Nico Paz. L’argentino però non inquadra la porta. 

    21:29

    Reazione Juve

    Altro bel segnale restituito dagli uomini di Motta, che nonostante le difficoltà iniziali riescono comunque a trovare la via del gol. E questa volta, senza dovere neppure rimontare lo svantaggio. 

    21:26

    Ammonito Valle

    Giallo anche per il difensore dei Lariani (37′).

    21:24

    Ancora Kolo Muani: 4º gol in 3 partit e

    Dopo il vantaggio di Napoli e la doppietta contro l’Empoli, l’ex Psg lascia ancora una volta il segno. Il francese finalizza il contropiede dei bianconeri, vincendo l’uno contro uno con il portiere con un destro imprendibile che vale il vantaggio. È il 4º gol nelle ultime 3 partite di campionato. 

    21:22

    Kolo Muani! 1-0 Juventus!

    Juve in vantaggio! Il francese sblocca le marcature al 34′.

    21:20

    Ci prova Nico Gonzalez: palla alta

    L’argentino ci prova di sinistro ma il tiro termina alto sopra la traversa.

    21:18

    Ammonito Savona

    Cartellino giallo per il difensore bianconero (28′), sanzionato per l’intervento su Strefezza. 

    21:17

    Nico Paz-Strefezza: la Juve si difende

    Crescono i pericoli sull’asse Nico Paz-Strefezza. L’argetino è ispiratissimo e legge bene il gioco, servendo il compagno che si buca ancora una volta la difesa bianconera e calcia in porta.

    21:14

    Gatti di testa: nessun problema per Butez

    Il difensore bianconero ci prova di testa, ma il tentativo non impensierisce il portiere dei Lariani che blocca il pallone: 0-0 al 26′.

    21:12

    Il Como continua a pressare

    Como messo benissimo in campo. Gli uomini di Fabregas costruiscono sulla trequarti e risalgono in velocità per inibire le manovre offensive dei bianconeri: Nico Gonzalez arginato a ogni iniziativa.  

    21:10

    Da Cunha da fuori: angolo Como

    Ci prova anche Da Cunha da fuori area, dopo aver ricevuto palla da Nico Paz. Di Gregorio respinge in corner.

    21:07

    Juve: 0 tiri in porta al 20′

    Al 20′ minuto, il Como è in vantaggio di 4 tiri di cui 1 in porta: 4 anche i calci d’angolo conquistati. Ancora a secco invece la formazione di Motta. 

    21:03

    Savona in affanno su Strefezza

    Il difensore bianconero soffre le incursioni dell’esterno del Como, che calcia da posizione defilata e conquista il 4º calcio d’angolo. Fatica a ripartire la Juve dopo 15 minuti di gioco. 

    20:59

    Ancora Como! Di Gregorio dice no a Nico Paz

    Sfiorano il vantaggio i Lariani, con Nico Paz che riceve palla in area da Strefezza e chiama in causa Di Gregorio che con la punta delle dita devia in angolo. È la prima grande occasione del match. La Juve soffre la pressione alta del Como subendone troppo facilmente le incursioni in area.

    20:54

    Cutrone pericoloso, palla respinta!

    La formazione di Fabregas alza subito l’asticella e costringe la difesa ospite a respingere sulla conculsione a rete di Cutrone. 

    20:52

    Al Como i primi 2 corner

    È dei padroni di casa il primo calcio d’angolo dell’incontro, che conquistano subito anche il secondo dopo una nuova deviazione. Valle è l’ultimo a calciare dalla distanza ma senza inquadrare la porta. 

    20:47

    Si comincia!

    È iniziata Como-Juventus. Ai bianconeri il primo pallone dell’incontro.

    20:45

    Juve: a novembre le ultime 2 vittorie consecutive

    L’ultima volta che i bianconeri si sono aggiudicati 2 incontri consecutivi rimanda alla sfide contro Udinese e Torino del 2 e 9 novembre, entrambe vinte per 2-0. 

