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    Genoa e Parma, sveglia prima che sia tardi

    TORINO – Meglio invertire la rotta, prima che sia troppo tardi. Al via della stagione, gli scommettitori consideravano Genoa e Parma come la prima e la terza squadra favorita per la A (secondo il Cagliari). Dopo l’ultima uscita, in cui entrambe hanno perso la prima partita (liguri ko a Palermo 1-0, emiliani sconfitti 2-3 in casa dalla Ternana), sono emersi i primi dubbi, mentre il duo di testa, Reggina e Brescia, allungava a 4 punti dal Genoa e già a 6 dal Parma. Anche prima della caduta di Palermo, i rossoblù non avevano particolarmente convinto. Vero, nelle precedenti trasferte s’erano imposti a Venezia e Pisa, ma nulla di travolgente. Così come le uscite a Marassi, che hanno portato solo pareggi (0-0 col Benevento, 3-3 proprio col Parma). E’ ancora lecito definire il Genoa una corazzata perché nessuno ha fatto un mercato come il suo, dunque il tecnico tedesco Blessin inizia a essere bersaglio della critica e di parte della piazza che a giugno comunque aveva accettato la sua conferma, caso più unico che raro dopo una retrocessione. Di Blessin, non convince soprattutto l’utilizzo di Coda, cioè il capo-cannoniere della B negli ultimi due tornei. Nel 4-2-2-2 del tedesco, gioca davanti in coppia con Ekuban. Ma spesso si pestano i piedi e Coda è costretto ad arretrare e giocare da rifinitore per Ekuban, come a Palermo: gli ha servito due assist d’oro che l’italo-ghanese non ha (clamorosamente) trasformato in gol. E’ possibile che per l’uscita di sabato in casa col Modena, Blessin provi qualcosa di diverso, anche un cambio di modulo o, più probabilmente, Puscas al posto di Ekuban. In generale, il Genoa in campo deve però disfarsi di un atteggiamento presuntuoso e controproducente, che in B ha già spento, nelle scorse annate, le ambizioni di tante illustri squadre che non sono riuscite a tornare in A dopo la retrocessione. Come accadde al Parma un anno fa. Pecchia, coraggiosamente, dopo la promozione con la Cremonese, ha rinunciato alla A perché stuzzicato dalla scommessa Parma. Ma non è semplice spalare le macerie delle due precedenti annate fallimentari degli emiliani. Prima di sabato scorso, Pecchia sembrava poter imprimere la svolta, anche se aveva vinto una sola volta (col Cosenza) e raccolto 3 pari (con Bari, a Perugia e a Genova). Il 2-3 subito dalla Ternana, con gli umbri capaci d’imporsi nel finale dopo essere andati per due volte sotto, ha riproposto le fragilità che il Parma aveva mostrato nella scorsa stagione con Maresca e Iachini. Sabato gli emiliani vanno in casa del tosto Ascoli (che a Perugia nell’ultimo turno ha raccolto il primo ko stagionale), e sa già di sfida-verità. Anche se patron Krause, durante la presentazione del neo dt Fournier, si è detto soddisfatto dell’avvio di stagione. I tifosi un po’ meno. E ad Ascoli, saranno out per infortunio Ansaldi e Mihaila, ko pesanti. Dovrebbe essere confermato fra i pali Buffon, anche se il suo rientro è coinciso col primo ko stagionale.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Serie B, arbitri: Zufferli per Genoa-Modena, Como-Spal a Rutella

