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    Diretta Genoa-Inter ore 18.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    GENOVA – Il campionato di Serie A 2024-25 prende il via a Genova dove l’Inter campione d’Italia inizia la sua difesa del titolo contro i padroni di casa allenati da Alberto Gilardino. Simone Inzaghi ha avuto come missione, fin dal primo giorno della preparazione estiva, quella di tenere alta la voglia di nuovi successi dei suoi giocatori. Il gruppo aiuta. È formato da elementi esperti abituati a collezionare trofei. Gente che difficilmente dovrebbe rischiare di incappare in una sottovalutazione degli impegni. Inoltre sono stati inseriti in rosa due giocatori come Zielinski (indisponibile a Marassi) e Taremi che aumentano il livello delle rotazioni, quel meccanismo utile a tenere tutti sulla corda in una grande squadra perché aiuta a non far rilassare nessuno allontanando ogni tentazione di dare per scontato il posto da titolare. L’arrivo di Taremi è particolarmente importante perché nella scorsa stagione il divario in attacco tra la coppia Lautaro-Thuram e la seconda linea Arnautovic-Sanchez era troppo ampio. Con l’ingaggio dell’iraniano ex Porto è tornata una situazione simile a quella di due anni fa quando era difficile stabilire gerarchie precise tra Lautaro, Lukaku e Dzeko (discorso valido soprattutto per gli ultimi due). Senza dimenticare la voglia di avere più spazio di Frattesi e l’ascesa sempre più convincente di Bisseck. Adesso l’Inter ha ballottaggi molto forti in almeno cinque posizioni del campo. Inoltre Inzaghi potrà contare sulla voglia di rivincita della comitiva azzurra, uscita tristissima dal deludente Europeo dell’Italia in Germania
    Genoa-Inter: quote e consigli sulle puntate
    Segui la diretta di Genoa-Inter su Tuttosport.com
    Dove vedere Genoa-Inter streaming e diretta tv
    Genoa-Inter, gara valida per la 1ª giornata di campionato e in programma alle ore 18:30 allo Stadio Luigi Ferraris di Genova sarà visibile in diretta su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
    Le probabili formazioni di Genoa-Inter
    GENOA (3-5-2): Gollini; De Winter, Bani, Vasquez; Zanoli, Malinosskyi, Badelj, Frenrup, Martin; Messias, Vitinha. Allenatore: Gilardino.A disposizione: Leali, Sommariva, Vogliacco, Pittino, Thorsby, Bohinen, Sabelli, Honest, Masini, Accornero, Ekhator, Fini, Papadopoulos, Pinamonti. Indisponibili: Matturro, Ekuban, Ankeye, Marcandalli, Norton-Cuffy. Squalificati: nessuno.
    INTER (3-5-2): Sommer; Bisseck, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro Martinez. Allenatore: Inzaghi.A disposizione: Martinez, Di Gennaro, Pavard, Fontanarosa, Carlos Augusto, Dumfries, Asllani, Frattesi, Arnautovic, Correa, Taremi. Indisponibili: Arnautovic, De Vrij, Buchanan. Squalificati: nessuno.
    Arbitro: Feliciani (Teramo)Assistenti: Costanzo e Passeri.IV uomo: Rapuano.Var: Di Paolo.Avar: Guida. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic, carica e la prima volta Juve: “Nessun obiettivo, ecco perché”

    Dusan Vlahovic, come si sente in due parole: “Motivato e carico”. L’attaccante della Juve ha parlato a Sky Sport a poche ore dalla sfida all’Allianz Stadium con il Como (lunedì, ore 20:45), valida per la prima giornata di Serie A 2024/2025: “Ci sono tantissime novità. Sicuramente è tutto molto diverso. Ci vorrà un po’ di tempo, che noi non abbiamo. Siamo pronti ad accelerare e siamo tutti a disposizione di Motta per imparare velocemente. La nuova identità della Juve dovrebbe già iniziare a vedersi, siamo tutti motivati e a disposizione del mister per fare meglio. Sarebbe perfetto se si vedesse già dalla prima giornata”.
    Vlahovic e la Juve: “Vogliamo partire forte”
    Campionato e nuova Champions League, la Juve e Vlahovic vogliono partire forte: “Ho fatto una preparazione tosta. Sul piano personale erano due anni che non facevo preparazione con la squadra per vari problemi fisici. Ora ho fatto tutto, mi sento bene. Anche la squadra e, sicuramente, è positivo. Stiamo facendo tutte le cose che ci servono e speriamo di essere al massimo dal 19 agosto”.