    20:41

    Manca poco a Como-Juve

    Ancora pochi minuti prima del fischio d’inizio di Como-Juventus.

    20:27

    Giuntoli: “Momento difficile. Dobbiamo vincere”

    “È sempre tutto sullo spalle del club, del mister e dei ragazzi – ha detto a Sky – . Dobbiamo lottare sempre tutti insieme. È stato un periodo difficile perché siamo stati tanti mesi sotto numero e non ci hanno permesso di fare rotazioni. Siamo contenti del mercato che abbiamo fatto. Dobbiamo affrontare le gare una per volta. Ci è mancata continuità nei risultati. Diventa fondamentale vincere anche per questo motivo. Motta ha provato Kolo Muani e Vlahovic anche insieme, possono giocare insieme anche con gli altri attaccanti. Le decisioni vanno prese in base agli avversarsi. Rimpianto per Kean? Noi pensiamo di avere parco attaccanti molto valido. Pensiamo alla Juventus e non agli altri. Abbiamo cercato di sopperire con questi tre difensori che ci daranno sicuramente una mano – ha aggiunto a Dazn – . Dopo l’infortunio di Milik abbiamo cercato un rinforzo sul mercato. Abbiamo trovato questa opportunità e l’abbiamo colta al volo. Kolo è un giocatore molto importante e può giocare sia prima punta che esterno. Può giocare anche con tutti gli altri attaccanti. Cambiaso? C’è stato l’interesse di un importante club inglese che poi non si è concretizzato. Niente di strano. Abbiamo tanti ragazzi giovani che interessano ma ce li teniamo stretti. La Juventus ha sempre il dovere e la voglia di fare il massimo in tutte le competizioni”.

    20:20

    Fabregas: “Yildiz? Sono innamorato”

    “Difficoltà è una parola negativa, oggi vogliamo energia e positività e dopo la partita vediamo che succede – ha dichiarato ai microfoni Sky – . Ho fatto tanta esperienza dalla prima contro la Juventus. Allenamento dopo allenamento e partita dopo partita. Sono giovane e per me è un piacere essere qua e affrontare squadre come la Juventus. Serve una bella atmosfera al Sinigaglia per mettere in difficoltà la Juve. Partita per Nico Paz? Assolutamente si. Il calcio è molto veloce. Abbiamo provato a portare i giocatori pronti per quello che vogliamo fare – ha aggiunto a Dazn – C’è tutto un processo di adattamento, ma devo fare capire ai ragazzi che devono darsi da fare subito. Abbiamo un’emergenza a livello di numeri in difesa. Sono sicuro che il messaggio sia entrato nella testa dei giocatori. Anche dei nuovi arrivati. Dobbiamo guardare alle squadre a cui vogliamo somigliare. La Juve è una grande squadra che ha iniziato un progetto nuovo con un allenatore moderno e giovane. Alla Juve si deve vincere oggi oggi oggi, ma nel calcio ci vuol tempo. In panchina ci sono giocatori da 50 milioni. Yilidz e Nico Paz? La gente vuole talento. Yildiz mi è panciuto molto all’andata. Si vedeva qualcosa di diverso. Qualità e talento. Sono innamorato di questo tipo di giocatore”.

    20:17

    Savona: “Obiettivo Nazionale”

    “Non mi sarei mai aspettato di diventare un titolare della Juve. Ricordo l’esordio all’andata davanti ai nostri tifosi. Una sensazione indimenticabile per me. Il Como è cambiato, è molto tecnico e con grandi giocatori di talento soprattutto davanti. Non sarà semplice. Spalletti? È motivo d’orgoglio che il ct della Nazionale venga a guardare le partite del nostro campionato. La Nazionale è un obiettivo e lo sarà sempre”.

    20:03

    Como-Juventus 37 anni dopo

    La Juventus torna a giocare al Sinigaglia per la prima volta dal 9 ottobre 1988, quando i bianconeri si imposero per 3-0: reti di De Agostini, Laudrup e Buso. In panchina sedeva Zoff. Le due formazioni si sono poi ritrovate nel 2003, affrontandosi però sul campo neutro di Piacenza. 

