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    Bologna, Italiano e l’elogio a sorpresa: “Per quello che sta facendo…”

    Reazione alle sconfitte
    “In effetti il timore dopo una sconfitta è sempre cercare di avere la forza, la capacità di ripartire, di rimettere di nuovo tutto a posto e oggi i ragazzi hanno dato dimostrazione di avere carattere, di essere una squadra che sa archiviare, ripartire, mettere subito la testa dentro un’altra competizione che è quella del campionato che noi ci teniamo tantissimo. Devo dire che in Champions le prestazioni non sono mai mancate, abbiamo sempre chiuso a testa alta tutte le partite, però purtroppo il dettaglio in quella competizione fa la differenza e non siamo ancora riusciti a gioire, però oggi vedere la squadra reagire e giocare in questo modo, soprattutto nel secondo tempo dove abbiamo avuto grande grande pressione, dove siamo stati bravi a recuperare tanti palloni, a fare gol con subentrati, assist con orso da subentrato questo davvero mi rende contento, felice, soprattutto per preparare adesso nel migliore dei modi la partita di Coppa Italia con il Monza”.
    Su Dallinga e Fabbian
    Poi, un commento sul momento di Dallinga e non solo: “Lui e Fabbian contro il Lille hanno fatto davvero un’ottima partita, gol annullato, un altro per poco di testa non riesce a buttarla dentro, oggi è entrato, si è procurato questo calcio di rigore, deve stare tranquillo, sereno, deve lavorare, dobbiamo cercare di sfruttare le partite, perché per noi è quello l’allenamento, dato che giochiamo ogni tre giorni e di sedute ne abbiamo poche, quindi quando andiamo in campo per 95 minuti, chi gioca, chi subentra, è quello veramente il focus che dobbiamo cercare di avere, cercare di migliorare tutti gli aspetti grazie alla partita, perché poi la partita è il miglioramento che c’è e da questo punto di vista mi aspetto da tutti, da tutti sempre l’essere presente”.
    Sui rigoristi
    Infine, sulla gerarchia dei rigoristi dopo i due tiri dal dischetto realizzati da Ndoye e Orsolini: “I ragazzi sanno che i 2-3 che vengono a battere i rigori in rifinitura sono quelli che si devono prendere la responsabilità, ma non devono creare problemi nel momento in cui si deve andare a battere il calcio di rigore, cioè chi decide di battere va lasciato sereno senza veramente creare disturbo a chi deve concentrarsi per battere dal dischetto. Quindi sono stati bravi, ci sta che uno lo vuole battere e anche l’altro, quindi l’importante è poi non creare davvero disturbo a chi deve andare perché il calcio di rigore va sfruttato. Poi non lo so, lì tra Dallinga e Orsolini tutti e due si fermano a battere, ha deciso di battere Orsolini che sinceramente è bravo, ma anche Dallinga, Ndoye, Castro, sono questi quattro rigoristi nostri. Io dico sempre che chi ha la grande voglia e se la sente deve andare dal dischetto perché, ripeto, è una possibilità, è una chance troppo ghiotta per sbagliare o per mettere in difficoltà un compagno nel momento che deve calciare, quindi va benissimo così oggi”. LEGGI TUTTO

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    “Cairo venda il Toro! Non vale nulla davanti a Pianelli. Moggi non sapeva…”