    Vlahovic: “Nessun obiettivo, nessun limite”
    Capitolo obiettivi: “Questo campionato sarà sicuramente difficile ed equilibrato perché ci sono tantissime buone e grandi squadre, che si sono rinforzate tantissimo. Non sarà facile ma noi guardiamo a noi stessi, puntando a fare il massimo. Non ci siamo posti nessun obiettivo, anche a me non piace parlare di obiettivi perché vuole dire che c’è un limite. Non abbiamo parlato di queste cose, stiamo lavorando, stiamo imparando nuove cose, andiamo avanti partita per partita ma ognuno nella sua testa ha qualcosa in mente. Nella Juventus tutte le stagioni sono uguali, si punta al massimo”. LEGGI TUTTO

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    Juve Next Gen, ufficiale la nuova casa: dove giocherà la squadra di Montero

    La Juventus ha ufficializzato la nuova casa della Next Gen. Non sarà più il “Moccagatta” di Alessandria a ospitare le gare casalinghe dei giovani bianconeri, a il “Pozzo-La Marmora” di Biella, dove giocherà anche la Juventus Women di Canzi. Proprio di questo ne aveva parlato anche Scanavino, in esclusiva proprio a Tuttoport. Dunque venerdì 23 agosto coinciderà anche con l’esordio ufficiale sul nuovo campo della formazione allenata da Paolo Montero. 
    Juventus, nuova casa per la Next Gen
    “Ora è ufficiale: la formazione allenata da Paolo Montero avrà una nuova casa e la gara d’esordio nel nuovo impianto coinciderà con la prima giornata di campionato, in programma venerdì 23 agosto contro l’Audace Cerignola”. Questo ha scritto il club bianconero sul proprio sito ufficiale. Un cambiamento epocale perché dopo sei stagioni i giovani della seconda squadra non saranno più di scena ad Alessandria ma a Biella. 
    La prima gara ufficiale sarà quella contro l’Audace Cerignola di campionato, ma in data odierna i bianconeri disputeranno l’amichevole contro il Lecco alle ore 18 a porte chiuse. Un modo per iniziare a prendere confidenza con il nuovo manto erboso e per testare la condizione della squadra a una settimana dall’esordio nel girone C di Serie C.  LEGGI TUTTO

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    Scanavino esclusivo: Nuova Juve ma sempre per vincere. Sulla giustizia sportiva…

    «Io non sono un esperto e quindi sono abituato a valutare di più il talento, l’aspetto estetico, il colpo ad effetto. Invece è molto chiaro che per lui le basi su cui fondare una squadra, un gruppo dipendono soprattutto dall’attitudina a collaborare dei singoli».

    Prima parlava della chiarezza dei ruoli. Come avete strutturato il nuovo e, ormai definitivo, organigramma?

    «La parte tecnica dell’area maschile fa capo al direttore sportivo che è Cristiano Giuntoli, con lui collabora direttamente Giuseppe Pompilio che è il “chief of staff ” e poi abbiamo Stefano Stefanelli che è responsabile dello scouting. Per quanto riguarda la fi liera delle giovanili c’è Claudio Chiellini che è il direttore sportivo della NextGen, allenata da Montero. Massimiliano Scaglia è, invece, il responsabile dell’Under 20 che ora è allenata da Magnanello. Gianluca Pessotto è diventato coordinatore tecnico del settore giovanile e Michele Sbravati è, invece, responsabile del settore giovanile. Per quanto riguarda l’area femminile abbiamo il direttore Stefano Braghin, un nuovo allenatore che è Massimiliano Canzi e Carola Coppo responsabile settore giovanile women. Per certi versi, non è molto diversa dalla struttura precedente e, diciamo, da una struttura classica».