    19:54

    Motta schiera la stessa formazione per la 2ª volta consecutiva

    Il tecnico bianconero non schierava la stessa formazione per due incontri consecutivi dalla 2ª e 3ª giornata di campionato contro Verona e Roma.

    19:47

    Como-Juventus: le formazioni ufficiali

    COMO (4-2-3-1): Butez; Smolcic, Goldaniga, Dossena, Valle; Perrone, Da Cunha; Strefezza, Nico Paz, Diao; Cutrone. Allenatore: Fabregas.

    A disposizione: Vigorito, Reina, Iovine, Douvikas, Jack, Ikoné, Engelhardt, Braunoder, Chinetti, Van der Brempt, Caqueret, Lesjack. 

    JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio; Weah, Gatti, Veiga, Savona; Locatelli, Koopmeiners; Nico Gonzalez, McKennie, Yildiz; Kolo Muani. Allenatore: Motta. 

    A disposizione: Perin, Pinsoglio, Alberto Costa, Kelly, Rouhi, Thuram, Douglas Luiz, Adzic, Conceiçao, Mbangula, Vlahovic. 

    19:35

    Como-Juve: la designazione arbitrale

    Questa la designazione arbitrale della sfida al Sinigaglia:

    Arbitro: Abisso 

    Assistenti: Vecchi-Bahri 

    IV ufficiale: Monaldi 

    Var: Guida

    Ass. Var.: Maggioni

    19:30

    Juve-Como: il tris dell’andata

    La sfida di andata tra Juve e Como si è tenuta il 19 agosto allo Stadium in occasione del match inaugurale del campionato. La formazione di Motta esordì nel migliore dei modi imponendosi per 3-0: risultato che ha visto Mbangula segnare la prima marcatura dei bianconeri in Serie A (23’), seguita da quelle di Weah (45’+1’) e Cambiaso (90’+1’)

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    Stadio Giuseppe Sinigaglia, Como LEGGI TUTTO

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    Genoa, Thorsby: “Torniamo a vincere anche in trasferta”. E sul Toro…