    TORINO – Con una nota ufficiale pubblicata sul proprio sito, la Lega B ha reso note le designazioni arbitrali per la sesta giornata di Serie B. Genoa-Modena sarà affidata a Zufferli, Como-Spal a Rutella. Gualtieri dirigerà Brescia-Benevento, Maggioni per Reggina-Cittadella. Venezia-Pisa sarà diretta da Perenzoni. Il match tra Cagliari e Bari tocca a Fourneau, il derby umbro Ternana-Perugia a Di Bello. C’è Miele per Sudtirol-Cosenza. Ecco nel dettaglio il quadro completo: 
    Brescia – BeneventoMatteo Gualtieri di AstiImperiale – MoroIV Ufficiale: MaggioVar: GhersiniAvar: Scatragli
    Ascoli – ParmaAlessandro Prontera di BolognaRocca – PolitiIV Ufficiale: SaiaVar: PezzutoAvar: Schirru
    Cagliari – BariFrancesco Fourneau di Roma 1Baccini – ColarossiIV Ufficiale: PetrellaVar: BantiAvar: Di Gioia
    Como – SPALDaniele Rutella di EnnaTegoni – Rossi M.IV Ufficiale: DjurdjevicVar: AbbattistaAvar: Affatato
    Frosinone – PalermoAntonio Giua di OlbiaMeli – PerettiIV Ufficiale: CarrioneVar: GuidaAvar: Sechi
    Reggina – CittadellaLorenzo Maggioni di LeccoLombardi – MacaddinoIV Ufficiale: CentiVar: MarinelliAvar: Pagnotta
    Sudtirol – CosenzaGiampiero Miele di NolaLombardo – FioreIV Ufficiale: MonaldiVar: MinelliAvar: Scarpa
    Venezia – PisaDaniele Perenzoni di RoveretoDei Giudici – SeverinoIV Ufficiale: BonacinaVar: PaternaAvar: Pagliardini
    Genoa – ModenaLuca Zufferli di UdineBindoni – ValerianiIV Ufficiale: PanettellaVar: MariniAvar: Tolfo
    Ternana – PerugiaMarco Di Bello di BrindisiVivenzi – RanghettiIV Ufficiale: Di GraciVar: AbbattistaAvar: Alassio
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    Brescia, primato in saldo

    BRESCIA – Negli ultimi anni ci ha provato prima con un metodo old style (prendere o tenere i migliori), la scorsa stagione con un mix tra giovani e vecchi, stavolta non ha avuto dubbi costruendo un Brescia a chilometri zero o giù di lì. Massimo Cellino, cinque campionati di B e uno solo di A da quando è alla guida del club biancoazzurro dopo aver promesso di togliere la piazza dalla mediocrità calcistica in cui è sprofondato dopo gli anni di Baggio, Guardiola e Mazzone, ha deciso di mutare la propria filosofia calcistica. Un po’ per i suoi guai extra calcio (maxi sequestro di 59 milioni di euro per reati fiscali, anche se la sentenza non è ancora definitiva), un po’ perchè forse ha davvero capito che il calcio è cambiato e senza un attenta programmazione non si va in Serie A o al massimo si fa un brevissimo viaggio di andata e ritorno. Con stipendi molto più bassi, attorno al pentagono di big Cistana-Adorni-Moreo-Viviani-Benali, Cellino ha formato un gruppo la cui età media nelle prime cinque giornate del campionato è stata la terza più bassa del campionato. Poco più di 24 anni a giocatore per un Brescia che, contro ogni pronostico, è in vetta alla classifica assieme alla Reggina dell’ex Pippo Inzaghi con cui proprio la stagione scorsa Cellino andrò presto alla rottura, provando ad esonerarlo una prima volta a febbraio per poi cacciarlo a sette giornate dalla fine con le rondinelle ancora in corsa per la promozione diretta.

    In estate, il presidente ha consegnato a Pep Clotet un gruppo che il tecnico catalano di formazione inglese ha modellato in ritiro per portarlo poi a passare il primo turno di Coppa Italia, dominando a Pisa, e a conquistare 12 punti nelle prime 5 partite di campionato. Da quando esistono i tre punti a vittoria è la seconda miglior partenza di sempre nella storia del Brescia in Serie B: solo Serse Cosmi aveva fatto meglio nella stagione 2007-08 quando cominciò con 5 vittorie su 5.

    Dopo essere rimasto deluso dal rendimento di giocatori come Sabelli, Proia, Pajac e Palacio, Cellino in un primo tempo voleva limitarsi a un mercato di secondo piano con giocatori presi dalla Serie C. La batosta subìta alla seconda giornata a Frosinone a mercato ancora aperto, gli ha consigliato di ripiegare su un paio di giocatori d’esperienza (Federico Viviani e Ahmed Benali), ma il loro apporto finora è stato limitato e a brillare sono stati più che altro giovani come Galazzi, Papetti e Bianchi o giocatori di talento, non più giovanissimi, ma certo nemmeno da rottamare, che avevano solo bisogno di essere rilanciati come Ndoj, Lezzerini e Ayé. Ogni gruppo che si rispetti ha però bisogno anche di un leader e il totem del Brescia si chiama Stefano Moreo. Cellino ha resistito all’offertona estiva del Pisa (quasi 3 milioni) e si è tenuto stretto il miglior marcatore della scorsa stagione (10 gol), che Clotet riesce a far sacrificare proprio quando non sembrava possibile che “mister generosità” riuscisse ad andare oltre il tanto che già fa da anni nelle due fasi.