    Un tifoso le chiede come viene presa una decisione all’interno della Juventus, diciamo una decisione di mercato, cosa gli risponde?

    «In genere, per quanto riguarda l’individuazione di giocatori in ingresso, tutto parte da delle valutazioni tecniche, esigenze specifiche e individuazione di determinati profili. Poi, grazie allo scouting, si vanno a individuare una serie di elementi. Questi vengono condivisi principalmente tra il direttore sportivo e l’allenatore. A quel punto viene fuori una sorta di short list e, anche in base al budget che ci diamo, si sceglie il tipo di contratto che vogliamo dare. Visto il mix che abbiamo in mente, fatto di giovani talenti, giocatori più consolidati e top player, per noi è molto importante inquadrare i profili più funzionali allo sviluppo sia dei costi che dei loro potenziali progressi. Questi sono gli elementi principali, che vengono valutati nelle scelte. Poi una volta individuato il giocatore, Cristiano può imbastire la trattativa e da lì ci sono colloqui quotidiani tra me e lui».

    E, peraltro, come ho potuto vedere dagli ultimi comunicati, tutto viene rigorosamente tracciato per dare un riscontro preciso ai revisori.

    «Tutto tracciato, certificato, trasparente, ed è un approccio che noi riteniamo importante, anche a tutela della società, quindi addirittura abbiamo un meccanismo per la certificazione del valore del giocatore. Per esempio, come abbiamo fatto per le valutazioni nell’operazione dell’acquisto con scambio di Douglas Luiz. Quindi tutto è molto più complicato, ma anche molto trasparente. Giuntoli, devo dire, ha una straordinaria capacità di modellare le trattative sulle basi delle esigenze aziendali. Sicuramente avrebbe vita più facile potendo andare a briglie sciolte, ma si è adeguato perfettamente».

    Abbiamo parlato delle sue impressioni di Motta, ci racconti com’è Giuntoli dopo un anno di collaborazione fra voi due?

    «Oltre ad essere bravissimo come talent scout, ha anche una capacità di imbastire trattative difficili e complesse che mettono insieme le nostre esigenze, le richieste altrui, le volontà dei giocatori, l’intervento dei procuratori. E sa agire in un modo formale e trasparente, che per certi versi, può essere una difficoltà in più in un mondo come quello del calciomercato».

    La Juventus lo fa, le altre possono permettersi di non farlo, se non vogliono.

    «Ma noi siamo quotati. La quotazione per noi comporta degli obblighi, tuttavia questa attitudine si potrebbe tenere al di là della quotazione…». LEGGI TUTTO

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    I 50 allenatori più forti del mondo per Espn: tre italiani in Top 10, Motta…