    Il Toro, Cairo e Pianelli
    Chissà sua moglie, brillante e schietta com’è, quando ha sentito quelle parole! «Infatti credevo che potesse scoppiare il finimondo! Ma Claudia mantenne la promessa e rimase in silenzio nonostante l’assurdità di quella tesi. Si morse la lingua. E la stessa cosa feci io. Mi limitai a rispondere quel: allora è meglio lasciare perdere tutto… Quindi lo salutammo e ce ne andammo. Poi, una volta all’aria aperta, dissi a Claudia: sappi che io non andrò mai a lavorare per lui… è evidente che gli darei fastidio… ce l’ha fatto capire… gli farei ombra… E Claudia, naturalmente, era della mia stessa idea. Poi rividi Cairo dopo parecchi mesi al Filadelfia, a una manifestazione pubblica. Con 10 mila tifosi sul prato, in mezzo ai ruderi del vecchio stadio. Il sogno di tutti era la costruzione di un nuovo centro sportivo. Cairo parlò al microfono da un palco montato apposta. Ma durante il suo discorso un continuo brusio di fondo si spandeva nell’aria… evidentemente ai tifosi qualcosa non tornava… Quindi toccò a me. E immediatamente calò un silenzio di tomba. Avevano tutti smesso di parlottare, quei 10 mila tifosi. Mi ascoltarono facendo subito un silenzio quasi irreale. Come se fossimo in chiesa! Tanto è vero che Claudia, dopo la manifestazione, mi disse ridendo: “Sembrava che i tifosi ascoltassero San Paolino del Toro! Invece, quando parlava Cairo…”. E quel silenzio per me, dopo il brusio della gente per lui, fu una bella soddisfazione: avevo ancora fresco nella memoria quell’incontro a Milano».
    Domenica 1 dicembre: domani. Saranno 7.030 giorni di presidenza, per Cairo. Esattamente come Pianelli dal 1963 al 1982. Cairo raggiungerà nel calendario il grande Orfeo, finora il presidente più longevo nella storia del club granata. Detto questo, restano due presidenti, due Torino e due mondi assolutamente imparagonabili.
    «Per come abbiamo imparato a conoscere Cairo, più che a raggiungere Pianelli ci terrà tanto soprattutto a superarlo, e poi restare presidente per molto altro tempo. Per poter dire: il più longevo sono assolutamente io, soltanto io… Realizzerà questo record cronologico, statistico, che però non vale nulla di fronte alla grandezza e alla gloria di Pianelli. E alla sua semina. Sarebbe una follia totale fare dei paragoni. Anche perché mi sembra che i tifosi per Cairo non esistano quasi, gli interessano poco i loro sentimenti: e direi che l’ha dimostrato in tutti questi anni, no?».   Anche secondo lei sta soltanto raccogliendo quanto ha seminato?
    «Sì, certo. Il dato dei giorni di presidenza è solo è un fatto statistico, numerico. Da un lato c’è la gloria di Pianelli, dall’altro una calcolatrice per contare i giorni trascorsi… Che però non contano nulla. Conta invece il modo in cui sei riconosciuto dai tifosi, cosa pensano di te, e ciò che hai fatto e fai per portare il Toro in alto. Quella semina che dicevo prima, insomma. E Pianelli era tutto l’opposto: i sentimenti e il suo amore per il Toro venivano prima anche dei suoi soldi, venivano prima di tutto. Negli Anni 60 fece crescere il club e la squadra in modo meraviglioso, quindi si mise in testa di dare l’assalto anche allo scudetto. E difatti continuò nella crescita senza vendere più nessuno del nostro gruppo… i Pulici, i Sala, gli Zaccarelli e via dicendo… pur di arrivare ad alzare il tricolore. Per amore del Toro, da tifoso vero qual era, voleva ottenere a tutti i costi quel risultato, anche rimettendoci tanti soldi. Difatti realizzò un sogno insieme a noi, nel 1976. Dopo già le Coppe Italia vinte, oltretutto».
    Pianelli presidente: dal 1963 al maggio 1982. E lei nel Toro: dal 1967 all’estate dell’82, quando passò all’Udinese. Avete condiviso quasi interamente quei 19 anni.
    «Basti dire che mi regalò il cartellino del mio tesseramento prima di andarsene. Quando vendette il Torino aveva il cuore che piangeva, non solo gli occhi».
    Pochi lo sanno, Paolo. La raccontiamo bene questa cosa del cartellino regalato?
    «Allora cominciamo da un primo episodio, utile per comprendere chi fosse Pianelli e che rapporto avessimo: un rapporto come tra padre e figlio, e non per modo di dire. Torniamo indietro a quando avevo 17 anni: 1967-’68, giocavo nella Primavera, ma ero già nell’orbita della prima squadra. Difatti avrei esordito nella stagione successiva. Ebbene, un giorno, da ragazzotto quale ero, litigai male, ma proprio di brutto, in allenamento con un compagno. Commisi una stupidaggine. Inesperienza, un po’ di immaturità… E poi giurai a me stesso: basta, lascio il Toro e me ne torno a casa».
    E poi?
    «Più tardi mi passarono il presidente al telefono. Pianelli mi disse che voleva parlarmi, mi invitò a recarmi in sede. Ma io avevo l’animo sottosopra… Così lo ringraziai, ma gli risposi che ormai avevo deciso e che non volevo fargli perdere altro tempo con un incontro. Però il giorno dopo un dirigente mi disse che sarei comunque dovuto andare da Pianelli in sede, che non potevo esimermi già soltanto per un fatto di educazione… Giusto: e così, pur convinto di aver già preso la mia decisione, ci andai, come da appuntamento. Bussai, entrai nel suo ufficio e con mia enorme sorpresa scoprii che vicino a lui c’era mio papà. Mio papà Silvio venuto apposta da Roncello. Lo aveva mandato a prendere Pianelli dal suo autista per portarlo a Torino. Il presidente mi invitò a sedermi: era chiaro che si erano già parlati e messi d’accordo. A quel punto parlò mio papà: “Paolo, mettiamo subito in chiaro una cosa. A Roncello tuo padre sono io, ma qui a Torino tuo padre diventa il presidente Pianelli e a lui devi obbedire, quando sei qui”. Una cosa incredibile! Pensai: e adesso come faccio a dire no a entrambi, non solo a uno ma addirittura a due… papà? E così sono rimasto nel Toro e sono diventato quello che sono diventato». LEGGI TUTTO