    Moreo si è sbloccato segnando sabato scorso a Modena (anche un assist), dopo che nella gara precedente con il Perugia aveva sbagliato un rigore (fisiologico per le tante energie che spende in ogni match). Ma se con Inzaghi e poi Corini, lui era il terminale offensivo, quest’anno le reti sono più distribuite anche tra gli altri attaccanti: degli 8 gol segnati in 5 partite, 6 sono arrivate dal reparto avanzato (Ayè e Bianchi 2, Moreo e Galazzi). Dopodomani il Brescia sarà protagonista nell’anticipo della sesta giornata: sotto i riflettori del Rigamonti arriva il Benevento e quello che ancora manca a questa squadra è un seguito di pubblico all’altezza anche nei match casalinghi. Sabato a Modena i tifosi erano quasi un migliaio, ma a Mompiano finora non si è andati oltre i 4500.

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    Il Bari, l'unica imbattibile

    TORINO – In questa B delle grandi piazze, si parla poco del Bari. Eppure, la squadra di Mignani, dopo 5 giornate è l’unica a essere ancora imbattuta. Se i pugliesi sono “solo” quinti (a -3 dal duo di testa, Reggina e Brescia), è perché, pur non subendo mai gli avversari, hanno raccolto qualche pareggio di troppo (3 in tutto). Soprattutto in casa, dove non hanno ancora vinto. Se il 2-2 di Parma all’esordio valeva quasi come una vittoria, anche per la grande prova disputata, al Bari sono finora mancati i risultati del San Nicola: 1-1 col Palermo, 2-2 più sanguinoso con la Spal, dopo essere stati avanti 2-0. Ma la squadra ha buoni valori, visti i già 2 successi esterni su tre uscite: prima il 3-1 di Perugia, sabato scorso l’1-0 di Cosenza. Insomma, pur disponendo della spinta unica del San Nicola,  il Bari per ora si esprime meglio fuori casa, ma non è certo un difetto, c’è tutto il tempo per migliorare il rendimento casalingo. Anche perché le potenzialità ci sono tutte. Davanti, il duo Cheddira-Antenucci è già andato a segno 7 volte (4+3), miglior coppia d’attacco della B, 9 in tutto le reti segnate, solo la Reggina (11) ha fatto meglio. E nell’ultimo giorno di mercato, l’attacco è stato completato con gli arrivi di Salcedo (Inzaghi non voleva che lasciasse l’Inter, ha dovuto convincerlo lui) e del francese Scheidler, un gigante prelevato dal Digione, con caratteristiche diverse dalle altre punte, per rendere il reparto ancora più assortito, considerato che c’è pure il colombiano Ceter, una specie di Lukaku dei poveri, finora frenato da qualche problema fisico di troppo ma che se sta bene, in B può fare grandi cose. In panchina, siede il genovese Michele Mignani, 50 anni, che esordì da giovanissimo come difensore nella Samp che vinse lo scudetto nel 1991, vivendo poi una onesta carriera fra B e C. Da allenatore, era da qualche anno che andava tenuto d’occhio. Nel 2018, col Siena aveva sfiorato la B (con una squadra falcidiata dalle assenze fu sconfitto in finale playoff dal Cosenza). Nella passata annata ci è riuscito col Bari, centrando un obiettivo che nelle due precedenti stagioni, con squadre sicuramente sulla carta più forti, il secondo club dei De Laurentiis aveva fallito. Dunque Mignani qualcosa di suo ci mette, praticando un 4-3-1-2 armonico ma sempre pronto alla verticalizzazione ficcante e spesso decisiva. E attenzione al portiere: fra i pali è stato lanciato Elia Caprile, il miglior 2001 d’Italia nel suo ruolo, scuola Chievo, prelevato dal Leeds ma nella scorsa stagione era in prestito in C alla Pro Patria: ragazzo solido, ottimo fisico, con le sue parate sta portando punti come gli attaccanti. Completano un cocktail veramente saporito, elementi come l’argentino Ruben Botta, trequartista con un estro da categoria superiore, il jolly Folorunsho (Mignani lo utilizza da mezzala) che da l’impressione di essere cresciuto ancora. E poi l’esperienza di Maiello in mediana e di Pucino sulla fascia destra. E attenzione pure all’altra mezzala, Maita, una delle più belle scoperte di questa B, che aveva assaggiato solo da ragazzino nella Reggina, a dimostrazione di quanti talenti navighino nell’anonimato della C e aspettino solo di essere valorizzati. Infine, aver cambiato la norma sulle multiproprietà, posticipando la cessione al 2028, ha dato tranquillità alla società e probabilmente pure alla squadra. Anche se ai tifosi baresi, non dispiacerebbe che i De Laurentiis fossero obbligati a cedere prima, cioè nel caso in cui la squadra salisse in A. E potrebbe accadere già in questa stagione, perché i mezzi ci sono anche se è sempre meglio viaggiare a fari spenti e lasciare il peso di essere favoriti alle altre grandi piazze. Come il Cagliari, a cui il Bari fa visita sabato alle 14, crocevia importante per capire chi delle due può far sul serio per la A. LEGGI TUTTO