    Competenza nell’allenamento: 16/20Stile: 16/20Gestione delle persone: 19/20Comunicazione: 19/20Storia/successi: 7/10Fattore X: 8/10
    “Pochi allenatori possono sognare di lasciare un’eredità come quella che Klopp ha lasciato al Liverpool. I suoi primi successi al Mainz (sigillando la promozione in massima serie per la prima volta in assoluto) e al Borussia Dortmund (due titoli della Bundesliga e una finale di UCL) hanno suggerito la sua classe. Ma ha cambiato tutto in nove anni al Merseyside, poiché ha notoriamente riportato il titolo di campionato dopo un’attesa di 30 anni e ha vinto un trofeo della Champions League, più tre coppe nazionali, sullo sfondo di rivali che hanno speso circa il doppio del suo budget in quel periodo.
    Klopp ha eccezionali doti motivazionali, una fiducia incrollabile nei suoi giocatori e un chiaro sistema 4-3-3/4-2-3-1 orientato all’offensiva che implica un livello di intensità estremamente elevato. Un esponente chiave del Gegenpressing , si potrebbe sostenere che il Liverpool avrebbe potuto fare con un approccio più paziente a volte. Ma è un difficile atto di equilibrio da eseguire per un allenatore il cui mantra era tutto incentrato sul martellare l’avversario. La scorsa stagione, il Liverpool ha registrato il maggior numero di tiri, calci d’angolo, cross, passaggi filtranti e passaggi progressivi in ??Premier League.
    L’eredità di Klopp non si ferma all’argenteria, però. Con una personalità così carismatica e un talento per la comprensione della cultura di Liverpool, Klopp ha conquistato i cuori e le menti dei tifosi e dei giocatori. Visti i suoi legami indistruttibili con il club, sembra che la nazionale sia la più probabile per lui”.
    Il 2° posto va a “Re” Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid. Espn ha motivato il punteggio di 87 su 100 assegnato al tecnico italiano:
    Competenza nell’allenamento: 17/20Stile: 16/20Gestione dei calciatori: 20/20Comunicazione: 17/20Storia/successi: 10/10Fattore X: 7/10
    “Avendo iniziato la sua carriera da allenatore nel 1992, ci sono pochi allenatori con più esperienza di Ancelotti. Con club affermati come Parma, Milan, Juventus, Chelsea, Paris Saint-Germain, Bayern Monaco e Napoli nel suo curriculum, l’italiano ha raccolto 29 riconoscimenti in una carriera con molti alti e bassi. Ma quando ha accettato l’incarico all’Everton nel 2019, nessuno avrebbe pensato che avrebbe vinto di nuovo la Champions League con il Real Madrid qualche anno dopo, il che ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere sulla sua resilienza.
    Alcuni allenatori, in particolare quelli più giovani, si impegnano troppo e troppo presto e vogliono mostrare le loro idee all’avanguardia appena acquisite. Ancelotti, tuttavia, tende ad attenersi a ciò che è stato provato e testato: costruire la squadra dal basso, mettere i giocatori nelle loro posizioni migliori, attaccare spietatamente lo spazio e consentire libertà in avanti, ma senza dimenticare la responsabilità difensiva. Tutto con il mantra di “fidati dei tuoi giocatori”. Si fida anche dei suoi assistenti per eseguire i suoi piani.
    Ciò non dovrebbe sminuire l’impatto tattico di Ancelotti (il successo in Champions League nel suo secondo periodo con il Madrid la scorsa stagione ha dimostrato ampiamente la sua astuzia), ma dimostra che la leadership di successo si presenta in molte forme e dimensioni. La sua “leadership silenziosa” spesso lo vede ottenere di più con un sopracciglio alzato che con urla e grida, ed è un’abilità che non si è esaurita con il tempo.
    La gestione non deve essere troppo complicata se hai la personalità per eseguirla. E questo è probabilmente il punto in cui Ancelotti si trova in una classe a sé stante: gestione del personale e straordinarie capacità interpersonali (che spiegano in parte perché continua ad ottenere i posti migliori in primo luogo)”.
    Guida la speciale classifica, al 1° posto, Pep Guardiola, allenatore del Manchester City. Il suo punteggio, che si attesta a 89 punti su 100 è stato così suddiviso:
    Competenza nell’allenamento: 18/20Stile: 18/20Gestione dei calciatori: 17/20Comunicazione: 18/20Storia/successi: 9/10Fattore X: 9/10
    “Mentre Guardiola entra nell’ultimo anno del suo contratto con il Manchester City, ci sono pochi segnali che il tre volte vincitore della Champions League stia esaurendo le idee o la motivazione. Nessuno dei suoi pari può eguagliare il suo talento nel costruire squadre al punto da farle apparire come un organismo.
    Dopo una carriera di successo come giocatore, principalmente al Barcellona, ??Guardiola ha avuto il piacere di gestire in esclusiva i migliori club riconosciuti — Barcellona, ??Bayern Monaco e ora City — con giocatori come Lionel Messi, Thomas Müller e Kevin De Bruyne a sua disposizione nel momento di massimo splendore della loro carriera. Ma questo privilegio ha una ragione.
    Nel corso dei suoi 16 anni da allenatore della prima squadra, Guardiola ha costantemente evoluto e reinventato il suo stile, passando dall’essere più diretto al Bayern, al sostenere l’ibrido terzino destro invertito e difensore centrale/centrocampista centrale in Inghilterra, o addirittura abbandonando il “falso numero 9″ per un classico centravanti come Erling Haaland , senza mai rinunciare al suo innato DNA del Barcellona, ??fatto di calcio offensivo, fluido, basato sul possesso palla e sul tocco di prima.
    Ovviamente il lusso di costruire squadre con budget elevati aiuta (anche se il suo record di accompagnamento dei laureati dell’accademia è impressionante e spesso dimenticato), ma crea anche pressione. E mentre molti altri manager sono soffocati sotto le aspettative che le enormi spese inevitabilmente creano, la posizione di Guardiola è inattaccabile come sempre”. LEGGI TUTTO

