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    Marelli: “Mina pericoloso, è rigore per la Juve. Bremer? Era di spalle”

    Rigori, polemiche e tantissimi dubbi: come sempre il Var non ha chiarito al meglio le varie situazioni successe all’interno di Cagliari-Juventus, soprattutto ha fatto discutere su alcune decisioni o non decisioni, come la gomitata rifilata da Mina ad Alcaraz. L’episodio è successo al sesto minuto della gara con il punteggio ancora inchiodato sullo 0 a 0, ma né arbitro né da Lissone sono intervenuti per rivedere l’azione e valutarne le possibili sanzioni tra rigore e cartellino per il colombiano. Su questa circostanza ha detto la sua a Dazn l’ex arbitro Luca Marelli che ha analizzato anche gli altri penalty concessi al Cagliari. 
    Marelli, Mina-Alcaraz e i rigori del Cagliari
    Luca Marelli ha parlato così dei due rigori fischiati dall’arbitro Piccinini: “Il secondo rigore (quello di Szczesny su Luvumbo n.d.r.) è abbastanza evidente. Mentre sul primo c’è qualcosa da dire. Bremer si sbilancia scontrandosi con Gatti e, girato di schiena, colpisce il pallone con il braccio largo. Possiamo analizzare l’episodio con dei pro e dei contro. Nel primo caso c’è aumento del volume corporeo e il tocco è causato dallo scontro di due giocatori della Juve. Sui contro, invece, c’è il fatto che il difensore brasiliano è di spalle rispetto al colpo di testa e questa situazione non sarebbe punibile, ma con il braccio sopra l’altezza della spalla è quasi sempre rigore automatico”.

    Per quanto riguarda lo scontro Mina-Alcaraz: “In campo in pochissimi se ne sono accorti, infatti anche la Juve non si è lamentata. Ma effettivamente il gomito destro di Mina si allarga con molta pericolosità sulla testa di Alcaraz provocandogli una ferita. In questo caso si dovrebbe considerare la punibilità del gesto. A mio parere, in questa circostanza, c’è imprudenza da parte del difensore del Cagliari. E’ vero che sta saltando verso il pallone, ma quel braccio si allarga troppo verso la testa del giocatore della Juventus e pertanto ci stava il calcio di rigore, con ammonizione”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Empoli-Napoli ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Empoli-Napoli: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Nicola e Calzona è in programma sabato 20 aprile alle ore 18 allo stadio Castellani. L’incontro sarà trasmesso in streaming su DAZN e in diretta tv sui canali Sky Zona Dazn (canale 214).
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    Empoli-Napoli, le probabili formazioni
    EMPOLI (3-4-2-1): Caprile; Bereszynski, Walukiewicz, Luperto; Gyasi, Marin, Maleh, Pezzella; Zurkowski, Cambiaghi; Niang. Allenatore: Nicola. A disposizione: Perisan, Seghetti, Goglichidze, Grassi, Shpendi, Kovalenko, Caputo, Cacace, Cerri, Cancellieri, Fazzini, Destro, Bastoni. Indisponibili: Ebuehi, Ismajli, Berisha. Squalificati: /.
    NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Ostigard, Juan Jesus, Mazzocchi; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. Allenatore: Calzona. A disposizione: Gollini, Contini, Natan, Dendoncker, Traorè, Cajuste, Ngonge, Simeone, Lindstrom, Raspadori. Indisponibili: Olivera. Squalificati: Rrahmani, Mario Rui.
    ARBITRO: Manganiello della sezione di Pinerolo. ASSISTENTI: Del Giovane-Liberti. QUARTO UFFICIALE: Baroni. VAR: Di Paolo. ASS. VAR: Abisso.
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    Il Toro di Juric e quei 3 errori da non ripetere