    Un vero e proprio “tuttocampista”, pedina imprescindibile del gioco di Vieira. Morten Thorsby da Oslo non si tira mai indietro perché la sua è una doppia missione: fare bene in campo per sensibilizzare su temi molti più importanti: quelli ambientali.  È soddisfatto di questo ruolo da “tuttocampista”?  «Sono molto soddisfatto del mio gioco perché vedo che sto migliorando in tanti aspetti su cui ho lavorato tanto. Sapevo già di essere molto forte nel gioco difensivo come nei duelli per via della mia fisicità. Però ho sempre sentito che potevo dare di più anche per aiutare la squadra nel gioco offensivo e pure tecnicamente potevo migliorare tanto. Adesso vedo che sta succedendo e questo mi dà soddisfazione. Sono contento perché questa cosa si è vista anche in un paio di partite con la nazionale, oltre che con il Genoa. Ovviamente manca il gol, ma credo che col lavoro possa arrivare».   A proposito di gol ogni tanto ripensa a quello sbagliato a Lecce a porta vuota?  «Sì, ci penso. Ovviamente è stata una situazione molto veloce e ancora sono incredulo che il pallone non sia entrato. In situazioni simili nel 99% dei casi la palla entra in porta e invece questa volta è andata così».   Dopo un avvio di stagione difficile ora avete trovato continuità, trovando un po’ di margine sulla zona salvezza. Vi sentite più tranquilli adesso?  «È sempre una battaglia. Fino a che non arriveremo a 40 punti non potremo rilassarci nemmeno un secondo. Però quello che conta è questa sensazione di essere un gruppo in crescita e lo si è visto nelle gare in cui abbiamo fatto bene e vinto ma anche in quelle perse come contro la Fiorentina nell’ultimo turno. Si può perdere, ma si sono viste un’idea di gioco e la prestazione e questo dà fiducia: stiamo creando di più e difendendo bene. Contro la Fiorentina abbiamo regalato due gol, ma per il resto abbiamo fatto meglio di loro. In questo momento sarà importante anche fuori casa riuscire a fare punti e a vincere».  Anche perché il calendario fino alla sosta vedrà molti scontri diretti (Venezia, Empoli, Cagliari e Lecce) e nel finale invece sfide durissime.  «Sappiamo che chiuderemo con quattro gare difficili (Milan, Napoli, Atalanta, Bologna, ndr), quindi dobbiamo riuscire a tirarci fuori da tutto il prima possibile. L’unica cosa che conta è raggiungere la quota salvezza, poi potremo parlare di altro».  Prima degli scontri diretti c’è la trasferta di Torino. Avendo giocato da poco l’andata che gara vi aspettate?  «Più o meno la stessa dell’andata. Abbiamo visto che contro il Toro tutte le squadre fanno fatica perché fanno un gioco molto fisico. Ci sono parecchi duelli uno contro uno. Difficile giocare belle partite contro di loro. Sarà importante focalizzarci su noi stessi e sul nostro gioco».   Lei è protagonista in campo, ma spesso sa esserlo anche fuori con le tematiche ambientali. Cosa pensa delle scelte di Trump proprio in fatto di cambiamento climatico?  «Per noi ambientalisti le scelte di Trump in materia ambientale rappresentano un duro colpo. Sta facendo una serie di passi indietro a partire dal tirarsi fuori dagli accordi di Parigi. Possiamo risolvere questa crisi climatica solo se lavoriamo insieme in tutto il mondo e tirarsi fuori da questa responsabilità non è giusto. Però io continuo a fare la mia parte e penso ci siano tante cose positive che stanno succedendo anche se bisogna fare di più. Credo che il calcio possa fare moltissimo perché è una delle poche cose che unisce tutto il mondo, è un linguaggio universale. Il calcio è un mondo molto chiuso, però tanti sono sensibili a questi argomenti: purtroppo molti hanno paura di parlare, e non solo di questo argomento, perché non vogliono esporsi. Penso invece che sia bello riuscire a usare il nostro ruolo per una cosa importante. Io provo a coinvolgere più giocatori in questa situazione e ho alcuni progetti in ballo sia con l’Uefa che con il Genoa». LEGGI TUTTO

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    Gimenez carica il Milan: “Come un abito su misura”. Ibra: “Squadra rafforzata”

    Ibrahimovic: “Squadra rafforzata. Gimenez lo abbiamo seguito tanto”

    Le parole del senior advisor di Red Bird sull’arrivo di Gimenez: “Lo abbiamo seguito tanto, anche in estate abbiamo provato ma non c’era la possibilità. Oggi è qui, questa è la cosa più importante. Ha grande qualità, ora si presenta lui perchè poi dicono che io metto troppa pressione (sorride, ndr)”.

    Sul mercato invernale

    “Ieri è stata una giornata intensa ma sempre sotto controllo. Devo ringraziare tutti perchè abbiamo fatto un grande lavoro e abbiamo fatto tutto quello che volevamo. Non siamo contenti della nostra classifica, abbiamo fatto cinque acquisti e cinque cessioni. Questa è la squadra che deve cambiare la situazione – aggiunge – Abbiamo rinforzato la squadra. Se abbiamo diminuito il gap lo vedremo. Abbiamo fatto tutto dialogando con il mister. Secondo me abbiamo migliorato molto la squadra. È stato intenso e interessante. Ci sono stati tanti movimenti, devi fare tutto prima della chiusura. Quello che abbiamo fatto è quello che più o meno ci eravamo prefissati. Stiamo facendo un grande lavoro come team. Poi alla fine saranno i risultati a parlare”.

    Rivoluzione, quando è nata?