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    Lautaro-Inter, arriva la fumata nerazzurra: rinnovo ufficiale, i dettagli

    MILANO – Era nell’aria da tempo, ma ora ci sono i crismi dell’ufficialità. Lautaro Martinez, nell’ultima stagione capocannoniere prima in Serie A e poi in Coppa America, competizioni vinte con le maglie dell’Inter e della nazionale argentina, ha rinnovato il proprio contratto con la società nerazzurra fino al 30 giugno 2029. A darne l’annuncio, sul proprio sito e sui propri canali social, è stato lo stesso club meneghino per mezzo di un comunicato.
    La nota dell’Inter
    “FC Internazionale Milano comunica di aver raggiunto un accordo per il prolungamento di contratto del giocatore Lautaro Martinez: l’attaccante classe 1997 sarà nerazzurro fino al 30 giugno 2029”, si legge nella nota diramata dall’Inter sul proprio sito ufficiale, che aggiunge poi in un approfondimento: “Un cammino straordinario in cui è cresciuto, si è affermato ed è diventato il capitano e trascinatore dell’Inter. Un percorso che oggi prosegue nel segno del duro lavoro e del senso di appartenenza. Lautaro Martinez e l’Inter insieme fino al 2029. Il prolungamento del rapporto è una conseguenza naturale delle sei stagioni in nerazzurro dell’attaccante argentino che ha collezionato complessivamente 282 presenze, condite da 129 reti. La sua storia è legata indissolubilmente a Bahia Blanca, città portuale argentina, dove tutto è iniziato. Lautaro è nato il 22 agosto 1997 in un luogo dove essere dinamici fa parte del proprio DNA, dove ogni giorno tutto è in mutazione grazie anche al mare che si ritira, prende la rincorsa e va a toccare dolcemente il bagnasciuga. Ed è da questo moto perpetuo impetuoso che prende ispirazione, facendo della determinazione e dell’instancabile lavoro le sue principali caratteristiche. Il suo percorso calcistico inizia a Liniers.
    Nei primi anni nel Settore Giovanile gioca in difesa, poi nel tempo sempre più avanti a fare gol, a creare l’imprevedibile, a diventare uno degli attaccanti più forti del mondo. Gioca per 4 stagioni al Racing ed è lì che inizia la sua favola interista, un segno del destino inequivocabile: nel giorno del suo esordio in prima squadra con il Racing a dargli il cambio è Diego Milito, il Principe nerazzurro. Dopo gli anni in Argentina approda all’Inter e nella sua prima stagione -2018/19-, colleziona 35 presenze, segnando 9 reti. Osserva, studia e impara. Chi nasce in una città di mare lo sa: è un luogo tosto e duro, ma allo stesso tempo ti aiuta a non aver timore di cosa ci sia dietro l’orizzonte. Il suo impatto con la maglia nerazzurra è un climax ascendente. Nel secondo anno realizza 21 gol ed è protagonista nella cavalcata fino alla finale di Europa League. Nella stagione 2020-21 arriva il primo importantissimo titolo, quello più sognato: il 19° Scudetto conquistato da protagonista con 17 gol in campionato e un’importante e determinante firma sul tricolore. La sua è una crescita costante, abbinata alla capacità innata di ribaltare calcisticamente il significato delle parole sacrificio e sofferenza, nobilitandole e facendole diventare i suoi più importanti valori umani. Al suo quarto anno con la maglia dell’Inter colleziona 49 presenze e mette a segno 25 reti importantissime nella conquista della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana.
    La stagione 2022/23 è un’annata entusiasmante, vissuta con passione gara dopo gara, chiusa con altri due trofei e la finale di Champions League a Istanbul. Saranno tanti i gol pesanti. Da quello nella finalissima di Supercoppa Italiana contro il Milan a quello nell’euroderby sempre contro i rossoneri, fino alla decisiva doppietta nella finale di Coppa Italia contro la Fiorentina che gli permette di raggiungere e superare il traguardo delle 100 reti in nerazzurro. Termina la stagione con 28 gol in 57 gare, stabilendo il suo primato personale di gol in una singola annata. Sempre pronto a lottare, sempre pronto a difendere il gruppo, la squadra e i compagni. Caratteristiche che sposano bene la responsabilità e l’onore di indossare la fascia di capitano al braccio, con un piglio da leader e tanta generosità. Lautaro Martinez nell’anno della storica Seconda Stella ha scritto una pagina importante della storia nerazzurra, entrando nella top 10 dei cannonieri all time dell’Inter, -in cui occupa attualmente l’ottava posizione-, e ha dato assoluto spettacolo con alcune reti straordinarie. Dal destro a giro contro l’Atalanta al gol contro la Juventus, fino al capolavoro contro il Bologna.
    In questo torneo ha raggiunto il traguardo delle 100 reti, arrivato nella gara vinta contro il Lecce ed ha trionfato nella classifica cannonieri con 24 centri. Il suo talento ha trovato immense soddisfazioni anche con la nazionale argentina con cui nel 2022 ha realizzato il sogno di ogni calciatore: diventare campione del mondo. L’anno prima aveva già partecipato al trionfo in Copa America e si è ripetuto quest’estate, diventando grazie alle sue pesanti reti uno degli assoluti protagonisti e capocannoniere della rassegna. Sua la rete decisiva nella finalissima contro la Colombia. Con l’Albiceleste ha segnato 29 reti in 64 apparizioni. Il Toro in maglia nerazzurra ha conquistato 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane. Vittorie che nascono anche dal coraggio di un capitano che ha per sempre lasciato un solco profondo nella storia di questo club, con cui ha raggiunto le 250 presenze. E la storia continua”.
    Le parole di Lautaro Martinez
    “Cari nerazzurri, i nostri cuori continueranno a battere insieme”. Si apre così il messaggio di Lautaro Martinez, pubblicato sul suo account Instagram dopo il rinnovo di contratto con l’Inter fino al 2029. “Sono molto felice di aver prolungato il mio contratto con la nostra Inter – prosegue l’attaccante argentino – e sono orgoglioso di avere il privilegio di continuare ad indossare la fascia di capitano per difendere i nostri colori come ho sempre fatto sin dal giorno in cui sono arrivato a Milano. Ci aspetta una stagione lunga e abbiamo bisogno di tutti voi. Grazie mille per il supporto, l’affetto e l’amore che mi avete sempre dimostrato. Ci vediamo presto”.
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    Atalanta, i convocati per il Real Madrid: la decisione su Koopmeiners