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    Diretta Bologna-Venezia ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Gioca a FANTACUP! Parte il nuovo gioco di Tuttosport, in palio premi da urlo!
    Diretta Bologna-Venezia: streaming e diretta tv
    L’incontro tra le formazioni di Italiano e Di Francesco è in programma sabato 30 novembre alle ore 20.45 presso lo stadio D’Allara di Bologna. Sarà possibile assistere all’evento sui canali Sky Sport 1 (201), Sky Sport Calcio (202), Sky Sport (251) e in in diretta streaming sulle piattaforme Now e Dazn.
    Segui la diretta di Bologna-Venezia su Tuttosport.com
    Bologna-Venezia: le probabili formazioni
    BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; De Silvestri, Beukema, Casale Miranda; Freuler, Moro; Orsolini, Odgaard, Karlsson; Castro. Allenatore: Italiano
    A disposizione: Bagnolini, Ravaglia, Corazza, Erlic, Holm, Lucumì, Lykogiannis, Posch, Fabbian, Ferguson, Urbanski, Dallinga, Dominguez, Iling-Junior, Ndoye
    VENEZIA (3-4-2-1): Stankovic, Idzes, Svoboda, Sverko, Candela, Duncan, Crnigoj, Ellertsson, Busio, Oristanio, Pohjanpalo. Allenatore: Di Francesco
    A disposizione: Grandi, Bertinato, Candela, Altare, Schingtienne, Carboni, Sagrado, Andersen, Doumbia, Bjarkason, Cringoj, Yeboah, Raimondo, Gytkjaer
    Arbitro: Massimi (Termoli) Assistenti: Giallatini-Colarossi IV Uomo: Santono Var: Ghersini Avar: Mazzoleni
    Bologna-Venezia: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    Diretta Como-Monza ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Como e Monza si affrontano al Sinigaglia nell’incontro valido per la 14ª giornata di campionato. Entrambe le squadre si presentano all’appuntamento con l’obiettivo di mettere un piede fuori dalla zona retrocessione. Gli uomini di Cesc Fabregas si collocano infatti al terzultimo posto con 10 punti davanti formazione di Alessandro Nesta, distante una lunghezza. L’impegno precedente, ha visto i lariani uscire sconfitta dalla sfida interna contro la Fiorentina – trascinata dall’ex bianconero Kean – con il finale di 2-0. I brianzoli invece, hanno raccolto 1 punto nella trasferta al Grande Torino. Il calendario ha in programma gara con il Venezia al Penzo per il Como, e il ritorno in Coppa Italia contro il Bologna per il Monza. 
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    Diretta Como-Monza: streaming e diretta tv
    L’incontro tra le formazioni di Fabregas e Nesta è in programma sabato 30 novembre alle ore 15 presso lo stadio Sinigaglia di Como. Sarà possibile assistere all’evento in diretta streaming sulla piattaforma Dazn, e in pay tv sul canale Sky Zona Dazn 1 (214). 
    Segui la diretta di Como-Monza su Tuttosport.com
    Como-Monza: le probabili formazioni
    COMO (4-2-3-1): Reina, Van der Brempt, Goldaniga, Barba, Alberto Moreno, Mazzitelli, Engelhardt, Strefezza, Nico Paz, Fadera, Cutrone. Allenatore: Fabregas
    A disposizione: Vigorito, Reina, Sala, Iovine, Baselli, Gabrielloni, Belotti, Jack, Cerri, Braunoder, Chinetti, Verdi, Barba
    MONZA (3-4-2-1): Turati, D’Ambrosio, Pablo Marì, Carboni, Pedro Pereira, Bianco, Bondo, Kyriakopoulos, Maldini, Mota Carvalho, Djuric. Allenatore. Nesta
    A disposizione: Pizzignacco, Mazza, D’Ambrosio, Pedro Pereira, Valoti, Colombo, Caprari, Forson, Vignato, Ciurria, Maric, Petagna
    Arbitro: Sacchi (Macerata) Assistenti: Mastrodonato-Votta IV Uomo: Ayroldi Var: Marini Avar: Nasca
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    Dibu, sei serio? Cosa è successo con Di Gregorio dopo Aston Villa-Juve

    Emiliano Martinez, il portiere dell’Aston Villa protagonista di una grande parata su Conceicao durante il match di Champions League contro la Juventus lo scorso mercoledì, ha nuovamente suscitato polemiche per il suo comportamento in campo. Il portiere argentino si è reso protagonista di un gesto poco sportivo nei confronti del collega bianconero, Di Gregorio.
    Martinez, infatti, si è avvicinato al collega Di Gregorio e, con una smorfia esagerata di dolore, ha iniziato a prenderlo in giro per l’incidente appena avvenuto. Un atteggiamento che non sorprende, considerando il suo passato, già noto per i festeggiamenti controversi dopo la vittoria della Coppa del Mondo in Qatar nel 2022. Un comportamento che, ancora una volta, dimostra la sua propensione a superare i limiti della sportività.
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    Savona, esito esami Juve e cosa potrebbe fare Motta verso il Lecce. Su Vlahovic…

    Juve, problema attacco. Intanto Vlahovic…
    Il pareggio di Birmingham non è una buona notizia, anche perché per andare direttamente agli ottavi la Juve dovrebbe riuscire a vincere le prossime tre o almeno due delle prossime tre. E il problema del gol inizia a essere pesante, perché la media gol realizzati si sta abbassando preoccupantemente. In compenso la Juventus torna dall’Inghilterra senza infortunati. Ed è già un bel risultato, di questi tempi. Perché gli esami di Nicolò Savona non hanno rilevato niente di grave, nessuna lesione e nessun ematoma. Quindi Savona, in teoria, potrebbe anche giocare contro il Lecce nella trasferta di domenica.
    Probabilmente Motta lo lascerà in panchina, per non rischiare e anche perché Danilo nei minuti giocati a Birmingham lo ha convinto. Ma, se fosse necessario, Savona sarebbe in grado di scendere in campo. Torna in campo, invece, Dusan Vlahovic che nei prossimi giorni svolgerà una serie di test, ma che non sembra avere più problemi ai flessori e Motta, quindi, ritroverà il suo centravanti.
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    Juve Next Gen-Turris, la sfida salvezza finisce 0-0. E Pedro Felipe va ko

    Nota negativa per Brambilla l’infortunio al ginocchio per Pedro Felipe, costretto a lasciare il campo dopo 27′. Da capire quale sarà l’esito degli esami strumentali, ma dalla reazione del difensore il problema non sembrerebbe essere di poco conto. Juve Next Gen e Turris si dividono dunque la posta in palio: i bianconeri restano penultimi con 8 punti, la Turris va invece a 11. Questa domenica per i bianconeri altro scontro diretto: al “Pozzo-La Marmora” arriva il Taranto fanalino di coda. Un match nel quale la Next Gen dovrà fare a meno di Comenencia, che era diffidato e dopo aver ricevuto il giallo quest’oggi non sarà presente al ritorno in campo tra quattro giorno.