    “Quando abbiamo iniziato il campionato credevamo in quello che avevamo fatto. Non siamo soddisfatti della situazione e quindi abbiamo deciso di cambiare con diversi innesti. Non siamo contenti, abbiamo un trofeo ma non siamo soddisfatti, vogliamo di più, abbiamo fame – aggiunge – Ogni caso è diverso. In un affare ci sono tre soggetti che devono trovare un accordo. Alcune trattative sono state più lunghe, altre più veloci. Tutti sono arrivati dopo aver parlato con l’allenatore. Sottil lo abbiamo chiuso un minuto e mezzo prima della fine, per questo ci tengo a ringraziare gli avvocati e la segreteria che stanno facendo un grande lavoro. Sono giovani, hanno tanta fame e lavorano”.

    Sull’addio di Bennacer

    “Lui ha chiesto la cessione. E’ stato importante per il Milan, ha avuto degli infortuni, è rientrato a fine dicembre. Lui voleva una nuova avventura. Se viene e vuole cercare altro non deve rimanere qui. Abbiamo cercato la migliore soluzione per lui e per noi”. 

    Messaggio ai tifosi

    “L’ultimo scudetto che abbiamo vinto è merito anche dei tifosi. Noi siamo più forti con i tifosi al nostro fianco, sono molto importanti.Stiamo lavorando e facendo di tutto per portare risultati. Questa squadra è più forte con i tifosi. L’ultimo scudetto lo abbiamo vinto anche se per molti non eravamo nemmeno da top 4, ma abbiamo vinto con la spinta dei tifosi. La squadra è più forte con i tifosi. L’ultimo scudetto lo abbiamo vinto con loro. Io sono concentrato su quello che devo fare. Da calciatore amavo essere odiato”. 

    Aspettative su Gimenez

    “Ha grande qualità, ha fame di fare gol. Mi ricorda Camarda, hanno la stessa fame di fare gol. Se non ce l’hai, non ce l’hai. Lui per me è bravo in area, può aiutare tanto la squadra. Che Milan trova Gimenez? Un Milan forte, giocherà con Leao, Pulisic, Reijnders, Walker e tanti giocatori che gli possono fare assist. Non ti preoccupare… Anche Maignan sa fare gli assist. Lui è qui per portare risultati. Speriamo possa lasciare qui un bel ricordo. E’ in ottime mani per arrivare al successo. Facciamo un passo alla volta, noi lo aiuteremo. Poi dipende sempre dal giocatore, lui deve pensare solo a giocare, al resta ci pensiamo noi”.  LEGGI TUTTO

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    Toro, un’ala con Arnautovic? E Cairo vende anche Vojvoda

    Toro, caccia a due rinforzi

    Morale: dopo 4 mesi di nulla dall’infortunio di Zapata in avanti, adesso in un pugno di ore Cairo e Vagnati ne cercano ben due di rinforzi per l’attacco, mica solo uno! Ovvero il sempre più leggendario bomber chiamato a sostituire Zapata (che Vanoli chiede ufficialmente da inizio dicembre) e pure un esterno offensivo, un’ala. Tutto così, insomma, col solito mood: evviva gli azzardi, evviva le puntate al buio a poker, evviva i giochi di parole, evviva i tanti «calma, c’è tempo», evviva gli sconti chiesti per definizione. Una barzelletta, se non fosse che di mezzo ci sono i destini del Torino, le esigenze di Vanoli, la lotta per la salvezza, il rispetto dei tifosi. Zapata si era rotto 121 giorni fa. Avvisateli, per favore, quelli del Torino Fc: il mercato chiuderà stasera alla mezzanotte. L’hanno capito, sì? Un fenomeno, Cairo. E Vagnati non può che essere il suo profeta.