    Tra i nuovi arrivati c’è Mateo Retegui che sarà della partita. L’ex attaccante del Genoa, arrivato a Bergamo nei giorni scorsi, si è subito messo a disposizione di Gasperini per farsi trovare pronto al debutto stagionale. Il suo compito sarà quello di sostituire l’infortunato Gianluca Scamacca.
    Real Madrid-Atalanta, i convocati
    Di seguito la lista dei convocati da mister Gasperini per la sfida con i campioni d’Europa del Real Madrid.
    Bakker Mitchel, Carnesecchi Marco, Cassa Federico, Comi Pietro, De Ketelaere Charles, de Roon Marten, Djimsiti Berat, Éderson, Godfrey Ben, Hien Isak, Kolašinac Sead,, Lookman Ademola, Manzoni Alessio, Mendicino Leonardo, Musso Juan, Palestra Marco, Pašali? Mario, Retegui Mateo, Rossi Francesco, Ruggeri Matteo, Sulemana Ibrahim, Tornaghi Pietro, Vavassori Dominic, Zappacosta Davide.
    Per il Real Madrid di Carlo Ancelotti prima convocazione per Mbappè ed Endrick:
    Courtois, Lunin y Fran, Carvajal, Militão, Alaba, Lucas V., Vallejo, Fran García, Rüdiger, F. Mendy y Jacobo, Bellingham, Camavinga, Valverde, Modri?, Tchouameni, Arda Güler y Ceballos, Vini Jr., Mbappé, Rodrygo, Endrick, Brahim. LEGGI TUTTO