    Ciò che più spaventa il tifoso del Toro, pensando alla partita di domani, è che ancora una volta possano ripetersi gli stessi errori, visti e rivisti, quindi triti e ritriti, ingurgitati a piene mani in specie nelle ultime due stagioni, mai digeriti, fonte di rimpianti inenarrabili. Errori innanzi tutto strategici, di gestione della partita, a monte dei possibili sbagli individuali (i cosiddetti episodi: un assist decisivo sbagliato incredibilmente, un’occasione da gol sprecata per imprecisione nella mira o per limiti tecnici ricorrenti).
    Il pari a Salerno
    Per dire: 4 febbraio, il Torino contro la Salernitana, risultato finale 0 a 0. All’epoca i campani speravano ancora di invertire la rotta e di continuare a lottare per la salvezza. C’era ancora Pippo Inzaghi in panchina (sarebbe stato esonerato 7 giorni dopo: Liverani al suo posto, che peraltro sarebbe poi durato a Salerno soltanto per un mese abbondante, sino al 19 marzo). Un caso emblematico, quel pareggio senza gol, capace di riassumere concettualmente diversi altri insuccessi precedenti. E domani al cospetto dei granata si presenterà il Frosinone, terz’ultimo in classifica. Un’altra squadra con l’acqua alla gola, seppur non come poteva avere la Salernitana quando si presentò, vicina alla disperazione, di fronte ai giocatori di Juric per il calcio d’inizio. Inzaghi voleva a tutti i costi muovere la classifica: e ci riuscì, innanzi tutto studiando alla perfezione le caratteristiche generali del Toro, le attitudini, le abitudini, il tipo di gioco di Juric. Dalla sua, pure la possibilità di replicare altre partitacce del Torino potenzialmente assimilabili: compreso il match di andata a Frosinone, un altro 0 a 0. Oppure quel Torino-Verona del 2 ottobre, sempre e soltanto 0 a 0, anche in quel caso contro una squadra che era nei fondali della classifica. Per non parlare di Torino-Cagliari di inizio stagione, 21 agosto: 0 a 0 pure quella volta. E non solo perché Cairo non aveva ancora comprato un centravanti (sarebbe arrivato a fine mese: Zapata).
    Primi tempi sterili
    Evitiamo di elencare i flop della stagione precedente, tanto saremmo soltanto ripetitivi. Dove vogliamo arrivare? A questa considerazione: nelle partite fin qui rievocate, tre fili rossi si possono sostanzialmente distinguere. In sintesi, analizziamo dunque il caso di scuola contro la Salernitana. Punto primo: il Torino gettò sostanzialmente alle ortiche il primo tempo, badando in primo luogo a gestire la manovra offensiva senza scoprirsi, senza sbilanciamenti tattici. Lunghe geometrie avvolgenti per cercare di aprire varchi sulle fasce o sulla trequarti, ma a ritmi globalmente troppo bassi. Tanto fumo e poco arrosto? Esatto. Un tempo abbastanza buttato, insomma. A tutto vantaggio degli avversari, ovviamente. Una strategia ad alto coefficiente di autolesionismo, strada facendo. Con inevitabile fermento sugli spalti: scontentezza, noia, voglia decrescente di tifare. Ed era evitabile. Come? Maggior velocità nella circolazione della palla, negli interscambi, nelle corse, negli inserimenti. Maggior forcing nella doppia fase: pressing e baricentro alto, aggressione a forte intensità con o senza palla, partecipazione più compatta di quasi tutti i giocatori agli assalti.
    La trappola dell’imbuto tattico
    Punto secondo: la trappola dell’imbuto tattico. Nel secondo tempo, con l’ansia di prestazione e la stanchezza crescenti, e su tutto il peso del conto alla rovescia rispetto al fischio finale, la situazione fu destinata solo a peggiorare, per il Torino. Anche perché la squadra di Juric si infilò sempre più, mani e piedi, nell’imbuto disegnato dalla tattica difensivista degli avversari. Per il Toro un solo tiro in porta in 90 minuti, senza significativi cambi di ritmo e intensità nell’aggressività: basta ricordare questo dato, pescando nelle statistiche ufficiali di quella partita di inizio febbraio. Quasi il 70% di possesso palla: un primato inutile, senza fantasia, senza sbocchi. Marcature ferree, spazi bloccati. E sterilità offensiva cronica, per il Torino di Juric: soprattutto quando gioca al rallentatore. La solita solfa? Se Bellanova a destra o qualcuno sulla fascia sinistra non vanno via in velocità in dribbling, se sulla trequarti non si accendono Vlasic o i trequartisti, le principali geometrie offensive del Torino tendono a diventare asfittiche. Solitamente, la squadra di Juric gioca meglio quando si trova di fronte formazioni di simile livello o anche più forti, ma che lasciano di più giocare proprio perché cercano loro per prime, di giocare. Contro le piccole che si chiudono a riccio, invece, i granata tendono più che altro ad andare a sbatterci contro palla al piede. O a girare in tondo, perdendo tempo.
    La prevedibilità delle sostituzioni
    Punto terzo, l’ultimo da evidenziare: la prevedibilità delle sostituzioni, e talora anche la tempistica ritardata. Un altro aspetto comune, ripetitivo, nel Toro di Juric. Esce un esterno, entra un esterno. Esce un centrocampista o un attaccante, entra un centrocampista o un attaccante. Molto raramente Juric cambia modulo a gara in corso. E se lo fa, accade non prima del 70’. La prevedibilità si somma così ad altra prevedibilità. E poi finisce 0 a 0, tra i fischi di tifosi che erano entrati allo stadio convinti di vedere un Toro spumeggiante, garibaldino, ripetutamente teso al forcing offensivo. Non per forza vittorioso, ma almeno capace di dare tutto e di fare di tutto, per puntare ai 3 punti. Ci stiamo sbagliando, forse? LEGGI TUTTO