    Vojvoda e Beto

    Trattative chiuse ieri, dato il disastro progettuale, strategico, sportivo, ambientale? Una, come no: peccato però che sia una cessione, un bel milione e mezzo in arrivo nelle casse e avanti pure con 5 mesi di stipendi risparmiati, Vojvoda al Como e tanti saluti a tutti. Spiegazione di parte cairota: era in scadenza a giugno, meglio un milione e mezzo oggi che nulla domani, inoltre Vanoli è anche passato alla difesa a 4 per cui gli spazi per il kosovaro si sono ridotti e anche di molto… Preghino Iddio, Cairo e Vagnati, che ora non si rompa qualcun altro, tra difesa e fasce. Zapata ha insegnato qualcosa o proprio niente? E Njie, adesso? E il dramma di Schuurs da un anno e mezzo? Comunque oggi una telefonata per Beto la farà ancora Vagnati, come no. Ma l’Everton non ha ancora trovato rinforzi in avanti, il desideratissimo centravanti Ferguson è sempre al Brighton, il tecnico Moyes ha solo il portoghese come attaccante dopo la sequela di gravi infortuni che hanno colpito gli altri 3 attaccanti in rosa e, come se non bastasse, l’altro ieri l’ex bomber dell’Udinese è diventato improvvisamente il salvatore della patria con la doppietta al Leicester. Domanda al vento: ma comprarlo a inizio gennaio alla cifra giusta, invece di tentare sempre il colpo alla roulette all’ultimo giorno di mercato? Vagnati si ributterà anche su Simeone, come già ieri sera dopo Roma-Napoli, ma probabilmente per avere anche solo uno straccetto di speranza dovrebbe chiederlo in cambio di 12 milioni almeno (De Laurentiis ne pretende 15) e non solo in prestito oneroso (e comunque Conte vorrebbe poi un sostituto per lasciarlo partire, se no nisba).

    Assalto ad Arnautovic

    Non a caso da un paio di giorni il dt granata ha provato a riaprire una trattativa anche per il 35enne Arnautovic, che l’Inter è disposta a cedere praticamente gratis. Finora l’austriaco ha sempre risposto no grazie, ma Vagnati spera che all’ultimo giorno di mercato cambi idea. Il problema in più? È in scadenza e finora ha sempre puntato a un supercontratto arabo a luglio, da svincolato. Si vedrà, in ogni caso: scenderà in campo anche Cairo per cercare di convincerlo. Il Milan, intanto, deve ancora piazzare in prestito Jovic (ieri in tribuna durante il derby): non gioca mai (101 minuti in 6 mesi) e non segna quasi mai. Il serbo ha rimpallato per giorni e giorni il Monza, i rapporti Toro-Milan sono più che buoni, per cui la pista è da seguire eccome. Tra l’altro: difficoltà in più, ricordiamoci che dopo il… grande ingaggio del macedone Elmas (89 minuti giocati da agosto con il Lipsia: sarà tirato a lucido a maggio?), il Torino non può più prendere extracomunitari all’estero.

    Le altre opzioni

    Sempre il Lipsia ha messo sul mercato anche la riserva André Silva: Cairo tornerà a chiedere aiuto al club di proprietà della Red Bull? E Petagna? È strappabile al Monza, Vagnati lo aveva già avuto alla Spal: 344 minuti in campo e zero gol, quindi il profilo ci starebbe eccome per i canoni mercatari da ultimo minuto del Torino Fc. Varie ed eventuali: un nome a sorpresa raccattabile nel globo terracqueo, come direbbe la Meloni. E al posto di Njie? Bella domanda. Non sappiamo cosa proponga l’Almanacco del giorno dopo. Correa, ai margini nell’Inter? Strada non praticabile, a meno di colpi di scena. Il 37enne Candreva svincolato da luglio? No, non risulta. Tchaouna della Lazio? Dopo il Bologna, ora è a un passo dal Psv: e poi vai a chiedere un giocatore a Lotito, dopo che gli hai fregato sotto il naso Casadei… Stiamo attenti anche a Masina: il Torino due giorni fa stava portando avanti una trattativa col Gremio. Da capire se ora il difensore sarà richiesto da qualche squadra italiana. Non si sa mai, con Cairo e Vagnati. E allora vediamo se e come ci stupiranno, oggi. LEGGI TUTTO