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    Pagelle Torino: Milinkovic-Savic, il volo giusto. Personalità da Ricci

    Milinkovic Savic 7: La parata che sfodera su Fumagalli è il biglietto da visita col quale si presenta ai tifosi per la nuova stagione. Gesto tecnico importante, perché consente al Toro di vivere una notte serena: pesa come un gol.
    Vojvoda 6: Il nuovo ruolo sembra un abito più adatto alle sue caratteristiche. Si è presentato con un piglio diverso, più di altri aveva bisogno di un cambio in panchina: in questa versione sarà una risorsa, soprattutto se riuscirà a limare qualche piccola sbavatura ancora persistente nelle sue prestazioni.
    Coco 6.5: Gli vengono chieste cose diverse rispetto a Buongiorno: tiene la posizione, imposta e non si appiccica sull’uomo. Esordio brillante.
    Masina 6.5:  Il livello di attenzione è molto alto. Non ha ancora la statura tecnica di Rodriguez, ma il Toro non sembra aver bisogno di un titolare nella sua posizione, semmai di una valida alternativa.-Dellavalle (42′ st) ng
    Bellanova 6: Ricordate l’avvio con Juric? Un incubo. Evidentemente le prime uscite non sono la sua materia: sbaglia qualche scelta, arriva col fiato corto sul fondo ed è impreciso. Meglio nella ripresa, quando coglie anche un palo.-Dembelé (20′ st) 6: Impatto positivo sul match: la corsia di destra è coperta.
    Linetty 6.5: Solito lavoro intelligente, con alcune mansioni più vicine al suo percorso pre-Toro: qualche inserimento interessante, qualche incursione più offensiva, abitudine consolidata negli anni alla Sampdoria. Anche Vanoli si affezionerà al polacco.- Tameze (21′ st) 6 Garantisce ordine.
    Ricci 7: Testa alta, visione dell’azione sempre nitida. Samuele ha tanto da conquistare: la cabina di regia del Toro, la nazionale da protagonista e un futuro radioso. Responsabilizzato rende ancora di più: non è più un giovane, ma una colonna granata. Il suo piglio lo dimostra.
    Ilic 6.5: Il mercato non esiste più. E lui si comporta da professionista serissimo, calato perfettamente nel contesto. La partecipazione nell’azione dell’autogol è la sua medaglia di serata: peccato per qualche fischio ricevuto al momento del cambio.-Karamoh (37′ st) ng
    Lazaro 6: Gli viene chiesto di stare di più dentro al campo. Ci prova, ma pare ancora un po’ frastornato. Non è facile convivere con le voci di mercato, ma è evidente che il Toro abbia bisogno di altro sulla sua fascia.
    Sanabria 5.5: La difesa del Cosenza gli legge ogni singola giocata. Così sparisce inesorabilmente dal campo.-Adams (20′ st) 7 Si gode un assaggino di calcio italiano: sono sempre in due su di lui. Eppure prende e porta a casa un assist, quello per Zapata: se non altro aumenterà la pressione su Sanabria.
    Zapata 7: Ingessato dai carichi di lavoro, il capitano si vede poco. Ma in area comanda sempre lui: il 2-0 è figlio di un innato senso del gol, che non sparisce nemmeno quando la condizione non è la migliore.
    All. Vanoli 6.5: Il Toro è ancora una materia oscura, una massa informe. Qualche idea del suo calcio si vede già, soprattutto nella valorizzazione di Ricci. Però bisogna tirare di più: il Cosenza ha corso pochi pericoli. LEGGI TUTTO