    Juve Next Gen-Turris, rivivi la diretta testuale 

    90′ + 3′ – FINISCE QUIVince l’equilibrio tra Juve Next Gen e Turris: termina 0-0 la sfida tra bianconeri e biancorossi

    90′ + 2′ – Conclusione insidiosa dalla lunga distanza di Puczka: la sfera rimbalza davanti a Marcone che riesce però a respingere

    90′ – Saranno 3 i minuti di recupero

    86′ – Ultimo cambio anche per la Juve Next Gen: Guerra esce, entra Semedo

    83′ – Ultima sostituzione per la Turris: fuori Ekuban dentro Porro

    81′ – RISPOSTA JUVE!Mulazzi in profondità per Comenencia, cross a rimorchio dove c’è Guerra: l’attaccante deve tirare al volo con poco equilibrio e la palla finisce sopra la traversa

    80′ – OCCASIONE TURRISRipartenza dei campani dopo un recupero palla a metà campo, Ekuban prova il tiro da fuori: la conclusione è potente ma termina alta

    76′ – Subito ammonizione per Macca, entrato da pochi minuti sul rettangolo di gioco

    70′ – Cambia anche Brambilla: nella Juve Next Gen entrano Macca e Faticanti al posto di Cudrig e Palumbo

    68′ – Altra doppia sostituzione per gli ospiti: Nicolao e Castellano per Parodi e Morrone

    62′ – Due cambi nella Turris: dentro Nocerino e fuori Boli, mentre Giannone prende il posto di Onofrietti

    60′ – Dopo un’azione prolungata della Juve Next Gen, arriva la conclusione da fuori di Owusu: il tiro è centrale e prevedibile

    57′ – Cartellino giallo per Guerra dopo l’intervento irregolare su Onofrietti

    50′ – Juve all’attacco: azione prolungata dei bianconeri, la palla arriva in area a Guerra la cui conclusione da distanza ravvicinata viene però smorzata da una deviazione

    46′ – COMINCIA LA RIPRESASi riparte dal pari a reti bianche dei primi 45′. Altro cambio per Brambilla: Da Graca subentra ad Anghelè

    45′ + 1′ – FINISCE IL PRIMO TEMPOUn quarto d’ora di emozioni, poi calma piatta: finisce 0-0 la prima frazione di gioco

    45′ – Concesso 1′ di recupero

    43′ – Comenencia atterra Parodi: cartellino giallo, che lo costringerà a saltare la prossima sfida col Taranto

    38′ – Ritmi della gara che si sono abbassati: Juve in sostanziale controllo ma senza riuscire a perforare la difesa dei corallini

    27′ – JUVE, BRUTTE NOTIZIE!Brambilla costretto al primo cambio: Pedro Felipe esce dopo un infortunio al ginocchio, al suo posto Citi

    19′ – Calcio di punizione di Palumbo da distanza considerevole, la sua conclusione sbatte sulla barriera

    18′ – Ammonizione per Morrone dopo il fallo su Owusu

    14′ – CHE RISCHIO PER DAFFARA!Errore nel controllo dell’estremo difensore bianconero che per poco non si fa soffiare il pallone da Ekuban, riuscendo a rimediare all’ultimo

    14′ – Risposta della Turris: Boli viene lasciato da solo in area, prova un tiro-cross su cui per poco non arriva in tap-in Scaccabarozzi

    10′ – CI PROVA GUERRA!Grande azione di Owusu che la mette a rimorchio, palla per il centravanti bianconero che lasciato tutto solo non calcia benissimo ma si rende comunque pericoloso: ci vuole un ottimo intervento di Marcone per evitare il gol

    9′ – Si fanno vedere i bianconeri: cross di Comenencia, girata di Anghelè che termina sul fondo

    1′ – SI COMINCIA!Parte la sfida tra Juve Next Gen e Turris, valida per il recupero della 15esima giornata del girone C di Serie C LEGGI TUTTO

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    Juve, occhio: Watkins brilla ma l’Aston Villa è in difficoltà

    Una cosa è certa, e l’ulteriore conferma è arrivata ieri nella gara che l’Aston Villa ha pareggiato 2-2 in casa contro il Crystal Palace: in questo momento la squadra di Unai Emery è ben lontana dall’essere quel meccanismo ai limiti della perfezione che fino a metà ottobre veleggiava nelle parti altissime della classifica della Premier, dominando anche in Champions, in cui si era perfino tolta la soddisfazione di collezionare scalpi prestigiosi, come quello del Bayern Monaco. Nell’ultimo mese quella versione sublime dei Villans ha lasciato spazio a una molto meno brillante, improvvisamente vulnerabile, e a tratti sussiegosa nell’atteggiamento, soprattutto in quel recupero palla che poi, a guardar bene, era stato uno dei segreti della straordinaria cavalcata della scorsa stagione.
    Aston Villa: i numeri non mentono
    D’altronde, se è vero che i numeri difficilmente raccontano in maniera esaustiva tutta la verità, è altrettanto vero che non mentono. E quelli che hanno accompagnato i Villans alla sfida col Crystal Palace delineavano già il profilo di una squadra in difficolta: quattro sconfitte consecutive fra Premier, Coppa di Lega e Champions League, con sole 2 reti segnate e addirittura 9 subite. Insomma, il resoconto di una piccola crisi, il primo vero momento di difficoltà da quando due anni fa a Birmingham è sbarcato l’ottimo allenatore basco. Eppure, nella gara con il Palace qualcosa di positivo si è rivisto, quantomeno in fase di costruzione. E forse se sull’1-1 (reti di Sarr dopo 4’ e pareggio del solito Watkins poco dopo la mezz’ora) Tielemans non avesse fallito la grande opportunità dagli undici metri staremmo raccontando di un ritorno alla vittoria dei Villans. E invece, sulla ripartenza successiva al rigore fallito a trovare la rete del nuovo vantaggio è la squadra di Glasner, che grazie alla velocità di Sarr rimette impietosamente in evidenza tutti gli attuali limiti difensivi del Villa: la firma del 2-1 è la prima in Premier del classe 2003 Justin Devenny. Massimo risultato col minimo sforzo per le Eagles, anche se a firmare il pareggio finale è il colpo di testa di Barkley: evitata dunque la quinta sconfitta consecutiva, nonostante un Villa ancora molto lontano della sua versione migliore.
    Aston Villa-Crystal Palace: pagelle e tabellino
    Le pagelle:
    Aston Villa (4-2-3-1): Martinez 6.5; Bogarde 5.5 (1’ st Cash 6), Diego Carlos 5.5, Torres 6, Maatsen 5 (24’ st Digne ng); Barkley 6.5, Tielemans 6.5; Bailey 6 (38’ st Philogene ng), Rogers 6 (37’ st Buendia ng), McGinn 6.5 (24’ st Duran ng); Watkins 7. A disp. Olsen, Broggio, Mings, Nedeljkovic. All. Emery 5.5.
    Crystal Palace (3-4-2-1): Henderson 7; Chalobah 6.5, Lacroix 6, Guehi 6.5; Munoz 6.5, Hughes 6 (46’ st Richards ng), Doucoure 6.5 (18’ st Lerma 6), Mitchell 6.5; Sarr 8 (45’ Clyne ng), Devenny 7 (29’ st Schlupp ng); Mateta 7. A disp. Turner, Matthews, Agbinone, Kporha, Ward. All. Glasner 7.
    Marcatori pt: 4’ Sarr, 36’ Watkins, 46’ Devenny; st 32’ Barkley
    Arbitro: Robinson 6.5
    Note: 42.789 spettatori.
    Ammoniti: Diego Carlos, Maatsen, Chalobah, Buendia, Mitchell.
    Angoli: 10-1 per l’Aston Villa.
    Recupero: pt 5’; st 6’.
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