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    Allegri ritrova Milik per Cagliari ma ne perde due. Convocato Szczesny

    Sono 23 i convocati di Massimiliano Allegri per la gara di domani contro il Cagliari. Due le assenze tra le fila dei bianconeri: non ci saranno Moise Kean, reduce dal fastidio al ginocchio sinistro, e Fabio Miretti, quest’ultimo ancora alle prese col problema all’alluce. Il tecnico bianconero potrà invece contare sia su Wojciech Szczesny, dopo il duro colpo subito nel derby, che sul rientrante Arkadiusz Milik: l’ultima apparizione dell’attaccante polacco risale al 10 marzo, nel 2-2 contro l’Atalanta in cui segnò anche un gol, prima del problema muscolare alla coscia sinistra.
    Cagliari-Juve, i convocati di Allegri
    Nessun calcolo in vista della Coppa Italia, la gara più importante è quella di domani: questo il messaggio trasmesso da Allegri nella conferenza stampa della vigilia, con l’allenatore toscano che dunque rimarca l’importanza della sfida  contro i rossoblù di Claudio Ranieri, reduci dal prestigioso 2-2 contro l’Inter a San Siro.
    Questa la lista completa dei convocati della Juventus: 1 Szczesny, 2 De Sciglio, 3 Bremer, 4 Gatti, 5 Locatelli, 6 Danilo, 7 Chiesa, 9 Vlahovic, 11 Kostic, 12 Alex Sandro, 14 Milik, 15 Yildiz, 16 McKennie, 17 Iling-Junior, 22 Weah, 23 Pinsoglio, 24 Rugani, 25 Rabiot, 26 Alcaraz, 27 Cambiaso, 33 Djalo, 36 Perin, 41 Nicolussi Caviglia. LEGGI TUTTO