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    Serie B, il giudice multa Como, Pisa e Palermo. Squalificati in 4

    MILANO – Il giudice sportivo, dopo l’ultimo turno, ha fermato 4 giocatori per una giornata, tutti destinatari di cartellini rossi nel turno appena trascorso: si tratta di Jacopo Da Riva del Como (“per essersi reso responsabile di un fallo grave di giuoco”), Aldo Florenzi del Cosenza (“doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario”), Adam Obert del Cagliari (“doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario”) e Francis Tessmann del Venezia (“doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario”). Tra i dirigenti, una giornata a Kevin Marulla del Cosenza (“per avere, al 6′ del primo tempo, uscendo dall’area tecnica, contestato platealmente una decisione arbitrale”) e a Ivan Sarra del Pisa (“per avere, al 30′ del secondo tempo, uscendo dall’area tecnica, contestato platealmente l’operato arbitrale”). Inoltre, si legge nel comunicato ufficiale, relativamente alla gara Cosenza-Bari, “in ordine alla segnalazione di un collaboratore della Procura federale circa un’espressione blasfema da parte di un collaboratore della Soc. Cosenza, percepita a breve distanza, si chiede di conoscere l’esatta collocazione del suddetto collaboratore della società e se la percezione dell’espressione possa essere stata estesa agli altri soggetti presenti”.
    Multate Como, Pisa e Palermo
    Ammenda di € 15.000 al Pisa (“per avere suoi sostenitori, al 1° del secondo tempo, lanciato nel recinto di giuoco una bottiglietta di plastica piena d’acqua che colpiva alla schiena un Assistente causandogli momentaneo dolore”), ammenda di € 2.500 al Palermo (“per avere suoi sostenitori, al termine della gara, lanciato quattro bicchieri di plastica nel recinto di giuoco e due bicchieri di plastica sul terreno di giuoco”) e ammenda di € 1.500 al Como (“per avere suoi sostenitori, al 43° del secondo tempo, lanciato sul terreno di giuoco un bicchiere di plastica semipieno”). 

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    Ascoli, per Gnahoré intervento al legamento crociato

    ASCOLI – “E’ più serio del previsto l’infortunio occorso una settimana fa in allenamento al centrocampista Eddy Gnahoré: lesione acuta del legamento del ginocchio destro successiva al trauma distorsivo”. E’ quanto si legge sul sito ufficiale dell’Ascoli, dal quale si apprende anche che questa mattina “il calciatore è stato sottoposto ad intervento u. L’intervento è stato eseguito dal Prof. Giuliano Cerulli presso la Casa di Cura Villa Fiorita di Perugia. Il calciatore sarà dimesso nel pomeriggio e da domani inizierà le terapie di recupero”. LEGGI TUTTO

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    Bari, Salcedo: “Inzaghi mi voleva all'Inter. Juric? Come un padre”