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    Diretta Roma-Milan ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    ROMA – Il Milan di Stefano Pioli è chiamato all’impresa sul campo della ritrovata Roma di Daniele De Rossi. I giallorossi ospitano all’Olimpico i rossoneri forti dell’1-0 strappato a San Siro nell’andata dei quarti di finale di Europa League. Pioli è già in partita, carico come poche altre vigilie. Anche perché c’è da vendicare tutti i giudizi partoriti dopo la sconfitta dell’andata, compresa la considerazione di un De Rossi tatticamente più scaltro e che ieri a Trigoria ha definito “il Milan all’ultima spiaggia, che sarà più pronto rispetto all’andata”. Pioli, a distanza, ha replicato così: “Ho letto anch’io. Se si riferisce a questa partita è vero che è la nostra ultima spiaggia. Noi però la Champions League la giocheremo l’anno prossimo…”, è la frecciata restituita al collega giallorosso.
    Roma-Milan: quote e consigli sulle puntate
    Segui la diretta di Roma-Milan su Tuttosport.com
    Dove vedere Roma-Milan streaming e diretta tv
    Roma-Milan, gara valida per il ritorno dei quarti di finale di Europa League e in programma alle ore 21:00 allo stadio Olimpico di Roma sarà visibile in diretta in chiaro su Rai 1, in streaming su Dazn, Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio e Sky Sport 251 oltre alla piattaforma Now. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
    Guarda Roma-Milan su DAZN. Attiva ora
    Le probabili formazioni di Roma-Milan
    ROMA (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Smalling, Spinazzola; Bove, Paredes, Pellegrini; Dybala, Lukaku, El Shaarawy. Allenatore: De Rossi.A disposizione: Rui Patricio, Boer, Llorente, Angelino, Karsdorp, Aouar, Renato Sanches, Zalewski, Bove, Baldanzi, Abraham. Indisponibili: Hujsen, Ndicka, Kristensen. Squalificati: Spinazzola. Diffidati: Cristante.
    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Gabbia, Theo Hernandes; Bennacer, Reinjders; Pulisic, Loftus-Cheek, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli.A disposizione: Sportiello, Nava, Kjaer, Florenzi, Terracciano, Bartesaghi, Adli, Musah Zeroli, Chukwueze, Okafor, Jovic. Indisponibili: Kalulu, Kjaer, Mirante, Pobega. Squalificati: nessuno. Diffidati: Calabria, Maignan, Leao, Musah.
    Arbitro: Marciniak (Polonia)Assistenti: Listkiewickz e Kupsik.IV uomo: Raczkowski.Var: Kwiatkowski.Avar: Frankoeski.
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    Il Toro riflette sull’allenatore: anche Gilardino tra i pensieri

    La situazione Juric

    E cominciamo da Juric. Il croato sembra arrivato al capolinea della sua esperienza granata. «Se non porto il Toro in Europa è giusto togliere il disturbo», ha dichiarato in più di una circostanza. Ma secondo i rumors anche l’eventuale conquista della Conference porrebbe fine al legame con il club. Il suo rapporto con la dirigenza, infatti, è deteriorato e diventa difficile adesso ricucire. Molte sue affermazioni non sono state gradite a Cairo, che per il bene della squadra ha sempre fatto buon viso a cattivo gioco. Solo una volta è sbottato: «Ma il Toro può andare avanti anche senza Juric…». Poi il silenzio assoluto con la speranza che la squadra, condizionata da alti e bassi, riesca a concludere la stagione con un risultato importante. E sotto stretta osservazione c’è anche il direttore tecnico Davide Vagnati, il cui contratto scade nel giugno del 2025, che in questi anni ha messo a segno buoni colpi, ma investito anche su giocatori apparsi mediocri o comunque non all’altezza del Toro (Warming, Gojak, Seck, Popa, Bayeye, Haveri, Ilkhan, per citarne alcuni).

    Gilardino o Palladino? 

    E allora, in attesa di valutare il lavoro di Vagnati, il presidente sta già pensando al nuovo allenatore. Qui torna alla ribalta (come alternativa a Palladino) Gilardino, che con il Genoa non ha ancora prolungato e difficilmente lo farà. Il tecnico piaceva tantissimo al direttore generale della Fiorentina, Joe Barone. La sua scomparsa ha complicato un po’ il quadro e nel frattempo i viola stanno riflettendo anche su Palladino. E qui si apre un duello di mercato tra il Torino e la Fiorentina, considerando che i loro attuali allenatori, per motivi diversi, prenderanno strade diverse. Di Juric abbiamo già parlato, mentre Italiano piace tanto al presidente Aurelio De Laurentiis.

    Dionisi e Vanoli da tener d’occhio

    Naturalmente in orbita Toro, anche se con meno forza, girano anche altri nomi. Alessio Dionisi, per esempio: quest’anno ha fatto male nel Sassuolo tant’è che è stato esonerato ma in passato ha ottenuto buoni risultati. Due anni fa, per la cronaca, era considerato uno dei tecnici emergenti del calcio italiano. Ha grande voglia di riscatto e potrebbe essere l’uomo giusto per una squadra come il Toro. Resta, comunque, un profilo interessante da tenere d’occhio. Così come quello di Paolo Vanoli, che sta cercando di portare il Venezia in Serie A. E, anche se poche in questo momento, non vanno trascurate neppure le possibilità di Rino Gattuso, anche se l’ultima esperienza a Marsiglia, conclusasi con l’esonero, ha ridimensionato di molto le sue ambizioni. 

    Toro, sfida al Frosinone

    Detto questo, si torna al campo, alla prossima sfida di campionato in programma domenica al Grande Torino contro il Frosinone, nella quale i granata si giocheranno le residue possibilità di restare aggrappati alle squadre che puntano ad un posto in Europa. Dopo il confortante pareggio nel derby contro la Juventus servono i tre punti per mantenere la speranza di significato forte alla stagione.  LEGGI TUTTO

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    Saputo, il Presidente del Bologna premiato da Confcommercio Ascom

    Un riconoscimento, una testimonianza di affetto e di stima è ciò che rappresenta la targa consegnata da Confcommercio Ascom Bologna e dall’Associazione Commercianti RossoBlu a Joey Saputo, dirigente sportivo e imprenditore canadese – di origini italiane – Presidente del Bologna FC 1909, che sta regalando a tutti i bolognesi e non solo la speranza e il sogno della qualificazione in Europa. A Saputo è stata inoltre donata una maglia da calcio dell’Associazione Commercianti RossoBlu con il suo nome e il numero 1.

    «Stiamo correndo verso un traguardo, la qualificazione in Europa, che manca da decenni al nostro amato Bologna – commenta Enrico Postacchini, Presidente Confcommercio Ascom Bologna –. La nostra città merita tutta la visibilità e la promozione che sta avendo grazie all’impegno, ai progetti, alle risorse e alla visione che le realtà economiche e imprenditoriali, come quelle del presidente Saputo, hanno profuso in questi anni. L’attrattività di Bologna, in termini di affluenza e accoglienza turistica, è sempre più viva e significativa. Iniziative culturali, sociali e interventi di valorizzazione del territorio ci spingono, quindi, a sostenere la nostra città con passione, come facciamo con la nostra squadra del cuore».

    «È un onore per me ricevere questo riconoscimento da parte di Confcommercio Ascom Bologna e dell’Associazione Commercianti Rossoblù – dichiara Joey Saputo. – Da quando sono arrivato a Bologna ho lavorato insieme ai miei collaboratori per rafforzare il legame, che ritengo fondamentale, tra il Bologna Football Club e il territorio che rappresenta. Ho sempre pensato che una squadra di calcio non debba essere soltanto un’organizzazione sportiva, ma che possa diventare un formidabile veicolo di diffusione di valori e di sostegno per le forze imprenditoriali della città. L’iniziativa di Ascom “Vetrine rossoblù” va proprio in questa direzione: vedere tanti commercianti ed esercenti addobbare di rossoblù i loro locali è stata per me una grande emozione. Dieci anni fa, quando arrivai a Bologna, dissi che avrei voluto portare questo club ad essere rispettato nei rapporti con le altre società e sul terreno di gioco come squadra. Il difficile, lo so, viene adesso, per mantenersi a certi livelli. Ma tutti i miei investimenti servono a far crescere il club, per l’amore che ho per questa squadra e perché vorrei vedere il Bologna grande come era una volta».

    A Saputo arriva forte anche il saluto dei tifosi rossoblù: «Saputo ha rivitalizzato ancora di più il legame esistente tra il Bologna e la città – prosegue Valentino Di Pisa, presidente dell’Associazione Commercianti RossoBlu –. Come imprenditori e commercianti sosteniamo da sempre il Bologna e siamo riconoscenti alla società che ci sta portando a sognare anche la qualificazione in Europa».

    La vicinanza alla squadra del Bologna nella sua corsa verso l’Europa è confermata dalla grandissima ed entusiasmante partecipazione all’iniziativa “Fino alla Fine Forza Bologna – Vetrine Rosso Blu”, promossa da Confcommercio Ascom Bologna e da tutti i suoi partner, che sta colorando di rosso e blu le vetrine delle attività commerciali.

    «Da quando abbiamo lanciato questa iniziativa sono stati tantissimi gli imprenditori e i commercianti che hanno addobbato la loro vetrina con i colori del Bologna. Un gesto di ringraziamento a Joey Saputo e a tutti i dirigenti, all’allenatore Motta e a tutti i giocatori – spiega Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna –. Poi, certo, non ci sfugge che arrivare in Europa sarebbe importantissimo per il nostro indotto e che alberghi, ristoranti, bar, negozi di abbigliamento possono trarre beneficio da questa visibilità. Un’occasione unica da cogliere nel migliore dei modi».

    La targa consegnata oggi a Joey Saputo, quindi è dedicata proprio al suo impegno per valorizzare il nostro territorio e recita: “A Joey Saputo che, con visione e spirito imprenditoriale, ha investito nello sviluppo del nostro territorio, promuovendo il nome di Bologna nel mondo”. «A tutti i partner – Il Resto del Carlino, Emil Banca, Bologna Welcome, Aeroporto di Bologna, Bologna Fiere, Centergross, èTV Rete 7 – che hanno reso possibile il successo dell’iniziativa “Fino alla Fine Forza Bologna – Vetrine Rosso Blu” va il nostro ringraziamento più sentito», conclude Giancarlo Tonelli. LEGGI TUTTO

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    Diretta Fiorentina-Genoa ore 18.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Inoltre, l’ultima vittoria in campionato degli uomini di Italiano risale al 26 febbraio. Il Genoa è invece reduce dal successo esterno contro il Verona e dai due pareggi consecutivi con Frosinone e Juve, che hanno permesso alla squadra di presentarsi alla sfida del Franchi con 38 punti e un rassicurante distacco dalla lotta per la salvezza.
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    Dove vedere Fiorentina-Genoa: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Italiano e Gilardino è in programma lunedì 15 aprile alle ore 18.30 allo stadio Artemio Franchi di Firenze. L’incontro sarà trasmesso in streaming su DAZN e sul canale 214 del satellite.
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    Fiorentina-Genoa, le probabili formazioni
    FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Ranieri, Quarta, Parisi, Kayode; Maxime Lopez, Duncan; Bonaventura, Ikoné, Kouame; Belotti. Allenatore: Italiano
    A disposizione: Christensen, Martinelli, Comuzzo, Milenkovic, Dodo, Faraoni, Biraghi, Mandragora, Arthur, Castrovilli, Barak, Beltran, Infantino, Gonzalez, Sottil
    Indisponibili: Nzola
    Squalificati: nessuno
    Diffidati: Milenkovic
    GENOA (3-5-2): Martinez; De Winter, Bani, Vasquez; Haps, Messias, Badelj, Frendrup, Sabelli; Gudmundsson, Retegui. Allenatore: Gilardino
    A disposizione: Leali, Sommariva, Cittadini, Martin, Pittino, Spence, Vogliacco, Bohinen, Thorsby, Strootman, Papadopoulos, Ankeye, Ekuban
    Indisponibili: Matturro, Malinovskyi, Vitinha, 
    Squalificati: nessuno
    Diffidati: Gudmundsson, Strootman
    ARBITRO: Di Marco di Ciampino. ASSISTENTI: Bindoni-Tegoni. QUARTO UFFICIALE: Colombo. VAR: Mazzoleni. ASS. VAR: Serra.
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