    BARI – Giornata di presentazioni ufficiali per Eddie Salcedo da giocatore del Bari: “Ausilio mi ha parlato del Bari, ero contento di venire, ma Inzaghi non voleva farmi partire. Siamo riusciti a convincerlo per fortuna. Con Polito avevo già parlato e mi ha dato fiducia, non ho esitato a rispettare la parola data – ha dichiarato Eddie Salcedo nel corso della conferenza stampa di presentazione – Ho visto tutte le partite del Bari: col Palermo è stato qualcosa di clamoroso, ho bisogno di queste emozioni, sono sudamericano. Il fattore decisivo è stata la fiducia nei miei confronti, mi sono sentito voluto, hanno fatto di tutto per portarmi in una piazza così importante. Mi hanno tutti accolto bene, ci aiutiamo tutti e volevo ritrovare la felicità nel calcio: per questo ho scelto Bari. Ho segnato l’ultimo gol quando ero al Verona, contro lo Spezia. Non vedo l’ora che arrivi questo momento in casa, ma non mi dispiacerebbe anche a Cagliari. Nazionale? E’ un obiettivo, cercherò di dare il massimo qui per tornarci. Per il riscatto da parte del Bari spero di far bene e che tutto finisca al meglio, vediamo se lo meriterò. Juric per me è stato come un padre: a 15 anni mi ha fatto esordire al Genoa, poi l’ho avuto a Verona. Io e Pellegri siamo usciti giovanissimi, forse troppo presto. Siamo ancora giovani e abbiamo tempo per dimostrare il nostro valore, sono sicuro che entrambi arriveremo a grandi livelli”. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Cheddira, da Bari al sogno Mondiale

    TORINO – Walid Cheddira rischia di essere un grande rimpianto azzurro. Ormai è certo: l’attaccante del Bari sarà convocato dal Marocco per le amichevoli che a inizio mese la nazionale africana giocherà contro Cile e Paraguay. Il neo ct, Hoalid Regragui, lo ha fatto seguire nelle recenti uscite dei pugliesi e quasi certamente lo farà esordire già nelle prossime amichevoli. E se Cheddira dovesse convincere, potrebbe inserirlo nella rosa dei giocatori che rappresenteranno il Marocco ai prossimi Mondiali. Con gli azzurri a casa, Walid sarebbe l’unico giocatore italiano presente, visto che  è nato 24 anni fa a Loreto, nelle Marche, figlio di Aziz, già buon giocatore in Marocco che ora va in curva al San Nicola a tifare suo figlio Ualino, Pasqualino in dialetto, come a Bari simpaticamente storpiano il nome di Walid. Quest’estate il ct azzurro Mancini aveva annunciato che avrebbe avuto un occhio anche per i giocatori di B, dopo aver avuto buoni riscontri a giugno coi debutti in azzurro di Gatti, Zerbin ed Esposito. Ma su Cheddira, al momento, non ci sono segnali di convocazione, anche se i suoi numeri non sono certo sfuggiti allo staff azzurro. Walid, comunque, è ben felice di essere convocato dal Marocco, a cui si sente culturalmente legato. Certo, dovesse scendere in campo ai Mondiali, si scorderebbe la Nazionale italiana per sempre. Finché disputa solo le amichevoli col Marocco, una speranza per l’azzurro resta. Perché al momento non c’è un attaccante italiano così promettente. Nessuno da inizio stagione ha segnato di più in gare ufficiali. Già 9 gol, così ripartiti: 5 in Coppa Italia di cui è il capocannoniere (2 al Padova nel preliminare, 3 al Verona, al Bentegodi, al 1° turno), 4 in campionato per 4 partite di fila (nell’1-1 col Palermo, nel 3-1 al Perugia in trasferta, nel 2-2 con la Spal in casa e nella vittoria di sabato scorso a Cosenza). Walid, in questo inizio di annata, sta tenendo una media realizzativa stratosferica, segna un gol ogni 68’. E mettiamoci anche un rigore procurato e due assist nel 2-2 del suo esordio in B a Parma e contro la Spal. Cheddira segna in tutti i modi perché sa essere devastante: agilità, progressione irresistibile con cui divora gli spazi, buon dribbling, grande agonismo, ottimo tiro secco e porta che la vede sempre bene, anche segnando di testa, come sabato a Cosenza. Giusto dunque che un ragazzo così promettente e serio nel suo lavoro, possa coltivare il sogno di andare in Qatar a novembre. E pazienza se noi italiani dovessimo rimpiangerlo, l’importante è che Walid, o Ualino, continui a farci divertire ad ogni partita.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO